Impressionismo

Claude Monet. Impressione, sole nascente. 1872. Olio su tela. Parigi, Museo Marmottan
Claude Monet. Impressione, levar del sole. 1872. Olio su tela. Parigi, Museo Marmottan

 

Basato sullo studio della luce e del colore, una tecnica rapidissima e una raffinata capacità di cogliere l'impressione momentanea e sfuggente della natura, l'impressionismo non solo è "un nuovo modo di vedere", ma apre nuove strade, piene di conseguenze, verso il secolo successivo.

Il movimento e i protagonisti

 

L'impressionismo è uno dei fenomeni più interessanti dell'arte moderna, sia per la qualità raggiunta in numerose opere, sia per l'importanza sugli sviluppi futuri dell'arte.
La vicenda impressionista si svolge in Francia nel giro di un ventennio: dagli anni sessanta agli anni ottanta dell'800 e vede come protagonisti Edouard Manet, che è considerato un predecessore (ma lui stesso non si riconosce come impressionista), Claude Monet, Camille Pissarro, Pierre-Auguste Renoir, Alfred Sisley, Berthe Morisot, Edgar Degas, Mary Cassat,  Paul Cezanne.

 


Edgar Degas. La classe di danza. 1871-74. Olio su tela. cm 85 x 75. Parigi. Musée d'Orsay.

 

 


Dopo un'importante fase sperimentale, nascono opere nuove e decisamente lontane dal gusto accademico e ufficiale, ma diverse anche dal Realismo.
La prima esposizione è quella organizzata dagli stessi artisti nel 1874 a Parigi, nello studio del fotografo Nadar. Il pubblico e la critica hanno duramente osteggiato la loro pittura, respingendo le opere da tutti i salons ufficiali, e costringendo alcuni di loro a condurre una vita da bohemien. Nonostante ciò, si sono susseguite altre mostre, finché un certo successo ha raggiunto gli artisti in età avanzata, a partire dalla fine degli anni ottanta.
Basato sullo studio della luce e del colore, una tecnica rapidissima e una raffinata capacità di cogliere l'impressione momentanea e sfuggente della natura, l'impressionismo non solo è "un nuovo modo di vedere", ma apre nuove strade, piene di conseguenze, verso il secolo successivo.

Una delle innovazioni più importanti sta nel modo stesso di considerare la pittura. Gli impressionisti infatti non davano più importanza al tema della rappresentazione, non erano interessati alla storia da raccontare (come nel Neoclassicismo) o ai sentimenti (come nel Romanticismo) o alla denuncia sociale (come nel Realismo), ma volevano rendere con la pittura l'impressione di un momento. Per la prima volta il soggetto venne quindi svalutato a favore della tecnica pittorica, che divenne fondamentale.
Per riuscire a cogliere l'impressione visiva di un attimo questi artisti cambiarono innanzi tutto il procedimento pittorico: elaborarono una tecnica completamente nuova, molto veloce e di grande efficacia.

 

 


Gustave Caillebotte. Una strada di Parigi: tempo di pioggia. 1877.
Olio su tela, cm 212X276. Chicago, The Art Inttute of Chicago.

 

 

 Con i loro cavalletti portatili, un buon numero di pennelli e con i colori in tubetto recentemente resi disponibili dall'industria, gli impressionisti dipingevano en-plein-air, spostandosi ovunque: in campagna, per la strada, sulla finestra, nei bar, nei teatri, al circo, o sulla barca, come fa spesso Monet. Rappresentavano quello che vedevano sul momento e nacquero nuovi temi, come la vita cittadina, il traffico urbano, le stazioni, gli spettacoli, persone anonime sedute al bar, feste da ballo, ecc... oltre al paesaggio, visto sempre come immagine effimera senza particolari effetti sentimentali o scenografici.
Dipingendo all'aperto si resero conto che ciò che si vede non è altro che un insieme di colori, variabili ad ogni istante sotto l'azione della luce. Si formarono una grande esperienza sul colore e sulle infinite possibilità di combinazione dei colori per ottenere gli effetti luminosi più efficaci. Così giunsero ad eliminare i grigi, il disegno, il chiaroscuro per scoprire l'energia luminosa generata dall'accostamento dei complementari, applicando in pittura alcuni principi tratti dalle teorie scientifiche nel campo dell'ottica e dei colori elaborate da  Chevreul e da Maxwell.
Un altro aspetto importante per l'impressionismo è rappresentato dalla fotografia, tecnologia nascente in quegli anni e mezzo spesso utilizzato dai pittori impressionisti. Dalla fotografia essi ripresero alcuni elementi, come ad esempio le inquadrature dal taglio fotografico di Degas o di Caillebotte o si servirono delle foto per la preparazione dei loro dipinti, come ad esempio faceva Manet.

 

 

La nascita dell'Impressionismo

 

L'impressionismo nacque a Parigi, negli anni Sessanta dell'800, quando la città, grazie alle trasformazioni dovute ad Haussmann  diventò una metropoli moderna, caratterizzata da una intensa vita sociale. In quegli anni Parigi si arricchì di nuovi luoghi culturali, punti d'incontro e di svago come teatri, musei, ristoranti, sale da ballo, casinò, e soprattutto caffè, che con i loro tavolini invasero i boulevard: i viali alberati della città.
Il Cafè Guerbois nel quartiere di Batignolles  e la Brasserie des Martyrs divennero i luoghi d'incontro di alcuni giovani artisti che avevano in comune l'interesse per la pittura. Sono: MonetPissarroRenoirSisleyMorisotDaumier, Cassat. A questi si affiancarono altri come Degas Cezanne, un po' più indipendenti rispetto al gruppo o Manet, considerato un maestro dagli altri, ma che rimase estraneo, pur condividendo alcuni principi.
L'impressionismo nacque quindi da una serie di circostanze casuali, ed è anomalo rispetto ad altri movimenti artistici. Non è organizzato né programmato, non segue finalità stabilite. È un fenomeno che si è formato spontaneamente. Gli impressionisti condivisero l'esigenza di riunirsi, lavorare spesso insieme ed esporre in gruppo, ma non elaborarono una teoria artistica. Avvertirono un'esigenza comune di dipingere dal vero e di uscire dallo studio, per lavorare all'aria aperta. Divenne importante dipingere ciò che l'occhio vede, secondo l'impressione del momento.

Il lavoro che questi artisti portarono avanti in quegli anni viene ben documentato dalle parole di Emile Zola, grande amico e sostenitore degli Impressionisti, quando racconta che:

"....si propongono di uscire dallo studio in cui i pittori si sono rintanati per tanti secoli, di andare a dipingere all'aperto [...] All'aperto non vi è più un'unica luce, si hanno quindi molteplici effetti. Questo studio della luce nelle sue mille scomposizioni e ricomposizioni è ciò che viene chiamato più o meno propriamente l'impressionismo, perché da allora un quadro diventa l'impressione del momento provato davanti alla natura".

Questi artisti, molto diversi tra loro, erano accomunati dalla volontà di fare una pittura nuova, portando avanti una ricerca naturalistica e antiaccademica. La prima fase della pittura impressionista è quindi caratterizzata da un grande e importante lavoro di sperimentazione orientato a superare la visione tradizionale. Queste ricerche portarono ai primi risultati tra il 1867 e il '69 e verso gli anni '70, superata la fase sperimentale, l'impressionismo cominciò a definirsi nella tecnica e nello stile, e si caratterizzò secondo una visione soggettiva, evidente nelle opere dei singoli protagonisti. Tratto comune di questi artisti è l'impegno a dipingere concentrandosi sull'impressione di un istante, variabile a seconda delle luci, delle condizioni atmosferiche e della propria personale percezione.

 

 


Edgar Degas. Madamoiselle La La al circo Frenando. 1878.
Olio su tela, cm. 177X77,5. Londra, National Gallery

 

 Nel 1874 Monet, Degas, Cézanne, Pissarro, Renoire, Sisley, Morisot, decisero di organizzare una mostra alternativa ai salons che avevano rifiutato le loro opere. Il fotografo Nadar mise a disposizione il suo studio per la mostra. Gli artisti si presentarono come Società Anonima di artisti, pittori, scultori, incisori...
La mostra fu un fallimento. Un noto critico, Leroy, osservando un dipinto di Monet, dal titolo: Impressione: sole nascente, scrisse che la carta da parati è più rifinita di quei quadri e usò il nome 'impressionisti'' in senso dispregiativo. Poi gli stessi artisti adottarono questo nome e si riproposero in altre mostre successive.
Nel 1880 la stagione dell'impressionismo è già finita; ognuno di loro da quel momento in poi portò avanti la propria ricerca personale.
Il successo arriverà molto tempo dopo, quando questi artisti saranno già piuttosto avanti con gli anni.

 

 

 

La Parigi degli impressionisti

 

 


Ritratto fotografico del barone Eugéne Hasussman

 

 

La trasformazione di Parigi da città antica a metropoli moderna si deve soprattutto ad Eugéne Haussman, prefetto e urbanista francese, che realizzò l'ammodernamento urbanistico e amministrativo di Parigi, prima sotto Napoleone III, poi durante la III Repubblica.

La prima fase della trasformazione fu lo sventramento del centro medievale della città, che era caratterizzato da costruzioni anche molto antiche e un'intricata rete di vicoli. Questi quartieri, spesso in rovina e difficilmente controllabili, erano anche frequentati dalla malavita. Haussman, per affrontare il problema della sicurezza, rendere più funzionale la viabilità e agevolare le attività economiche e commerciali decise di radere al suolo gli antichi quartieri del centro e creare grandi strade rettilinee e piazze.

 


Camille Pissarro. Rue Saint-Honorè nel pomeriggio: effetto pioggia. 1897.
Olio su tela, cm.81X65. Collezione Tyssen-Bormnemisza

 

 

Introdusse la tecnologia più all'avanguardia: gli impianti di illuminazione a gas delle strade, una rete metropolitana che è ancora tra le più estese ed efficienti del mondo, stazioni ferroviarie con gallerie e strutture in acciaio e vetro, i primi grandi magazzini e gli ascensori a motore.

In seguito a questa importante trasformazione anche la vita sociale rifiorì, la gente cominciò ad uscire anche di sera, a frequentare i locali alla moda, ad incontrarsi più spesso, ed è in questo contesto che si forma il gruppo degli impressionisti.

 

 

 

 

Conoscenza scientifica e tecnica pittorica nell'Impressionismo

 

Gli impressionisti non possiedono una base culturale omogenea, sono artisti che provengono da formazioni ed esperienze molto diverse e le loro differenze di stile e di temperamento emergono anche quando lavorano insieme di fronte allo stesso paesaggio. Un esempio interessante è il confronto tra la Grenouillere di Monet e quella di Renoir, dipinta fianco a fianco dai due artisti nel 1869.

 

        
 

Claude Monet. La Grenouillere. Olio su tela.cm. 79X99. 
New York, Metropolitan Museum.
Auguste Renoir. La Grenouillere.
Olio su tela. cm. 66X81. Stoccolma Nationalmuseum

 

 


Una sostanziale autonomia viene sempre mantenuta e permetterà poi a ognuno di loro di sviluppare un proprio libero percorso, anche dopo la fase impressionista, verso nuovi indirizzi espressivi.  Solo alcuni di loro hanno condiviso un'esperienza formativa comune: infatti all'inizio degli anni sessanta Renoir, Monet e Sisley avevano frequentato insieme l'LAtelier Gleyre e mantennero un certo legame e una maggiore omogeneità fino a metà degli anni settanta, per poi proseguire più autonomamente.
Sul piano tematico, la pittura impressionista è ben radicata sia sulla tradizione del paesaggio, sia sulla realtà quotidiana e della strada, derivata dal Realismo, ma la grande rivoluzione che l'impressionismo porta in pittura è che viene superata la rappresentazione imitativa della realtà.  Il soggetto perde importanza, ci si concentra invece sulla pura sensazione percettiva (dall'oggettivo al soggettivo). Si cerca di ricreare nel quadro l'impressione che un determinato stimolo visivo, in un particolare momento e con determinate condizioni di luce e di colore, suscita nell'artista.

Il soggetto della rappresentazione perde quindi d'importanza, mentre diventa centrale la bellezza dell'attimo rubato alla vita. Una strada di Parigi: tempo di pioggia dipinto da Gustave Caillebotte ne offre un esempio emblematico.

Per gli impressionisti nella pittura non conta più tanto  'cosa' è rappresentato, ma 'come' è fatto. Il compito di riprodurre la realtà ora è quello della fotografia, la pittura può fare di più, e quindi dall'impressionismo in poi la pittura ha il compito di partire dal punto in cui si ferma la fotografia, di fare quello che la fotografia non può fare.

I progressi della chimica industriale inoltre rendono disponibili i primi colori a olio in tubetto, facili da trasportare e immediati da usare, indispensabili per la pittura en plain air.

 

 


Edouard Manet. Monet che dipinge sull‘atelier galleggiante.
1874. Monaco, Neue Pinakothek

 

Dipingere sulla barca, come faceva spesso Monet, non sarebbe stato possibile senza i colori in tubetto.

 Il nuovo atteggiamento di fronte alla realtà e la concentrazione sul dato visivo riflettono quindi un orientamento culturale non più di tipo letterario e storico ma indirizzato verso la scienza e la tecnologia contemporanee. In particolare sono importanti gli esperimenti sull'ottica di Chevreul,  chimico francese che pubblica un trattato sulla legge dei contrasti simultanei nei complementari, e le teorie sulla propagazione della luce del fisico e matematico scozzese Maxwell, che sono alla base della tecnica di stampa (quadricromia), della fotografia a colori, del cinema e della televisione.
A ciò si aggiunge l'invenzione della fotografia e le prime ricerche della cinematografia, utile per evitare i modelli viventi, per studiare nuove composizioni, tagli e punti di vista e per cogliere le fasi del movimento.

 

 

Gustave Caillebotte. Boulevard visto dall'alto. 1880. Olio su tela. Collezione privata.
Gustave Caillebotte. Boulevard visto dall'alto. 1880.
Olio su tela, cm.65X54. Collezione privata.

 

 

 Molto significativi sono i tagli fotografici dei quadri di Degas e di Caillebotte, con punti di vista nuovi come gli scorci dall'alto o dal basso.

Queste conoscenze e l'esperienza diretta della pittura all'aria aperta portano gli artisti ad osservare che ogni immagine percepita dall'occhio è fatta di luce e colore ed è estremamente variabile a seconda del momento della giornata, delle condizioni atmosferiche, del punto di osservazione. Si rendono conto che le pennellate di colori puri accostate tra loro anziché mescolati o sovrapposti, si esaltano e si influenzano a vicenda e vengono percepite dai nostri occhi in modo più luminoso. Ogni colore subisce l'influenza dei colori attorno e a sua volta si riflette su quelli vicini, pertanto il colore locale non esiste, ma è sempre la risultante di un contesto cromatico. Un blu su uno sfondo bianco appare molto più scuro ai nostri occhi dello stesso blu su uno sfondo nero, che appare invece luminoso.

 

 

Claude Monet. Donna con il parasole girata verso sinistra. Parigi, Museo d'Orsay.
Claude Monet. Donna con il parasole girata verso sinistra.
1886. 181X88. Parigi, Museo d'Orsay.

 

 

Gli esempi con studi sui riflessi e sulle ombre colorate sono numerosi nelle opere degli Impressionisti. Tra più conosciuti si possono indicare le diverse versioni della Donna con il parasole di Monet, dove si può notare che il vestito bianco è attraversato da pennellate rosa, gialle, azzurre e verdi. Particolari studi sui riflessi e i contrasti di luminosità si possono riscontrare anche nella Pergola di Renoir del 1876. 

Anche la percezione del movimento è un aspetto importante per l'Impressionismo. Quando si percepisce un movimento l'immagine perde definizione, i contorni sono imprecisi e mutevoli, tutto cambia continuamente, l'immagine è fuggevole, non si può fissare. I movimenti della danza sono stati oggetto di numerose opere di Degas, mentre lo studio dell'acqua con i suoi riflessi cangianti e il continuo movimento della superficie è uno dei temi fondamentali della pittura di Monet e il via vai della folla cittadina è spesso centrale nelle opere di Renoir.

Lo spazio, non più disegnato secondo le regole prospettiche, viene suggerito dal colore, sfruttando la spazialità propria dei colori e utilizzando pennellate più compatte e decise nelle forme in primo piano, che risultano più "a fuoco", mentre sono rese più accennate  le forme che si trovano in profondità.

 Conseguenza di tutto ciò è il cambiamento sul piano tecnico-esecutivo. Se non si rappresenta più la realtà ma le sensazioni che la realtà suscita, l'esecuzione dev'essere rapidissima, perché la sensazione dura meno di un attimo. Inoltre bisogna dipingere subito e direttamente di fronte alla sorgente della sensazione. Per questi motivi gli impressionisti dipingono soprattutto all'aperto e abbandonano l'atelier.
Eliminano anche tutti gli artifici pittorici che finora servivano a rappresentare la realtà in modo artificioso: la messa in posa, le luci artificiali, la prospettiva, il disegno, il chiaroscuro, le ombre, le pennellate fluide e studiate, le sfumature, le sovrapposizioni di colore per velature, ecc.
Sviluppano una tecnica diretta: pittura senza disegno, fatta di macchie di colore giustapposte, e pennellate a tocchi, striature, virgolette, trattini, usano solo colori puri (primari e secondari) rigorosamente accostati a contrasto.
Eliminano tutta la gamma dei grigi e dei bruni, che prima si usava per le sfumature e i passaggi delle ombre. Alle ombre grigie sostituiscono ombre colorate e riflessi.
Il risultato è quello di un tipo di realtà che non è più fissa, stabile, ma in continuo divenire ed una realtà tutta soggettiva, perché filtrata dalla soggettività dell'artista.
I temi preferiti degli impressionisti sono: il paesaggio e scene di vita della città moderna.

 

 

 

Gli aspetti essenziali dell'Impressionismo

 


Edgar Degas. Ballerine dietro le quinte. 1897 ca. Pastello. cm. 67X67. Mosca Museo Puskin

 

 

I punti essenziali che contraddistinguono la pittura impressionista sono:

  • La pittura en-plein-air, con l'abbandono del lavoro svolto in atelier con modelli predisposti, messa in posa, luci e artifici creati appositamente.
     
  • Abbandono dei temi tradizionali: storici, mitologici, religiosi e letterari. Gli impressionisti non sono più interessati a raccontare una storia o ad esprimere valori morali, nè denunce sociali.
     
  • Osservazione della natura e di tutti gli aspetti della vita moderna con l'intenzione di dipingere ciò che si vede.
     
  • Nascono temi nuovi, come la città piena di traffico, i locali affollati, le strade illuminate, gli spettacoli, le stazioni, ecc.
     
  • Volontà di cogliere un momento, un attimo passeggero percepito in modo soggettivo. Diventa fondamentale lo studio dei fenomeni della luce e delle combinazioni dei colori.
     
  • Nuova tecnica pittorica. Vengono eliminate tutte le pratiche accademiche, come il disegno, il chiaroscuro, la costruzione prospettica, le ombreggiature. Si utilizza la tecnica delle pennellate rapide e fitte, con piccoli tocchi di colore accostati tra loro e mai mischiati o sovrapposti. Le luci, le forme, lo spazio e i volumi vengono tutti costruiti mediante il colore.
     
  • Si usano i colori in tubetto e i toni puri, evitando le mescolanze di colore. I colori puri sono quelli saturi, che non contengono grigio e non sono sporcati da altri colori; in genere sono i colori derivati direttamente dei pigmenti.
     
  • Vengono evitate le ombre nere e sostituite da riflessi colorati.
  • Si basa su una cultura scientifica facendo riferimento alle nuove scoperte sull'ottica elaborate da Chevreul e sulle teorie della propagazione della luce di Maxwell.
  • Si cercano effetti di contrasto con pennellate diverse una vicina all'altra. I contrasti più efficaci sono quelli  tra colori complementari, cioè tonalità opposte tra loro ma vengono usati anche contrasti tra colori caldi e freddi e contrasti di luminosità cioè tra toni molto chiari e toni scuri.
     
  • Si crea un particolare rapporto con la fotografia, che diventa un mezzo utile da cui trarre spunti per le composizioni e per le inquadrature.

 

 

 

 

Arte e mercato a metà '800

 


Pierre-Auguste Renoir. La colazione dei canottieri. 1880-81.
Olio su tela. Washington, Phillips Collection

 

Gli impressionisti condividevano l'idea di Courbet di un'arte democratica, senza pretese e rivolta alla vita di tutti i giorni, all'esperienza comune. Seguivano anche un'idea generica di libertà espressiva che rifiutando le consolidate regole formali dell'arte ufficiale esposta nei Saloni, si poneva come una produzione estranea a quella che il mercato dell'arte in quel momento richiedeva. Il pubblico abituato ai vecchi maestri e alle regole accademiche rimase sconcertato di fronte alle pennellate irregolari e disordinate, all'assenza di contorni, alla mancanza di prospettiva. Anche i prezzi bassi dei quadri, anziché essere un incentivo per i collezionisti, li resero meno ambiti.  Un ricco banchiere parigino spiegò a Renoir il motivo per cui preferiva acquistare opere proposte dei saloni piuttosto che i quadri impressionisti sostenendo che nella sua posizione doveva possedere dipinti costosi.
Queste convinzioni resero difficile la vita di questi artisti, che per lungo tempo non riuscirono a vendere facilmente i loro quadri.
La classe borghese di quegli anni, principale target degli artisti dell'800, promosse lo sviluppo economico e quel tipo progresso tecnico e scientifico ad esso legato, ma nel campo dell'arte conservava una cultura modesta, di gusto accademico e tradizionalista e non furono in grado di cogliere il valore espressivo e la portata innovativa dell'Impressionismo.
Gli impressionisti invece erano pienamente convinti della valenza culturale di quel cambiamento e si spinsero verso una visione d'avanguardia.  Quindi si scontrarono inevitabilmente con la mentalità e il gusto borghese, proprio perché rompevano decisamente con ogni tradizione. Per questo le loro opere sono state per lungo tempo respinte e incomprese.

 

 


Alexandre Cabanel, Morte di Francesca da Rimini e di Paolo Malatesta
1870, olio su tela, Musèe d'Orsay, Parigi

 

Nella Parigi della seconda metà dell'800 c'era una vera pioggia di committenze pubbliche per i pittori accademici. Tra i maggiori esponenti dell'Accademia di belle Arti di Parigi, Alexandre Cabanel  è uno degli artisti che riscontrano maggiore successo per il suo stile melodrammatico e romantico. Questi artisti potevano esporre ai salons, perché seguivano il gusto ufficiale della classe dirigente. Gli alti dignitari e i borghesi in ascesa si spartivano ritratti ufficiali, opere, decorazioni, tutto quello che poteva servire per crearsi un'immagine pubblica e un prestigio favorevoli al proprio successo personale.
È un momento in cui l'arte accademica è un'istituzione ufficiale, protetta e organizzata. In questo momento essere ammessi all'accademia di belle arti significava avvenire assicurato. Quindi per avere successo non serviva un particolare talento, invenzione creativa: bastava avere una solida formazione tecnica, seguire le regole e assecondare il gusto ufficiale. Rifiutare queste condizioni significava: esclusione dai salons, e essere considerati artisti da strapazzo, come accadde agli impressionisti.
Altra conseguenza negativa fu che poi questi pittori, per sopravvivere, hanno dovuto appoggiarsi a mercanti e speculatori. Di qui è derivato il sistema moderno del libero mercato delle opere d'arte. Ed è per questo che molti capolavori dell'impressionismo non li vedremo mai, perchè pochi sono nei musei, e molti sono ancora dispersi nelle collezioni private di tutto il mondo. I risultati di quel meccanismo speculativo, quindi sono tutt'ora funzionanti.

A. Cocchi

 

 

 

 

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Bibliografia

 

AA.VV. Moduli di arte - E - Dal neoclassicismo alle avanguardie. Electa - Bruno Mondadori, 2000
G. Cricco F.P. Di Teodoro. Itinerario nell'arte. Vol 3. Dall'età dei lumi ai giorni nostri. Zanichelli editore, Bologna 2005
M. T. Benedetti. Impressionismo. Le origini. Dossier Art Giunti, Firenze, 2000
E. Capretti. Impressionismo. Il movimento. I protagonisti. I capolavori. Editrice Giunti, Firenze 1997
B. Denvir. Impressionismo. Dossier Art Giunti, Firenze, 1992
F. Poli, Il sistema dell'arte contemporanea. Editori Laterza, Bari 1999
G. Dorfles, F. Larocci, A. Vettese. Storia dell'arte. Vol. 3. L'Ottocento. Istituto Italiano Atlas Edizioni. Orio del Serio 2008
La Nuova Enciclopedia dell'Arte Garzanti, 1986

 

 

 
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