Camille Pissarro

Camille Pissarro. Boulevard Montmatre, effetto notte. Olio su tela. National Gallery, Londra
Camille Pissarro. Boulevard Montmatre, effetto notte. Olio su tela, 55×65 cm. National Gallery, Londra

 

Nella pittura di Pissarro l'attimo percepito attraverso l'emozione suscitata dallo spettacolo della natura viene restituito attraverso l'uso dei colori e della luce.

Indice dei contenuti
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Cenni biografici e attività artistica

 

Jacob Abraham Camille Pissarro nasce nel 1830 a Saint Thomas, nelle Indie Occidentali danesi.
Figlio di un commerciante piuttosto agiato, viene mandato in Francia dai genitori, dove studia nel collegio di Passy.
Nel 1847 ritorna a Saint Thomas e fino al 1852 lavora nell'emporio del padre, disegnando durante il tempo libero.
Senza il consenso dei genitori, parte per Caracas, accompagnandovi il pittore danese Melbye e restandovi fino al 1855, continuando a disegnare e realizzando il suo primo acquerello.
In quell'anno finalmente ottiene il permesso di ritornare in Francia e di studiare arte.
Dopo pochi anni incontra Monet e Corot, con i quali si può confrontare sia artisticamente che umanamente, maturando il suo stile e la sua personalità.

Camille Pissarro. Autoritratto. 1873. Olio su tela. Museo d'Orsay, Parigi.
Camille Pissarro. Autoritratto, 1873, olio su tela, cm. 55 x 46, Museo d'Orsay, Parigi.

 


Studia anche presso l'Accademia svizzera, dove conosce Cézanne. Nel frattempo lavora a Montmartre.
Si innamora di Julie Vellay, più piccola di lui di otto anni, domestica di sua madre. Si sposeranno nel 1870, insieme avranno sette figli. 
Intanto i suoi quadri vengono notevolmente criticati e respinti dai Salons parigini. Nel 1866 si trasferisce con la famiglia all'Ermitage, una frazione di Pontoise.
Finalmente il giurì del Salon apprezza ed espone uno dei paesaggi di Pontoise da lui realizzati in quel periodo.
Nel 1872 realizza "Accesso al villaggio di Voisins" e progetta di organizzare una mostra indipendente dai rigidi giudizi del giurì del Salon, insieme all'amico Monet.
Nel 1874 partecipa alla prima mostra del Gruppo di Pittori Indipendenti, successivamente definiti "Impressionisti".
Nel 1876 partecipa con dodici opere alla seconda mostra di tali artisti, continuando a vivere e a lavorare a Pontoise, anche in collaborazione con il suo amico ed allievo Cézanne.
Nel 1877 prende parte alla terza mostra del gruppo impressionista, esponendo ventidue paesaggi e nello stesso anno realizza "Frutteto con alberi in fiore, a primavera, Pontoise".

 

Camille Pissarro. La lavandaia. 1878. Olio su tela. U.S.A.Collezione privata
Camille Pissarro. La lavandaia. 1878. Olio su tela. 54,5 cm. x 46 U.S.A.Collezione privata

 


Alla quinta mostra degli Impressionisti vende undici tele e anche le mostre successive sono per lui fortunate.
Nel 1883 espone a Londra, ma purtroppo le sue opere non vengono gradite.
Nel 1885 conosce personalmente Theo Van Gogh, il fratello di Vincent e anche Seurat.
Conquistato dalle teorie di quest'ultimo, Pissarro sperimenta nelle sue tele le tecniche "divisioniste" e spiega i fondamenti del nuovo "Impressionismo scientifico", che però non gli assicura il successo atteso.
Negli anni seguenti, affronta una dura crisi finanziaria che, in parte, viene risolta grazie ad una fortunata vendita delle sue ultime opere.
Nel 1897 si trasferisce nuovamente a Parigi, dove continua a lavorare alla serie di opere sulla Place du Théâtre Français e alle vedute dell'Avenue de l'Opéra.
Nello stesso anno realizza "Orto a Eragny".
In seguito affitta un appartamento in una vecchia casa sul Pont Neuf ed inizia una nuova serie di quadri con la Senna e la facciata del Louvre.
Nel 1903 realizza la tela "Parigi, Pont Royal e Pavillon de Flore".
Nel medesimo anno, un ascesso alla prostata gli causa l'avvelenamento del sangue e la morte, avvenuta a Parigi.

 

 

Lo stile di Pissarro

 

Pissarro conobbe gli artisti Monet, Courbet, Gauguin, Sisley, Renoir, Degas, Manet ed in particolare strinse una forte amicizia con Cézanne, che fu anche suo allievo.
Egli ebbe anche modo di dare importanti consigli artistici anche a Van Gogh.

Nell'arte di Pissarro assume un ruolo fondamentale l'ispirazione che il pittore trae dai paesaggi campestri, lavorando "en plein air".
La sua pittura è caratterizzata dai colori freschi e molto vivi, concreti e squillanti e da un grande effetto di solidità , tipico elemento cezanniano, con grande attenzione alla costruzione dei volumi e definizione di spazi ben precisi.
I quadri di Pissarro non sono incentrati sulle figure, bensì sul paesaggio e sulla natura.
Seguendo l'insegnamento artistico di Corot e soprattutto di Courbet, Pissarro vuole scoprire nella natura la fonte di una diretta ispirazione pittorica, osservando umilmente il paesaggio circostante, esprimendone in pittura l'impressione profonda, quasi un senso di eternità , in lui suscitata.
L'attimo percepito viene filtrato dall'emozione che lo spettacolo della natura suscita nell'animo dell'artista e restituito attraverso l'uso dei colori e della luce.

A differenza degli altri esponenti dell'impressionismo, Pissarro fa uso di una composizione sicura ed equilibrata, definita da una luce che modella ed evidenzia le forme con dolcezza e vivacità , senza conferire loro un senso di fugacità  istantanea, bensì contribuendo a stimolare e a concentrare l'attenzione dell'osservatore su ogni cosa. Imposta i suoi quadri con larghezza, privilegiando uno sviluppo orizzontale per creare un effetto "panoramico". Stabilisce l'equilibrio delle masse di colore, ravvivandole poi con vivaci colpi di pennello; distribuisce armonicamente i toni, equilibra fra loro gli elementi compositivi, scegliendo con abilità  determinati accostamenti cromatici in modo da esaltarne la luce.

Pissarro ha raggiunto un sentimento di profonda comunione con la natura, che nelle sue opere sembra mostrarsi da sé, come se sorgesse spontaneamente con un suo intimo vigore, ma che è frutto di una profonda rielaborazione avvenuta nella mente del pittore.
Egli, umilmente ed implicitamente, ha potenziato attraverso i colori la suggestione che la contemplazione della natura ha in lui suscitato, senza in alcun modo sconvolgere l'immagine, bensì mantenendo la sua purezza ed autenticità .
Il suo intimo e amorevole rapporto con la natura viene reso ancora più forte e sentito dalla scelta del pittore di contemplare e dipingere luoghi comuni, modesti, privi dell'usuale definizione di "bellezza".
Prediligeva le rive tranquille dei fiumi, le colline assolate, i verdi pascoli e gli umili casolari di campagna, i sentieri deserti, i luoghi di Parigi più quieti e rimasti intatti.
Pissarro rappresenta l'emblema degli artisti impressionisti, poiché sapeva interpretare in maniera esemplare l'essenza della natura, intesa come un universo carico di potenti sensazioni e suggestioni.

 

M.Pirazzini

 

 

 

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Bibliografia

 

Cricco Di Teodoro, "Itinerario nell'arte, dal Barocco all'Impressionismo", vol 4, Zanichelli editore, 2007.
John Rewald, Corot, Monografia. I grandi pittori, Garzanti editore, 1983.

 

 
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