San Gimignano. Panorama.
San Gimignano in provincia di Siena, è unluogo fiabesco, caratteristico per la vernaccia e per le sue torri, ieri simboli di potere delle famiglie nobili e dei mercanti, oggi fregio di bellezza e suggestione. San Gimignano è riconosciuta dall'UNESCO Patrimonio dell'Umanità
San Gimignano si erge su di un colle a dominio della Val d’Elsa con una popolazione di 8790 abitanti.
Sede di un piccolo villaggio etrusco del periodo ellenistico, come testimoniano i numerosi ritrovamenti archeologici rinvenuti nel territorio, iniziò la sua storia intorno al X secolo prendendo il nome del Santo Vescovo di Modena: San Gimignano, che avrebbe salvato il borgo dalle orde barbariche, guidate dal capo Attila. Ebbe grande sviluppo durante il Medioevo grazie alla via Francigena o via Romea, da cui sembra che sia passato anche Carlo Magno, che lo attraversava.
San Gimignano - Piazza Duomo, Palazzo del Municipio e la Collegiata. San Gimignano.
Il centro è un vero e proprio gioiello d'arte che conserva intatto il fascino di un'epoca passata.
San Gimignano è quasi completamente racchiuso nelle mura duecentesche. Gli edifici antichi nel centro storico sembrano essere attaccati gli uni agli altri ma osservando attentamente si può notare la loro particolare vicinanza pur restando separati da uno strettissimo corridoio divisorio. Questo accadeva quando i proprietari degli edifici non consentivano ai nuovi costruttori di edificare nuove case a ridosso della propria abitazione; in questo modo si lasciavano stretti passaggi, chiamati vicoli dei malvicini (ad indicare proprio un vicino di casa antipatico) che oggi sono stati per buona parte riempiti di mattoni. La possibilità di costruire a ridosso di un'altra abitazione era particolarmente conveniente poiché in questo modo si evitava la costruzione di una parete risparmiando pertanto sulla manodopera e i materiali.
La città costituisce una delle più esemplari e genuine testimonianze dell'urbanistica medievale della regione Toscana e di conservazione dell’antichità.
Mappa della città di San Gimignano
Ancora oggi si possono osservare le caratteristiche costruzioni pervenuteci, come Il Duomo(n.11), in stile romanico, decorato al suo interno da affreschi del 1400 di scuola senese, la bellissima Piazza della Cisterna(n.9-10), circondata da palazzi del XIII e XIV secolo; il Palazzo del Podestà, che fa da "supporto" alla prima torre di San Gimignano, la Torre Rognosa (n.3), le due Torri degli Arghindelli (n.8), costruite di uguale altezza a quelle della famiglia Salvucci per aggirare il divieto di elevare torri più alte di quelle del Podestà, la panoramica Rocca di Montestaffoli (n.7), oggi adibita a parco pubblico e dall'unico torricino ancora accessibile da cui si gode la vista sorprendente di una finestra a trecentosessanta gradi sulle torri e sulla campagna circostante(n.1). E ancora: il Palazzo Comunale o Palazzo del Municipio (n.5-11).
Da qualunque luogo si arrivi, San Gimignano svetta sulla collina, alta 334 metri, con le sue numerose torri medioevali. Ancor oggi se ne contano tredici, da qui deriva il suo toponimo di Manhattan del Medioevo.
La più antica è la Torre del Podestà , detta la Rognosa mentre la più alta è la Torre Grossa di 54 metri.
Le torri medievali di San Gimignano.
Si dice che nel Trecento a San Gimignano vi fossero settantadue torri, pari ai nuclei delle famiglie benestanti, le uniche che potevano mostrare, attraverso la costruzione di una torre, il proprio potere, soprattutto per il fatto che il processo costruttivo non era certo semplice o economico. Infatti occorreva cavare i materiali per la costruzione, trasportarli fino in città , porre in opera la struttura, cose che quindi potevano permettersi soltanto le famiglie più abbienti, dedite all'attività mercantile.
Torre Grossa, la più alta delle torri. San Gimignano.
Le prime torri nascono isolate, in un tessuto sgranato, ben diverso da quello compatto che vediamo oggi. Diverso era soprattutto il modo in cui si viveva nella torre. Gli ambienti all'interno erano piccoli, in genere un metro per due; poche erano le aperture, mentre lo spessore murario, di circa due metri, garantiva fresco in estate e caldo in inverno. Quasi a tutte le torri venivano addossate strutture in materiali deperibili come legno e terra.
L'abitazione non si estendeva per tutta l'altezza della torre. Al piano terreno erano le botteghe, al primo piano le camere e, più in alto, la cucina. La disposizione degli ambienti seguiva le più elementari regole della sicurezza. La cucina, dove si accende solitamente il fuoco, era al piano abitato più alto, in modo da poter fuggire dalla torre in caso di incendi.
La fondazione di San Gimignano si perde nella notte dei tempi. Si racconta che i due fratelli Muzio e Silvio, giovani patrizi romani fuggitivi come complici della congiura di Catilina, nel 63 avanti Cristo, si fossero rifugiati in Valdelsa e vi avessero costruito due castelli: quello di Mucchio e quello di Silvia, il primo nome, quest'ultimo, della futura San Gimignano. Il nome poteva però derivare anche dalla selva, silva per i latini, che circondava questi luoghi.
Intorno al X secolo dopo Cristo la denominazione del borgo divenne San Gimignano, dal nome di un vescovo modenese vissuto nel V secolo dopo Cristo. Durante le scorribande dei barbari, il santo, invocato, salvò la città dalla minaccia di Totila (o Attila) apparendo miracolosamente sulle mura. Dal quel giorno gli abitanti di Silvia decisero, per gratitudine e per ingraziarsi in eterno la protezione del santo, di cambiare il nome della città in San Gimignano.
Se durante il periodo etrusco gli abitati occupano la sommità dei rilievi, con la colonizzazione romana si iniziò a prediligere il fondovalle e, in particolare, le aree in prossimità dei corsi d'acqua, le cui sponde erano spesso utilizzate come vie di comunicazione.
Testimonianze dell’antico insediamento etrusco sono il Sepolcro di Cellole ed i ritrovamenti di Cisterna.
Il primo nucleo del paese, cinto da mura e risalente all’VIII-IX secolo, si sviluppò successivamente in un castello feudale. Alla morte del feudatario, esso venne lasciato al vescovo, al quale la popolazione si ribellò e costituendo il libero comune.
Inutili si dimostrarono invece i tentativi di resistere alle mire egemoniche di Firenze, di cui il libero comune dovette subire l’influenza.
Dalla costellazione di villaggi rurali di piccole proporzioni del periodo etrusco e poi di quello romano, si passò, verso la fine dell'Alto Medioevo, coincidente col X secolo, alla formazione del nucleo più antico dell'attuale centro storico.
Nel 998 San Gimignano era ancora un villaggio a cavallo della via Francigena, politicamente feudo del vescovo di Volterra, il quale risiedeva in un castello ubicato sul Poggio della Torre, in tempi più recenti trasformato in carcere.
Lo sviluppo di San Gimignano avvenne nel Basso Medioevo, quando si trovò in una situazione geografica strategica. La città , delimitata dalla prima cerchia di mura e sorta a cavallo della variante collinare della via Francigena, diventò uno dei principali luoghi di sosta per tutti i viandanti. La Francigena, inizialmente aperta dai Longobardi, divenne, nell'Alto Medioevo, l'itinerario dei pellegrini che, soprattutto dalla Francia, si dirigevano a Roma.
Porta San Giovanni. 1237. San Gimignano.
Nel 1199 la città (n.6 cartina), ormai notevolmente cresciuta, si dichiarò libero comune, inizialmente retto da Consoli e poi da un Podestà periodicamente rinnovato. Questi, per motivi di imparzialità , era sempre straniero e restava in carica sei mesi.
Torri Ardinghelli. San Gimignano.
Il comune di San Gimignano, come molti comuni limitrofi, fu coinvolto nelle contese tra i guelfi, seguaci della fazione degli Ardinghelli, sostenitori del papa, e i ghibellini, seguaci della fazione dei Salvucci, fiancheggiatori dell'imperatore. Il lungo e sanguinoso conflitto tra le due famiglie ci riporta ad storia interessante. Entrambe le famiglie avevano palazzi dotati di due Torri gemelle, che si trovavano nella contrada di Piazza, nel nucleo urbano più antico.
Torre del podestà o Torre Rognosa. San Gimignano.
Sembra infatti che i Salvucci, volendo in qualche modo contravvenire agli statuti comunali del 1255, che impedivano di costruire torri più alte di quella del Podestà (la “Rognosa”: così detta perché intoccabile), ne facessero erigere due, appositamente progettate in modo che la parte alta della prima corrispondesse alla base della seconda in modo tale che, sovrapponendole idealmente, superassero la torre comunale. Come risposta la famiglia Ardinghelli fece erigere un palazzo con due torri gemelle ancora più alte. In seguito alle aspre contese delle due famiglie le torri dei due palazzi subirono molti danni e furono "decapitate". Oggi rimangono le Torri degli Ardinghelli, di un'altezza molto inferiore a quella originaria.
Palazzo Salvucci. San Gimignano
Durante il XII secolo le trasformazioni che interessano l'edilizia sono finalizzate ad un miglioramento della vita quotidiana.
La necessità di maggiori spazi interni e di aperture più numerose induce a nuovi modelli costruttivi che investono soprattutto le torri, che si trasformano in case-torri
Casa-torre. San Gimignano.
Il modello di riferimento per le torri costruite tra la metà del XII e quella del XIII secolo è quello di tipo pisano, detto così per la gran quantità di edifici, riconducibili a questa tipologia, nella famosa città marinara toscana. Gli edifici di questo tipo si riconoscono per la presenza, ai livelli inferiori, di una o più aperture alte e strette che attraversano, da parte a parte, tutta la larghezza della torre. Le aperture, che si prolungano per due o più piani, sono spartite, all'interno, da solai lignei corrispondenti, all'esterno, a ballatoi anch'essi in legno. Tali ballatoi permettevano una dilatazione degli spazi oltre le pareti della struttura.
Piazza del Duomo. San Gimignano
Nel XII secolo, periodo di maggior splendore per la città , il comune offriva ospitalità a chiunque la chiedesse, specialmente agli esiliati politici di altre città, concedendogli anche il permesso di costruire la propria casa o palazzo, e torri-magazzino ai più facoltosi, purché tenessero un buon comportamento per almeno cinque anni.
La vita quotidiana a quel tempo era scandita dal suono delle campane: quella del sale, quella del banco, quella del fuoco, quella del pane. Quest'ultima suonava quando qualche ricco signore alla sua morte, per salvare la sua anima nell'Aldilà , lasciava il pane pagato per tutti i poveri del paese.
Piazza della Cisterna. San Gimignano
In ogni palazzo esisteva un pozzo o una cisterna per la raccolta dell’acqua che serviva per l’approvvigionamento della famiglia e degli animali. Fino al secolo scorso nel centro storico ne esistevano addirittura 105.
La grande peste del 1348 ed il successivo spopolamento delle campagne costrinsero San Gimignano a dichiarare nel 1353 la propria sottomissione a Firenze.
Veduta panoramica della Rocca di Montestaffoli. San Gimignano
Da allora visse all'ombra della capitale toscana. Passò attraverso il degrado e le pestilenze che ridussero drasticamente la popolazione e tutte le attività , divenendo, durante il Seicento, una delle terre rurali del Granducato Mediceo. Dal decadimento e dal abbandono dei secoli successivi si uscì soltanto quando si cominciò a riscoprire la bellezza della città , la sua importanza culturale e l’originaria identità agricola.
Palazzo Comunale. San Gimignano.
Dalla fine del XII secolo, oltre a torri dello stesso schema, si costruiscono anche edifici di minor altezza già definibili palazzi.
Dalla metà dello stesso secolo, intanto, compare l'uso del mattone, con il quale si cominciano a costruire interi edifici o vaste porzioni di fabbricati.
Alla metà del Duecento le torri non si costruiscono più, mentre i palazzi risultano edificati secondo le tecniche più aggiornate e i gusti in voga nel periodo.
Palazzo Tortoli. San Gimignano.
E' proprio a partire dalla metà di questo secolo che i maggiori centri, come Firenze, Pisa, Lucca o Siena, definiscono alcuni caratteri architettonici peculiari e diversi per ogni città. Questo non succede a San Gimignano, dove è presente invece un'architettura eclettica, in cui si fondono gli stili delle diverse città con cui il comune viene in contatto. Si genera così un'architettura che, proprio per questa compenetrazione, risulta oltremodo originale.
Torri Salvucce. San Gimignano
La crescita economica, architettonica e culturale di San Gimignano termina alla metà del Trecento, quando il comune diventa suddito di Firenze. Le pestilenze e le carestie della seconda metà del secolo e della prima metà del Quattrocento decimano la popolazione. La San Gimignano post-medievale è dunque una terra spopolata e in decadenza.
L'evidente degrado vede crollare le torri e rovinare i palazzi.
Gli aggiornamenti edilizi dal Quattrocento sono piuttosto semplici.
In tempi più recenti la città è stata capace di tutelare le sue opere così da essere stata dichiarata dall'UNESCO patrimonio mondiale dell'umanità e famosa in tutto il mondo per le sue torri. Il sommo poeta Dante Alighieri narra, nella città, la presenza più di settanta torri a testimonianza dell'agiatezza economica dei mercanti locali. Egli infatti fu ospitato dall'8 maggio 1300, come ambasciatore della lega guelfa in toscana. Allora, una legge vietava la demolizione di dette torri a meno che non si intendesse sostituirle con altre più belle.
Motivazioni per cui la città di San Gimignano fa parte del patrimonio UNESCO:
Criterio (i): rappresenta un capolavoro del genio creativo umano.
Criterio (iii): porta una testimonianza unica o per lo meno eccezionale di una tradizione culturale o di una civiltà esistente o del passato.
Criterio (iv): è un eccezionale esempio di un tipo di costruzione o di complesso architettonico o tecnologico o paesaggistico che sia testimonianza di importanti tappe della storia umana.
L. Bravaccini
C. Toniazzi “Borghi d’Italia”, endemol 2004
Dizionario Garzanti, Garzanti linguistica, 2005
G. Cricco, F. Di Teodoro, Itinerario nell’arte, vol. 2, Zanichelli Bologna 2006