Gustave Klimt. Il bacio. 1907-08. Olio e foglia d'oro su tela. Galleria del Belvedere, Vienna
Le opere di Klimt, al di là dell'efficace gusto estetizzante, possiedono una profonda stratificazione di significati, riflettono il vivace fermento culturale della Belle Epoque viennese.
D’indole simile a quella di un bohèmien, Gustav Klimt sviluppò uno stile raffinatissimo, elegante, ma al contempo moderno e fantasioso, frutto di un’ampia cultura sia in senso scientifico che artistico e letterario. Si pone sulla linea della critica alle ambiguità e alla decadenza della società contemporanea, ma soprattutto del superamento della pittura accademica e di quella impressionista di derivazione francese.
Nei suoi dipinti ritroviamo una grande ricchezza di richiami culturali differenti che spaziano sia geograficamente, con continui riferimenti esotici, che dal punto di vista temporale, collegandosi alle civiltà del passato. Spesso Klimt inserisce nei suoi dipinti i mosaici e il preziosismo dell’arte bizantina, i fondi d'oro delle tavole gotiche, citazioni dell'arte rinascimentale italiana. Inoltre, in questa sua visione così aperta ed eclettica si coglie anche una grande attenzione alla cultura contemporanea, in particolare alle ricerche e alle scoperte scientifiche più all'avanguardia. Klimt è stimolato dagli studi di Freud sulla psicanalisi, come pure sembra affascinato dalla vita vista al microscopio rivelata dalla nascente biologia, tanto da arrivare ad utilizzare simboli ed elementi appartenenti al mondo della scienza inserendoli nei poetici contesti dei suoi quadri, come ad esempio in Danae". Le opere di Klimt, al di là dell'efficace gusto estetizzante, possiedono una profonda stratificazione di significati, sono testimoni di un’ampia formazione culturale e riflettono il contesto storico della Vienna di fine ‘800: uno scenario in continuo fermento, dominato dalle nuove conquiste della medicina e della biologia, dagli studi di Freud, dallo sviluppo delle nuove teorie e ricerche scientifiche che si aprono n tutti i campi. In questo nuovo scenario si inserisce la nuova visione estetica, che rivoluziona i costumi spostando l’interesse del mondo intellettuale e di quello artistico sui grandi temi della psiche, dell’eros, del mistero della vita e delle energie della natura.
Gustav Klimt nacque nel 1862 da padre orafo e madre appassionata di musica lirica in un quartiere di Vienna.
Il padre lo avviò all’arte fin dai primi anni di età: frequentò la scuola d’Arte e Mestieri di Vienna dove apprese svariate tecniche artistiche e si distinse per le sue capacità. Aprì poi un atelier con il fratello e un amico, ottenendo commissioni di grande prestigio come la decorazione del Teatro di Vienna e del Museo di Storia dell’Arte della città, ricorrendo in questi anni ad uno stile prettamente scolastico, molto vicino a quello degli artisti italiani dell’epoca rinascimentale (Michelangelo, Raffaello..).
Fu fra il 1900 e il 1903 che l’artista cominciò a spaziare oltre le conoscenze accademiche, arricchendo e personalizzando il suo stile; questa fase è conosciuta come il suo "periodo aureo", contraddistinto da forte astrazione simbolica e dall’uso massiccio dell’oro puro in foglia e carta dorata, tutti elementi riuniti in Giuditta I, una delle opere più suggestive e brillanti di Klimt, esposta attualmente presso la österreische Galerie di Vienna all’interno del castello Belvedere, uno dei complessi artistici più importanti della città.
Gustav Klimt. Le tre età della donna. 1905 Olio su tela 180X180 cm.
Roma, Galleria Nazionale d'Arte Moderna
Con Klimt si può parlare di artista “multiforme”: realizzò il famoso fregio di Beethoven all’interno di Palazzo Stoclet a Bruxelles, diversi disegni, decorazioni per interni e mosaici, supportato da una perfetta conoscenza delle tecniche del mosaico e della lavorazione dei metalli. Da questo punto di vista determinanti furono i suoi due viaggi a Ravenna del 1903 con la visita delle Chiese bizantine, che lo aiutò a perfezionare la sua tecnica. Realizzò per lo più opere polimateriche applicando più tecniche, il che caratterizzerà l’arte del dopoguerra (anni ’50).
Col tempo abbandonò la Secessione per abbracciare la corrente espressionista. Nel 1918 di ritorno da un viaggio a Roma venne colpito da un ictus che lo condusse alla morte il 6 febbraio di quello stesso anno.
Klimt basa il proprio stile sulla linea, morbida e ondeggiante, combina astrazione, sintesi e decorazione con grande armonia e naturalismo; abile paesaggista, fu ricercato soprattutto come ritrattista di figure femminili della ricca borghesia industriale viennese che ritrasse con immagini eleganti e languide, simili a preziosi lavori di orafi che rivelano un erotismo intenso e rispecchiano il temperamento appassionato dell’artista.
Gustav Klimt. Il bacio. 1907-1908 olio su tela. 180X180 cm.
Vienna, Österreichische Galerie Belvedere
La donna di Klimt è sempre in sospeso fra la sacralità e la crudeltà, spesso presentata in posa frontale come un’icona da rispettare o da temere, dispensatrice di felicità, come nel quadro Il bacio, o causa di distruzione, come Giuditta I.
Anche qui l’attenzione del pittore è rivolta verso la figura femminile, incarnazione del male e simbolo della femme fatale che porta alla rovina e alla morte il suo amante, secondo un luogo comune della letteratura tra il 1890 e i primi decenni del ‘900. Una considerazione della donna in netto contrasto con la lotta per l’emancipazione femminile e per la parità dei sessi condotta dal movimento delle “suffragette” proprio in questi anni.
Klimt si colloca fra i massimi artefici del Modernismo (stile Liberty in Italia), corrente artistica che trovò diffusione in Europa e in America fra il 1890 e lo scoppio della Prima Guerra Mondiale, assumendo nomi e caratteri distinti a seconda del paese, ma in generale opponendosi al contesto dell’epoca che vede lo sviluppo dell’industria e la standardizzazione della produzione proponendo oggetti rigorosamente a mano, preziosi e raffinatissimi che riuniscono bellezza estetica e praticità, ponendo così le basi del design moderno.
Il Modernismo investì tutti i campi della produzione artistica, dalla pittura, all’architettura, all’arredamento, agli oggetti per interni destinati alle case della nuova borghesia fino ad arrivare all’arredo urbano, mirando alla diffusione nella società dell’arte e del gusto per l’estetica.
Gustav Klimt. L'albero della vita 1905-1909. Bruxelles, Palazzo Stoclet
In generale, si affermò con uno stile estremamente originale e creativo, facilmente riconoscibile grazie alla ricca ornamentazione, la linea serpentinata, dinamica, curvilinea, le forme asimmetriche e stilizzate in funzione decorativa o semplicemente simbolica e ricorrenti motivi naturalistici e floreali, desunti dall’arte cinese e giapponese.
I materiali utilizzati sono i più svariati: dalla componente fondamentale dell’oro si passa allo smalto, lamine o scaglie d’argento e altre pietre preziose, accostate liberamente ricreando effetti di cangiantismo ed eleganza.
Le fratture e la tendenza al rinnovamento che caratterizzano il passaggio dal XIX al XX secolo (Belle Epoque) si ritrovano anche in campo artistico con il fenomeno delle Secessioni (da secedere=appartarsi), prima fra le quali quella viennese, fondata ufficialmente nel 1897 da un gruppo di artisti austriaci come vera e propria società indipendente capeggiata dal pittore Gustav Klimt (1862-1918), uno dei massimi esponenti dell’Art Nouveau.
Joseph Maria Olbrich, Palazzo della Secessione, 1898-99. Vienna
Sede del gruppo era il Palazzo della Secessione di Vienna, progettato dall’architetto Joseph Maria Olbrich e inaugurato dalla prima mostra della Secessione dell’anno successivo (1898).
D. Lo Prinzi
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E. Bernini, R. Rota Figura 2. Profili di Storia dell'arte. Editori Laterza. Bari,2000
Enciclopedia Federico Motta
M. C. Prette, A. de Giorgis Il linguaggio dell’Arte- Epoche e stili volume C Editrice La Scuola