Veduta di due terramare del Parco Archeologico di Montale. Età del bronzo (Ricostruzione).
A Montale, presso Modena, è stato ricostruito un villaggio preistorico, risalente a 3500 anni fa. La ricostruzione si basa sul ritrovamento archeologico di tracce di abitato e reperti che vanno dal Neolitico all'Età del bronzo.
Il villaggio, contenuto entro una fortificazione di tronchi è aperto alle visite, e offre un interessante spaccato della vita quotidiana in età preistorica. All'interno del recinto si trovano le aree produttive con diversi manufatti e strumenti che testimoniano le tecniche di lavorazione, e due grandi terramare, arredate con vasellame, utansili, armi e ornamenti, che riproducono fedelmente gli oggetti originali.
La facciata di una terramara. Età del bronzo (Ricostruzione) Montale.
Le terramare sono costruzioni preistoriche, tipiche della Pianura Padana, risalenti all'età del bronzo e organizzate in villaggi.
Terramara del guerriero. Età del bronzo (Ricostruzione) Montale.
I villaggi di terramare venivano costruiti vicino ai fiumi e questo comportava dei vantaggi ma anche degli svantaggi a causa delle sue piene. Per questo, intorno all'abitato venivano scavati dei fossati per proteggersi dalle piene del fiume ma non sempre funzionavano. Venivano anche costruiti dei terrapieni che erano muri di creta, sempre con la funzione di proteggere il villaggio.
Le abitazioni erano poggianti su pali e avevano il pavimento rialzato di circa 1.20 metri, poichè il terreno era argilloso.
Angolo del guerriero. Ricostruzione all'interno della Terramara del guerriero. Età del bronzo. Montale
Il soppalco con la scala a pioli e la dispensa all'interno di una terramara. Età del bronzo (Ricostruzione) Montale.
Particolare dei pali alla base di una terramara. Età dell bronzo (Ricostruzione). Montale
Particolare del tetto di una terramara. Età del bronzo (Ricostruzione) Montale.
Il soppalco all'interno di una terramara. Età del bronzo (Ricostruzione) Montale.
La botola per la spazzatura sul pavimento all'interno di una terramara.
Veduta dell'ingresso del villaggio delle terremare di Montale. Età del bronzo (Ricostruzione)
Le terramare, che prendono il nome da un concime (terra-mara=pietra/ marniere=terriccio) sono villaggi sorti nella pianura padana centrale attorno alla metà del II millennio a.C. (età del Bronzo).
Questi insediamenti sorgevano vicino a piccoli fiumi, torrenti, o bracci secondari perché le piene dei maggiori corsi d'acqua avrebbero distrutto le piccole comunità . Il fiume costituiva uno dei quattro lati del fossato, il quale misurava 40 metri di larghezza, 4 metri di profondità ed era caratterizzato da uno strato melmoso utile per rallentare il corso d'acqua durante lo straripamento.
Il villaggio terramaricolo. Dett. Età del bronzo (Ricostruzione) Montale.
L'argilla è un terreno particolare, infatti assorbe dapprima l'acqua e poi ne diventa impermeabile, e per questo motivo rimane fangosa per tutto l'inverno. Legno e fango non potevano rimanere in contatto, quindi i pavimenti erano rialzati di 1,20 metri, a causa dell'umidità dell'argilla, tramite degli ulteriori pali. Chi ha costruito le prime terramare ha dovuto piantare pali sull'argilla, le cui tracce si sono conservate fino ad oggi, delimitando un perimetro di 6x9 metri.
Con la terra ricavata dagli scavi del fossato, prima linea difensiva, si costruiva un terrapieno; esso era sostenuto e tenuto fermo dai gabbioni posti ai lati del cancello. Sulla cima del terrapieno si costruiva la palizzata in legno poiché gli abitanti di pianura erano più vulnerabili di quelli di montagna. La palizzata era una cinta difensiva che circondava tutto il villaggio, costituita da pali ricavati da tronchi di alberi, posti verticalmente con l'estremità appuntita direzionata verso l'alto. La porta d'accesso rappresentava l'ingresso della piccola comunità.
All'interno del villaggio di Montale (circa un ettaro o due al massimo) furono costruite 30 capanne.
Non erano palafitte perché non sorgevano sul mare, ma erano costruite sulla terra ferma.
Erano disposte a scacchiera secondo un'organizzazione gerarchica che rispettava i ruoli e rispecchiava i gruppi sociali di appartenenza degli abitanti.
Il forno per la produzione di terracotte
Come prova di questo la collina che oggi possiamo vedere ha avuto origine dalla sovrapposizione di case abbattute e poi ricostruite dato che la gerarchia non permetteva mobilità tra le proprietà private, per esempio una terramara veniva ricostruita sulle sue stesse macerie, perché non doveva invadere territori adibiti a un altro gruppo sociale, ad esempio: un contadino non poteva abitare in una parte del villaggio riservata ai guerrieri o ai sacerdoti.
All'esterno del villaggio, invece, se un tempo vi era una foresta di querce alte 15-16 ,metri, ora per necessità di risorse alimentari, gli abitanti del villaggio abbatterono gli alberi a scopo di ricavare campi coltivabili.
Deposito di legna presso una capanna. Età del bronzo (Ricostruzione) Montale.
Il consiglio dei capi, organo che si occupava delle decisioni sociali ed economiche, era composto esclusivamente da guerrieri, i quali controllavano anche la produzione dei metalli, comprendenti anche le le armi.
La socieà delle terramare è partecipativa infatti i guerrieri e i contadini collaboravano nella costruzione di edifici a seconda che essi appartenessero a una diversa classe sociale.
Una culla all'interno dei una terramara
Per quanto riguarda l'organizzazione all'interno delle abitazioni, il capofamiglia, ovvero l'uomo più anziano, dormiva da solo in un letto singolo, mentre la moglie e i figli dormivano in un letto unico e conseguentemente più grande.
Nel corso dell'800 alcuni studiosi - tra cui il direttore di un museo civico, Carlo Boni - riconobbero alcuni reperti ritrovati nella collinetta di Montale, in provincia di Modena, come resti di un villaggio di terramare risalente all'età del bronzo, e iniziarono a scavare.
Tuttavia, essendo il terreno divenuto molto fertile - grazie alla quantità di materiale organico accumulatosi nel tempo- presto Montale divenne, come tanti altri siti di terramare in Emilia, una cava per l'estrazione di terriccio.
La collinetta non venne però completamente distrutta: la parte sottostante la chiesa settecentesca è soppravissuta sino ai giorni nostri.
Solo nel 1996 venne avviata una nuova campagna di scavi, durata sino al 2002.
Calco dei resti di una terramara e indicazioni stratigrafiche. Età del bronzo. Montale.
Sono stati ritrovati i resti di due terramare, una più grande e antica, l'altra più piccola e di costruzione successiva. Quindi le due terramare non sono mai esistite contemporaneamente; infatti la seconda è stata costruita sui resti della prima, precedentemente distrutta da un incendio.
Grazie a questo scavo si sono potuti ricostruire gli usi e le abitudini degli abitanti delle terramare di Montale.
Con l'obiettivo di salvaguardare i reperti archeologici si è sovrapposto all'area dell'abitato uno strato di 30 cm. di sabbie e terriccio, con la funzione di proteggere il sottostante livello archeologico per rendere possibili i percorsi pedonali e le reti tecnologiche, nonchè per svolgere senza problemi lavori di manutenzione.
Particolare del pavimento di una terramara. Età del bronzo. Montale.
Per indicare il luogo in cui un tempo sono stati rinvenuti i reperti, gli studiosi hanno posizionato tracce evidenti e riconoscibili, come pali nelle buche di fondazione, oppure ciottoli di fiume nello strato risalente all'epoca medievale. Quando occorrerà eseguire ulteriori scavi, questi oggetti verranno rimossi.
Il Parco archeologico e Museo all'aperto della terramare di Montale è una ricostruzione basata su reperti pervenuti durante gli scavi effettuati nella collina su cui ora è situata la chiesa.
Gli archeologi che hanno scavato in questa zona hanno anche ripulito l'argilla. Dopo aver rimosso l'erba e lo strato di humus hanno cercato le buche lasciate dai pali di sostegno delle terremare.
Fori lasciati dai pali delle terremare. Età del bronzo. Montale.
Si è proceduto quindi ad uno scavo stratigrafico dato che ogni studioso deve sapere riconoscere i vari strati del suolo. Per esempio, dalle tracce del terreno si può osservare la consistenza del terreno che può essere morbido, duro o friabile. Inoltre, se un reperto viene ritrovato in posizione verticale, è probabile che sia stato gettato o sia caduto e che nelle vicinanze ci sia una buca. Un archeologo deve quindi riconoscere gli strati della terra perché deve "sfogliare" il terreno come per leggere un libro, soltanto che la lettura avviene all'inverso: dall'ultima pagina verso l'inizio.
Resti del focolare. Età del bronzo. Montale.
Nel villaggio terramaricolo di Montale, a partire dalla parte più superficiale fino allo strato argilloso si contano 5000 strati, divisi più facilmente in 11 periodi. Lo strato di argilla, corrispondente al livello più profondo e quindi al periodo più antico, si formò già 3500 anni fa. Su questo terreno, prima della costruzione della terramara, si trovava la foresta.
Gli archeologi hanno seguito un metodo di scavo stratigrafico: ossia hanno analizzato progressivamente ogni singolo strato, e sono giunti ad un totale di 5000 strati successivi, che hanno poi raggruppato in 11 strati indicativi, ognuno dei quali risalenti all'incirca allo stesso periodo.
Nel sito abbiamo potuto osservare un calco in vetroresina dell'originale II strato, poiché gli archeologi per scoprire i reperti sottostanti hanno dovuto distruggerlo.
Ogni strato inoltre è stato diviso in più "unità stratigrafiche", ognuna delle quali a sua volta suddivisa in quadrati di un metro di lato; in questo modo, si è potuto registrare con precisione il punto del ritrovamento di ogni reperto (indicando il numero dell'unità stratigrafica e le coordinate del settore in cui è stato trovato l'oggetto in questione: es. US 8, settore S1)
Nello strato di argilla alla base si possono ancora osservare i buchi dei pali che stavano alla base delle terramare costruite; così, gli archeologi hanno potuto desumere con precisione la pianta di due terramare, che hanno poi ricostruito in un terreno poco distante dal luogo dei ritrovamenti.
Quindi per le Terramare di Montale gli archeologi non si sono occupati solamente degli scavi, ma anche -dopo un accurato studio - della ricostruzione dei ritrovamenti, per poter meglio mostrare le abitazioni e le occupazioni degli abitanti della pianura emiliana nell'età del bronzo.
Nel villaggio della terramare di Montale è presente un Museo interno dove si possono ripercorrere le diverse fasi degli scavi archeologici.
In base ai ritrovamenti sono stati ricostruiti i vari strati di terreno ritrovati e classificati. Grazie allo studio di questi strati si è potuto capire che le terramare sono state distrutte per sei o sette volte da incendi. Anche il ritrovamento dei pali delle case caduti nella stessa direzione hanno portato alla stessa conclusione.
Grazie anche a vari studi effettuati sui vari pollini presenti sul territorio si è potuto dedurre che inizialmente il luogo erano popolato da una grande foresta di conifere. Inoltre il ritrovamento di semi e prodotti alimentari ha fatto capire che l'antico popolo delle terramare di Montale basava la sua vita soprattutto sull’agricoltura.
Strati classificati e fori dei pali
Sono visibili anche ai visitatori i vari buchi in cui erano inseriti i pali originari che reggevano la casa. Erano presenti pali portanti più grandi e altri più piccoli per reggere il pavimento.
Botola sul pavimento della terramara
Le terramare di Montale infatti erano state costruite con il pavimento rialzato a causa del territorio argilloso e umido. Nel terreno sotto il pavimento sono stati ritrovati vari strati di rifiuti. Infatti nelle terramare erano presenti delle botole in cui venivano gettati i rifiuti. Varie ossa di animali e rifiuti sono stati ritrovati sul terreno sotto le abitazioni, a testimonianza delle loro abitudini alimentari.
Nella terramare di Montale è presente un museo all’aperto dove è stata ricostruita, secondo i reperti ritrovati una parte dell’antico villaggio delle terramare. Questa è composta da due dimore. Sono stati ritrovate le tracce di diversi reparti che suddividevano le terramare in ambienti diversificati per funzione. Nelle terramare ricostruite secondo le tipiche abitazioni di un contadino e di un guerriero, sono presenti due luoghi addetti alla metallurgia: gli angoli del fabbro.
Banco da lavoro e attrezzi in bronzo
E' stato ritrovato il tipico crogiuolo dove venivano posti il rame e lo stagno che dopo essere stati fusi per creare il bronzo. Sono state ritrovate anche le tipiche forme utilizzate per creare oggetti in bronzo.
Sono stati ritrovati anche oggetti ornamentali come un piccolo pettine in bronzo e uno spillone che era utilizzato per chiudere i vestiti.
Ricostruzione di telaio dell'età del bronzo
Fra gli attrezzi sono riemerse anche zappe di corno di cervo che venivano utilizzate sia nell’agricoltura sia come arma di difesa. Infine si sono trovate diverse ceramiche che erano utilizzate come contenitori o anche come rudimentali piatti. E' stato trovato anche un peso utilizzato nel telaio che serviva per tenere in tensione i fili di lana.
Fotografie: L. Bravaccini, R. Daffara, F. Maremonti
Testi: