I ritrovamenti e la ricostruzione

Il Parco archeologico e Museo all’aperto della terramare di Montale è una ricostruzione basata su reperti pervenuti durante gli scavi effettuati nella collina su cui ora è situata la chiesa.
Gli archeologi che hanno scavato in questa zona hanno anche ripulito l’argilla. Dopo aver rimosso l’erba e lo strato di humus hanno cercato le buche lasciate dai pali di sostegno delle terremare. Si è proceduto quindi ad uno scavo stratigrafico dato che ogni studioso deve sapere riconoscere i vari strati del suolo. Per esempio, dalle tracce del terreno si può osservare la consistenza del terreno che può essere morbido, duro o friabile. Inoltre, se un reperto viene ritrovato in posizione verticale, è probabile che sia stato gettato o sia caduto e che nelle vicinanze ci sia una buca. Un archeologo deve quindi riconoscere gli strati della terra perché deve “sfogliare” il terreno come per leggere un libro, soltanto che la lettura avviene all'inverso: dall’ultima pagina verso l’inizio.
Nel villaggio terramaricolo di Montale, a partire dalla parte più superficiale fino allo strato argilloso si contano 5000 strati, divisi più facilmente in 11 periodi. Lo strato di argilla, corrispondente al livello più profondo e quindi al periodo più antico,  si formò già 3500 anni fa.  Su questo terreno, prima della costruzione della terramara, si trovava la foresta.

L. Cenni , G. Maccherozzi, M. Scioni - Fotografie: L. Bravaccini, R. Daffara, F. Maremonti (alunni del Liceo Classico Monti, Cesena)

 

 
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