Arte preistorica in Emilia Romagna

 

 

Terramara del guerriero. Età del bronzo (Ricostruzione) Montale (MO)
Terramara del guerriero. Età del bronzo (Ricostruzione) Montale.

 

Per la sua posizione geografica, l'Emilia Romagna  rappresenta un punto di passaggio tra le civiltà continentali e quelle mediterranee, un territorio, quindi, favorevole alle attività e agli scambi culturali fin dalle epoche più remote.

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I primi esempi d'arte in Emilia Romagna

 

Gli esempi di manifattura e arte preistorica in Emilia Romagna sono spesso il risultato di una mescolanza di stili e tecniche differenti. I  reperti  e le tracce risalenti a quel lontano e lunghissimo periodo segnalano quindi che questa regione, estesa tra gli appennini e l'Adriatico, con la sua ampia pianura, fu abitata, vissuta  e attraversata da gruppi umani di diversa origine e provenienza. Queste genti si sono trovate spesso in contatto tra loro, rendendo possibile una trasmissione di saperi e influenze culturali.


Le zone culturalmente meno ricettive sono state le paludose foci padane con le coste settentrionali fino a Ravenna: territori dal clima e dalle condizioni di vita allora particolarmente difficili e probabilmente evitati dagli insediamenti umani.

La localizzazione dei primitivi villaggi non sempre corrisponde agli abitati successivi anche per via delle variazioni geomorfologiche che hanno interessato l'antica Emilia Romagna. Nell'inquadramento geografico va tenuto conto dello spostamento idrografico del Po e delle sue foci, che anticamente sboccavano sull'Adriatico in un punto molto più a sud rispetto alla posizione attuale.
Al contrario, più vivaci culturalmente e produttive sono state le zone appenniniche e preappenniniche, ricche di selvaggina e adatte alla pastorizia, insieme ai litorali più meridionali della Romagna che offrivano comodi approdi dal mare. Anche in questo caso la geografia è cambiata: anticamente i profili montuosi erano più dolci, le zone appenniniche erano collinari, con rilievi moeo aspri di quelli odierni, quindi più facili da percorrere e agevoli per gli insediamenti dei primi villaggi.

Data la difficoltà nel reperimento dei materiali archeologici risalenti a tempi così lontani e la mancanza di scavi sistematici la ricostruzione di un quadro complessivo della preistoria regionale è piuttosto difficile, tuttavia il patrimonio artistico dell'Era Preistorica in Emilia Romagna è rilevante, sia per la cospicua quantità di reperti sia per la loro importanza storica e artistica.

Da una prima osservazione d'insieme si è notato che l'Emilia possiede un maggiore numero di tracce e reperti appartenenti al Paleolitico rispetto alla Romagna, dove invece sono numerosi i reperti neolitici. Il motivo è di carattere naturale, poiché il territorio romagnolo ha subito forti variazioni geologiche e idrografiche. A causa del basculamento (1) del suolo i reperti paleolitici, quindi più antichi, sono finiti negli strati più profondi del terreno, diventando irreperibili agli archeologi, mentre sugli strati superiori si sono sovrapposti i resti delle civiltà successive, più superficiali e meno difficoltosi da ritrovare. La costa adriatica romagnola, per tutta la sua lunghezza è stata interessata a tali fenomeni che oltretutto non avvennero in maniera omogenea.

Nella zona tra Cesena-Cesenatico il terreno è composto da un sostrato roccioso il cui livello si abbassa progressivamente e fino a Rimini questa zona ha conosciuto variazioni minori rispetto alle forti e più brusche variazioni avvenute tra Cesenatico e Ravenna.

Le variazioni idrografiche, cioè riguardanti il corso dei fiumi e la formazione dei laghi, sono una conseguenza di quelle geologiche e sono di particolare interesse per l'archeologia. I corsi dei fiumi erano infatti i luoghi preferiti degli insediamenti umani della Preistoria e lo spostamento dei fiumi ha determinato anche lo spostamento delle antiche popolazioni (2).
Anche il Porto di Cesenatico sorse in corrispondenza di un antico corso d'acqua che ora si è spostato (3).

Comunque anche in Romagna sono stati scoperti parecchi depositi preistorici, con reperti che risalgono fino al Paleolitico.
Sono stati raccolti molti oggetti che testimoniano l'evoluzione della lavorazione della pietra da parte di comunità locali, oggetti in ceramica e forni per la cottura delle terracotte. Sulla Costa Adriatica, nella zona di Cesenatico, sono state trovate tracce degli insediamenti neolitici con i fori lasciati dai pali delle palafitte e delle capanne.
Interessanti i reperti preistorici conservati nel Museo Archeologico di Forlimpopoli, provenienti da scavi locali.

 

 

Arte Paleolitica in Emilia Romagna

 

In Emilia Romagna sono stati ritrovati numerosi manufatti in pietra scheggiata risalenti al Paleolitico. Gli esempi più antichi, rappresentati dai chopper e dalle amigdale, risalgono al Paleolitico Inferiore e Medio e rappresentano soprattutto strumenti, mentre tra gli oggetti con valore estetico più evidente, le opere più note sono le statuette rituali indicate come Veneri.

 

 

Paleolitico inferiore

 

Il Paleolitico inferiore è il periodo più antico al quale vengono riferite le più remoti oggetti realizzati dall'uomo.
In Emilia l'Amigdala resta lo strumento più antico ritrovato finora nell'arco collinare preappenninico e presso le terrazze fluviali.
L'amigdala è riconoscibile per la sua caratteristica forma a mandorla, solitamente realizzata in selce, lavorata a scheggiatura sulle due facce. In Emilia (nel parmense, reggiano, modenese, imolese e soprattutto bolognese) generalmente le amigdale paleolitiche appartengono alla cultura acheuleana, ma in territorio bolognese sono stati ritrovati gli esempi più antichi, riferiti alla facies clactoniana-abevilliana che praticava un'arcaica industria della pietra scheggiata.

In Romagna, a partire dalle ricerche archeologiche del 1977 sono state ritrovate amigdale del Paleolitico iInferiore anche nel territorio forlivese e faentino, in particolare gli scavi di Montepoggiolo hanno riportato alla luce i resti di un'antica industria litica dello stesso periodo. Nella stessa zona, l'insediamento di Ciola sembra addirittura essere il più antico della regione e quello vicino di Montepoggiolo (FC) risulta poco più recente.
Anche a Cesenatico, a due metri di profondità è stato ritrovato un insediamento preistorico, conosciuto attraverso resti fossili e alcuni frammenti.

 

 

Paleolitico medio

 

Durante il Paleolitico Medio in Emilia Romagna è largamente documenta una varia industria litica, dovuta all'uomo di Neanderthal, che non si limita più alla sola amigdala ma viene prodotta anche la cuspide di lancia, dotata di peduncolo per essere immanicata ad un 
bastone e ad altri strumenti derivati dalla scheggiatura, come punte triangolari, raschiatoi, dischi, lame. Le pietre più usate sono quarzite e ftanite, ma viene lavorata anche la selce. nella lavorazione si è notato il ritocco su una sola faccia.
Accanto agli oggetti che presentano caratteri più arcaici, riferiti alla cultura Clacto-lavelloisiana, numerosi manufatti raccolti su tutta l'area collinare emiliana presentano la lavorazione tipica della cultura Musteriana.
L'industria musteriana si diffuse sia in Emilia, soprattutto nell'area dei fiumi Panaro e Samoggia, sia in Romagna sud-orientale, specie presso i terrazzi del savio e del Marecchia, estendendosi anche in pianura (le tracce sono rimaste sepolte sotto i depositi alluvionali), rimanendo attiva fino al Paleolitico superiore. Proprio in questo periodo, in corrispondenza alla glaciazione di Wurm e il periodo post-glaciale, fino al termine del Paleolitico, la regione sembra rimanere isolata senza contatti con altre culture, chiusa tra l'appennino, il mare e il Po.

 


Paleolitico superiore

 

A differenza di altre regioni, tra le prime manifestazioni di arte figurativa in Emilia Romagna non si conoscono pitture o incisioni rupestri, mentre sono stati ritrovati diversi esempi di scultura. Il genere più diffuso è quello delle statuette femminili, le cosiddette Veneri preistoriche, chiamate anche steatopigiche, per via della forte accentuazione delle forme adipose del corpo.

 

 


Le Veneri preistoriche emiliane

 

Uno dei più importanti bacini archeologici per l'arte preistorica in Italia è il territorio dell'Emilia occidentale compreso tra il torrente Tresinaro e il fiume Panaro, nel modenese. 
Qui, oltre all'importante ritrovamento del Villaggio terramaricolo presso Montale, sono state ritrovate alcune statuette femminili databili tra il Paleolitico finale e il Neolitico, come la Venere di Savignano e la Venere di Chiozza di Scandiano.
L'assenza di ogni caratterizzazione individuale in queste statuette senza volto e con un'appendice conica al posto della testa sembra eternare un ideale femminile generico, legato al concetto di fecondità che probabilmente indica un significato magico-religioso. 
Dal punto di vista estetico però, le statuette emiliane presentano anche alcuni caratteri etnici e una certa materialità sensuale nelle forme del corpo.
Le Veneri emiliane sembrano risalire al Paleolitico tardo o al Neolitico e sulla base della tradizione aurignaco-gravettiana, prevalente in Italia per tutto il Paleolitico superiore, rivelano l'influenza stilistica di simili statuette ritrovate nelle Grotte dei balzi Rossi in Liguria.
Dopo la glaciazione di Wurm per diversi millenni in Emilia sembra prevalere una cultura locale che rimane isolata da influssi esterni, compresi quelli liguri. In questo quadro però la la Venere di Chiozza rappresenta un'eccezione oltre che un vero enigma 
archeologico. La statuetta, nelle sue forme estremamente stilizzate appare molto diversa dall'esemplare di Savignano ed è invece molto simile alle veneri provenienti dalle necropoli eneolitiche della Sicilia.

 

  A. Cocchi.

 

 

Note 

 

1) Abbassamento geologico del suolo in pianura rispetto alle montagne che influenza anche l'idrografia, cioè il corso dei fiumi e la formazione dei laghi.

2) I fenomeni idrogeologici sono soggetti a mutamenti ciclici della durata di 2000-3000 anni. Ad esempio 3.000 anni fa il Po aveva un altro corso, sfociava con una foce unica orientato verso Ancona. Il delta nonnesisteva, è una formazione recente. Il corso del fioume si è spostato verso nord fino alla posizione attuale. Le antiche popolazioni che vi abitavano, attraverso le generazioni che si sono succedute nei secoli, ne hanno seguito gli spostamenti formando insediamenti successivi di villaggi e città nei diversi punti del suo passaggio. Un esempio noto è quello di Lodi, nelle diverse posizioni di Lodi Vecchia Lodus pompeia e Lodi Nuova, quella attuale.

3) Per la ricerca degli antichi insediamenti fluviali l'archeologia si serve soprattutto della fotografia aerea che permette di rilevare le antiche tracce dei fiumi.

 

 

 

Presentazioni didattiche 

 

S. Ribis, S. Casasola. Le piccole sculture paleolitiche

 

 

 

 

 

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Arte della Preistoria. Mappa concettuale

Arte della Preistoria

Principali prodotti artistici, esempi e tecniche dei diversi periodi della Preistoria. Autore: A. Cocchi
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In un periodo così lungo come la preistoria è facile confondere i prodotti artistici appartenenti alle diverse fasi. La mappa di Geometrie fluide mostra in modo semplice quali sono le opere d'arte realizzate nei diversi momenti della Preistoria. Le immagini accompagnate da brevi spiegazioni e la grafica aiutano a costruirsi uno schema mentale facile da ricordare.

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Bibliografia

 

G. Anceschi Monogrammi e figure La Casa Usher, Milano 1981 
M. Cordaro, L. Ficacci Le tecniche della pittura in età preistorica in Art e Dosier n. 16, Editrice Giunti, Firenze 1987 
G.Cricco, F.P.Di Teodoro Itinerario nell'arte Vol. I Zanichelli, Bologna 1996
R. Bossaglia Storia dell'arte Vol. I, Principato editore, Milano, 2003 
P. Graziosi L'arte preistorica in Italia, Sansoni editore, Firenze 1973
B. Zevi Controstoria dell'architettura in Italia. Paesaggi e città.  Tascabili Newton, Roma 1995
Enciclopedia Universo Istituto Geografico De Agostini, Novara 1975 vol IX 
S. Bersi, P. Bersi, C. Ricci Educazione artistica Zanichelli editore, Bologna 1992 
F. Negri Arnoldi Storia dell'arte Gruppo editoriale Fabbri, vol. I 
F. Negri Arnoldi Guida alla Storia dell'arte Sansoni editore, Milano 2004 vol. I 
R. Gianadda Alle origini dell'arte. Preistoria e storia. in: AAVV. la Storia dell'Arte. Vol 1 Le prime civiltà. Mondadori Electa. Gruppo editoriale l'Espresso, Milano 2006
G. Dorfles, M. Ragazzi, C. Maggioni, M: G: Recanati. Storia dell'arte. Dalle origini al Trecento. Vol I. Istituto Italiano Edizioni Atlas, Bergamo 2007
AA.VV. Le più antiche tracce dell'uomo nel territorio  forlivese e faentino. Comune di Forlì 1987 
AA.VV. Arte in Emilia Romagna, Electa, MIlano 1985

 

 

 
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