Partina in Casentino. Arte e monumenti

Villa Mausolea. 1647-50. Facciata meridionale. Partina (AR).
Villa Mausolea. 1647-50. Facciata meridionale. Partina (AR). Foto: A. Cocchi

 

Partina in Casentino è una piccola località tutta da scoprire. Ai turisti più curiosi offre tracce di arte e di storia.

Indice dei contenuti
Approfondimenti / Opere

Cenni geografici e storici

 

Partina è un piccolo centro del Casentino, in provincia di Arezzo, che si sviluppa presso il fiume Archiano, ai piedi dell'Appennino Tosco-Emiliano. Si raggiunge percorrendo la strada Statale 71 che dal Passo dei Mandrioli si inoltra lungo la valle dell'Archiano Partina si trova nel tratto tra Badia Prataglia e Soci.

Come molte altre località casentinesi, Partina, sebbene poco conosciuta, è un luogo molto gradevole da scoprire soprattutto per i turisti più curiosi.

 


Veduta di via Santa Rita nel borgo antico di Partina.

L'origine etrusca di Partina è testimoniata anche dallo stesso toponimo: secondo lo storico Silvio Pieri Partina infatti deriva dal nome di persona preromano Partunus, secondo lo studioso Fatucchi può invece ricollegarsi al siciliano  Partanna.
Un ritrovamento archeologico avvenuto nell'Ottocento, in cui venne trovata una piccola raccolta di monete del III secolo a. C. testimonia anche un probabile insediamento romano, sul quale però le conoscenze rimangono ancora scarse.

Più cospicue sono invece le tracce riferibili al Medioevo. Partina conserva ancora l'antico borgo medievale, situato nella parte più alta del paese. Il nucleo originario si chiamava Sesta ed era concentrato intorno all'antichissima Pieve di Santa Maria Assunta, una delle più importanti chiese altomedievali del Casentino, la cui giurisdizione arrivò a comprendere tutte le pievi sulle due sponde dell'Archiano, il Monastero di Prataglia e ventisei chiese parrocchiali.
Una ricca documentazione conservata nel Monastero di Camaldoli attesta la presenza dell'abitato medievale che conservò la sua conformazione pressoché immutata fino al XIII secolo. Nella zona più elevata sorgevano le strutture difensive del Castello, di cui si vede ancora una parte dell'edificio originario racchiuso nelle mura. Il resto del castello, oggi visibile, è frutto di una ricostruzione novecentesca.

L'aumento demografico avvenuto tra il XIII e il XIV secolo, determinò la costruzione di nuove abitazioni che si distribuirono più a valle, presso il fiume e una nuova conformazione urbanistica. A partire dal Duecento è già documentata la chiesa di San Biagio, affacciata sulla piazza e il "piano delle vigne", corrispondente agli attuali Giardini pubblici.
 


Il "Piano delle vigne" dove oggi si trova il Giardino pubblico di Partina.

 


Nel 1350 Bandino dei conti Guidi di Romena affittò un Mulino che si trovava sulla riva destra dell'Archiano ad un mugnaio locale, perché potesse servire non solo agli abitanti del borgo ama anche ai paesi dei dintorni, incrementando l'economia locale.
Dopo la caduta della signoria dei Guidi, Partina insieme a Romena, venne assoggettato al dominio di Firenze e assegnata alla podesteria di Bibbiena.

Poco distante da Partina, verso Soci si trova la Villa Mausolea, antica proprietà dei monaci di Camaldoli, citata dalle fonti fin dal 1087 e ricostruita nel 1647.  Utilizzata per amministrare le vaste proprietà terriere del monastero camaldolese, il bellissimo complesso della Mausolea è stato recentemente restaurato nelle sue forme seicentesche ed è attualmente utilizzato come centro convegni.

Gli scavi archeologici condotti nella zona e in particolare gli importanti ritrovamenti etruschi del lago degli Idoli hanno permesso di costituire il Museo Archeologico del Casentino la cui prima versione venne aperta al pubblico proprio a Partina. Riportiamo in questa sezione una documentazione dell'ex Museo Archeologico di Partina.

 

 

La visita al borgo di Partina
 

 
Nicchia con la Madonnina

 

Partendo dalla piazza principale, di fronte alla chiesa di San Biagio, ci si può inoltrare nell'antico borgo di Partina, abbastanza ben conservato nella sua struttura originaria.  Si riconosce bene la struttura compatta dell'abitato, tipicamente medievale, con le sue vie strette, arrampicato sul pendio roccioso in cima al quale sorgeva il castello. All'interno del borgo si può vedere come le abitazioni hanno continuato ad essere utilizzate nel corso dei secoli, con modifiche e riadattamenti.

La prima testimonianza storica che dà l'avvio al percorso si trova sulla via che si apre dalla parte opposta rispetto alla chiesa. E' una piccola nicchia settecentesca murata sulla parete esterna di un'abitazione. Purtroppo molto rovinata, la nicchia in pietra calcarea mostra ancora un timpano classico contenente uno stemma poco leggibile, era incorniciata da paraste e volute e una cornice ionica con ovoli. Contiene ancora la statuetta di una Madonnina. 

 


Un'altra veduta del borgo di Partina
 

Poco più avanti un ponte in legno, di costruzione recente, permette di attraversare il fiume Archiano per accedere ad un percorso naturalistico, che si sviluppa lungo il fiume e verso la collina.

 

 


Il nuovo Ponte di legno sul  torrente Rimaggio
che poi confluisce nell'Archiano circa 500 metri sotto

 

Continuando la strada del paese tutta pavimentata in pietra, si giunge ad una fontana, all'angolo in cui inizia la via Santa Rita.

 


Fontana di Bernardo Franceschi

Si tratta di un'opera ottocentesca realizzata in pietra serena e voluta da Bernardo Franceschi da Partina, che nel 1865 costruì un acquedotto per portare nel borgo l'acqua da una sorgente situata nella proprietà dei monaci camaldolesi. Una lapide sopra alla fontana ne ricorda l'evento.

 


La lapide sulla fontana.

 

 La strada procede in salita fino alla Chiesetta di Santa Rita, un minuscolo oratorio, al cui esterno molto sobrio fa riscontro il delizioso interno in stile rococò.

 


Chiesetta di Santa Rita. Facciata.

 

La piccola aula è coperta con volta a padiglione, decorata  con cornici a specchiature in stucco bianco su intonaco giallo e celeste. L'altare è in pietra serena, provvisto di una base con due gradini con spigoli curvi e con la mensa sostenuta da due ampie volute. Sull'altare, inquadrata da una ricca cornice a stucco bianco, è visibile una Sacra conversazione del XVIII secolo, in cui sono rappresentati la Madonna col Bambino, un angelo e alcuni santi in adorazione.

 


Interno della Chiesetta di Santa Rita

 

La chiesetta di Santa Rita sorge su una biforcazione di strade e continuando a salire sia dall'una che dall'altra direzione si può raggiungere il punto più alto, dove si trova il Castello e si può anche raggiungere un punto panoramico che si affaccia sui giardini pubblici e verso l'Appennino.

 


Terrazzo panoramico.

 


Uno scorcio dell'abitato.

 

 A. Cocchi

 

 

 

Bibliografia
 

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