Santuario della Madonna di Corzano

Più che per la rocca, Corzano è oggi famoso per il suo piccolo santuario, rifugio per i pellegrini e luogo di quiete per gli eremiti.
Lo svilupparsi dell’interesse per il santuario è cominciato soltanto di recente. Fino alla metà  del ‘900, infatti, il santuario era visto solo come una semplice chiesetta annessa al ben più importante castello, segno della dominazione dei conti Guidi nel ‘300.
Nei libri dell’epoca sono presenti pochissimi accenni riguardo all’affresco della Madonna col Bambino, mentre le altre opere custodite all’interno non sono nemmeno menzionate.

La pianta del santuario è irregolare. Potrebbe sembrare a croce greca, ma i bracci del transetto sono più larghi e più corti rispetto al corpo. Presenta una canonica, annessa posteriormente alla chiesina.
L'edificio è di dimensioni contenute, costruito in pietra, con una muratura irregolare che conferisce all'insieme un aspetto molto solido. Non vi sono decorazioni esterne, ma è di forme e proporzioni gradevoli, perfettamente inserito nel contesto naturale.

La facciata è semplice, ma di forme equilibrate, di tipo a capanna, presenta all’ingresso un esonartéce, un breve portico composto da tre archi a tutto sesto, di cui quello centrale corrisponde all'ingresso, mentre i due laterali fungono da finestroni. Girando attorno alla costruzione, il portico pare connesso però al corpo della chiesa, per cui osservandolo di lato, forma un tutt’uno con l’entrata.

In posizione retrostante sorge il campanile, non troppo sviluppato in altezza e proporzionato rispetto alle dimensioni contenute del santuario. Si innesta in corrispondenza di un angolo, è una torre quadrangolare con cella campanaria e copertuta piramidale.

L'interno è ricostruito in età  moderna e restaurato di recente. Presenta un'aula unica, suddivisa in tre settori da due archi trasversali ribassati e sostenuti da pilastri. Il soffitto è a travature di legno. Più che per l'architettura, il suo interno è interessante per le testimonianze artistiche che ospita.

Il gruppo di opere provenienti da Corzano costituisce un importante tappa per la vicenda artistica dell’Alto Savio, soprattutto l’affresco menzionato sopra e un piccolo dipinto con la Madonna, il Bambino, S. Bartolomeo e S. Lorenzo.

Un'interessante documentazione di arte popolare è rappresentata dai deliziosi ex voto, risalenti al secolo XIX.
Spiccano fra tutti, nella loro semplice raffigurazione della realtà  senza alcuna pretesa artistica, una tavoletta fatta scolpire da un francescano, e un quadretto raffigurante la Madonna col bambino e i Santi Bartolomeo e Lorenzo.

Il Santuario è stato anche, come accennato all’inizio, polo di attrazione per i romiti della zona fin dall‘800. Romiti, non eremiti. Romito è un  termine tipico del dialetto toscano, ed è ancora in uso in queste zone, segno del contatto e dell’arricchimento reciproco dell’incontro tra Toscana e Romagna.
E il santuario è ancora oggi un luogo frequentatissimo da pellegrini, escursionisti e turisti di entrambe le regioni, e continua a svolgere la sua funzione di luogo di preghiera, d’arte e di incontro.

A. Castigliego  (alunno del Liceo Classico Monti, Cesena)


Bibliografia e sitografia

Giulio Fallani, Appennino romagnolo, edizioni Multigraphic, Il laboratorio, 1990, Firenze
- Francesco Santucci, Storia della Val di Bagno, editore Il ponte vecchio, 1999, Cesena
- M.A.Lippi Mazzi, Corzano tra storia e leggenda, stabilimento topografico dei comuni, 1976, Santa Sofia
- Don Giovanni Vecci, Corzano e l’Alta valle del Savio, edizione fuori commercio, 1991, Sarsina
- Alfredo Bellandi – Roberto Greggi – Giuliano Marcuccino, Corzano: dal castello al santuario, editore centro di studi storici Bagno di Romagna – San Piero in Bagno, 1996, Cesena
- Pier Giovanni Fabbri, La Val di Bagno in età  medievale e moderna, edizioni centro studi storici Bagno di Romagna, 1991, Forlì
-, Rocche e castelli di Romagna, edizioni Alfa, 1971, Bologna

 

 
Approfondimenti
Loading…