L. B. Alberti. Facciata di Santa Maria Novella. 1439-42. Firenze
Il principale ideale estetico di Leon Battista Alberti è l'armonia proporzionale: una regola di rapporti geometrico-matematici ispirati all'arte antica, alle forme naturali e alla musica. L'architettura è vista come un'ordinata composizione di volumi pieni e spazi vuoti.
Leon Battista Alberti, è stato uno dei più grandi umanisti del Rinascimento. Oltre che architetto è stato uno studioso e un teorico, ebbe una cultura vastissima e un'attività multiforme che si riflettono nelle sue opere. L'architettura albertiana ha fatto scuola, ha offerto dei modelli esemplari, che trasmettono valori senza tempo, validi non solo per il Rinascimento. Alberti portò avanti un discorso architettonico assolutamente nuovo attraverso una sperimentazione d'avanguardia e di grande valore, ma che solo pochi capirono. L'innovazione di Alberti fu spesso incompresa, soprattutto negli ambienti meno orientati alla spinta umanistica come alcuni gruppi di ecclesiastici. Ciò provocò forti resistenze che finirono per lasciare interrotti i suoi lavori. I casi più evidenti sono stati gli interventi dei pontefici Pio II e Paolo II. ma la cultura elevata della sua architettura trapela anche da quei lavori inconclusi e soprattutto dai suoi trattati, nei quali si coglie il suo messaggio umanistico.
Alberti scrisse libri di giurisprudenza e di politica, di poesia e letteratura. Si occupò di arte contemporanea e scrisse importanti trattati.
E' fondamentale l'opera di Alberti come trattatista d'arte.
Nel Trattato della Pittura, scritto nel 1435-36, spiegò con chiarezza i principi della prospettiva e introdusse regole pratiche per gli artisti sul disegno, sul trattamento delle luci e delle ombre, sul colore e la tecnica pittorica. A questo segue il De Statua, con precise indicazioni sulle tecniche, sui materiali e sugli strumenti. Il De re aedificatoria fu promosso da Lorenzo il Magnifico e curato da Angelo Poliziano. nel testo, dedicato all'architettura, sono spiegate le leggi sull'armonia, sulla proporzione e sui metodi di calcolo e rapporto. Si leggono molti consigli e osservazioni sullo stile e sul principio di coerenza. Vi si espongono anche numerosi insegnamenti sulla tecnica costruttiva e sui materiali .
Con Alberti venne introdotta la moderna distinzione tra ideazione ed esecuzione dell'opera. Nei suoi trattati sull'arte l'artista è visto per la prima volta come un intellettuale e non più come semplice operatore. Coerentemente a questo principio Alberti come architetto si occupò più della progettazione che dell'esecuzione (secondo la pratica medievale, dove l'architetto era il "costruttore". Egli partecipò raramente ai lavori del cantiere, gran parte dei suoi edifici furono affidati ai suoi allievi e vennero compiuti in sua assenza, sulla base dei suoi dettagliati progetti. Il distacco di Alberti dalla pratica del cantiere è forse dovuto anche ai suoi pressanti impegni di abbreviatore apostolico e non solo per la sua preferenza a rivestire un ruolo solo da teorico piuttosto che da esecutore. C'è anche un problema di responsabilità che viene rilevato da Alberti. Nel IX libro del suo De re aedificatoria si legge:
" è sufficiente fornire consigli sinceri e buoni disegni. Se poi ti proponi di essere tu stesso direttore ed esecutore del lavoro, quasi sempre accadrà che tutti i difetti e gli errori, in cui o per inesperienza o per incuria sono incorsi gli altri, siano attribuiti a te solo. Questi lavori devono essere affidati a maestranze abili, caute, rigorose".
Di grande importanza per l'architettura rinascimentale, ma anche come valore universale, è l'ideale estetico albertiano. Secondo Leon Battista l'architettura va concepita secondo un principio di armonia proporzionale che segue i rapporti geometrico-matematici delle forme naturali e della musica. Inoltre, l'edificio dev'essere a misura d'uomo, cioè non solo rapportato alla scala umana, ma deve assecondare le esigenze della vita e delle attività dell'uomo. Ogni costruzione va anche rapportata alla dimensione sociale, integrandosi perfettamente al contesto urbanistico e deve esprimere i valori civili e politici di una signoria.
Leon Battista Alberti. Progetto per Palazzo Rucellai a Firenze.
Una delle sue idee che hanno avuto più successo è quella del "palazzo in forma di città" e della "città in forma di palazzo" che vede la residenza come una piccola città e la città come una grande casa.
Dietro a questi importanti concetti c'è lo studio dell'architettura classica, di Vitruvio, ma c'è anche molta invenzione, libertà interpretativa, impostata su conoscenze geometrico-matematiche e musicali e su una mentalità molto aperta e moderna.
Naturalmente l'architettura Albertiana deve molto anche a Brunelleschi, che viene da lui molto ammirato, ma all'ordine lineare e basato sul disegno di Brunelleschi, Alberti contrappone uno spazio concepito per volumi e un'armonia per masse, con risultati più maestosi e classici, dove anche la luce contribuisce a creare effetti fortemente espressivi.
Leon Battista Alberti è stato un artista che si è mantenuto fedele ad un innato senso di libertà: nella sua vita di "viaggiatore" non si legò mai a nessuno e a nessun luogo, mentre molti artisti rimanevano fedeli ai loro committenti e mecenati. Anche nell'arte non era solito cedere a compromessi. Portava sempre avanti i principi in cui credeva, a volte sfidando anche forti resistenze, come nel caso del Tempio Malatestiano di Rimini, aspramente condannata dal papa Pio II che lo vide come un'espressione inconciliabile con la funzione religiosa.
L'opera di Alberti si è sviluppata a tappe, in una sorta di discorso itinerante in cui ogni città toccata dalla sua presenza rivela un'impronta rinascimentale e un'identità chiaramente riconoscibili. Uno degli esempi più importanti in questo senso è Mantova, sottoposta al rinnovamento voluto da Ludovico Gonzaga, che affidò all'Alberti la progettazione delle chiese di San Sebastiano e Sant'Andrea.
A Firenze entrò in contato con Giovanni Rucellai, ricco mercante e mecenate interessato alla cultura umanistica e all'arte antica. Per lui progettò Palazzo Rucellai, che divenne il modello del palazzo rinascimentale italiano, la Facciata di Santa Maria Novella e il Tempietto del Santo Sepolcro. In queste opere Alberti realizzò un vero programma di "segni" con cui venne contrassegnato il quartiere di Santa Maria Novella come area sotto il controllo dei Rucellai.
Leon Battista Alberti nasce a Genova nel 1404, è il figlio illegittimo di un ricco mercante. Ma la sua è una famiglia fiorentina esiliata per motivi politici che vive con la nostalgia delle proprie origini fiorentine. Leon cresce in questo ambiente con il mito fiorentino dell'antica prosperità e prestigio perduti e il senso di lontananza.
Tutta la sua vita è un continuo viaggio, a partire dell'università : soggiorna dapprima a Venezia e Padova, dove studia latino e greco, poi a Bologna si laurea in Diritto Canonico. Alla morte del padre la sua famiglia si trova di fronte a gravi problemi economici e Alberti decide di dedicarsi alla Matematica e alla Fisica. I suoi vasti interessi culturali si impostano su questa sua duplice formazione: da un lato coltiva le lettere e la filosofia, dall'altro si appassiona alle discipline scientifiche.
La sua formazione artistica si sviluppa soprattutto a Roma, dove nel 1432 diventa abbreviatore apostolico. Si tratta di un incarico economicamente modesto che lo costringe a spostarsi continuamente per lavoro e ad entrare in contatto con varie corti a Ferrarra, Firenze, Mantova, Rimini, a Firenze.
Tra gli ultimi incarichi di Alberti va ricordato il progetto per la rotonda della chiesa della Santissima Annunziata a Firenze, risalente al 1469, finanziato da Ludovico Gonzaga, in qualità di capitano delle milizie fiorentine.
Alberti morì a Roma, nel 1472.
1404 | A Genova nasce Leon Battista Alberti, figlio illegittimo di Lorenzo di Benedetto Alberti e di una nobildonna genovese che morì due anni dopo. Lorenzo di Benedetto era un ricco mercante fiorentino in esilio. |
1415-21 | Leon attista studia all'università di Padova e poi a Bologna |
1425 | è documentata una sua presenza a Ferrara, presso Niccolò III d'Este. |
1428 | finisce gli studi a Bologna |
1430 | è a Firenze, impegnato a scrivere saggi sulla letteratura. |
1432 | A Roma riceve l'incarico di abbreviatore apostolico per la cancelleria di papa Eugenio IV. Qui inizia la sua vera formazione artistica con lo studio diretto delle antichità. |
1434 | Raccoglie le sue osservazioni sui resti antichi nella sua Descriptio Urbis Romae. Giunge a Firenze al seguito del papa e scopre l'arte di Donatello, Brunelleschi e Masaccio. |
1435 | a Firenze scrive il De pictura, dedicandolo a Brunelleschi, del quale riprende e spiega l'invenzione della prospettiva. Il libro si rivela come fondamentale esposizione dei principi estetici del primo '400. |
1437-38 | lavora a Bologna e poi a Ferrara |
1439-42 | è di nuovo a Firenze, impegnato a scrivere trattati di politica e ad interessarsi di letteratura. |
1443-58 | ritornato a Roma prosegue il suo incarico per i papi Niccolò V e Pio II. A Rimini nel 1450 inizia la costruzione del Tempio Malatestiano per Sigismondo Pandolfo Malatesta. |
1459 | raggiungen il papa Pio II a Mantova edentra in contatto con Ludovico Gonzaga. Per lui progetta la chiesa di San sebastiano. |
1460-70 | si sposta tra Firenze e Mantova. A Firenzelavora per iRucellai. Progetta: il Palazzo Rucellai, poi eseguito da Brnardo Rossellino, il Tempietto del San Sepolcro nella Cappella Rucellai in San Pancrazio e la Facciata di Santa Maria Novella. Nel 1464 scrive il De Statua. |
1472 | muore a Roma. |
Leon Battista Alberti giunse a Mantova nel 1459, per svolgere il suo incarico di abbreviatore apostolico al seguito del papa Pio II Piccolomini. Pio II aveva indetto il concilio a Mantova per organizzare una nuova crociata contro i Turchi.
Tale evento rappresentava una grande occasione di prestigio culturale sia per la città di Mantova sia per la sua signoria rappresentata dalla famiglia Gonzaga.
Ludovico Gonzaga decise di trasformare il centro storico mediante una serie di interventi sia urbanistici che architettonici e di chiamare presso di sé letterati e artisti. Tra questi gli architetti Luciano Laurana, e Luca Fancelli, oltre al pittore Andrea Mantegna.
Inoltre decise di costruire le chiese di San Sebastiano e Sant'Andrea, affidandole alla progettazione di Leon Battista Alberti.
Alberti conosceva già i Gonzaga, aveva dedicato a Giovan Francesco Gonzaga, umanista e grande collezionista di codici antichi, il suo Trattato della pittura del 1435-36. Il rapporto con questa famiglia si rafforzò con il suo successore, il marchese Ludovico: condottiero, capitano generale della Repubblica Fiorentina, appassionato di letteratura e di architettura e grande estimatore di artisti.
I lavori delle chiese mantovane progettate da Alberti sono stati diretti dall'architetto e urbanista fiorentino Luca Fancelli, raccomandato al Gonzaga da Cosimo I De' Medici.
Secondo gli antichi documenti, Alberti sarebbe intervenuto con i suoi consigli anche per altre opere importanti, e si può dire che ha contribuito a creare il volto rinascimentale della città.
A,. Cocchi
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F. Borsi, S. Borsi Leon Battista Alberti. Dossier Art n. 93, Editrice Giunti, Firenze 1994
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G. Dorfles, S. Buganza, J. Stoppa Storia dell'arte. Vol II Dal Quattrocento al Settecento. Istituto Italiano Edizioni Atlas, Bergamo 2008
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F. Negri Arnoldi Storia dell'arte vol III
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