Arte in Casentino

Andrea della Robbia. NativitĂ  e adorazione dei pastori.1515 ca. Dett. Chiesa di San Lorenzo. Bibbiena
Andrea della Robbia. Natività e adorazione dei pastori.1515 ca. Dett. Chiesa di San Lorenzo. Bibbiena

 

Il Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi è una scenografia spettacolare che racchiude un territorio di grande ricchezza artistica e storica. Borghi, pievi, palazzi e castelli racchiudono al loro interno incredibili tesori di pittura e scultura.

Indice dei contenuti
Approfondimenti / Opere

L'arte tra le foreste secolari

 

Una delle più belle zone turistiche d'Italia è il Casentino, situato nell'Alta Valle dell'Arno, in Toscana,

"...Ha la forma di una grande conchiglia ed è circondata da ogni lato da alte montagne.....Qualche studioso ritiene che il nome Casentino o Clusentinum possa derivare dal latino claudere o chiudere. Se questa teoria fosse esatta potremmo tradurre in inglese col nome di Valley Enclosed." (Ella Noyes, 1905)

Il territorio casentinese copre un'area di circa 700 km quadrati,  comprendono l’alta Valle dell'Arno e vanno dal Monte Falterona al Monte castellaccio. I contorni di questo territorio sono disegnati dalle montagne che dividono il Casentino dalle Valli del Savio e del Bidente in Romagna e dalla Valdarno, Valle della Sieve e Val Tiberina, mentre si apre a sud verso la piana di Arezzo.


Il Casentino si può raggiungere da diverse direzioni.

- Partendo da Firenze, si può percorrere la S.R.70 verso Pontassieve e poi attraverso il Passo della Consuma.
- Da Arezzo, sulla S.R. 71 umbro-casentinese si va verso Subbiano.
- Da Cesena si segue la E 45 in direzione Roma, si esce a Bagno di Romagna e prendendo la strada provinciale che collega la Romagna al Mugello, si prosegue verso San Piero, si attraversa il passo dei Mandrioli e si raggiunge Badia Prataglia.

Situato nello splendido contesto del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, questo territorio rappresenta un'ottima stazione climatica, è ricco di natura, arte e storia.

Ai numerosi percorsi naturalistici si affiancano affascinanti esempi di architettura perfettamente armonizzati al contesto naturale, come i castelli, tra i quali quelli di Poppi, Porciano, Talla, Serravalle, i santuari come quelli famosissimi di Camaldoli e della Verna, le antiche abbazie e pievi come quelle di Romena, Badia Prataglia, Socana. Meritano interesse i centri abitati e i borghi, che conservano ancora l'urbanistica originale e numerosi monumenti ricchi di opere di grande pregio, come Bibbiena, Poppi, Stia, e gli antichi quartieri arroccati di Badia Prataglia, Subbiano, Serravalle, Talla, e altri.

Numerose sono le testimonianze archeologiche, risalenti fin dalla preistoria e ricche di reperti dell'epoca paleolitica, mesolitica e neolitica. Numerosi gli oggetti dell'età etrusca, romana e alto-medievale. Molto interessante è la raccolta del  Museo Archeologico del Casentino, accuratamente documentato e oggi trasportato  dalla vecchia sede di Partina alla nuova sede di Bibbiena.

 

La foresta Casentinese

 

 

Una delle cascate della Foresta Casentinese presso Badia Prataglia. Foto: E. Zoni
Una delle cascate della Foresta Casentinese presso Badia Prataglia. Foto: E. Zoni

 

 

Una delle foreste più antiche e pregiate d'Europa, comprendente boschi rigogliosi, ricchi di numerosissime specie vegetali e animali è il Parco delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna.
Si tratta di un'area che copre quasi 36.000 ettari, situata sull'Appennino tra Toscana e Romagna, comprendente centri abitati con importanti testimonianze storiche, artistiche e religiose, disseminate tra i boschi e la Riseva Naturale di sasso Fratino, un'oasi naturale in gran parte incontaminata e di grande importanza biologica e scientifica.
Questa foresta millenaria, documentata fin dal 1012 anno dell'istituzione del Monastero camaldolese per opera di san Romualdo, è un vero tesoro della biodiversità, un'area tutt'ora abitata da animali che in altre zone sono scomparse come il lupo e gli ungulati come il daino, il cervo, il muflone e il capriolo. Ultimamente questi animali sono notevolmente aumentati di numero, specialmente i cinghiali, che spesso si spingono anche all'interno dei centri abitati. Tra le numerose specie di uccelli, l'aquila reale sorvola le cime più alte, ma si possono incontrare diversi altri rapaci come il falco, il gufo, lo sparviero. Tra le specie che vivono presso le numerose qualità di alberi vanno ricordati il picchio e gli scoiattoli. Nel sottobosco si possono avvistare la lepre, il ghiro, l'istrice, il tasso. In questo paradiso verde si sono conservate anche specie molto rare come la salamandra pezzata, il tritone, la rosalia alpina e il gatto selvatico, che per lungo tempo si riteneva estinto.
Le varietà di vegetali sono innumerevoli, per fare un esempio, solo di orchidee ne esistono oltre quaranta specie, ma nella riserva di sasso Fratino vivono anche alberi plurisecolari, di dimensioni enormi, citati fin da fonti molto antiche.
Al centro del Parco è situata La Lama, una stratta vallata che discende dal Monte Penna, segnalata da alcune costruzioni in pietra che fanno parte di una stazione forestale e una suggestiva chiesina, posta al centro di un prato e meta di escursioni.

Per chi ama la natura e sa apprezzare la sua bellezza, la foresta casentinese è una festa per tutti i sensi, con i suoi profumi di resine, muschi e piante, i suoi e i rumori provocati dal vento dagli incontri improvvisi, i colori che cambiano nel corso delle stagioni e trasformano ogni volta questi ambienti in paesaggi spettacolari: un luogo ideale per immergersi in un'armonia assolutamente perfetta.

 

Asaki San

 

 

Arte e storia in Casentino
 

La zona della Toscana compresa tra Arno e Tevere è stata segnata dalla presenza umana fin dalla Preistoria. Le ricerche archeologiche condotte nella zona hanno riportato alla luce numerosi antichissimi reperti, sia resti fossili umani e sia manufatti in pietra.

Altre importanti testimonianze, raccolte nei musei casentinesi provano la continuità evolutiva delle civiltà del Neolitico e dell'Età dei metalli che si sono succedute fino alla presenza etrusca, la cui memoria si conserva anche nei toponimi, quali Bibbiena, Romena, Soffena, Ràssina, Talla e Gròpina, centri dipendenti dalla lucumonia di Arezzo

A Partire dal IV secolo a. C: si sovrapposero le testimonianze della dominazione romana, che si estese via via nel territorio.
In età paleocristiana e alto medievale, nei percorsi lungo le vie Flaminia e Cassia sugli originari templi e luoghi sacri etruschi, sorsero le prime chiese di stile bizantino e goto, a navata unica. Seguirono le riedificazioni e ampliamenti di alcune chiese ad opera dei Longobardi che disseminarono sul territorio numerose torri in posizioni strategiche, per difendersi dai Bizantini.

Il consolidarsi del sistema feudale ha comportato la costruzione di numerosi castelli e torri, molti dei quali rimangono a testimonianza dei signori che dominarono la valle, altri sono ridotti a ruderi, altri ancora sono stati trasformati.

Mentre la città di Bibbiena, a partire dal X secolo, venne governata dai Vescovi di Arezzo per poi divenire una Podesteria della repubblica fiorentina nel 1359, l'Alto Casentino dal X alla metà del XV secolo fu dominio dei conti Guidi, che crearono nel territorio una rete di castelli, torri e sistemi di difesa e controllo.

Tra X e XI secolo la nuova riorganizzazione del territorio è testimoniata da tre fondamentali fenomeni:

- la diffusione del monachesimo, che comportò il sorgere di monasteri e badie;

- la distribuzione delle pievi romaniche, che potevano essere dipendenti dal vescovo, o dal feudatario, ma avevano comunque una funzione di controllo territoriale oltre che religioso. Lo stile architettonico di queste costruzioni è particolare, ma denota influenze bizantino-ravennati e francesi.

- la riorganizzazione dei centri abitati nella forma dei borghi che si arrampicano sulle colline. Molti di questi conservano la loro tipica impronta medievale con le vie lastricate, i caratteristici "chiassi" (vicoli stretti e bui che collegano le vie principali) i portici bassi sulle vie principali, le case-torri.

La potente famiglia dei conti Guidi, signori di vasti territori tra il Casentino e la Romagna, a partire dall'inizio del XIV secolo iniziò a smembrarsi, a causa di guerre fratricide che finirono per frammentare il patrimonio e disperdere l'unità in diversi rami familiari. Tra la metà del '300 e il 1440 i territori del Casentino furono via via assorbiti dalla Repubblica di Firenze.


Con il Rinascimento, il territorio si arricchì di esempi di influsso fiorentino, urbinate e riminese, sull'esempio di maestri come Francesco di Giorgio Martini (soprattutto per le rocche e i castelli), Piero della Francesca, Paolo Uccello, Masaccio (per la pittura), Leon Battista Alberti (per i palazzi e le chiese). In questi luoghi si incontrano spesso pregevoli opere di pittura, che vanno dalle preziose pale duecentesche alle splendide "robbiane" rinascimentali, ai dipinti del Manierismo e del Barocco; non mancano le opere scultoree in legno e in pietra, che vanno dalle antiche decorazioni architettoniche ai crocifissi, alle statue dipinte come la Madonna col Bambino di Bibbiena.
Menzione a parte meritano le cosiddette "robbiane", magnifiche pale d'altare rinascimentali in ceramica invetriata prodotte dalla scuola dei Della Robbia, particolarmente diffuse in questo territorio.

Con il '500 il Casentino venne suddiviso tra:

- Alto Casentino, comprendente le podesterie di Pratovecchio e Castel San Niccolò, più il vicariato di Poppi

- Basso Casentino con la podesteria di Bibbiena.

Ma già nel 1560, con il rafforzarsi del potere dei Medici, sotto Cosimo I e i primi Granduchi,  il territorio venne nuovamente unificato durante sotto il vicariato di Poppi. Così, nei secoli XVI e XVII i centri abitati casentinesi si dotarono di palazzetti signorili, cappelle e conventi spesso voluti dai signori locali. Inoltre le trasformazioni visibili nell'architettura e la ridefinizione dei borghi e dei castelli in centri amministrativi e piazzeforti militari sono le testimonianze del nuovo riassetto territoriale promosso dal Granducato toscano. Oltre all'architettura appartengono al '500 anche numerosi dipinti e pale d'altare.

Come nel resto d'Italia, il Casentino attraversò un momento di grave crisi negli anni tra '500 e '600, quando venne sconvolto da carestie, pestilenze, depressione economica e calo demografico.  Accanto alla forte contrazione delle attività produttive e commerciali, la produzione artistica continua però soprattutto con la promozione da parte delle autorità ecclesiastiche in base ai dettati della Controriforma. nel corso del XVII secolo si assiste nel territorio ad una nuova fioritura artistica in cui  notevole importanza ha avuto lo stile barocco, sia nell'architettura che nella decorazione, pittorica e scultorea.

Sette e Ottocento sono rappresentati da interventi nell'urbanistica e nell'edilizia civile  che ha saputo integrarsi armonicamente alle secolari forme dei numerosi e pittoreschi borghi casentinesi. A questo periodo si assegnano diverse chiese, cappelle e piccoli oratori, nuovi o riedificati su strutture preesistenti, affreschi, sculture e decorazioni in stile rococò.

La pittura casentinese dl '700 ha saputo raggiungere esiti molto alti, specialmente nei primi decenni del secolo, più tardi e verso la fine si manifesta soprattutto con la decorazione pittorica di molti palazzi, come ad esempio a Bibbiena, con la presenza della famiglia di artisti Galli Bibbiena, di fama europea. Inoltre va ricordata l'importanza del collezionismo privato locale, orientato anche verso la pittura veneta fino all'Ottocento.

 

Itinerari artistici casentinesi

 

Indichiamo alcune tappe turistiche dell'area casentinese, ricche di storia e di opere d'arte. Gli itinerari sono esposti brevemente per un'agile consultazione. Sono disponibili anche gli approfondimenti: per accedervi cliccare sui link

 

 Poppi
 

Uno dei maggiori centri del Casentino, in provincia di Arezzo, Poppi è situata su un colle sulla strada statale che da Arezzo conduce al Passo della Consuma. Il Castello dei Conti Guidi domina la vallata ed è visibile da lontano, caratterizzando il paesaggio circostante come punto di riferimento.

La cittadina toscana conserva ancora le sue mura medievali, risalenti al 1261-62, visibili presso la Chiesa di San Fedele, antica costruzione ricca di opere d'arte conservate al suo interno.
Da San Fedele avviandosi verso il centro si possono percorrere i pittoreschi portici della via principale, che in occasioni delle feste si aprono sui fondi e sulle botteghe di abili artigiani che espongono i loro lavori.
Al termine della via porticata si giunge all'Oratorio della Madonna del Morbo, una l'originale costruzione seicentesca di forma poligonale.

Il Castello dei Conti Guidi, risalente al 1274, progettato da Arnolfo di Cambio, è aperto alle visite e offre diverse sale ricche di arredi e affreschi. Tra questi va segnalato il ciclo pittorico della Cappella eseguito da Taddeo Gaddi.

Nei dintorni si trova la Chiesa di Certomondo, eretta nel XIII secolo insieme al convento, per celebrare la vittoria del Ghibellini nella battaglia di Montapetri combattuta contro i Guelfi nel 1260.

Per gli approfondimenti su Poppi clicca qui

 

Camaldoli
 

Un'altra interessante escursione è quella a Camaldoli, dove si trovano il Sacro Eremo, e il Monastero dei Monaci Camaldolesi ricchi di importanti opere d'arte che vanno dall'età medievale al Settecento.

L'Eremo di Camaldoli, fondato da san Romualdo nel 1012, conserva ancora il piccolo nucleo originario, una serie di cellette isolate, costruite a partire dal XVI secolo e la Chiesa barocca, ricca di opere importanti, tra cui una pala in terracotta invetriata dei Della Robbia.
Il Monastero dei Monaci Camaldolesi, risalente al X secolo si è sviluppato nel XV e XVI secolo, corredato da Foresteria, chiostro e Chiesa. Quest'ultima, risalente al Cinquecento, conserva diversi dipinti di Giorgio Vasari e opere di stile barocco.

 

 

Bibbiena
 

Uno dei centri del Casentino, ricco di storie e monumenti importanti, è Bibbiena, caratterizzata dal centro storico rinascimentale. Tra le costruzioni più interessanti è da segnalare Palazzo Dovizi, la cui costruzione risale al XV secolo, in stile rustico toscano, appartenuto al cardinale Bernardo Dovizi, amico di Raffaello.

La chiesa di San Lorenzo, quattrocentesca, conserva al suo interno pregevoli opere dei Della Robbia, celebri ceramisti rinascimentali e un Crocifisso gotico su tavola lignea del XIV secolo.

Il monumento più antico è la Chiesa dei Santi Ippolito e Donato, di origine romanica, del XII secolo e soggetta a trasformazioni secolari. All'interno sono ancora visibili gli affreschi quattrocenteschi e la tavola dipinta da Arcangelo di Cola.

Non lontano da Bibbiena si trova il Santuario di Santa Maria del Sasso, una costruzione rinascimentale sorta sui resti di un edificio più antico. Vi si conservano ancora gli affreschi di Neri di Bicci e una Statua in legno policromo del primo XV. secolo.

 

Stia
 

Tra i più gradevoli centri del Casentino, nota per i suoi famosi tessuti di lana, Stia si distingue per la sua particolare conformazione urbanistica medievale, di forma allungata, sviluppata a "spina" sull'asse rappresentato dal fiume

Il centro si sviluppa su una splendida piazza medievale, circondata da portici, e conclusa dalla fontana.
La Chiesa Parrocchiale del XII secolo conserva ancora le forme romaniche e le colonne monolitiche con i fantastici capitelli intagliati. Diverse opere pittoriche degne di nota, oltre alla Pala di Della Robbia.

 

 

A. Cocchi

 

 


Bibliografia

 

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