Bagno di Romagna. Veduta del centro storico.
Fin dall’ antichità il territorio della Val di Bagno è ricca di storia e di leggende. Fin dall'età romana era conosciuta come località termale e le sue acque curative rientrano nei miti antichi.
Secondo un antica leggenda, S. Agnese, figlia di un governatore sarsinate, condannata a morte dal padre perché cristiana, fu consegnata ad alcuni sicari per ucciderla. Ma questi mossi a compassione, la lasciarono libera abbandonandola sulle montagne dell’Alto Savio con un cagnolino.
Colpita dalla scabbia, si salvò grazie all’aiuto del fido animaletto, che scavando con le sue zampe, trovò una piccola fonte d’acqua prodigiosa, con la quale la santa si bagnò e magicamente guarì.
Un'altra leggenda riporta la memoria di un'altra giovane donna: la Beata Giovanna, vissuta secondo le regole ferree dell’ordine Camaldolese. Anch'essa divenne ben presto insieme ad Agnese una protettrice della località , come di tutta l’Alta Val di Bagno, invocata contro le calamità e le pestilenze.
Sull'Alto Medio Evo, purtroppo mancano testimonianze attendibili, ma ciò di cui si è certi, è che nella fine del Medio Evo siano stati costruiti la Rocca di Corzano, e la Basilica di S. Maria Assunta, in stile romanico. Dell'antico abitato di Corzano si conservano i resti del Castello medievale, un tempo appartenuto ai conti Guidi e il Santuario della Madonna di Corzano, meta di pellegrinaggio.
Quando il potere viene assunto dalla famiglia dei Guidi, con il capostipite Guidoguerra IV, i beni materiali (secondo le leggi ereditarie longobarde) vennero divisi equamente tra i vari membri della casata, ma questo non evitò pesanti e violente liti, che unite agli attacchi degli avversari, in primis di Firenze, diede inizio ad un lento e tragico declino.
Tra i vari scontri è da ricordare quello di Montaperti nel 1260 tra Guido Novello (discendente dei Guidi) e una lega guelfa che comprendeva oltre a Firenze anche città come Bologna, Prato, Lucca. Guido Novello riuscì a sopraffare la parte guelfa della città fiorentina, ma, nonostante la vittoria, non riuscì ad assoggettare completamente la sua avversaria, perché incontrò l’opposizione della famiglia dei Farinata degli Uberti (citati nella Divina Commedia), e per accontentare la sua brama di potere venne nominato Podestà di Firenze. Per questo motivo non venne mai ricordato dai romagnoli come di “Bagno”, solo il suo successore instaurò nella cittadina tosco romagnola una forte presenza dei conti Guidi, anche se era un territorio già sottoposto alla loro autorità .
Durante tale periodo risale anche l’incantevole costruzione del Palazzo dei Guidi, divenuto poi sede dei Capitani e dei Gonfalonieri, i cui stemmi furono murati sulla facciata centrale dell’edificio.
Il dominio dei Guidi termina nel 1406 quando la signoria di Bagno venne affidata a Giovanni Gambacorta. Proprio lui rese ancora più forti le mura della stessa città e della Rocca di Corzano, situata presso il vicino paese di S. Piero in Bagno.
I Gambacorti si prodigarono anche in un’altra importante opera di restaurazione e costruzione. Si tratta della cosiddetta Roccaccia, una robusta costruzione quadrangolare eretta su uno sperone roccioso a strapiombo sul fiume Savio. Una porta d'ingresso con un arco bugnato e uno stemma al vertice non lasciano nessun dubbio sui costruttori.
Ciò indica la difficoltà e il periodo inquieto di quegli anni per la Val di Bagno, infatti dopo i vari tentativi dei milanesi Visconti d’impossessarsi delle varie località romagnole, si ricorda anche l’intervento contenitivo sia dei fiorentini sia dei veneziani e soprattutto del Papa di Roma.
Tuttavia il dominio dei Gambacorti finì ben presto, poiché furono cacciati e il territorio passò nelle mani dei fiorentini, istituendo così il cosiddetto Capitanato della Val di Bagno, tra cui proprio la famosa Rocca di Corzano.
Ormai i Medici si stanno avvicinando alla ribalta della scena italiana, così inizia per Bagno di Romagna e territori limitrofi, un interessante periodo nel quale, le istituzioni politiche e la pace offrirono un costante progresso per le popolazioni valligiane.
Interprete della legge è il Capitano, uomo d’onore scelto tra i cadetti delle famiglie fiorentine, che restava in carica per 6 mesi. In campo giuridico, tale personaggio è fondamentale, infatti nessuno poteva essere sottoposto più a tortura se non dopo l’autorizzazione dei Medici, un esempio fondamentale dell’innovazione portata da Federico e la sua famiglia.
La fama di queste terre si diffuse a tal punto da richiamare nel 1498 per le varie cure termali persino Giovanni de’ Medici, marito di Caterina Sforza e padre di Giovanni dalle Bande Nere, famoso condottiero.
L’occupazione fiorentina portò anche un notevole sviluppo in campo artistico e culturale, per esempio furono notevoli le testimonianze che si possono tuttora ammirare nell’affascinante Basilica di Santa Maria Assunta a Bagno di Romagna, come la bellissima Natività attribuita alla famosissima scuola de Il Ghirlandaio, e il prezioso Trittico di Neri di Bicci.
Intorno al 1555 fu fondato proprio dai fiorentini il borgo mercantile di San Piero in Bagno, mentre il Castello di Corzano che domina la vallata venne abbandonato dopo essere stato distrutto e incendiato. Proprio la nuova città si trovò in contrasto con l’antico capoluogo bagnese, infatti la prima acquistò un maggior peso economico e demografico, tuttora questo fenomeno di “campanilismo” è visibile.
Gli anni passano, ma il fascino di questi paesi sperduti tra l’Appennino Tosco-romagnolo, rimarrà sempre immutato.
C. Spighi, S. Fabbri Della Faggiola
Bibliografia
Giulio Fallani, Appennino romagnolo, edizioni Multigraphic, Il laboratorio, 1990, Firenze
- Francesco Santucci, Storia della Val di Bagno, editore Il ponte vecchio, 1999, Cesena
- M.A.Lippi Mazzi, Corzano tra storia e leggenda, stabilimento topografico dei comuni, 1976, Santa Sofia
- Don Giovanni Vecci, Corzano e l’Alta valle del Savio, edizione fuori commercio, 1991, Sarsina
- Alfredo Bellandi, Roberto Greggi, Giuliano Marcuccino, Corzano: dal castello al santuario, editore centro di studi storici Bagno di Romagna e San Piero in Bagno, 1996, Cesena
- Pier Giovanni Fabbri, La Val di Bagno in età medievale e moderna, edizioni centro studi storici Bagno di Romagna, 1991, Forlì
-, Rocche e castelli di Romagna, edizioni Alfa, 1971, Bologna