Cavallo. Pittura rupestre paleolitica. Grotta di Lascaux. Francia
Primo periodo dell'età della pietra, il Paleolitico è l'età dei popoli cacciatori e raccoglitori di frutti spontanei. Gli uomini del Paleolitico vivevano nelle grotte a impararono fin da tempi antichissimi a lavorare la pietra, l'osso, l'avorio, le pelli, il legno e tutti i materiali vegetali, per farne attrezzi e utensili. Ma i loro strumenti, seppure rudimentali, furono utilizzati anche per produrre le prime opere d'arte. Il gusto per l'ornamento e il senso del bello si manifesta in vari modi già nelle prime forme di gruppi umani, molto prima della comparsa dei Sapiens.
La lavorazione della pietra rappresenta la principale produzione di questo periodo e dà nome al Paleolitico. La maggior parte dei reperti risalenti al Paleolitico ritrovati dall'archeologia sono manufatti in pietra lavorata.
Il Paleolitico è un periodo lunghissimo, copre circa 640.000 anni. Per comodità di studio è stato diviso in tre sottoperiodi:
Durante tutto questo periodo sono avvenuti grandi cambiamenti geologici e climatici e si succedono diverse specie umane fino a quella Sapiens. Si sono alternati periodi molto freddi, con le glaciazioni, e periodi molto caldi. L'ultima glaciazione, quella di Wurm, risale al Paleolitico superiore, quando ai gruppi umani di Neanderthal si affiancano altri, tra cui i Sapiens, l'unico gruppo che ha superato l'estinzione.
Secondo l'odierna antropologia, le prime tracce comunicativo-espressive dell'uomo sono già presenti molto prima della comparsa dell'Homo Sapiens, (quello che scoprì il fuoco ed elaborò le prime forme di linguaggio) poichè sono già evidenti nell'Homo di Neanderthal, nell'Homo Erectus, e persino nell'Homo Abilis, cioè oltre due milioni di anni fa, quando la specie umana è ancora molto vicino a quella della scimmia. Si tratta dei chopper, manufatti rudimentali in pietra scheggiata realizzati mediante percussione tra due pietre. A quell'epoca remotissima risalgono però anche i primi oggetti con valore estetico, come gli ornamenti personali e le prime forme di abbigliamento ottenute con la lavorazione delle pelli mediante i chopper e l'uso di piume, conchiglie e ossi per ottenere copricapi, collane e ciondoli.
I chopper più antichi risalgono al Paleolitico inferiore, sono oggetti che presentano una lavorazione ancora sommaria, ma nella quale esiste già la ricerca di una forma coerente, non casuale. I primi chopper servirono per tutti gli usi: come armi per la caccia e come attrezzi per tagliare, percuotere, schiacciare e scuioare. Poi i chopper si evolsero, passarono dalle prime forme rudimentali a quelli in cui alla percussione semplice si aggiunge la scheggiatura. I manufatti in pietra ottenuti con la lavorazione mediante i chopper risultarono migliori, più funzionali e precisi, fino ad arrivare all'amigdala, oggetto caratteristico del Paleolitico superiore.
Le amigdale erano pietre scheggiate con forma a mandorla che si perfezionò fino a diventare perfettamente simmetrica e con i bordi sottilissimi e taglienti. Presentano una lavorazione molto raffinata rispetto ai primi chopper.
In questo periodo continua la produzione dei manufatti in pietra e si passa dai primi chopper a forme un po' più regolari con oggetti intermedi tra il chopper e l'amigdala.
Al Paleolitico medio risalgono le prime sepolture, ciò indica che esiste già una forma di spiritualità e religiosità. Nelle tombe del paleolitico medio sono stati ritrovati i primi esempi di corredo funebre. Sono oggetti della vita quotidiana e monili che venivano riposti accanto al defunto. Dai reperti trovati si è visto che questi popoli non avevano ancora imparato a conciare le pelli per coprirsi, ma avevano l'abitudine di ornarsi con monili, tipo: collane, orecchini, bracciali. Sapevano anche dipingersi il corpo con degli stampi di legno, o di osso o pietra.
I corredi funerari si evolsero fino a quelli del Paleolitico superiore in cui compaiono anche offerte rituali. Questo ci fa capire che esistevano già dei riti funebri e una forma religiosa già condivisa e definita almeno all'interno dei clan famigliari.
Nel Paleolitico superiore vengono realizzati un’ampia varietà di strumenti in pietra, come grattatoi, raschiatoi e punte, oltre all'amigdala, che rggiunse forme sempre più perfette.
Ma è a questo periodo che risalgono le prime forme di arte figurativa, come la pittura e la scultura. In questo momento che i manufatti presentano valori estetici come la simmetria, le proporzioni e la ricerca di mimési. Si manifesta quindi già una concezione articolata di geometria, intesa sia come proprietà delle forme, sia come rapporti tra le parti e calcolo dimensionale.
Nella produzione artistica del Paleolitico superiore troviamo due grandi categorie di oggetti artistici:
Gli artisti del Paleolitico svilupparono tecniche diverse e complesse che testimoniano la conoscenza dei materiali, la consapevolezza nell'uso degli strumenti, fasi e modalità esecutive per ottenere deteminati risultati. Oltre all'incisione, al rilievo e alla scultura, si sviluppano le tecniche pittoriche e la modellazione dell'argilla. Procede anche la perizia nella realizzazione dei monili e degli ornamenti personali. Si raffina la conciatura e la lavorazione delle pelli e si elaborano diversi capi d'abbigliamentom e accessori.
Gli studiosi hanno inoltre potuto analizzare anche diverse fasi stilistiche.
Per la scelta dei soggetti, cioè i temi delle rappresentazioni, l'arte paleolitica si limita alla rappresentazione di due soggetti principali:
Gli animali rappresentano il principale mezzo di sostentamento dell'uomo preistorico ma sono anche oggetto di osservazione e di conoscenza sulle caratteristiche, sulle forme e sui comportamenti. Questi aspetti, che sono anche la prima forma di conoscenza scientifica e quindi di una cultura naturalistica, si manifestano nelle opere. Gli animali sono i protagonisti sia nelle pitture rupestri, sia in scultura: nei rilievi parietali e in piccole sculture in pietra, osso, avorio o nei monili. Forse gli animali erano legati anche a qualche forma religiosa o comunque erano considerati anche per le loro qualità e caratteristiche (ad es. forza, coraggio, velocità, ecc..)
La figura femminile, in realtà non rappresenta una “donna”, un individuo particolare o un essere umano, ma il concetto astratto della maternità e l'idea della dea madre. Le numerose statuette femminili ritrovate dall'archeologia corrispondono quindi ad una prima forma di religiosità. Sia dalle caratteristiche che dalle dimensioni ridotte si deduce che questi oggetti erano considerati importanti, da portare sempre appresso, appesi a un cordoncino o posti presso il focolare. Probabilmente si trattava di idoli a cui venivano attribuiti poteri protettivi. Sono le cosiddette “veneri” preistoriche e sono state ritrovate nei luoghi abitativi (grotte in cui sono state rilevate tracce di vita domestica), nei luoghi sacri (caverne dipinte in cui sono presenti anche oggetti rituali) e nelle tombe, insieme ad altri oggetti del corredo funebre.
La tradizione delle veneri proseguì ancora per molto tempo, giungendo fino alle prime civiltà. Nel Neolitico, con la comparsa dell'agricoltura, queste statuette venivano conficcate nel terreno da coltivare per proteggere il raccolto.
Fin dalle sue prime forme, l'arte preistorica si è manifestata con diverse tecniche, articolate in modalità diverse che rivelano una continua spinta alla sperimentazione e alla ricerca espressiva. Una prima suddivisione delle tecniche artistiche primitive è quella tra arte mobiliare a arte parietale, ma all'interno di queste macro-categorie si possono già individuare diversi procedimenti.
Infatti, sia sulle pareti delle grotte, sia su piccoli oggetti, durante il Paleolitico sono state applicate le tecniche:
Diversi ritrovamenti hanno riportato alla luce importanti esempi di arte rupestre, con cicli pittorici eseguiti sulle pareti rocciose in diverse parti del mondo. Accanto alle pitture si aggiungono anche le incisioni, eseguite con schegge di pietra appuntite con cui sono stati tracciati segni e figurazioni. In alcuni casi però sono state eseguite anche delle sculture: le pareti delle grotte sono state scolpite figure di animali a rilievo.
Nell'arte mobiliare, le opere prieistoriche più famose sono le piccole statuette femminili chiamate Veneri, realizzate con la scultura a tutto tondo su frammenti di selce o di osso. Gli stessi materiali però sono stati anche utilizzati per orttenere delle decorazioni a incisione. Inoltre non mancano esempi di arte mobiliare decorati con la pittura: i più frequenti sono i ciottoli dipinti, con segni e figure di animali, ritrovati solitamente nelle tombe.
Nell'arte mobiliare, oltre a queste tecniche si aggiungono altre pratiche artistiche, come la gioielleria, con la realizzazione dei monili in pietra, osso e conchiglie e la moda, con il confezionamento di capi d'abbigliamento, copricapi e accessori in pelle e piume.
In entrambi i casi la scultura veniva realizzata attraverso tre fasi principali:
La sbozzatura consiste nel colpire la pietra con un chopper o un sasso per togliere il materiale in eccesso
La scheggiatura consiste nel colpire l'oggetto già sbozzato facendo uscire delle schegge in modo da ottenere una forma approssimativa
La levigatura consiste nello sfregamento dell'oggetto con un'altra pietra in modo da togliere gli spigoli e ottenere superfici arrotondate e modulazioni.
Esisteva anche la modellazione: l'argilla cruda veniva modellata per ottenere soprattutto recipienti, per conservare bacche, frutti, ecc. ma non si trattava ancora manufatti artistici.
I materiali di base per le decorazioni pittoriche erano i pigmenti, ottenuti da terre e dalla macinazione di minerali mescolate con acqua, oppure sostanze coloranti ricavate da bacche e vegetali.
Gli strumenti della pittura paleolitica vanno dai bastoncini bruciacchiati, ai tamponi di pelle di animali, ai pennelli fatti di fibre, piume o peli di animali, alle cannucce per spruzzare il colore, alle dita.
Per eseguire il disegno, i contorni di una figura venivano tracciati con le dita sporcate con un pigmento, con un bastoncino briuciacchiato o una pietra friabile (come tufo, gesso, o altro) sfregato sulla superficie. La campitura pittorica, cioè il riempimento della forma dentro ai contorni si poteva eseguire a secco, con il tampone sporcato di colore o stendendo il colore diluito in acqua con i pennelli.
Se il colore era molto diluito si poteva dipingere a spruzzo: servendosi di cannucce si soffiava il colore per ottenere un “effetto nebbia” o realizzare immagini in negativo.
Durante il Paleolitico l'uomo era nomade poichè viveva di caccia, pesca e raccolta di frutti spontanei, si spostava continuamente alla ricerca del cibo e per ripararsi si rifugiava nelle grotte o caverne naturali. Tuttavia, già a quel tempo all'interno delle grotte sono avvenuti i primi interventi di modificazione dell'ambiente: pitture, incisioni, smussature delle pareti, qualche traccia di scavo nella roccia, oggetti portati, ecc.
Ingresso di grotta preistorica
Poiché non esistevano edifici realizzati dall'uomo, non si può ancora parlare di architettura vera e propria. Però già in questo periodo l'uomo impara a costruire: si serve di rami, canne, paglia e altri materiali vegetali per creare le prime costruzioni: sono le impalcature che venivano utilizzate nelle caverne per dipingere i soffitti o le parti più alte delle pareti rocciose. Anche se i reperti in legno provenienti dal Paleolitico sono molto rari, a causa della deperibilità del materiale, esistono le tracce di ponteggi e soppalchi. Nelle regioni nordiche della tundra e della steppa (Russia, Scandinavia) sono state trovate alcune caverne con dentro buche di pali che erano i sostegni di quei primi ripiani.
La tecnica di costruzione delle impalcature è stata la premessa fondamentale per quella che sarà poi l'architettura. E' infatti basata su un sistema strutturale, composto da elementi portanti verticali (i pali) ed elementi portati (i piani orizzontali formati da rami intrecciati o legati insieme). Da questo sistema di elementi verticali portanti e orizzontali portati deriva tutta la storia dell'architettura.
Grotta di Lascaux (Francia) Soffitto a volta dipinto
In alcune aree, come per esempio in Ucraina, durante il Paleolitico superiore esistevano già le prime capanne e un'organizzazione in villaggi, che in altre zone compariranno più tardi, nel Mesolitico o addirittura nel Neolitico.
Per quanto riguarda l'arredamento, rarissimi reperti trovati in Francia, in Moravia e in Russia, testimoniano che venivano usate fibre vegetali tratte dalla corteccia di piante come l'ontano o il tasso o anche erbe come l'ortica o l'asclepias per realizzare corde. Con queste venivano creati dei graticci utilizzati come stuoie, recipienti (tipo cesti), o accessori d'abbigliamento (es: cinture e cinghie per borse e indumenti).
Esistono anche le testimonianze di un primitivo sistema di illuminazione artificiale. Diverse tracce di legni bruciati trovati in alto sulle pareti della Grotta di Lascaux, in Francia, indicano l'utilizzo di torce che servivano ad illuminare l'interno e il soffitto.
A. Cocchi
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G. Anceschi Monogrammi e figure La Casa Usher, Milano 1981
M. Cordaro, L. Ficacci Le tecniche della pittura in età preistorica in Art e Dosier n. 16, Editrice Giunti, Firenze 1987
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S. Bersi, P. Bersi, C. Ricci Educazione artistica Zanichelli editore, Bologna 1992
F. Negri Arnoldi Storia dell'arte Gruppo editoriale Fabbri, vol. I
F. Negri Arnoldi Guida alla Storia dell'arte Sansoni editore, Milano 2004 vol. I
R. Gianadda Alle origini dell'arte. Preistoria e storia. in: AAVV. la Storia dell'Arte. Vol 1 Le prime civiltà. Mondadori Electa. Gruppo editoriale l'Espresso, Milano 2006
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AA.VV. Le più antiche tracce dell'uomo nel territorio forlivese e faentino. Comune di Forlì 1987
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