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Terrazza sul mare a Sainte-Adresse

La Terrazza sul mare a Sainte Adresse del Metropolitan di New York è stata dipinta da Monet nel 1867. àˆ un quadro tutto composto con tanti piccoli tocchi di colore accostati e pieno di note accese, squillanti. Monet vuole rendere l'effetto visivo del colore che si esalta sotto la luce del sole, quindi cerca di portare ogni colore al massimo grado di luminosità .
Per ottenere questo effetto cambia anche la sua tecnica. Usa due processi pittorici contemporaneamente.
Il primo riguarda la scelta dei singoli colori. il colore è più luminoso quando non contiene grigio ed è più essenziale. Perciò usa colori puri, assoluti.
Il secondo è nella combinazione dei toni cromatici. Ci sono abbinamenti che valorizzano la luminosità  dei colori, come i contrasti, altri che la spengono, o che creano delle somiglianze come nella pittura tonale. Monet usa i contrasti, soprattutto i contrasti dei complementari, ma anche i contrasti caldo-freddo e quelli di luminosità  (ottenuti accostando una tinta molto chiara a una scura).
àˆ un processo che porta ad eliminare tutte le tinte spente, terrose, opache, i colori misti, ma anche le gradazioni e i passaggi intermedi.
Questa ricerca attenta, scientifica dei rapporti luce-colore-percezione visiva, è alla base della pittura impressionista.

Monet inizia anche a dividere le pennellate. Lo vediamo nei dettagli.
Nell'ombrello color avorio in primo piano gli spicchi sono zone compatte a campitura uniforme: le pennellate sono tutte unite.
Il vestito della signora in primo piano nella parte a sinistra, illuminata dal sole, ha perso quell'unità . La superficie si spezza e le pennellate si distinguono e seguono ognuna la sua direzione.
Nel vestito della signora vicino al parapetto il processo è andato ancora più avanti: ogni tratto di superficie corrisponde a una singola pennellata.
Sul mare le striature si accorciano, diventano delle virgole. Finchè si arriva a tutto il lavoro di tocchi, in punta di pennello, dei fiori e delle piante. àˆ tutto un effetto di disgregazione dell'unità  in tanti elementi singoli, sempre più minuti.
Eppure nel quadro, l'immagine non si disperde, tutto rimane ben strutturato e tenuto insieme dalla composizione geometrica, basata sulle linee ortogonali visibili nell'orizzonte, nella balaustra, e nelle aste delle bandiere e nelle linee oblique delle aiuole.

A. Cocchi


Bibliografia e sitografia:

L. Rossi Bortolatto. L'opera completa di Claude Monet. Classici Dell'arte Rizzoli, Milano, 1966
G. G. Lemaire. Monet. Dossier Art. Giunti, Firenze 1990
G. Cricco, F.P. Di Teodoro Itinerario nell'arte vol. 3 Dall'età  dei lumi ai nostri giorni Zanichelli, Bologna 1996
G.C. Argan L'Arte Moderna 1770/1970 Sansoni, Firenze 1980
AAVV La nuova enciclopedia dell'arte Garzanti 1986
G. Dorfles, F. Laurocci, A. Vettese. Storia del'arte. L'Ottocento. Vol. 3. Istituto Italiano Edizioni Atlas, Bergamo 2005

 

 
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