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Profeti per il Campanile di Giotto

A partire dal 1416 Donatello realizza, per l'Arte della Lana, quattro o più statue di marmo a grandezza naturale, di Profeti del Vecchio Testamento. Le statue dovevano essere collocate in apposite nicchie sul Campanile di Giotto.

 


Le nicchie con le statue dei Profeti di Donatello sul Campanile di Giotto.



Le copie che ora li sostituiscono (gli originali sono conservati nel Museo dell'Opera del Duomo) si trovano a venti metri dal suolo.
II problema dell'autore era far discernere le sue figure da quella distanza. Egli voleva che i loro gesti fossero nitidi e le loro facce ben visibili anche nelle espressioni.

 

Donatello. Geremia. 1416-20. Marmo. Firenze, Museo dell'Opera del Duomo. Marmo

 

Per questo Donatello elabora una forma estremamente espressiva nella sua evidenza, alla ricerca di varietà e dinamismo plastico, in modo anche aggressivo. La sua soluzione diventa quindi antitetica rispetto alle cadenze ritmiche, alle eleganze lineari e aggraziate dell'arte gotica.

 


I quattro Profeti di Donatello


Il suo stile si muove verso un realismo potente e drammatico, specialmente nei volti raggrinziti e inspidi, fortemente caratterizzati nelle espressioni cariche di pathos. Donatello, rifiutando l'idealizzazione, sceglie i suoi modelli da tipi umani tutt'altro che "nobili" o di bellezza raffinata, ma con fisionomie e tratti volutamente ordinari.

 

Donatello. Profeta. 1416-20. Marmo. Firenze, Museo dell'Opera del Duomo. Marmo

 

La vera bellezza delle sue figure sta nella grandezza dell'anima e nella vita delle emozioni. L'artista fa emergere la tensione nervosa, espressa, oltre che dai visi, dai corpi sofferenti, dagli arti rigidamente angolati, dalle grosse e rozze mani che s'insinuano tra i panneggi anch'essi mossi, quasi animati di vita propria.

 

Donatello. Profeta con cartiglio. Dett. 1416-20. Marmo. Firenze, Museo dell'Opera del Duomo. Marmo

 

Donatello. Geremia. Dett. 1416-20. Marmo. Firenze, Museo dell'Opera del Duomo. Marmo

 

 

Grande attenzione e sensibilità ripone l'artista nel ritrarre le emozioni umane al loro stadio più elementare e universale. Donatello creava i suoi tipi vigorosi e scarni, osservando i suoi conterranei toscani, sia che fossero  patrizi o soldati, uomini di chiesa o mercanti, artigiani o contadini.
La nobilitazione delle figure  avviene attraverso la comprensione profonda delle sofferenze e aspirazioni umane. La ricerca espressiva di Donatello rappresenta quindi una assoluta novità di questi volti, così modellati e caratterizzati che sono del tutto privi di precedenti, anche rispetto alla ritrattistica romana, in cui le espressioni sono molto più contenute secondo un ideale di "decoro".

A. Cocchi


 

Bibliografia e sitografia

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Approfondimenti
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