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Annunciazione di Santa Croce

L'Annunciazione di Donatello, commissionata dalla famiglia Cavalcanti, risale al 1435 circa, ed è inserita in un'edicola in pietra serena che si trova incassata nella parete della navata meridionale della Basilica di Santa Croce  a Firenze.
Non si trova più nel suo contesto originale, poichè questo andò perduto in occasione della trasformazione della chiesa effettuata da Giorgio Vasari nel 1566.
La scena scolpita da Donatello a grandezza naturale era affiancata, nella parete disposta ad angolo, dall'affresco con i Santi Giovanni Battista e Francesco dipinti anch'essi a grandezza naturale da Domenico Veneziano. Il dipinto, staccato, oggi è conservato nel Museo di Santa Croce a Firenze.
Le due opere formavano un'entità unica in cui le due rappresentazioni erano concepite in rapporto reciproco.
La modanatura dipinta dell'affresco si trovava allo stesso livello di quella scolpita e i santi di Domenico presentano una prospettiva dal basso e dal momento che il lato sinistro è visibile mentre quello destro è nascosto, la composizione è stata costruita secondo un  il cui punto di vista diagonale e leggermente ribassato, in corrispondenza al rilievo donatelliano. Inoltre il San Giovanni sembra indicare l'Annunciazione con la mano abbassata e l'inclinazione della testa, mentre il San Francesco in preghiera sembra meditare su quell'episodio sacro.

L'Annunciazione di Donatello si presenta quasi come una scena teatrale, una rappresentazione sacra in cui la profondità limitata dello spazio ricorda quella diun palcoscenico. Simili a degli attori, i personaggi sono scolpiti ad altorilievo e a grandezza naturale, entrano ed escono di scena, come si può notare dall'avanzare dell'angelo, con le ali tagliate fuori e dal ritrarsi della Madonna verso destra.
 
Il forte pathos dell'opera deriva dallo studio della complessa situazione emotiva che Donatello interpreta con raffinata sensibilità. Particolarmente efficace è il gioco di guardi, gesti e atteggiamenti dei personaggi, che trasmette in maniera diretta l'intreccio delle emozioni.
Lo scatto istintivo della Vergine che si alza, pronta a fuggire via, è reso dal particolare del mantello appoggiato sul sedile accanto alla figura in piedi, la posizione delle gambe indica la tendenza a muoversi verso destra. Poi il corpo della figura subisce una torsione, si inarca e segue la rotazione del busto e della testa verso sinistra, volgendosi verso l'angelo, come se la Madonna si fermasse improvvisamente.

 


Donatello. Annunciazione. Rilievo in pietra serena e dorature.
1435 ca.Dett.della Madonna. Firenze, Santa Croce.


Nella Madonna, l'atteggiamento di ascolto e accettazione della volontà divina è suggerito dall'espressione intensa e concentrata, piena di stupore, in contrasto con l'atteggiamento del corpo e il nervosismo delle gambe.
L'attenzione ai sentimenti e ai valori emozionali si riscontra anche nella figura dell'angelo, inginocchiato umilmente, con gesti contenuti e un'espressione molto dolce, come se fosse dispiaciuto di aver spaventato Maria.

I modelli da cui Donatello trae ispirazione per le fisionomie dei suoi personaggi sono soprattutto quelli idealizzati dell'antichità ma accanto al senso di grandezza spirituale e serenità classiche si affianca anche una particolare dolcezza sentimentale, un tono delicato e pieno di grazia che sembrano un'evoluzione di valori gotici.
Pienamente rinascimentali sono il senso di equilibrio, l'accento sulla dimensione unama, la profonda analisi psicologica, l'eleganza austera e il repertorio decorativo classico della decorazione. Lo sfondo è infatti ornato finemente con motivi dorati riferiti alle sculture rodie ritrovate in quegli anni e dimostrano l'interesse archeologico dell'artista. 

A. Cocchi

 


 

Bibliografia

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