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Opere in rilievo schiacciato di Donatello

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Nella tecnica del Rilievo schiacciato, da lui stesso inventata (detta anche "stiacciato"), Donatello ha realizzato parecchie opere, un certo numero delle quali sono disperse in vari musei del mondo. In alcuni casi si tratta di lavori compiuti, in altri invece si tratta di parti di monumenti più ampi e complessi.
Fanno parte di questo gruppo il celebre rilievo del San Giorgio e il Drago, che ornava il basamento della statua di San Giorgio eseguita per la nicchia di Orsanmichele; il gruppo delle lastre sul tema della Madonna col Bambino del decennio 1422-32, ma anche le due versioni del Convito di Erode, e parti di monumenti realizzati in collaborazione con Melozzo come l'Ascensione di Cristo e consegna delle chiavi a San Pietro, l'Assunzione di Maria e i putti del Pergamo di Prato.
In forma più evoluta rispetto ai lavori giovanili, vanno considerati anche i rilievi per l'Altare di Sant'Antonio a Padova e quelli dei Pulpiti di San Lorenzo a Firenze, ultimo lavoro del maestro.

La tecnica dello schiacciato donatelliano rappresenta un modello per la scultura a rilievo ed è un punto di riferimento fondamentale per tutta la la medaglistica rinascimentale. Infatti questo tipo di lavorazione è particolarmente funzionale alla resa prospettica  e a ogni tipo di effetto spaziale e plastico realizzati su spessori minimi.

Il primo esempio conosciuto eseguito da Donatello con questa tecnica è il San Giorgio e il drago del 1420, un'opera che fa ancora parte del periodo giovanile ma rappresenta già uno dei più noti capolavori dello scultore fiorentino. In questo caso, insieme alla tecnica, l'artista sembra sperimentare anche la prospettiva, probabilmente appresa dall'amico Brunelleschi. 

Esiti particolarmente poetici sono stati raggiunti dallo scultore nelle diverse versioni delle sue Madonne col Bambino in cui propone dolcissime immagini di maternità in cui la raffinata analisi psicologica riesce a rendere un misto di sentimenti tra il legame affettivo e il presagio della perdita.
Il Convito di Erode è un tema che Donatello ripropone due volte con il rilievo schiacciato: la versione più celebre è il Convito di Erode in bronzo dorato del Battistero di Siena l'altra è il  Festino di Erode del Museo di Belle Arti di Lille, una versione in marmo che rappresenta uno dei più studiati esercizi prospettici di Donatello.

 

Festino di Erode (Lille)

 

Nella città francese di Lille, presso il Museo delle Belle Arti, è conservata una versione in marmo del Festino di Erode, molto diversa dalla più celebre opera in bronzo dorato del Battisteso di Siena.
In questo caso la scena evangelica è interpretata in chiave spettacolare, sviluppata in un'ampia e dettagliata prospettiva. Lo spazio si apre quasi come una scena teatrale, si sviluppa in profondità con una variazione continua di piani orizzontali in cui sono disseminati numerosi oggetti, strutture architettoniche e personaggi. In un virtuoso esercizio di prospettiva, Donatello ricostruisce una Roma antica vista come un luogo immaginario e spettacolare, ricco di monumenti, palazzi, gradinate, balaustre. La resa scenografica e spaziale assorbe l'attenzione dell'artista, e i personaggi sembrano secondari rispetto all'ambiente.

 

A. Cocchi

 


 

Bibliografia

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