Il San Giovanni Battista della chiesa veneziana di Santa Maria Gloriosa dei Frari di Donatello è un'opera della quale, in mancanza di testimonianze sicure, non è ancora chiara la committenza. Rimangono anche delle perplessità sulla datazione, perchè, secondo alcuni studiosi, la data 1438 ritrovata sulla base della statua nel corso di un restauro, non trova riscontri nè in una documentazione nè in un confronto stilistico con opere coeve realizzate da Donatello, come il David di bronzo e l'Attys.
Secondo alcuni esperti il committente dell'opera potrebbe essere Cosimo de' Medici che avrebbe fatto dono alla città che lo aveva ospitato durante il suo esilio da Firenze. Altri ritengono che sia stata richiesta dalla Confraternita fiorentina di San Giovanni per la cappella dedicata al santo - protettore di Firenze - nella chiesa veneziana.
Riguardoal periodo di esecuzione, c'è chi ritiene che si tratti di un'opera giovanile, eseguita nel 1438 o intorno a quegli anni e chi invece propende per considerarla un'opera della maturità.
Il legno per la realizzazione della statua è stato scelto probabilmente anche per la sua elasticità e leggerezza, che avrebbero facilitato il trasporto a Venezia. Ad ogni modo si tratta di un'immagine molto drammatica che dimostra la capacità dell'artista di adattare la sua tecnica e il suo stile al soggetto.
L'accuratissimo trattamento delle superfici è tutto giocato su continue variazioni di scabrosità che passano dai ciuffi ondulati della pelliccia di cammello, alle pieghe rigide del mantello, al grovigli dei capelli e della barba, alla pelle sottile e tesa della figura molto scarna, in cui emergono ossa, legamenti e vene. La luce che colpisce la statua è continuamente spezzata da brevi ombre, in un ritmo intenso e
senza respiro. Il colore contribuisce alla forte resa realistica e il giallo deciso del mantello porta l'attenzione sul volto scavato del San Giovanni, sulla sua epressione infervorata, colta in un momento del suo annuncio ai fedeli.
A. Cocchi
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