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Maddalena

La Maddalena conservata nel Museo dell'Opera del Duomo di Firenze appartiene all'ultimo decennio di vita di Donatello e nonostante la mancanza di una documentazione precisa, viene collocata intorno al 1456.
L'opera, destinata al Battistero di San Giovanni a Firenze, è intagliata in legno con parecchi dettagli di materiale plasmabile aggiunti sulla sua superficie e poi dipinta. Un restauro eseguito in seguito all'alluvione di Firenze del 1966 ha permesso di riportare alla luce alcune tracce della doratura originaria. Nel lavoro di intaglio del legno parzialmente dorato l'artista ha eseguito un trattamento particolarissimo della superficie per una resa scabra e drammatica.
Nell'esecuzione si nota la grande cura del dettaglio e l'insistenza con cui Donatello ha trattato le superfici facendo emergere i contrasti tra le parti lisce delle braccia e delle gambe e la superficie scabra e vibrante della capigliatura che riveste il corpo.

L'impressionante realismo della figura fa pensare che sia un ritratto studiato direttamente da vero.
In riferimento alla vita ascetica e di penitenza condotta dalla Maddalena il corpo è magro e consunto, il viso è rugoso, con guance incavate, occhi infossati cerchiati da profonde occhiaie. Le labbra semiaperte mostrano la bocca sdentata, la pelle scura e coriacea ricorda quella di una mummia. Donatello offre un'immagine spietata e terribile della vecchiaia, mettendo in evidenza tutti gli aspetti del degrado fisico e accennando alla prossimità della morte. I lunghissimi capelli incolti che coprono la figura quasi come un costume preistorico sottolineano l'aspetto selvatico di una donna che ha rinunciato anche a sè stessa per dedicarsi unicamente alla preghiera.
In contrasto con questi elementi, gli occhi azzurri, i capelli dorati e la struttura delicata del corpo alludono alla bellezza perduta e anche alla vittoria dello spirito sulla materia.

 

A. Cocchi

 
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