Andrea Mantegna

 

Andrea Mantegna. Oculo nella Camera degli sposi. Affresco 1465-74 Mantova, Castello di San Giorgio
Andrea Mantegna. Oculo nella Camera degli sposi. Affresco 1465-74 Mantova, Castello di San Giorgio

 

Uno degli artisti più originali del '400 è Andrea Mantegna. La sua opera accoglie molti aspetti della cultura artistica rinascimentale: una profonda conoscenza dell'antichità classica, uno spettacolare spazio prospettico, la dimensione eroica della figura umana e una complessa e affascinante trama simbolica.

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La carriera artistica di Andrea Mantegna. 

 


Nei suoi sessantasei anni di vita Andrea Mantegna produsse molto e realizzò capolavori come la Pala di san Zeno a Verona, gli spettacolari affreschi della Camera degli Sposi a Mantova, l'impressionante Cristo morto della Pinacoteca di Brera, l'originale Parnaso del Louvre.

Lo stile di Mantegna è inconfondibile: caratterizzato da uno spiccato senso dello spazio, effetti scenografici e monumentali, disegno minuzioso e attento ai particolari, colori accesi e contrastanti. La pittura di questo artista è uno spettacolo affascinante, una vera festa per gli occhi.
 

Pittore e disegnatore eccelso, Mantegna si dedicò anche all'incisione, alla scultura e probabilmente all'architettura, visto che è suo il progetto  della sua casa mantovana presso la chiesa di San Sebastiano. Per Mantegna l'architettura non rappresentava soltanto uno sfondo decorativo, ma era parte integrante dei suoi dipinti. Dalle forme architettoniche rappresentate prospetticamente derivano solidità, struttura, spazio e persino suggestioni metafisiche.

 

 

La formazione di Andrea Mantegna


 


Andrea Mantegna. Presentazione al Tempio. 1455. Dett. con l'autoritratto dell'artista.
Tempera su tavola. cm 68,9 × 86,3. Berlino, Staatliche Museen

 

 

Andrea Mantegna nacque nella famiglia di un artigiano a Isola di Carturo, vicino a Padova, intorno al 1431. dai documenti risulta infatti che Andrea era "d'umilissima stirpe" e Andrea, ancora bambino, lavorava in campagna come guardiano di bestiame. Isola di Carturo era un borgo agricolo fuori Padova che apparteneva al territorio di Vicenza, oggi è chiamato Isola Mantegna.  Probabilmente la sua inclinazione artistica si rivelò presto, poiché il padre Biagio, falegname, presentò il figlio, che aveva circa dieci anni, alla bottega del pittore Francesco Squarcione a Padova. Infatti, dagli antichi documenti, tra gli allievi dello Squarcione risulta anche Andrea come "figlioccio depentore", a partire dal 1442-43. Si trattò di un'esperienza importante per la formazione di Andrea, perché dal maestro, collezionista di statue e rilievi classici, oltre all'apprendimento della tecnica pittorica, ereditò anche l'interesse per l'antichità. Andrea rimase presso lo Squarcione fino al 1448, ma nonostante questo lungo apprendistato il suo stile si è rivelato subito piuttosto diverso da quello del maestro e dagli altri allievi, influenzato piuttosto dai nuovi e importanti stimoli culturali che offriva in quel momento l'ambiente padovano.

 


Andrea Mantegna.  Baccanale con tino. 1475-80. Bulino e puntasecca.
Metropolitan Museum, New York



La formazione di Andrea Mantegna avvenne nel vivace ambiente artistico di Padova, un importante centro culturale, sede della prestigiosa Università, dove fiorivano gli studi classici, di indirizzo filosofico, letterario e filologico. Il giovane artista si appassionò all'arte dell'antica Roma, fino a formarsi una solida cultura archeologica che diventerà una costante delle sue opere successive. Probabilmente Andrea   entrò in contatto con quel particolare movimento artistico chiamato Preumanesimo padovano, una tradizione culturale risalente al XV secolo, sviluppatasi con gli studi sui testi antichi di Lovato Lovati, Albertino Mussato e soprattutto Francesco Petrarca. In seguito si arricchì delle conoscenze archeologiche di Giovanni Dondi. All'interno di molte opere di Mantegna si può vedere come l'artista ha inserito frammenti e architetture di capolavori antichi che rivelano lo studio diretto sui pezzi originali, con ricostruzioni archeologiche di grande esattezza scientifica.

 

 
 
Andrea Mantegna. San Sebastiano. Dett.
Tempera e colla su tela. cm. 257X142. Parigi, Louvre.

 

 

Accanto all'interesse archeologico, è stata altrettanto fondamentale in questi anni di formazione la conoscenza dell'arte toscana e dell'opera di  Brunelleschi, Donatello, Filippo Lippi, Andrea del Castagno e Paolo Uccello. E' da loro che Mantegna derivò il disegno costruttivo, l'impostazione dei volumi, la saldezza delle forme e il tratto sicuro e incisivo, ma soprattutto una costruzione prospettica rigorosa, che venne assimilata molto presto, come si può vedere già nel San Marco di Francoforte, uno dei suoi primi dipinti firmati.

Lasciata la bottega dello Squarcione, 1448 circa il Mantegna iniziò la sua attività indipendente. In quell'anno iniziò anche  una lunga vicenda giudiziaria, riportata dai documenti, in cui Andrea chiese al maestro il pagamento dei lavori eseguiti per lui durante il suo alunnato. Alla fine vedrà riconosciuti i suoi diritti.

  

 

La bottega di Squarcione

 

Philip Galle (1537, Haarlem - 1612, Antwerpen). Bottega del pittore. ca. 1595, Incisione. Amsterdam, Engraving, Rijksprentenkabinet
Philip Galle (1537, Haarlem - 1612, Antwerpen). Bottega del pittore. ca. 1595, Incisione.
Amsterdam, Engraving, Rijksprentenkabinet

 

L'apprendistato presso la bottega di Francesco Squarcione a Padova negli anni tra il 1442 e il 1448, ha rappresentato un'importante base sulla quale Andrea Mantegna ha potuto costruire la sua notevole formazione classica.
Mantenendo l'impostazione artigianale necessaria all'acquisizione di quella pratica di mestiere, l'insegnamento che lo Squarcione offriva ai suoi allievi era comunque orientato alle ricerche più d'avanguardia sul mondo classico. Andrea e gli altri giovani artisti potevano infatti studiare da modelli antichi, calchi in gesso, medaglie e antiche iscrizioni, raccolte con sensibilità dal loro maestro.
Su quelle basi si svilupperanno autonomamente quelle componenti culturali che soprattutto nell'opera di Mantegna raggiungeranno esiti artistici e intellettuali di alto livello.

 

Francesco Squarcione. Polittico de Lazara. 1449-1452. Padova, Museo Civico.
Francesco Squarcione. Polittico de Lazara. 1449-1452. Padova, Museo Civico.

 


L'arte di Mantegna è infatti caratterizzata da una piena assimilazione del mondo classico, dove le forme sono vissute nei significati più profondi. In seguito all'apprendistato giovanile, hanno avuto un forte peso anche la sua amicizia con umanisti e letterati come Felice Feliciano e Giovanni Marcanova. Lo sviluppo formativo di Andrea Mantegna è un'esperienza ricca di conseguenze, tanto che la sua stessa personalità artistica coincide perfettamente alla nuova figura dell'artista rinascimentale, inteso non più soltanto come semplice artigiano, ma come moderno intellettuale. Tale corrispondenza riflette in pieno uno dei più famosi suggerimenti di Leon Battista Alberti nel suo De pictura (1435):
«Pertanto consiglio ciascun pittore molto si faccia familiare ad i poeti, retorici ed altri simili dotti di lettere già che costoro doneranno nuove invenzioni o certo aiuteranno a bello componere sua storia per quali certo acquisteranno in sua pittura molte lode e nome».

 

 

Padova al tempo di Mantegna

 

 

La cultura figurativa dell'area padovana fra il XIV e il XV secolo presenta interessanti aspetti che la distinguono rispetto all'area del nord-Italia.
Il legame con la Francia e la Germania è indicato soprattutto dalla presenza del Gotico Internazionale almeno fino alla metà del '400.
Ma i rapporti con Firenze cominciano ad avere un peso sempre maggiore a partire dai primi del '300, con il fodamentale soggiorno di Giotto e la celeberrima Cappella Scrovegni, da cui deriva una nuova corrente artistica, nota come Giottismo padovano.
Nel '400 il legame con la cultura figurativa di Firenze si rafforza finchè Padova viene a essere pienamente coinvolta nel rinnovamento dell'Umanesimo attraverso l'opera di artisti fiorentini promotori del Rinascimento come Donatello, Paolo Uccello, Andrea del Castagno, Filippo Lippi.
Padova rappresenta inoltre un terreno molto fertile per la cultura rinascimentale, poichè Università di Padova in quel momento è sede di studi classici, nell'indirizzo di filosofia si sta sviluppando un filone di studi aristotelici e in quello di letteratura prevalgono  gli interessi grammaticale e filologico. Secondo una lunga tradizione, l'Università di Padova continuava ad ospitare alcuni tra i maggiori esperti di letteratura latina e greca e di scienza prospettica. La città era teatro di vivaci dibattiti e fermenti culturali che animavano i circoli privati e le scuole istituite nei monasteri.
Nell'età carrarese inoltre  la conoscenza e la passione per l'antichità è testimoniata della collezione medaglistica, soprattutto di età imperiale.

Nel momento in cui si sviluppa la conoscenza archeologica di Mantegna, il giovane artista è sostenuto e incoraggiato da prestigiosi esperti di antichità. Il primo è Felice Feliciano che si dedica al recupero delle testimonianze classiche, l'altro è Giovanni Marcanova, che in quegli anni lavora a una delle più voluminose raccolte di iscrizioni antiche dell'epoca.  Insieme a Mantegna e a Samuele da Tradate, i due studiosi hanno partecipato a un'escursione sul Lago di Garda per cercare e copiare antiche iscrizioni romane. L'esperienza è stata riportata da Feliciano in un codice, ora conservato alla Biblioteca Capitolare di Treviso.

 

 

Donatello. Altare. Madonna e Bambino tra San Francesco e Sant'Antonio. Bronzo. Padova Basilica di Sant'Antonio
Donatello. Altare. Madonna e Bambino tra San Francesco e Sant'Antonio. Bronzo. Padova Basilica di Sant'Antonio

 

 

Il giovane artista, sostenuto da queste amicizie, potè inserirsi nell'ambiente delle relazioni intellettuali della città, queste costituivano la trama di quell'Umanesimo archeologico che facevano di Padova una dei centri d'avanguardia dell'Italia contemporanea.
Gli esordi di Mantegna corrispondono anche ad importanti presenze di artisti fiorentini operanti a Padova e in Veneto.
Anzitutto Donatello in quegli anni era occupato nel grandioso complesso dell'Altare Maggiore nella Basilica del Santo.
Filippo Lippi stava inoltre lavorando alla Cappella del Podestà.
Poco distante, a Venezia, nel 1442 Andrea del Castagno lavorava alla Chiesa di San Zaccaria per eseguire gli affreschi della Cappella di San Tarasio, prima di ritornare a Firenze (1444).
Un'altra figura chiave per il giovane Andrea è però Niccolò Pizzolo, pittore e scultore veneto, che fa da tramite tra i maestri fiorentini e Mantegna, perchè era già stato il collaboratore di Donatello, dapprima a Firenze e poi nella stessa Padova, durante i lavori per la Basilica del Santo, ed aveva aiutato anche Filippo Lippi nella cappella del podestà, per poi passare agli Eremitani, come aiuto di Mantegna.

Ma l'interesse archeologico di Mantegna si sviluppa anche in rapporto con quel ricco filone di studi che ha caratterizzato la città di Padova già prima del Rinascimento, noto come Preumanesimo padovano.

A Padova Andrea stringe amicizia con i Bellini, celebre famiglia di artisti, della quale Mantegna sposerà Nicosia, figlia di Jacopo e sorella di Gentile e Giovanni.
Accanto ai legami affettivi, naturalmente hanno avuto grande importanza per Andrea anche gli scambi artistici. Vanno segnalati innanzitutto i 'Quaderni di Antichità': una raccolta di disegni eseguiti da Jacopo Bellini che deve aver suscitato l'interesse di Mantegna, inoltre gli scambi con Gentile, e in particolare, Giovanni in seguito ai quali si registra un cambiamento nello stile di Mantegna, caratterizzato da un certo "addolcimento" delle forme e dei colori, come viene definito dal Cavalcaselle.

 

 

 

Il preumanesimo padovano

 

La cultura archeologica di Andrea Mantegna discende dal fertile movimento prequattrocentesco che si sviluppa nella città di Padova definito «preumanesimo padovano».
L'interesse per l'antichità è già evidente nel XIII secolo con le ricerche sui testi classici condotte da Levato Lovati (1241-1329) e Albertino Mussato (1261-1329).
Con Francesco Petrarca (1304-1374) lo studio dell'antico viene approfondito mediante un metodo filologico-scientifico, e l'ammirazione per quel mondo passato ed esemplare si intreccia con una chiara coscienza della distanza storica del "mondo classico.
Ma l'affermarsi di un vero e proprio interesse archeologico per l'antichità si deve soprattutto a Giovanni Dondi (1330-1374) e al suo  viaggio a Roma nel 1375. Da questa esperienza il Dondi ci lascia una testimonianaza fondamentale, rappresentata dall'Iter Romanum, in cui i monumenti e le iscrizioni classiche sono analizzate con grande attenzione e le descrizioni sono accompagnate da precise misurazioni. Il lavoro di Dondi, va quindi considerato come una vera anticipazione dell'atteggiamento che sarà proprio degli artisti del Quattrocento, primi fra tutti Brunelleschi, Donatello e Alberti.

 

 

 

 

Il primo periodo di attività

 


Andrea Mantegna. San Marco. 1448-49.
Francoforte, Stadelsches Kunstitut

 


Al 1448 risale la prima opera documentata e firmata di Mantegna. Si tratta della Madonna e santi, una pala d'altare per la chiesa di Santa Sofia a Padova. Il Vasari, primo biografo di Mantegna considera questo dipinto, purtroppo perduto, come un'opera giovanile dell'artista.

Al 1448-49 risale il San Marco ora conservato allo Stadelsches Kunstitut di Francoforte.

Nella Stessa Padova, Mantegna tra il 1449 e il 1454 Mantegna si trovò impegnato negli affreschi della Cappella Ovetari, prima commissione importante dopo la sua uscita dalla bottega dello Squarcione.

 

 
Andrea Mantegna. Storie di San Cristoforo. 1449-1454.
Affresco. Padova Chiesa degli Eremitani, Cappella Ovetari.

 

 

 Sulle pareti della cappella, situata nel transetto destro della Chiesa degli Eremitani, l'artista dipinse le Storie di san Giacomo Maggiore, l'Assunzione della Vergine, i Quattro Dottori della Chiesa,  e i santi Pietro, Paolo e Cristoforo.

 


Andrea Mantegna. Polittico di San Luca. 1453-55.
Tempera su tavola. Milano, Brera.

 

Coevo agli affreschi degli Eremitani è il bellissimo  Polittico di San Luca, destinato al Convento di Santa Giustina, nella stessa Padova.

Di questo stesso periodo è anche il drammatico dipinto dell' Orazione nell'orto, oggi alla National Gallery di Londra. 

Nel maggio del 1449 è documentata la sua presenza a Ferrara, alla corte degli Estensi. Qui ebbe l'occasione di arricchire la sua formazione. Mantegna entrò in contatto con i maestri ferraresi, appartenenti alla sua stessa formazione classica, ma abilissimi nella realizzazione di colori aspri e metallici, nell'uso virtuosistico delle linee di contorno e nella caratterizzazione delle fisionomie dei personaggi, dai volti molto incisivi. Alla corte estense Mantegna conobbe anche l'opera dei pittori fiamminghi, documentati alla corte di Lionello d'Este tra 1449 e 1459.
Tra queste presenze si può ricordare quella di Roger Van Der Weyden, che realizzò per gli appartamenti di Lionello una Deposizione già allora molto ammirata, soprattutto per il pathos della scena.

 

 


Andrea Mantegna. Pala di San Zeno. 1457-60. Verona. Chiesa di San Zeno.

 


Nel 1456 Ludovico Gonzaga invitò Andrea Mantegna presso di lui, per sostituire Pisanello (morto non oltre il 1455) come pittore di corte. Andrea accettò, ma si trasferì a Mantova qualche anno più tardi, poiché aveva appena ricevuto la commissione da Gregorio Correr di dipingere la Pala di San Zeno, per la Basilica Maggiore di San Zeno a Verona, che sarà uno dei capolavori più noti dell'artista. Il dipinto, che rappresenta una delle innovazioni più originali del Quattrocento, conclude il periodo giovanile dell'artista ed è l'ultimo lavoro prima del suo definitivo trasferimento a Mantova, alla corte dei Gonzaga.

 

 

Mantegna e i Bellini

 

A Padova Andrea Mantegna stringe amicizia con i Bellini, celebre famiglia di artisti, della quale Mantegna sposerà Nicolosia, figlia di Jacopo e sorella di Gentile e Giovanni.
Accanto ai legami affettivi, naturalmente hanno avuto grande importanza per Andrea anche gli scambi artistici che sono intercorsi tra il suo lavoro e quello dei Bellini.
Vanno segnalati innanzitutto i 'Quaderni di Antichità': una raccolta di disegni eseguiti da Jacopo Bellini che deve aver suscitato l'interesse di Mantegna, inoltre gli scambi con Gentile, e in particolare, Giovanni in seguito ai quali si registra un cambiamento nello stile di Mantegna, caratterizzato da un certo "addolcimento" delle forme e dei colori, come viene definito dal Cavalcaselle.

 

 

 

Il viaggio a Ferrara

 

Il viaggio a Ferrara, alla corte degli Este, documentato nel 1449, rappresenta un'altra tappa importante nella formazione artistica di Andrea Mantegna
Con i maestri ferraresi Andrea condivide la formazione classica, ma ha anche l'occasione di apprezzare la loro abilità nell'uso virtuosistico della linea e nell'orchestrazione dei colori metallici e accostati in maniera originale. Andrea saprà assimilare anche certe fisionomie di personaggi dai tratti molto segnati ed espressivi. Certamente ha potuto conoscere anche l'arte di Piero della Francesca nelle opere (oggi perdute) da lui lasciate a Ferrara per Borso d'Este intorno al 1448-50. Si tratta degli affreschi eseguiti da Piero per il Palazzo estense e quelli nella chiesa di Sant'Andrea.
Attraverso le raccolte estensi Mantegna ha occasione di conoscere i dipinti dei fiamminghi, che, in base a quanto documentato, furomo ospitati alla corte di Lionello d'Este tra 1449 e 1459.
Tra questi, in particolare spicca la personalità di Rogier Van Der Weyden, che aveva realizzato per gli appartamenti di Lionello un'ammiratissima Deposizione, apprezzata soprattutto per l'interpretazione drammatica della composizione.

 

 

 

Gli studi prospettici

 

Andrea Mantegna. Martirio di San Cristoforo. Affresco. 1448-1456-57. Cappella Ovetari agli Eremitani. Padova.
Andrea Mantegna. Martirio di San Cristoforo. Affresco. 1448-1456-57. Cappella Ovetari agli Eremitani. Padova.

 

 

Si collocano negli anni '50 del '400 alcuni dipinti in cui Andrea Mantegna si dedica allo studio della prospettiva.
In particolare si interessa all'espediente della finestra aperta, e in diversi quadri di questi anni compare  una cornice marmorea, dipinta per ottenere l'effetto di profondità. Tali opere risentono probabilmente dello studio delle regole che Leon Battista Alberti aveva esposto nel suoi trattato sulla pittura. L'esempio più emblematico di questa serie è il cosiddetto San Marco di Francoforte. In questo caso Mantegna sperimenta un illusionismo spaziale ulteriormente accresciuto dal punto di vista ribassato, più basso del piano del "davanzale" della  finestra a cui si affaccia il santo. Questa soluzione mette in  evidenza gli oggetti simbolici appoggiati sul piano inferiore, che assumono una forte volumetria, anche in virtù della prospettiva, sporgendo molto in avanti.
Gli studi prospettici verranno proseguiti anche in dipinti di maggiori dimensioni e di maggiore impegno.
E' il caso della Sant'Eufemia delle gallerie di Capodimonte (1454), quanto del San Giorgio dell'Accademia di Venezia, dell'intensa Presentazione al tempio di Berlino, databile dopo il 1452 e del celebre Polittico di San Luca della Pinacoteca di Brera a Milano.

 

 

L'attività matura a Mantova


 

A partire dal 1460 Mantegna è documentato a Mantova, dove rimase per tutto il resto della sua vita, intervallando la sua permanenza con alcuni viaggi.
Nel 1466 è a Firenze e nel 1467 in Toscana.  Tra il 1486 e il '90 è documentata la sua presenza a Roma, incaricato di dipingere i perduti affreschi della Cappella di Innocenzo VIII, in Vaticano, distrutti nel 1780.
A parte questi brevi spostamenti, Mantegna a Mantova diventò uno dei principali protagonisti della "renovatio urbi" promossa da Ludovico Gonzaga.
Dal 1460 fu impegnato nella decorazione della Cappella del Castello di San Giorgio, che comprende tra le opere più importanti, il Trittico degli Uffizi, il dipinto con la Morte della Vergine del Prado, e la Resurrezione di Londra.

 

 


Andrea Mantegna. Trittico degli Uffizi: Assunzione; Adorazione dei Magi; Circoncisione. 1460-64 Firenze, Uffizi

 

 

Per Ludovico Gonzaga, tra il 1465 e il 1474, realizzò i celebri affreschi della Camera degli Sposi. Alle pareti effigiò i vari personaggi della famiglia ducale riuniti in due importanti gruppi, con un vivace andirivieni di paggi e servitori e dove non mancano neppure i cani preferiti e i cavalli tenuti per le briglie dagli scudieri. Sul soffitto l'effetto a trompe-l'oeil della cupola aperta illusionisticamente da un'incredibile prospettiva dal basso anticipa le soluzioni della pittura di Correggio e del Barocco.

 

 

 
Andrea Mantegna. Affreschi nella Camera degli sposi. 1465-74. Mantova, Palazzo ducale.

 

 

Negli anni tra il 1476 e il '96 Mantegna si occupò anche di architettura, come testimonia la progettazione  e realizzazione della sua casa  a Mantova, un'originale costruzione, ideata con l'apporto dell'insegnamento di Leon battista Alberti e ispirata all'architettura classica.

Dal 1478, alla morte di Ludovico, Mantegna continuò a lavorare per il figlio Francesco Gonzaga, affiancando alla sua attività pittorica quella di progettista per la realizzazione di arredi e arazzi, oltre ad occuparsi di architettura, come sovrintendente di alcuni cantieri edilizi attivi a Mantova. A questo periodo risale anche il San Sebastiano del Louvre, richiesto da Francesco Gonzaga per le nozze della figlia Chiara con Gilbert de Bourbon, conte di Montpensier.
Anche il teatro del palazzo ducale avrebbe dovuto essere affrescato dal pittore veneto, ma non fu mai realizzato. Nei cartoni rimasti, eseguiti a tempera nel decennio tra il 1482 il 1492 vengono rappresentate le nove sezioni dei Trionfi di Cesare, dove si nota una ripresa del gusto classicheggiante, ricco di spunti ripresi dai sarcofagi e dalla scultura antica. Acquistati da Carlo I d'Inghilterra, i cartoni dei Trionfi oggi si trovano presso la Royal Collection di Hampton Court.

Tra le opere della maturità un altro dei suoi celebri dipinti è il Cristo morto della Pinacoteca di Brera a Milano, impressionante riflessione sul tema della caducità della vita e della speranza cristiana, oltre che sintesi virtuosistica della pittura prospettica applicata all'anatomia. L'ultima fase della sua opera è stata dedicata alla decorazione delle stanze di Isabella d'Este nel Palazzo Ducale per la cui decorazione Mantegna realizzò le opere allegoriche del Parnaso e la Virtù che trionfa sul vizio, anch'esse al Louvre.
La vittoria conseguita da Francesco Gonzaga sulle truppe francesi a Fornovo venne celebrata con la magnifica pala della Madonna della Vittoria del Louvre, dipinta da Mantegna nel 1496. L'anno successivo l'artista esegue anche la Madonna Trivulzio per i monaci della Chiesa di Santa Maria in Organo a Verona.

 Mantegna morì a Mantova nel 1506.

 

 

Mantova ai tempi i Mantegna

 

Andrea Mantegna. La corte dei Gonzaga. Dett. 1460. Affresco della Camera degli Sposi. Mantova, Palazzo Ducale.
Andrea Mantegna. La corte dei Gonzaga. Dett. 1460. Affresco della Camera degli Sposi. Mantova, Palazzo Ducale.

 

 

I rapporti di Mantegna con la città di Mantova sono preceduti dalla corrispondenza con Ludovico Gonzaga, documentata a partire dal 1456.
In quell'anno Ludovico Gonzaga aveva recentemente perduto il suo pittore di corte, Pisanello, morto non oltre il 1455, e per sostituirlo invita Andrea Mantegna presso di lui.
Andrea accetta, probabilmente con l'intenzione di trasferirsi a Mantova dopo aver terminato gli affreschi alla Cappella 0vetari. Ma il trasferimento viene ritardato da un altro importante incarico, poichè ha appena ricevuto la commissione da Gregorio Correr di dipingere la Pala di San Zeno, per la Basilica Maggiore di San Zeno a Verona, uno dei capolavori più noti dell'artista. In una lettera del 5 gennaio 1457, Mantegna ancora impegnato nell'esecuzione della Pala di San Zeno, ricevette da Ludovico il permesso di terminare la pala veronese.
Andrea si trasferirà a Mantova qualche anno più tardi. Si susseguono  varie altre lettere di sollecitazione da parte del Gonzaga, finché nel 1459 riceve l'invito a visitare la cappella di palazzo, progettata dall'architetto fiorentino Luca Fancelli. Si tratta della prima commissione da parte di Gonzaga; così Andrea, incaricato sia come pittore che come progettista, si concentrerà sulla decorazione, considerandone i rapporti con lo spazio, la struttura e la funzione.
A partire dal 1460 Mantegna è a Mantova, dove rimane per tutto il resto della sua vita, intervallando la sua permanenza con alcuni viaggi.
Sulla situazione culturale della città, all'arrivo di Andrea gli studiosi non si trovano concordi. Alcuni sostengono un vivace fermento culturale, altri propendono per una situazione più provinciale, caratterizzata da una certa erudizione letteraria e interessi per l'antichità, considerando Mantova un territorio in cui si avvertono gli echi degli eventi che si svolgono invece a Venezia, Urbino, Rimini, e soprattutto Firenze.

La cultura mantovana inizia ad evolversi in senso rinascimentale con Ludovico Gonzaga nella seconda metà del '400, cominciando anche ad acquisire una certa autonomia rispetto a Padova.
Nel 1459 è documentata la presenza di Leon Battista Alberti alla corte di Ludovico, in coincidenza alla Dieta di Mantova, seguito di lì a poco, da Mantegna. In seguito, i lavori in campo architettonico furono portati avanti da Luca Fancelli, architetto-ingegnere, saguace di Alberti, alla corte dei Gonzaga fino al 1484.

Nel 1477 la realizzazione delle medeaglie da parte di Pisanello manifesta già un chiaro interesse di recupero dell'antico. Ma un altro episodio importante è il progetto di Donatello per l'arca di bronzo, destinata alla cattedrale di Mantova, poi non realizzata a causa dell'improvvisa partenza del maestro fiorentino.

 


 

I viaggi in Toscana

 

Nel 1466 e nel '67 vengono documentati due soggiorni di Andrea Mantegna in Toscana.
Benchè gli studiosi non sono concordi nello stabilire quali fossero le influenze più importanti subite da Andrea, è abbastanza facile pensare che  abbia potuto trattarsi di un'esperienza comunque costruttiva. Mantegna deve aver tratto importanti insegnamenti da Filippo Lippi, Andrea del Castagno, Piero della Francesca, Sandro Botticelli. Ma  appare probabile anche la sua conoscenza degli affreschi di Benozzo Gozzoli a Pisa.

 

 

Il soggiorno a Roma

 

 

Andrea Mantegna. Giulio Cesare sul carro trionfale. 1485-1505. Tempera a colla su tela. 268x278. Londra, Palazzo Reale di Hampton Court
Andrea Mantegna. Giulio Cesare sul carro trionfale. 1485-1505. Tempera a colla su tela. 268x278. Londra, Palazzo Reale di Hampton Court

 

Il soggiorno a Roma di Andrea Mantegna risale al 1488-89.
L'artista, che in quegli anni si era formato una vasta cultura sull'antico, basata soprattutto su testi letterari, più che direttamente sui reperti, non doveva essere molto sconvolto di fronte agli antichi monumenti romani. La sua visione molto rigorosa e personale sull'antichità si è gia espressa con opere come le nove tele con  I trionfi di Cesare in Gallia, di Hampton Court, (secondo alcuni studiosi precedenti al soggiorno romano) o altri importanti dipinti fatti successivamente.

Il soggiorno romano di Andrea è comunque dovuto soprattutto al prestigioso incarico di dipingere i perduti affreschi della Cappella di Innocenzo VIII, in Vaticano, purtroppo distrutti nel 1780.

 

 

 

I luoghi di Mantegna

 

 

Mappa dei luoghi in cu si trovano le principali opere di Andrea Mantegna in Italia
Mappa dei luoghi in cu si trovano le principali opere di Andrea Mantegna in Italia
 

 

 

 

Dagli anni della sua formazione in Veneto alla maturità trascorsa alla corte dei Gonzaga a Mantova, gli spostamenti che Andrea Mantegna ha effettuato non sono moltissimi. Ma i luoghi in cui l'artista si è fermato hanno sempre rappresentato momenti importanti per la sua carriera artistica e per l'evoluzione del suo stile.

 

 

  • Isola di Carturo, Vicenza


La vicenda di Andrea Mantegna inizia a Isola di Carturo, presso Vicenza, la sua città natale. Qui trascorre la sua infanzia dalla nascita nel 1431 fino al 1442 quando enttra a far parte della bottega di Francesco Squarcione, a Padova.

 

 

  • Padova.


A Padova trascorre gli anni del suo apprendistato a partire dal 1442, presso Francesco Squarcione e realizza le sue prime opere.
Rimane nella città veneta fino al suo definitivo trasferimento a Mantova. Ma gli anni della sua residenza a Padova sono intervallati da alcuni viaggi, a Venezia, a Ferrara ed a Verona (vedi di seguito).
Dal 1448 Andrea apre la sua attività autonoma, sono anche gli anni in cui frequenta Jacopo e Giovanni Bellini. Nel 1453 sposerà
Nicolosia Bellini, figlia di Jacopo e sorella di Giovanni. Tra le prime opere si ricorda la Pala di Santa Sofia, oggi perduta, documentata dal pagamento di quaranta ducati.
Durante la sua residenza a Padova Mantegna realizza anche gli affreschi della Cappella Ovetari alla chiesa degli Eremitani; per la Basilica di sant'Antonio, nel 1452, dipinge il Monogramma di Cristo fra San Bernardino e Sant'Antonio. Fra il 1453 e il '54 esegue il Polittico di San Luca per i monaci della chiesa di Santa Giustina e nello stesso 1454 dipinge la Santa Eufemia.

 

 

  • Venezia

Andrea Mantegna soggiorna a Venezia nel 1445 insieme al suo maestro Francesco Squarcione.

 

 

  • Ferrara.


Il 23 maggio 1449 è documentata la sua presenza a Ferrara.

 

 

  • Verona

Il primo soggiorno a Verona porta alla fondamentale Pala di San Zeno per la chiesa di San Zeno. E' il capolavoro conclusivo della
fase giovanile di Mantegna prima della partenza per Mantova.
Tornerà nella città veneta nel 1496 per realizzare la pala della Madonna Trivulzio, ora a Brera.

 

 

  • Mantova

Tra la fine del 1459 e l'inizio del 1460 Mantegna si trasferisce a Mantova presso Ludovico Gonzaga. Per il suo signore realizza
oltre ai celebri affreschi della Camera degli sposi, le decorazioni di altri ambienti del Palazzo ducale
e diversi interventi nelle residenze dei Gonzaga a Goito ed a Cavriana. Nel 1469 viene incaricato da Ludovico di eseguire la
Pala di San Bernardino per il Convento di San Francesco, oggi a Brera.
Per Isabella Gonzaga esegue il Ritratto di Isabella Gonzaga del 1493; il Parnaso e Minerva che scaccia i vizi dal giardino delle virtù, per lo studiolo della duchessa; le tele del Trionfo di Cesare e dei Trionfi del Petrarca per uno spettacolo teatrale organizzato dalla corte mantovana.
Progetta anche la propria casa presso San Sebastiano.

 

 

  • Firenze e Toscana


La sua presenza è documentata a Firenze nel 1466.
Il 3 luglio 1467 Andrea Mantegna lavora ad un'opera per il Camposanto di Pisa.

 

 

  • Roma


Tra il 1488 e il 1490 l'artista è impegnato per la decorazione della Cappella di papa Innocenzo VIII in Vaticano.

  

 

Dove sono conservate le opere di Mantegna

 

Un percorso per tappe che indica dove trovare le principali opere di Andrea Mantegna. La cartina nella colonna a destra offre la possibilità di visualizzare i luoghi per poter costruire itinerari di visita o viaggi. Clicca sull'immagine per ingrandire.

Segue qui sotto l'elenco dei luoghi.

 Le opere di Mantegna in Italia:

Padova. Chiesa degli Eremitani
- Affreschi della Cappella Ovetari. (1448-1457)

Padova. Basilica di Sant'Antonio
- Monogramma di Cristo fra San Bernardino e Sant'Antonio. (1452)

Venezia. Galleria dell'Accademia
- San Giorgio. (1467)

Venezia Ca' d'Oro.
- San Sebastiano. (1506 ca.)

Verona. Chiesa di san Zeno
-Pala di San Zeno (1457-60)

Verona. Museo di Castelvecchio.
- Madonna col Bambino e santa martire. (1500 ca.)
- Sacra famiglia e una santa. (1500 ca.)

Mantova. Palazzo ducale, Castello di San Giorgio.
- Camera degli sposi (1464-1474)


Milano. Pinacoteca Brera
- Cristo morto (1480)
- Madonna col Bambino e cherubini. (1485)
- Polittico di San Luca (1453-55)
- San Bernardino. (1460)
- Madonna Trivulzio. (1497)


Firenze. Uffizi
- Adorazione dei Magi 1462-64.
- Circoncisione 1462-64.
- Ascensione 1462-64.
- Ritratto del cardinale Carlo de' Medici. (1466)
- Madonna delle cave. (1489).


Napoli. Museo di Capodimonte
- Santa Eufemia (1454)


Le opere di Mantegna all'estero:

Berlino. Staatliche Museen
- Madonna col Bambino e sei angioletti con i simboli della
passione. (1454 ca.)
- Presentazione al tempio. (1454-1455)
- Ritratto del cardinale Ludovico Mezzarota. (1459)
- Madonna col Bambino. (1475)


Francoforte. Staedelsches Kunstinstitut
- San Marco (1448-49)

Dresda. Staatliche Gemaldegalerie
- Sacra conversazione (1495)


Copenaghen. Statens Museum for Kunst
- Cristo in pietà. (1489)


Londra. National Gallery
- Orazione nell'orto. (1455)
- Sansone e Dalila. (1495)
- Imperator Mundi (1495-1500)
- Trionfo di Scipone. (1500)
- Tucia. (1500)
- Sofonisba. (1500)
- Madonna col Bambino fra i santi Giovanni Battista e Maria Maddalena. (1500)


Londra. Hampton Court Palace. Royal Collection
- serie del Trionfo di Cesare (1482-92)

Vienna. Kunsthistoriches Museum
-
San Sebastiano. (1456-1458)

Parigi. Louvre
- Crocifissione. Pannello della predella di San Zeno (1459-60)
- San Sebastiano. (1480)
- Il giudizio di Salomone. (1495)
- Madonna della vittoria. (1496)
- Il Parnaso. (1497)
- Il trionfo della virtù. (1497)

Parigi. Musée Jacquemart-Andrè
- Ecce Homo. (1495-1500)

Tours. Musée des Beaux-Arts
-
Orazione nell'orto. pannello della Predella di san Zeno. (1457-1460)

Madrid. Museo del Prado
- La Morte della Vergine.(1461)


New York. Metropolitan Museum of Art
- Adorazione di pastori (1450-1451)
- Madonna col Bambino e serafini (1454 ca.)
- Ritratto d'uomo. (1470-80 ca.)
- Sacra Famiglia e una santa. (1500 ca.)

New York. Historical Society
- Crocifissione. Pannello della predella di san Zeno (1459-60)

Wasington. National Gallery
- Serie dei Trionfi del Petrarca. (1501)
- Madonna che allatta il Bambino (1500 ca.)

 

 

 

 

A. Cocchi

 

 

 

Mappa concettuale [.pdf]
Andrea Mantegna

Mappa Andrea Mantegna

Mappa sintetica con cenni biografici, le principali tappe del suo percorso artistico ed esempi di opere con brevi schede illustrate. Autore: A. Cocchi.

Andrea Mantegna è uno dei più importanti artisti del Rinascimento. La mappa di Geometrie fluide illustra acuni dati essenziali della sua biografia e offre alcune schede, chiare e sintetiche, sulle opere principali e sullo stile del grande maestro veneto, da quelle giovanili, realizzate a Padova a quelle mature eseguite per i Gonzaga a Mantova.

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Testi consigliati

 

Per un approfondimento aggiornato sull'arte di Andrea Mantegna si consiglia il libro di Mario Lucco: Mantegna in cui viene analizzata l'opera e la personalità dell'artista in rapporto al contesto culturale del suo tempo. 

 

 

 

 

English version. Andrea Mantegna

 

 

One of the most original artists of the 15th Century is Andrea Mantegna, a great painting representative of the Renaissance archaeological classicism.
Besides the painting, Mantegna worked with engraving, sculpture and probably architecture, since the Mantovian house near San Sabastian church is one of his projects.

Andrea Mantegna was born to an artisan’s family in Isola di Carturo, near Padua, around 1431. His artistic skills might have been spotted soon, since his father, a carpenter called Biagio, brought him when he was 10 years to the workshop of the painter Francesco Squarcione in PaduaAndrea can be found in documents from 1442 to 1443 as one of Squarcione’s pupils, described as “painter godson”. It was an important experience in Andrea’s training, because he inherited from this master - a statue and classical relief collector – not only the pictorial technique, but also the interest for antiquity.

Andrea Mantegna’s training takes place in Padua’s lively artistic atmosphere, an important cultural centre, the headquarters of a prestigious University, where classic studies related to philosophy, literature and philology were blooming. Andrea’s archaeological culture belongs to the particular artistic movement called Preumanesimo padovano (Paduan Pre-humanism), a cultural tradition from the 15th Century, developed from the study of old texts from Lovato Lovati, Albertino Mussato and mainly Francesco Petrarca. It got later enriched by the archaeological knowledge of Giovanni Dondi and the vital contribution of artists from the first half of the 15th century, as BrunelleschiDonatello and Leon Battista Alberti.

Mantegna remains with the Paduan master until around 1448, when he then started his independent business. It is found on documents that also during that year he started a long battle in court, where he asked his Master for the payment of works carried out during his apprentice years. His rights were recognised at the end.

The first documented and signed work by Mantegna dates back to 1448. It is the Madonna in Glory, an altarpiece for the S. Sofia church in PaduaGiorgio Vasari, first biographer of Mantegna considers this painting, unfortunately lost, a work from the younger years of the artist.

St. Mark dates back to 1448-49 and is now housed at the Stadelsches Kunstitut in Frankfurt.

Between 1449 and 1454 in PaduaMantegna was busy painting the frescoes of the Ovetari Chapel. He painted the Stories of St. James the Elder, the Assumption of the Virgin Mary, the Four Doctors of the Church and the saints Peter, Paul and Christopher

His presence in Ferrara is documented in May 1449, in the court of the noble family Este, where he had the opportunity to improve his training. He got in contact with masters from Ferrara that had the same classic training, but were also experts with the making of metallic and sharp colours, with using virtuous contour lines and with characterizing the faces of the characters, of very incisive nature.

In the Este court, Mantegna got to know the work of Flemish painters documented in the court of Lionello d’Este between 1449 and 1459.

Among them was Roger Van Der Weyden, who made a Deposition for Lionello quarters, very much praised even at that time mainly for the pathos of the scene.

In 1456Ludovico Gonzaga invited Andrea Mantegna to work for him, in order to replace Pisanello (who died sometime before 1455) as the court’s painter. Andrea accepted, but moved to Mantua some years later, because he had then just received a commission from Gregorio Correr to paint the San Zeno Altarpiece, for the San Zeno’s church in Verona, which would become one of his masterpieces. From 1460 Mantegna is documented in Mantua, where he remained for the rest of his life, combining his stay there with some trips.

During 1446 he went to Firenze and in 1447 to Toscana. Between 1486 and 1490 he is documented to be in Rome, in charge of painting the frescoes of the Chapel of Innocent VIII in the Vatican, destroyed in 1780.

Apart from these very short changes of location, Mantegna became in Mantua one of the main protagonists of the “renovatio urbi” promoted by Ludovico Gonzaga.
From 1460 he was busy with the decoration of the Castle of S. George chapel which comprised, among the most important works, the Triptych of the Uffizi, the painting the Death of the Virgin now at the Prado Museum and the frescoes of the Camera degli Sposi (bridal chamber).
Mantegna died in Mantua in 1506.

 

 

 

Francesco Squarcione Workshop

 

 


Philip Galle (1537, Haarlem - 1612, Antwerpen). A painter’s workshop. ca.1595.
Amsterdam, Engraving, Rijksprentenkabinet

 

 

The training at the workshop of Francesco Squarcione in Padua between 1442 and 1448 was an important base on which Andrea Mantegna built his remarkable classic style.
While maintaining the artisanal settings needed to learn this trade, Squarcione offered his pupils a training that was oriented to the research of a more avant-garde view of the classic world. Andrea and other young artists could actually study from old models, moulds in chalk, medals and old inscriptions that were carefully gathered by their master.

 

 


Francesco Squarcione. Lazara Polyptych. 1449-1452. Padua, Museo Civico.

 


It is on this base that cultural components that reached high levels of artistic and intellectual results will develop, mainly through Mantegna’s creations.
Mantegna’s art is actually characterized by a full assimilation of the classic world, where the shapes were seen in their deepest meaning. Following his young years of apprenticeship, he became friends with humanists and scholars like Felice Feliciano and Giovanni Marcanova, who had a great influence on him. As a consequence, Andrea’s training was a very rich experience, and his own artistic personality matched perfectly the new vision of the renaissance artist, not anymore seen as a simple artisan, but also as an intellectual. Such connection reflects one of the most famous quotes by Leon Battista Alberti, in De Pictura (1435):

«Pertanto consiglio ciascun pittore molto si faccia familiare ad i poeti, retorici ed altri simili dotti di lettere già che costoro doneranno nuove inveznzioni o certo aiuteranno a bello componere sua storia per quali certo acquisteranno in sua pittura molte lode e nome».

In short, it says that Leon Battista Alberti advised artists to enjoy the company of intellectuals as poets and writers because they could bring new ideas to painters and could help to carry out praiseworthy creations.

 

 

Padua in the time of Mantegna

 

 


Felice Feliciano, Tombstone of 'METELLIA PRIMA', Modena, Biblioteca Estense, Ms. a. L.5.15 (Ms. Lat. 992), folio 138 verso; pen and ink with wash on parchment, 34.3 x 24.0 cm. Reproduced courtesy of Biblioteca Estense Universitaria, Modena

 

The figurative culture of the Paduan area between the 14th and 15th Century shows interesting aspects that makes it different from the Northern Italy area.
The link with France and Germany is mainly seen on the International Gothic at least until the middle of the 15th Century.
But the relationship with Florence started to get a more significant role from the first years of the 14th Century, with the important presence of Giotto in Padua and the celebre Scrovegni Chapel, from which a new artistic trend started, known as "Paduan Giottism".

During the 15th Century the link with Florence figurative culture is reinforced up to the point where Padua becomes totally involved with the Humanism renewal through works of Florentine artists promoting the Renaissance, as Donatello Paolo Uccello, Andrea del Castagno and Filippo Lippi.

Padua represents fertile grounds for the renaissance culture, since the University of Padua was the site for classical studies at that moment. In the Philosophy field a tradition of Aristotelian studies started to develop and in Literature the grammatical and philological interests prevailed. According to a long tradition, the University of Padua hosted experts from the Latin and Greek literature and from the perspective science. The city was the place for lively debates and cultural bustles that animated the private circles and the schools in the monasteries.

In Carrara, apart from the knowledge and passion for antiquities, also an interest in medalling collection can be witnessed, mainly from the Imperial age.

The moment where the archaeological knowledge of Mantegna started developing, the young artist was supported and encouraged by prestigious antiquity experts. The first one was Felice Feliciano who dedicated himself to the recovery of classical evidence; the other one was Giovanni Marcanova, who during those years worked on one of the biggest collection of old inscriptions of the time. Together with Mantegna and Samuele da Tradate, both scholars took part on a trip to Lake Garda to search and copy old Roman inscriptions. The experience was reported by Feliciano in a codex, now kept in the Public Library of Treviso.

The young Mantegna, supported by these friendships, became part of the intellectual connections of the city, those who formed the archaeological Humanism heart that made Padua one of the avant-garde centres of contemporary Italy.

 

 


Donatello. Altare. Madonna e Bambino tra San Francesco e Sant'Antonio.
Bronzo. Padova Basilica di Sant'Antonio

 



Mantegna's first appearances relate also to the important presence of Florentine artists who were active in Padua and Veneto.
First of all, Donatello  who in those years was busy with the great Altare Maggiore in the Basilica of Saint Anthony of PaduaFilippo Lippi was working in the Podestà Chapel; not too far, in Venice, in 1442Andrea del Castagno was working in the Church of San Zaccaria to carry out the frescoes in the San Tarasio Chapel, before going back to Florence (1444).
Another key figure for the young Andrea was Niccolò Pizzolo, a painter and sculptor from Veneto, who acted as intermediate between the Florentine masters and Mantegna, since he had already been a collaborator for Donatello, first in Florence, then in Padua, during the works of the Basilica del Santo, and had also helped Filippo Lippi in the Podestà Chapel, then to later go to the Church of the Hermits, as Mantegna's helper.

But the archaeological interest of Mantegna developed also in relation to the rich studies that have characterized the city of Padua even before the Renaissance, known as Paduan Pre-humanism.
In PaduaAndrea became friends with the Bellini, celebre family of artists, and married NicosiaJacopo's daughter and Gentile and Giovanni's sister.
Besides the personal relationship, the artistic exchange between Andrea's work and the Bellinis' has obviously been of great importance. A special note goes to "Quaderni di Antichità",  a collection of drawings made by Jacopo Bellini which must have aroused the interest of Mantegna. Besides that, the exchange with Gentile, and particularly with Giovanni, was followed by a change on Mantegna's style, characterized by a sort of "softness" of the shapes and colours, as defined by Cavalcaselle.

 

 

 

 

The Paduan Pre-Humanism

 


Andrea Mantegna. Martyrdom of St. Christopher. Fresco. 1448-1456-57.
Ovetari Chapel at the Eremitani. Padua.

 

The archaeological culture of Andrea Mantegna comes from the fertile movement pre 15th Century that develops in Padua, named "Paduan Pre-humanism".
The interest for antiquity was already obvious in the 13th Century, with the research of classic texts led by Levato Lovati (1241-1329) and Albertino Mussato (1261-1329).

With Francesco Petrarca (1304-1374), the study of the old deepened with a philological-scientific method, and the admiration for that exemplary past world was intertwined with a clear awareness of the historical distance of the "classic world".
But the assertiveness of the real archaeological interest for the antique comes mainly from Giovanni Dondi (1330-1374) and to his trip to Rome in 1375. From this experience, Dondi left a vital proof with the "Iter Romanum", where monuments and classic inscriptions are analysed with great detail and the descriptions come with precise measurements. Dondi's work is therefore considered like a true forecast of what will be the approach of the artists of the 15th Century, where among all there were BrunelleschiDonatello and Leon Battista Alberti.

 

 

 

 

Mantegna and the Bellinis 

 

In PaduaAndrea Mantegna made friends with the Bellinis, a famous family of artists, from which Mantegna married NicolosiaJacopo's daughter and Gentile and Giovanni's sister.
Besides the personal relationship, the artistic exchange between Andrea's work and the Bellinis' has obviously been of great importance. A special note goes to "Quaderni di Antichità",  a collection of drawings made by Jacopo Bellini which must have aroused the interest of Mantegna. Besides that, the exchange with Gentile, and particularly with Giovanni, was followed by a change on Mantegna's style, characterized by a sort of "softness" of the shapes and colours, as defined by Cavalcaselle.

 

 

 

The Trip to Ferrara

 


Rogier Van Der Weyden Lamentation of Christ. 1450 ca.
Oil on wood. 111 x 95 cm. Florence, Uffizi

 

 

The trip to Ferrara, to the court of the Este family, documented in 1449, represented another important stage in the artistic training of Andrea Mantegna.
With the masters from FerraraAndrea shared the classic training, but had also the opportunity to appreciate their ability with the virtuous use of the line and with the orchestration of the metallic colours in an original manner. Andrea assimilated even some characters physiognomy with very marked and expressive features.
He  was certainly able to get familiar with the art of Piero della Francesca from the works (today lost) he left in Ferrara to Borso d'Este around 1448-50. These are frescoes carried out by Piero for the Palace of Este and for St. Andrew's Church.
Through the Este's collection, Mantegna had the opportunity to know the paintings of  Flemish painters, who, based on documentation, were guests of the court of Lionello d'Este between 1449 and 1459.
Among them, Rogier Van Der Weyden persona stands out, who made a very much praised Deposition for Lionello quarters, admired mainly for its dramatic interpretation.

 

 

The Perspective studies

 

 


Andrea Mantegna. St. George 1460. Tempera on canvas 66x32cm.
Venice, Galleria dell'Accademia

 

 

Some of the paintings that Andrea Mantegna  executed half way through the 1400 were focused on the study of the perspective.

He was particularly interested in the subject of the open window, and in several paintings of these years a marble frame is present, painted with the purpose to give a depth effect.

Such works probably show the influence of the study of the rules that Leon Battista Alberti had exposed in his treatise about paintings. The most symbolic example of this series is the one called San Marco from Frankfurt. In this occasion, Mantegna experimented with a spatial illusionism further increased by a lowered point of view, or lower than the window sill level to which the saint raises. This solution puts in evidence the symbolic objects laid on the lower level, which assume a strong volumetry for the perspective sake, stretching out ahead.
The perspective studies were followed in paintings of major dimensions and commitment. It is the case of St. Euphemia from the galleries of Capodimonte (1454), the St. George from the Accademia of Venice, the intense Presentation at the Temple from Berlin, dated after 1452, and the famous San Luca Polyptych from Brera Art Gallery in Milan.

 

 

The Trips to Tuscany

 

In 1466 and 1467 two stays of Andrea Mantegna in Tuscany are recorded. Although scholars can't agree establishing the most important reasons for Andrea to go there, it is quite easy to think that they were anyway very positive experiences. Mantegna must have followed important teachings of Filippo LippiAndrea del CastagnoPiero della Francesca and Sandro Botticelli. But it seems also possible his knowledge of the frescoes from Benozzo Gozzoli in Pisa.

 

 

Mantua in the times of Mantegna

 

 


Andrea Mantegna. The court of the Gonzaga. Detail 1460.
Fresco from the Camera degli Sposi. Mantua, Ducal Palace.

 

 

 

The relationship of Mantegna with the city of Mantua was preceded by the correspondence exchanged with Ludovico Gonzaga, documented from 1456. During that year Ludovico Gonzaga had just lost the painter of his court, Pisanello, who died around 1455, not after that. He therefore invites Andrea Mantegna to replace him.
Andrea accepts, probably with the intention to move to Mantua after finishing the frescoes of the 0vetari Chapel. But the move is delayed by another important task, because he is commissioned by Gregorio Correr to paint the San Zeno Alterpiece, for the Basilica Maggiore di San Zeno in Verona, one of his most well known masterpieces.

In a letter dated 5th January 1457, Mantegna, still busy working with the San Zeno Altarpiece, receives the permission from Ludovico to finish the Veronese altarpiece. Consequently Andrea moves to Mantua some years later. Many other letters from Gonzaga follow, until in 1459 he receives the invitation to visit the palace chapel, designed by the Florentine architect Luca Fancelli. It turns out to be the first commission from Gonzaga; thus Andrea, in charge both as a painter and a designer, focus on the decoration, taking in consideration the relation between the space, structure and function.

From 1460, Mantegna arrives in Mantua where he stays for the rest of his life, alternating his stay with some trips. As for the cultural scenario of the city, scholars are unable to agree on the influence of the arrival of Andrea. Some maintain a lively cultural agitation; others tend to back up a more provincial situation, identified by some sort of literary erudition and antiquity interest, considering Mantua more like a territory where the echoes of events that unroll in Venice, Urbino, Rimini and mainly Florence are perceived.

With Ludovico Gonzaga the Mantuan culture starts to evolve towards the Renaissance in the second half of the 1400, even acquiring some kind of autonomy with regards to Padua.

In 1459, Leon Battista Alberti is documented to have been in the court of Ludovico, coinciding with the Council of Mantua, and he is followed shortly by Mantegna. Later on, the architectural works in the court of Gonzaga were taken ahead by Luca Fancelli, architect and engineer, and a disciple of Alberti, until 1484.

In 1477, the medals made by Pisanello show already a clear interest of a retrieval of the antique. But another important episode is the project of Donatello for a bronze ark, destined to Mantua Cathedral, but not done because of the sudden departure of this Florentine master.

 

 

 

 

The Trip to Rome

 

 

 
Andrea Mantegna. Julius Caesar on the triumphal chariot. 1485-1505.
Tempera and glue on canvas. 268x278.
London, Royal Collection at Hampton Court Palace.

 

 

Andrea Mantegna's stay in Rome dates back to 1488-89. In those years, he had trained extensively in ancient culture, especially in literature and more specifically in old findings. So he must have not been too disturbed facing the old Roman monuments. According to some scholars, his very personal and strict view on antiquities had already been expressed in works like the nine paintings of the Triumphs of Caesar, now in Hampton Court Palace, London, before the Roman stay, or in other later paintings.
His Roman stay was anyway due mainly to the important task of painting the lost frescoes of Vatican's Chapel of Innocent VIII, unfortunately destroyed later in 1780.

 

A. Cocchi

Trad.: A. Sturmer

 

 

 

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Bibliografia

 

Lionello Puppi Cianfrusaglie reperti e un talent scout in: Il Romanzo della pittura. Masaccio e Piero. Supplemento al n° 29 de "la Repubblica" del 2.11.1988
Claudia Cleri Via Mantegna. Art eDossier n.55. Giunti, Firenze. 1991
M. Bellonci, N. Garavaglia L'opera completa di Mantegna. Classici dell'arte Rizzoli, Milano 1966
La Nuova Enciclopedia dell'Arte Garzanti.
AA.VV. Moduli di Arte. Dal Rinascimento maturo al rococò. Electa-Bruno Mondadori, Roma 2000
A. Blunt Le teorie artistiche in Italia dal Rinascimento al Manierismo. Piccola Biblioteca Einaudi, Giulio Einaudi Editore, Torino 1966
G. Cricco, F. Di Teodoro, Itinerario nell’arte, vol. 2, Zanichelli Bologna 2004
G. Dorfles, S. Buganza, J. Stoppa Storia dell'arte. Vol II Dal Quattrocento al Settecento. Istituto Italiano Edizioni Atlas, Bergamo 2008

 

 

 

 

 

Clip art tratte dalle opere di Mantegna

 

 

Clip art tratte dal San Marco di Francoforte

 

Il San Marco di Francoforte.

L'opera del 1448-49, è conservata allo Stadelsches Kunstitut di Francoforte. Nel dipinto compaiono alcuni oggetti simbolici: il libro, il melangolo, i festoni di frutta e il bordo ricamato dell'abito. Da questi abbiamo ricavato le clip art nei formati png e gif con fondo trasparente e nel formato jpg con fondo a colori. Scegliendo le clip art troverai anche i significati simbolici di questi dettagli.
 

  

Il melangolo

 

Il dettaglio del melangolo, frutto dolce-amaro pieno di contenuti simbolici anche diversi tra loro appartenenti alla mitologia e all'alchimia: è associato al sole, alla luce alla nostalgia amorosa e alla conoscenza. In questo caso rinvia all'ispirazione divina dell'evangelista Marco e alla conoscenza della Verità cristiana attraverso il Vangelo. Lo proponiamo come immagine scontornata e con il fondo trasparente nei formati png e gif e nel formato jpg con fondo bianco e a colori in diverse dimensioni:

 Dettaglio del melangolo nei colori originali in formato PNG fondo trasparente:

 

 

        

 Dettaglio del melangolo in altre versioni con colori diversi in formato PNG fondo trasparente:

 

Dettaglio del melangolo nei colori originali in formato GIF fondo trasparente:

 

 

 Dettaglio del melangolo in altre versioni con colori diversi in formato GIF fondo trasparente:

 

 

 Dettaglio del Melangolo nei colori originali in formato JPG e in diversi colori con fondo bianco:

 


Dettaglio del melangolo in formato JPG a diversi colori e fondo colorato: 

 

 

Il libro

 

Il Libro, che nell'iconografia cristiana è l'attributo di santi, profeti ed evangelisti, rapresenta una cultura ed un sapere superiore. In questo caso indica il Vangelo di Luca, protagonista del dipinto. 

Il libro rappresentato da Mantegna in questo dipinto è visto come un oggetto prezioso, com'è prezioso il sapere religioso, poichè è il testo con cui Luca tramanda la Verità di Cristo.  Per questo non è rappresentato come un libro qualunque, ma come un volume corposo,  molto bello nella sua rilegatura rossa con le borchie d'oro, i nastri segnalibro e le cerniere. Abbiamo tratto da questo dettaglio artistico il secondo spunto per le nostre clip in formato png e gif con fondo trasparente e formato jpg con fondo bianco e a colori.

 

Dettaglio del libro nei colori originali in formato PNG fondo trasparente:

     

 

            

 

Dettaglio del libro nei colori originali in fornato GIF fondo trasparente:

     

     

 

 Dettaglio del libro nei colori originali in formato JPG fondo bianco versione grande

 

  Dettaglio del libro nei colori originali in formato JPG con fondo bianco o a diversi colori (dimensioni reali 72 dpi con 10,58X16,79 cm):

 

 

   I Festoni di frutta

 

 Nell'iconografia religiosa i festoni di frutta accompagnano spesso immagini di santi e della Madonna. I frutti di sapore dolce sono simboli di salvezza, alludono alla promessa fatta da Dio al popolo di Israele e alla Madre di Cristo intesa come "albero fecondo" Altro significato connesso è il tema dell'Eucarestia, intesa come "satisfactio" offerta da Dio. I singoli frutti sono inoltre collegati alle virtù.

Dettaglio del festone nei colori originali in formato PNG fondo trasparente:

 

 

 

  

 

 

 Dettaglio del festone nei colori originali in formato GIF fondo trasparente:

 

  

Dettaglio del festone in formato JPG con fondi a colori diversi:

 

 

 

 

Il bordo ricamato

 

Il bordo ricamato dell'abito del San Marco di Mantegna presenta un motivo a losanghe e perle. Il rombo o losanga, come molte altre figure geometriche rappresentate nell'arte del Rinascimento è un simbolo. Nell'iconografia cristiana rinvia al mistero dell'Incarnazione e alla fecondazione di Maria per opera dello Spirito Santo. In ambito esoterico corrisponde al "doppio ternario": unione delle energie maschile e femminile della natura. Le perle che in questo dettaglio decorano il motivo delle losanghe, sono spesso presenti sugli abiti dei santi e sulle acconciature delle sante perchè simboleggiano la purezza d'animo, la castità, e per la loro perfezione sferica, la sapienza, intesa come pienezza della conoscenza di Dio. 

 

Dettaglio del bordo nei colori originali in formato PNG fondo trasparente:

 

    

    

 

Dettaglio del bordo nei colori originali in formato GIF fondo trasparente:

    

    

 

Dettaglio del bordo nei colori originali in formato JPG:

 

 

 

Clip art tratte dal Polittico di San Luca

 

 

Il Polittico di San Luca fu dipinto da Andrea Mantegna tra il 1453 e il 1455 per la Chiesa di Santa Giustina a Padova. Oggi è conservata alla Pinacoteca di Brera a Milano.

Da questo grande dipinto abbiamo tratto le clip art che proponiamo in questa pagina: le bacche di rosa in basso, la boccetta portacandela sotto lo scrittoio.

 Le bacche di rosa


Sullo scalino ai piedi del san Luca sono presenti alcune bacche di rosa canina, elementi simbolici che nellì'conografia cristiana si possono intendere come "frutti della Rosa", riferiti al concepimento di Gesù Cristo da parte di Maria. 
Ne abbiamo ricavato acune clip art come immagini scontornate e con il fondo trasparente nei formati png e gif e nel formato jpg con fondo bianco e a colori in diverse dimensioni:

 Dettagli delle  bacche nei colori originali in formato PNG fondo trasparente:

 

 

 

 

 

 

 


Dettagli delle  bacche nei colori originali in formato GIF fondo trasparente:

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 
Approfondimenti
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