Prospettiva:
s. f. ‘rappresentazione piana d'una figura spaziale, che riproduce la visione che nella figura ha un osservatore in una certa posizione’ (1304-08, Dante), ‘disegno in prospettiva’ (1448-55, L. Ghiberti), ‘previsione, possibilità’ (av. 1808, M. Cesarotti). Vc. dotte, lat. prospectu(m) (da prospectus, part. pass. di prospicere ‘guardare innanzi’, comp. di pro ‘davanti’ e *specere ‘guardare’, d'orig. indeur.), coi der. prospectare, prospectivu(m) (lat. tardo), prospectore(m) ‘che guarda avanti’ (lat. tardo) e prospectione(m) ‘previdenza’ (lat. tardo). Nel senso di ‘tabella, specchietto’, prospetto ricalca il fr. prospectus (1798: si veda: Serianni Norma 214). Prospettore e prospezione sono l'ingl. prospector (1857) e prospection (1908 in questa accez.): “deriva dalla parola prospector generalizzatasi nell'America Settentrionale per designare i ricercatori di miniere, formata da prospect = prospettiva nel senso figurato di speranza” (Enc. it. XXVIII 360).
Nella rappresentazione grafica esistono diversi tipi di prospettiva. Il primo è la prospettiva centrale che si fa risalire all'invenzione di Filippo Brunelleschi.
L'invenzione della prospettiva come sistema geometrico-matematico di disegno e progettazione viene attribuita a Filippo Brunelleschi, architetto e scultore fiorentino (nato nel 1377 e morto nel 1466) considerato uno dei grandi pionieri del Rinascimento, insieme allo scultore Donatello e al pittore Masaccio. La prospettiva brunelleschiana ha avuto un ruolo fondamentale nella formazione dello stile del Rinascimento. Non solo ha permesso di rappresentare in modo verosimile lo spazio tridimensionale su un supporto a due dimensioni, come un disegno o un dipinto, ma si è anche rivelato un sistema formidabile di progettazione, basandosi su dati oggettivi e razionali.
L'invenzione della prospettiva è descritta da Antonio Manetti, architetto e matematico fiorentino, nel suo libro dal titolo Vita di Filippo Brunelleschi. Il Manetti riporta la testimonianza di un esperimento avvenuto a Firenze nella piazza di fronte al Battistero di San Giovanni. Brunelleschi aveva osservato che la percezione della profondità dello spazio è dovuta ad un punto di vista corrispondente all'occhio dell'osservatore e ad un punto di fuga in cui convergono tutte le linee parallele. Tradusse quindi la sua osservazione in alcune regole applicando alcuni principi di geometria e matematica. Per controllare la sua intuizione, Preparò una tavoletta su cui aveva dipinto l'immagine del Battistero con un foro in corrispondenza del punto di vista e uno specchio anch'esso con un foro. Ponendosi sulla porta del Duomo di fronte al Battistero, guardando dal foro sul retro della tavoletta e tendendo davanti lo specchio, poté constatare che la visione reale del Battistero era corrispondente a quella dipinta. Il suo metodo prospettico, oggi noto come prospettiva centrale, ebbe un successo enorme, per la sua natura razionale fu diffuso in tutto il mondo occidentale e divenne base del sistema di rappresentazione visiva fino ad oggi.
I principi fondamentali della prospettiva di Filippo Brunelleschi sono illustrati in modo chiaro su questa mappa di Geometrie fluide. Esempi e immagini aiutano a facilitare la comprensione.
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