Georges Seurat. Una domenica pomeriggio all'isola della Grande Jatte. 1884-86. Olio su tela. Chicago, Art Institute
Con una tecnica metodica e servendosi di un'analisi scientifica del colore, Seurat e Signac superarono la visione fugace ed istintiva dell’Impressionismo, ottenendo scene più astratte e sospese nel tempo.
A Parigi nel 1884 venne fondata una società di artisti indipendenti che partendo dalle esperienze dell'Impressionismo volevano superare la visione istintiva attraverso una tecnica più precisa, su base scientifica. I primi componenti del gruppo erano: G.Seurat, primo sperimentatore della tecnica del puntinismo e P. Signac, che lavora insieme a lui e prosegue la ricerca anche dopo la morte di Seurat. Signac ha anche avuto un ruolo di teorico, ha enunciato i principi del puntinismo avvalendosi delle scoperte sulla percezione visiva e sulle leggi fisiche della luce e del colore. A questi si aggiungono altri artisti come: C. Angraud, M. Luce, O. Redon, Cross, Dubois-Pillet e altri pittori.
Il termine Neoimpressionismo venne scelto proprio da Signac per sottolineare che, partendo dall’impressionismo ed accettazione le conquiste, lui ed i suoi amici volevano superarlo e contrapporsi ad esso.
Già impressionisti realizzavano i loro quadri accostando sulla tela tante piccole pennellate di colori puri senza mescolarsi. In questo modo ottenevano effetti di massima luminosità cromatica e riuscivano a catturare un istante visivo velocemente, direttamente con il colore e senza servirsi del disegno.
I postimpressionisti superarono la visione fugace ed istintiva dell’Impressionismo e portarono maggiore chiarezza alla luce e maggiore splendore al colore elaborando una tecnica attenta e metodica. Secondo i principi esposti da Signac, in primo luogo la luce deve essere analizzata e scomposta nei sette colori puri del prisma. Lo spunto scientifico e positivistico seguito da questi artisti deriva dalle Teorie della percezione ottica che in quegli anni erano state formulate da Hermann Helmholtz e da altri studiosi.
Venne quindi elaborata da Seurat e Signac la tecnica del puntinismo. I colori puri devono poi essere accostati sulla tela con minuscoli punti uno vicino all’altro, senza mai sovrapporli. In questo modo, osservando il lavoro, la fusione dei colori avviene direttamente nella retina dell’osservatore. Ad esempio, mettendo sulla tela tanti puntini gialli e blu uno vicino all’altro, l’osservatore che guarda il quadro alla giusta distanza vede una tonalità verde molto luminosa, perché i puntini non si distinguono più e si fondono insieme in un unico colore percettivo.
Il verde percepito però non corrisponde a quello che si potrebbe ottenere mescolando i colori sulla tavolozza, perché i pigmenti (colori a olio, tempere, ecc,) agiscono come filtri rispetto alla luce e il verde risultante dalla mescolanza fisica appare molto più spento.
Rispetto al cromatismo istintivo degli Impressionisti, che accostavano le pennellate con la massima velocità per cogliere l’attimo fuggente della visione, i postimpressionisti contrapposero un procedimento più scientifico e un’esecuzione che non si poteva svolgere tutta “en plein air”, perché richiedeva tempi molto più lunghi. Inoltre il risultato finale era una composizione più statica, artificiale, astratta, come sospesa nel tempo.
Questo spiega perché quando venne organizzata l’ultima mostra degli Impressionisti nel 1886, Monet e Renoir si rifiutarono di esporre i loro quadri accanto a quelli di Seurat e Signac, perché non condividevano la loro visione. La mostra del 1886 segnò così, contemporaneamente, la fine dell’Impressionismo ufficiale e l’avvio di nuove tendenze espressive.
A. Cocchi
Impressionismo
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AA.VV. Moduli di arte - E - Dal neoclassicismo alle avanguardie. Electa - Bruno Mondadori, 2000
G. Cricco F.P. Di Teodoro. Itinerario nell'arte. Vol 3. Dall'età dei lumi ai giorni nostri. Zanichelli editore, Bologna 2005
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