Giotto. Natività di Gesù. Dett. Affresco. 1303-06. Padova, Cappella Scrovegni.
Le pitture di Giotto offrono immagini estremamente chiare, comprensibili delle situazioni che rappresentano. Espressioni, atteggiamenti e gesti dei suoi personaggi riflettono sentimenti ed emozioni profondamente umane e senza tempo. I colori, la luce e l'armonia delle sue composizioni hanno un forte potere di attrazione, producono un impatto visivo a cui è impossibile sfuggire.
Giotto è uno dei massimi artisti della cultura occidentale, la sua figura è immersa nella leggenda: ancora oggi è difficile ricostruire la sua vicenda umana, separare i riferimenti reali dai racconti mitizzati. Ciò che non lascia dubbi è la sua arte, di una qualità altissima, che ha saputo lasciare insegnamenti fino alla modernità. Giotto fin dai suoi esordi ha goduto sempre di grande fortuna critica, è stato molto ammirato anche dai suoi contemporanei più illustri. Ha lavorato molto ed ha avuto incarichi prestigiosi. Di Giotto hanno parlato Dante, Petrarca, Boccaccio, Cennino Cennini (artista e scrittore d'arte del '300) e diversi cronisti e scrittori del tempo.
Giotto. Giudizio Universale. Part. con il presunto autoritratto.
Affresco. 1304-06 Cappella Scrovegni, Padova.
Nel Centiloquio, scritto dal fiorentino Agostino Pucci nel 1373 (ma di difficile interpretazione) si legge che Giotto morì a Firenze l'8 gennaio 1337 a 70 anni. Di qui si deduce che dev'essere nato intorno al 1267, probabilmente a Colle di Vespignano, presso Vicchio, a Nord di Firenze. Secondo il Vasari, il padre Bondone, contadino ("lavoratore di terra e natural persona"), si trasferì con la famiglia a Firenze in quegli anni.
La casa natale di Giotto, a Colle di Vespignano, Comune di Vicchio (FI)
Durante gli anni centrali del XIII secolo in Italia avviene un po' ovunque il trasferimento di molte famiglie dalla campagna alla città. Firenze in quel momento è già una città ricca, in crescita, piena di potenzialità, aperta ai cambiamenti. È in pieno sviluppo costruttivo-urbanistico, offre molte possibilità di lavoro. La leggenda (derivata dal Vasari), della formazione di Giotto presso Cimabue sembra verosimile, l'apprendistato di Giotto dev'essere avvenuto negli anni 1280-90.
Cimabue. Maestà con San Francesco. 1278-80. Affresco. Assisi, Basilica di San Francesco.
In un testo del 1395 (commento sulla Divina Commedia) l'autore anonimo racconta che Giotto era stato mandato dal padre presso la corporazione dell'Arte della lana, come apprendista cardatore. Ma il ragazzino scappava via per frequentare la bottega di Cimabue. Poi il padre se ne accorse, cercò di riportarlo al lavoro, ma alla fine si convinse e decise di sistemarlo presso Cimabue, che era considerato il più grande pittore di Firenze. Altro documento chiave per ricostruire la sua vita è un albero geneaologico, composto dal Baldinucci, in cui risulta che Giotto si sposa a Firenze verso il 1290 con donna Ricevuta. Sempre nei primi anni '90 risulta ad Assisi tra gli aiutanti di Cimabue per lavorare nella Basilica di S. Francesco, dove completò la sua formazione.
La basilica, in quel momento, si presentò al giovane artista come un cantiere in piena attività. Era un ambiente stimolante, in cui lavoravano diverse maestranze di artisti. Giotto, quindi potè arricchire la sua esperienza anche attraverso i contatti con gli altri maestri.
In questi anni Giotto probabilmente compì qualche viaggio a Roma, dove ebbe modo di conoscere le opere antiche, ma anche aggoirnmarsi sull'arte a lui contemporanea: la pittura del Cavallini, la scultura di Arnolfo di Cambio.
Tra il 1297e il '99 Giotto iniziò la sua carriera come artista autonomo e venne incaricato da fra' Giovanni da Muro, ministro generale dei francescani, di dipingere gli affreschi con le Storie di San Francesco nella Basilica Superiore di San Francesco ad Assisi. Come per tutti i più grandi artisti, Giotto si dedicò con tutto sé stesso alla sua pittura, mostrando una capacità di evoluzione eccezionale, come appare evidente osservando i suoi lavori. L'opera di Giotto, nel corso della sua carriera conobbe uno sviluppo stilistico continuo, pieno di cambiamenti, in continuo autosuperamento.
Il successo derivato dagli affreschi di Assisi si accrebbe con gli incarichi successivi, che portarono il pittore a spostarsi spesso oltre a fare della sua bottega fiorentina il laboratorio di pittura più famoso dei suoi tempi. Sempre secondo il Baldinucci, sappiamo che la famiglia di Giotto, nonostante fosse numerosa (ebbe otto figli, quattro maschi e quattro femmine) diventò una delle famiglie benestanti di Firenze, propietaria di case e terreni (esistono ancora i documenti sulle proprietà di Giotto).
A Firenze Giotto ha realizzato numerose opere su tavola, tra polittici e pale d'altare, ma anche affreschi, come quelli eseguiti in Santa Croce, nelle cappelle Peruzzi e Bardi. Nominato architetto dell'Opera del Duomo progettò anche il Campanile di Santa Maria del Fiore, fu incaricato anche di sovrintendere alle mura e alle fortificazioni della città.
Molti dei soggiorni compiuti dal maestro fuori di Firenze sono documentati, anche se parecchi dei suoi lavori sono andati perduti.
Tra questi il soggiorno a Roma nel 1300 per eseguire gli affreschi della Loggia del Laterano, voluti da papa Bonifacio VIII. A Roma rtitornò probabilmente verso il 1310 per il mosaico della Navicella nella Basilica di San Pietro.
Pochi anni dopo abbiamo notizia del suo passaggio a Rimini, di cui rimane il Crocifisso del tempio Malatestiano e un probabile spostamento a Ravenna. Dal suo soggiorno riminese deriva poi la formazione della cosiddesca "Scuola giottesca riminese".
La maggior parte delle opere realizzate da Giotto a Padova sono andate perdute, restano solo gli affreschi celeberrimi nella Cappella Scrovegni realizzati nel 1303-06 il Crocifisso della stessa cappella, eseguito in occasione di un secondo soggiorno nella città veneta nel 1317.
Ma dagli antichi documenti risulta che l'artista ha realizzato per il Capitolo della Basilica di Sant'Antonio e il ciclo astrologico nel salone del Palazzo della Ragione, distrutto da un incendio e poi ricostruito, tra la fine del '300 e l'inizio del '400.
Sappiamo che Giotto è ritornato ad Assisi dopo il 1314, per gli affreschi nella Basilica inferiore di san Francesco con le Storie della Maddalena.
Abbiamo notizie dei suoi soggiorni ad Arezzo, dei due viaggi a Bologna e del soggiorno a Milano presso Azzone Visconti.
La presenza di Giotto a Napoli è documentata tra il 1328 e il 1333. Il grande pittore toscano insieme agli artisti della sua bottega era stato ospitato presso la corte angioina su invito di re Roberto il Saggio per eseguire gli affreschi nella Cappella Palatina di Castel Nuovo, detto anche Maschio Angioino. Il ciclo giottesco è andato distrutto nel '400, sono rimaste solo poche tracce. Altri interventi di Giotto a Napoli sono stati rintracciati nella Chiesa e nel Convento di Santa Chiara.
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La produzione artistica di Giotto è esemplare perchè ha rappresentato un modello di riferimento basilare per tutta la pittura italiana. In primo luogo ha avuto un impatto decisivo sula pittura trecentesca, avviando un processo irreversibile di sviluppo artistico che investì tutta la Penisola.
Il generarsi delle rispettive "correnti giottesche" non si può considerare come fenomeno unitario e globale, spesso indicato genericamente come "giottismo". Ognuna di quelle assimilazioni è filtrata da contesti, tradizioni, sensibilità , culture e personalità diffrenti. Tutte partono da Giotto, ma ognuna s'imposta su opere diverse di Giotto, su momenti e luoghi diversi, per inserirsi poi nelle rispettive realtà locali. Così il "giottismo" padovano è molto diverso da quello fiorentino o riminese, e così via.
Si deve anche tener presente che l'arte stessa di Giotto è cambiata, si è mossa e si è evoluta con lui, ha risentito del suo forte legame con la vita e della crescita anche culturale del suo autore. A queste diversità di partenza vanno ricollegati gli sviluppi nei singoli contesti: ogni città toccata dalla sua presenza ha risentito del particolare momento che stava attraversando il suo stile.
La pittura di Giotto racchiude tutta una serie di esperienze, situazioni, conoscenze, riprese dalla realtà e poi restituite grazie ad una sensibilità raffinatissima, attraverso immagini molto intense, di grande efficacia espressiva ed estremamente coinvolgenti. Manifestava un modo di vedere e di immaginare, così concreto e insieme fantastico, che si calava in maniera perfetta nella mentalità e nella sensibilità medievale trecentesca. Le immagini di Giotto per i suoi contemporanei rispecchiavano il loro stesso modo di sentire, di vivere, di concepire il mondo.
Ma la qualità artistica dell'opera giottesca va oltre i suoi tempi storici. Le pitture di Giotto offrono immagini estremamente chiare, comprensibili delle situazioni che rappresentano. Espressioni, atteggiamenti e gesti dei suoi personaggi riflettono sentimenti ed emozioni profondamente umane e senza tempo. I colori, la luce e l'armonia delle sue composizioni hanno un forte potere di attrazione, producono un impatto visivo a cui è impossibile sfuggire. L'insegnamento di Giotto non riguarda solo i pittori trecenteschi, ma anche moltissimi altri artisti dopo di lui, da Masaccio, a Michelangelo a Picasso, a Carrà, fino ai tempi nostri.
A. Cocchi
Affresco
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L'affresco è una delle principali tecniche pittoriche della storia dell'arte e richiede una buona padronanza dei mezzi e delle fasi di realizzazione. La mappa proposta da Geometrie fluide offre uno schema chiaro per comprendere il procedimento esecutivo nei suoi principali passaggi.
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Arte medievale.
Mappa concettuale sulle correnti e gli stili artistici del Medioevo. Esempi e caratteristiche. Autore: A. Cocchi
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Durante il Medioevo si sono avvicendati stili e correnti artistiche in una situazione ricca di importanti novità. La Mappa concettuale di geometrie fluide mette a fuoco il panorama artistico del Medioevo evidenziando i passaggi e le caratteristiche principali, offrendo una visione facilmente comprensibile.
Video didattico realizzato da: S. Biguzzi, L. Burioli, G. Daltri, D.D. Ivanova. A cura di A. Cocchi.
L'opera viene spiegata in modo chiaro e facilmente assibilabile con esempi e precisazioni.
Giotto raccontato da Federico Zeri. Da You tube
Vuoi dedicare un'opera di Giotto a qualcuno? Vedi: L'opera Il Compianto di Cristo vista da Ugo.
E.Bacceschi L'opera completa di Giotto. Classici dell'arte Rizzoli. Milano 1966
Antonio Pucci. Il Centiloquio, Firenze 1373
A. Magistà. Così ne parlano i contemporanei, in: Il romanzo della pittura. Giotto e i maestri del Trecento. Suppl. a La Repubblica del 26/10/1988
S, malatesta. L'uomo che parlava la lingua dei mercanti, in: Il romanzo della pittura. Giotto. Suppl. a La Repubblica del 26/10/1988
A. Tomei. Giotto. La pittura. Dossier Art Giunti, Firenze 1997
C. Semenzato, A. Angoletta Berti. Giotto e i giotteschi a Padova. Arnoldo Mondadori editore/ De Luca edizioni d'arte. Milano/Roma 1988
La Nuova Enciclopedia dell'Arte, Garzanti, 1986
G. Cricco, F. Di Teodoro, Itinerario nell’arte, vol. 1, Zanichelli Bologna 2004