Madonna col Bambino tra i santi Girolamo e Giovanni Battista. 1495 ca. Olio su tavola. Washington, National Gallery of Art
Tra i maggiori esponenti della pittura veneta del '400, la biografia di Cima da Conegliano rimane ancora poco conosciuta. Eppure dalla sua bottega sono usciti diversi capolavori e un grande numero di dipinti.
La biografia di Giovanni Battista Cima da Conegliano è molto lacunosa, perché esiste una documentazione troppo scarsa per poter ricostruire, con adeguata precisione, gli eventi della sua vita. Gli indizi che possono ricondurre alle sue origini riguardano soprattutto il nome "Cima", con cui l'artista ha l'abitudine di firmarsi ed è conosciuto e nominato fin dai documenti più antichi. Secondo gli studiosi, Cima deriva da "cimador", parola veneta traducibile come "cimatore", riferita ad una particolare attività di lavorazione della lana. Secondo Botteon e Burkhardt, che hanno condotto approfonditi studi a riguardo, quello del cimador era il mestiere di Pietro e Antonio di Conegliano, rispettivamente il padre e il fratello dell'artista.
Nell'estimo di Conegliano, del 1473 si trova l'indicazione di un "Joannes Cimador" che, compiuti i quattordici anni richiesti dalla legge della Serenissima, iniziava a pagare autonomamente le tasse. E' da questo documento che si ricava, approssimativamente, la data di nascita: 1459 o '60. Sugli anni giovanili trascorsi da Giovanni Battista a Conegliano e sulla sua prima formazione artistica non abbiamo notizie certe. Le prime opere conosciute di Cima sono il Polittico della chiesa parrocchiale di Olera, la Madonna col Bambino conservata nel Museo di Detroit, e la pala con la Madonna col Bambino, san Giacomo e san Girolamo del Museo di Vicenza.
Si tratta di dipinti che rivelano contatti con Bartolomeo Montagna (secondo alcuni studiosi probabile maestro di Cima) e rapporti con artisti veneziani come Alvise Vivarini e Giovanni Bellini. La suddetta Madonna col Bambino, san Giacomo e san Girolamo, firmata e datata 1489 attesta inoltre la sua presenza a Vicenza in quel momento.
Da un altro documento sappiamo che Cima nel 1492 abitava a Venezia, nella contrada di San Luca, in una casa vicino al Canal Grande. Ma è probabile che l'artista si fosse trasferito nella città lagunare già da qualche anno prima. Risultano comunque alcuni suoi ritorni a Conegliano, come quello del 1489 e del 1498, oltre all'ultimo soggiorno dal 1516 al 1517, anno della sua morte. A parte gli abituali rientri al suo paese d'origine, Cima sembra non essersi più spostato da Venezia, dove viveva con una certa agiatezza. Sappiamo anche che si sposò due volte ed ebbe otto figli. Furono invece le sue opere a spostarsi, inviate in diverse prestigiose sedi per soddisfare le numerose committenze.
A Venezia Cima era considerato un'artista di grande prestigio e conduceva un'apprezzata bottega. In una convenzione stipulata nel 1492 con la Scuola dei Battuti da Conegliano per la Sacra conversazione del Duomo, risulta "Magistro Baptista de Conegliano Pictore eximio venetiis permanente".
Alla celebrità nutrita presso i suoi contemporanei è seguita invece, dall'800 i avanti la grave dimenticanza che è giunta fino a noi. La riscoperta della sua eccezionale figura artistica è dovuta soltanto alla sensibilità e al rigore degli studi di Botteon, Buckardt, Longhi, e altri, fino alla recente iniziativa della mostra svoltasi a Conegliano nel 2010.
A. Cocchi.
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Piero della Francesca
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Filippo Brunelleschi
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F. Zava Boccazzi. Cima da Conegliano in: I maestri del colore. Fratelli Fabbri editori.
G. C. F. Villa Paesaggi in quiete. in Art e Dossier n. 265. Giunti editrice, Firenze 2010