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Sandro Botticelli. Il ritorno di Giuditta a Betulia

Sandro Botticelli. Il ritorno di Giuditta da Betulia-. 1472. Tempera su tavola cm. 31X25. Firenze, Galleria degli Uffizi
Sandro Botticelli. Il ritorno di Giuditta da Betulia. 1472. Tempera su tavola cm. 31X25. Firenze, Galleria degli Uffizi

 

L'eroina biblica è un simbolo di virtù femminile, ma è anche l'emblema del debole che si ribella all'ingiustizia e che diventa forte combattendo per una giusta causa.

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Un simbolo di virtù ed eroismo

 

Il ritorno di Giuditta da Betulia rappresenta un'opera conclusiva della fase di formazione di Botticelli, nella quale l'artista mostra uno stile più autonomo.
Il tema della Giuditta è molto frequente nell'arte del '400. L'eroina biblica è un simbolo di virtù femminile, ma è anche l'emblema del debole che si ribella all'ingiustizia e che diventa forte combattendo per una giusta causa. In alcuni casi, come ad esempio nella Giuditta di Donatello, ha assunto anche un particolare valore politico.
Nell'opera di Botticelli Giuditta è raffigurata mentre ritorna a Betulia di nascosto, dopo aver raggirato e ucciso il suo nemico e con l'aiuto della serva Ambra, porta al suo popolo la testa mozzata di Oloferne. Il ramo di ulivo che porta in mano allude alla Pace che con il suo gesto spietato porta agli Ebrei.
Sullo sfondo si vedono le schiere degli Ebrei che escono dalla loro città per scontrarsi con gli Assiri. Questi ultimi sono schierati con fanti e cavalieri a guardia delle acque che circondano la città assediata.


Emerge già il valore espressivo della linea che contraddistingue l'opera del maestro e che in questo dipinto si muove già con una libertà assoluta. La linea non si limita a costruire forme e figure ma sembra scorrere da sola e giocare liberamente sulla superficie del quadro.
Il linearismo ritmico dei panneggi fluttuanti dei personaggi assume un valore astratto-decorativo come un puro arabesco ed è scorrevole e leggera come una melodia musicale.
La vitalità energica presente nelle opere precedenti, come il san Sebastiano è stata sostituita dalla grazia languida dei volti e del gesti.
La solida plasticità visibile nelle opere giovanili si scioglie in una materia eterea e inconsistente di cui sembrano fatte queste figure, smaterializzate dai solchi serpeggianti delle vesti leggerissime, mosse dalla brezza. Anche il chiaroscuro non viene utilizzato per suggerire i volumi e dare solidità alle forme, ma per scioglierle nei mille rivoli delle mobilissime vesti.

Le due donne si muovono agili, aggraziate e leggere, vaghe e indefinite, come in una danza. Anche le loro espressioni non esprimono la tragedia di cui sono state protagoniste, hanno espressioni dolci, sognanti, di una vaga e indefinita malinconia. Tutto nel quadro è in funzione dell'armonia compositiva, non c'è traccia di dramma o di realismo. Si coglie un totale disinteresse verso il momento angoscioso del delitto e della fuga che rappresenta il significato del soggetto biblico, mentre prevale una visione fantastica e irreale. Botticelli si orienta verso una ricerca di bellezza assoluta, superiore e sacra, tutta mentale, seguendo una sorta di misticismo estetico, dove la componente della malinconia, intesa come vita intellettuale diventa da questo momento uno dei temi dominanti del suo stile.

 

A. Cocchi

 

 

 

 

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Sandro Botticelli. Mappa concettuale

Sandro Botticelli

Mappa sintetica con le principali tappe del percorso artistico, esempi e caratteristiche dello stile. Autore: A. Cocchi.
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L'arte di Sandro Botticelli ha conosciuto un'evoluzione continua dai suoi esordi alla fase finale, con profondi cambiamenti stilistici. La mappa di Geometre fluide mette in evidenza il percorso artistico del maestro fiorentino in rapporto all'ambiente storico culturale e offre uno schema chiaro sulla sua vita e le sue opere principali, rendendo facile lo studio e la comprensione.

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Bibliografia

 

C. Bo, G. Mandel L'opera completa del Botticelli. Classici Rizzoli, Milano 1966
G. Cornini. Botticelli. Dossier Art n. 49, Giunti editore, Firenze 1990
L. H. Heydenreich Il Primo Rinascimento. Arte italiana 1400-1460. Rizzoli Editore, Milano 1979
R. e M. Wittkower. Nati sotto Saturno. La figura dell'artista dall'Antichità alla Rivoluzione francese. Giulio Einaudi editore s.p.a., Torino 1968
F. Zeri, a cura di N. Augias. Botticelli e l'atelier del Paradiso. in Il romanzo della pittura. Masaccio e Piero. Supplemento al n. 239 de "La Repubblica" del 2/11/1988
G. Cricco, F. Di Teodoro, Itinerario nell’arte, vol. 2, Zanichelli Bologna 2004
G. Dorfles, S. Buganza, J. Stoppa Storia dell'arte. Vol II Dal Quattrocento al Settecento. Istituto Italiano Edizioni Atlas, Bergamo 2008
La Nuova Enciclopedia dell’arte Garzanti, Giunti, Firenze 1986
P. Adorno, A. Mastrangelo Arte. Correnti e artisti vol.II
F. Negri Arnoldi Storia dell'arte vol III
E. Bernini, R. Rota Eikon guida alla storia dell'arte. Vol. 2 Dal Quattrocento al Seicento. Editori Laterza, Bari 2006

 

 

 
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