I bozzetti di Bernini

Gianlorenzo Bernini. Studio per la testa di San Girolamo. Terracotta. Fogg Art Museum, Harvard University
Gianlorenzo Bernini. Studio per la testa di San Girolamo. Terracotta. Fogg Art Museum, Harvard University

 

Bernini plasmava l'argilla con velocità e abilità sorprendenti. Con la creta dava forma visibile alle sue idee nel momento in cui le concepiva, e  realizzava una serie di modellini con tutte le variazioni che di volta in volta decideva di fare.

La forma delle idee

 

Una parte importantissima dell'opera di Gianlorenzo Bernini è rappresentata dai suoi provini in terracotta.
Tra quelli finora rimasti e riconosciuti di mano del maestro, esistono numerosi bozzetti realizzati in argilla, ma il lavoro di ricerca e riconoscimento di questi oggetti è ancora in corso. Gli esempi che conosciamo si trovano dispersi in diversi musei del mondo, a Roma, Parigi, San Pietroburgo, in Gran Bretagna e negli Stati Uniti.
Gli studiosi hanno raccolto diverse e attendibili testimonianze che ci raccontano che Bernini plasmava l'argilla con velocità e abilità sorprendenti. Con la creta dava forma visibile alle sue idee nel momento in cui le concepiva, e in fase di ideazione realizzava una serie di modellini con tutte le variazioni che di volta in volta decideva di fare.
Il suo studio doveva essere pieno di modellini, visto che, come racconta il pittore e storico dell'arte  tedesco Joachim Von Sandrart, suo contemporaneo, solo del San Longino Bernini gli fece vedere ben ventidue modellini diversi.
Ora, di questa serie del Longino rimane l'unico esemplare del Fogg Art Museum, presso l'Università di Harvard, ma in quella stessa sede si conservano numerosi altri bozzetti del Bernini, donati al museo da un collezionista americano dell'Ottocento.

Ognuno dei bozzetti berniniani meriterebbe uno studio a parte, prima di tutto perché si tratta di opere d'arte di qualità estetica notevole, ma anche perché rappresentano i passaggi fondamentali nel processo creativo dell'artista. L'analisi di questi pezzi, confrontati con l'opera definitiva, offre molte interessanti informazioni sul lavoro dell'artista e riserva anche delle sorprese.
Recentemente è stato rintracciato il Progetto in legno e terracotta per la Fontana dei Fiumiche Bernini aveva presentato a Papa Innocenzo X. Lo studio di questo pezzo ha permesso di capire che, nella versione iniziale, sia le proporzioni che i materiali con cui Bernini intendeva realizzare la fontana erano ben diversi da quelli poi scelti nella versione definitiva.

Un altro ritrovamento che ha fatto notizia si è verificato in occasione di una mostra svoltasi a Maastricht nel marzo del 2010. Una commissione di esperti (formata da Charles Avery, Anthony Radcliffe ed Elisabeth Wilson) ha riconosciuto nello stand di Altomani & Sons il Bozzetto del Cristo Redentore che Bernini aveva pensato di inserire sul coronamento del Baldacchino di san Pietro. La statua in bronzo non è stata più realizzata perché troppo pesante e avrebbe compromesso la statica del Baldacchino.

Nell'esecuzione del bozzetto, in genere a Bernini non interessava rifinire troppo il lavoro, poiché si trattava solo di un appunto per poi realizzare l'opera definitiva. Egli definiva soprattutto alcuni aspetti importanti della composizione come il movimento, il panneggio, il contrappunto, ecc. mentre lasciava abbozzato il resto. Tale modo di procedere rispecchia una scelta personale di Bernini, che si distingue da altri scultori del suo tempo, ad esempio l'Algardi era solito rifinire con cura i suoi bozzetti, presentandoli come piccole opere finite, senza mai lasciarli abbozzati. E comunque queste statuette potevano essere anche vendute.
Bernini cuoceva i suoi modelli d'argilla e dipingeva le terracotte ottenute solo quando doveva presentare il progetto a qualcuno. Ma in fase di ideazione Bernini lasciava i suoi modelli crudi, infatti la maggior parte degli oggetti ritrovati hanno rivelato che la cottura è avvenuta molto più tardi, per motivi di conservazione. Purtroppo anche i modellini berniniani da lui presentati come progetti, oggi hanno perduto gran parte della policromia originale, per via delle eccessive ripuliture applicate dai restauri passati.

Il particolare procedimento tecnico seguito da Bernini è strettamente connesso al processo di definizione stilistica che accompagna la genesi delle sue opere. Sembra che il punto di partenza del suo lavoro fosse sempre un puntuale studio e riferimento all'antico.
Rispetto alle opere definitive, i bozzetti, come anche i disegni e gli schizzi preparatori, iniziano con forme e soluzioni più classiche, attingendo a esempi antichi, come l'Antinoo, L'Apollo del Belvedere, o altre famose opere dell'antichità. Poi, man mano che sviluppava la sua idea, Bernini si allontanava dall'impostazione tradizionale per seguire un indirizzo più personale, puntando sulla carica espressiva, sul dinamismo e sull'impatto emozionale, fino a definire quella particolare "forma" che rende così grande e inconfondibile il suo lavoro.

 

 

 

La dispersione dei bozzetti di Bernini

 

Per rintracciare i bozzetti in terracotta finora conosciuti di Gianlorenzo Bernini bisogna fare un larghissimo giro che comprende numerose sedi tra le quali alcuni dei più prestigiosi musei del mondo. Del resto, sembra che non esista un elenco completo di questi preziosi oggetti.
Tra queste, la prima tappa è ovviamente a Roma, nel Museo della Galleria Borghese si trova il Bozzetto per un monumento a Luigi XIV, poi diversi modelli si trovano ai Musei Vaticani. Un altro modello è conservato nel Tesoro della Basilica di San Pietro.

 

 

Gianlorenzo Bernini. Studio di angelo con cartiglio. 1667 ca. Terracotta. Roma, Palazzo Venezia
Gianlorenzo Bernini. Studio di angelo con cartiglio. 1667 ca. Terracotta. Roma, Palazzo Venezia

 


Una serie di modelli in terracotta si trovano a Palazzo Venezia. Tra questi il piccolo Studio di Angelo con cartiglio, che fa parte della serie di Angeli con i simboli della Passione destinati a Ponte Sant'Angelo, richiesti da papa Clemente IX a Bernini nel 1667. L'artista ideò dieci statue ma ne realizzò di sua mano soltanto due, mentre gli altri vennero eseguiti dai suoi collaboratori. Nella stessa collezione si trovano lo studio del volto della Santa Teresa, per il gruppo scultoreo della Cappella Cornaro a Roma, un piccolo provino per una Testa di moro, destinato alla Fontana dei Fiumi, alto appena 11 centimetri. Fa eccezione per il tipo di materiale un bozzetto in cartapesta dorata contenuto in una cornice ovale, si tratta della Memoria di Suor Maria Raggi.

Sempre in Italia, nell'Istituto d'Arte  “Duccio di Buoninsegna” di Siena si conserva uno studio in terracotta della figura della Carità, destinato al Monumento di Alessandro VII in San Pietro a Roma. Anche in questo caso Bernini si limitò a plasmare il bozzetto, poiché la realizzazione della statua venne affidata a Giuseppe Mazzuoli, che tradusse in marmo il modello nel 1673-75.

A Venezia, presso la Galleria Giorgio Franchetti alla Ca' d'Oro in una vetrina della sala X si trovano due bozzetti preparatori per due dei Fiumi della Fontana di piazza Navona, sono il Nilo e il Rio della Plata.

 

 

Gianlorenzo Bernini. Studio per quattro membri della famiglia Cornaro. 1645 ca. Terracotta. Fogg Art Museum, Harvard University
Gianlorenzo Bernini. Studio per quattro membri della famiglia Cornaro. 1645 ca. Terracotta. Fogg Art Museum, Harvard University

 


Un'altra tappa importante è il Fogg Art Museum presso l'Università di Harvard, qui sono conservati numerosi bozzetti del Bernini donati al museo da un collezionista americano dell'Ottocento. Al Museo di Harvard si trovano ad esempio, l'unico esemplare superstite del San Longino, di cui sappiamo che Bernini aveva realizzato almeno una ventina di bozzetti diversi. Nello stesso museo si trova uno Studio per quattro membri della famiglia Cornaro, del 1645 circa, utilizzato per la Cappella Cornaro, il modello per la testa del San Girolamo del 1661, fortemente espressivo, uno studio per il Sant'Ambrogio del 1658, due versioni dell'Angelo con la corona di spine del 1667-68, parecchi degli angeli per Ponte Sant'Angelo che vanno dal 1667 al 1674-75.
In questo stesso museo si trova anche un piccolo bronzo con la figura della Contessa Matilde del 1637. Si tratta di uno dei cinque esemplari della stessa figura, alti tutti circa quaranta centimetri e colati dalla stessa matrice.

All'Ermitage di Sanpietroburgo sono conservati diversi bozzetti di Bernini, tra i quali, alcune versioni di angeli per Ponte Sant'Angelo.

Altri bozzetti si trovano in altri musei, ma esiste ancora un numero indefinibile di pezzi che fanno parte di collezioni private.

 

A. Cocchi

 

 

 

 

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Bibliografia

 

R. Wittkower. La scultura. Dall'antichità al Novecento. Giulio Einaudi editore, Torino 1985
R. Wittkower. Arte e architettura in Italia 1600-1750. Einaudi, Torino 1972
P.Portoghesi. Roma barocca. Editori Laterza, Roma-Bari 1984
C. Lachi. La grande storia dell'arte. Il Seicento. Gruppo editoriale l'Espresso. Roma, 2003P. Adorno. A. Mastrangelo. Arte. Correnti e artisti. Volume secondo, Dal Rinascimento medio ai giorni nostri. Casa editrice D'Anna- Messina- Firenze 1998
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A. Ottani Cavina, Lezioni di Storia delle Arti, Università di Bologna, 1984
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G. Dorfles, S. Buganza, J. Stoppa Storia dell'arte. Vol II Dal Quattrocento al Settecento. Istituto Italiano Edizioni Atlas, Bergamo 2008
G. Cricco, F. Di Teodoro, Itinerario nell’arte, vol. 2, Zanichelli Bologna 2004
Alessandra Zanchi.Cuore di creta. intervista a  Bruce Boucher, docente di Storia dell’arte all’University College di Londra. in: www.stilearte.it
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