Gianlorenzo Bernini. Cattedra di san Pietro. 1656-65. Bronzo dorato, stucchi e marmo.
Roma, Basilica di San Pietro. Foto di Dnalor
Massimo rappresentante del gusto barocco, l'arte di Gianlorenzo Bernini ha dominato sulla città di Roma in più di sessant'anni, creando con il suo lavoro il nuovo immaginario figurativo della Chiesa trionfante.
Gianlorenzo Bernini nacque a Napoli nel 1598, la madre era napoletana, il padre Pietro Bernini era un noto scultore, lavorò a Napoli, Firenze e Roma e fu lui il primo maestro di Gianlorenzo. Pietro si trasferì a Roma con la sua famiglia dal 1605, e in questa città Gianlorenzo trascorse gran parte della sua vita, eccetto un lungo soggiorno a Parigi, nel 1665, chiamato da re Luigi XIV.
La vicenda umana e artistica di Gianlorenzo Bernini è intimamente legata alla città di Roma e fu nella capitale che la sua carriera si è svolse, in una lunga serie di successi, durante il succedersi di ben otto papi.
A Bernini vennero affidate le imprese più importanti che i pontefici decisero per manifestare il trionfo della Chiesa nella città eterna, e l'artista venne coinvolto come scultore, scenografo e architetto per tutti i sessant'anni della sua attività.
La scena artistica romana in questo periodo fu praticamente dominata da Gianlorenzo, prima di lui solo Michelangelo è stato tenuto in così alta considerazione da papi, intellettuali e artisti.
Molte sono le analogie con Michelangelo: anche Bernini considerò la scultura come la sua grande passione e il marmo fu il suo materiale preferito. Fin dall'infanzia si trovò in una famiglia in cui si lavorava il marmo. Come Michelangelo divenne un artista completo: è pittore, scultore, architetto, poeta, scenografo. Di fronte ad ogni opera si dedicò sempre con grande concentrazione e una sincera partecipazione emozionale. Inoltre, Bernini è stato soprattutto un instancabile disegnatore.
Il disegno rappresenta un mezzo fondamentale di tutta la sua attività creativa, attraverso di esso l'artista annotava ogni impressione, idea e soluzione, passando dai veloci bozzetti fino ai più curati progetti o alle divertite caricature.
Innegabile sono inoltre il talento e la creatività straordinari con cui ha affrontato qualsiasi compito. Le differenze con Michelangelo riguardano piuttosto la sfera umana e sociale: contrariamente al noto carattere difficile di Michelangelo, Gianlorenzo è descritto come un uomo molto socievole, spiritoso e brillante, dedito alla famiglia e abile organizzatore.
Nel 1611 Gianlorenzo si trovava come aiutante del padre Pietro Bernini, impegnato a scolpire i rilievi nella Cappella di Paolo V in Santa Maria Maggiore a Roma. Questa occasione segnò l'inizio della sua carriera e anche della sua fortuna, poiché durante il lavoro venne notato dal cardinale Scipione Borghese, il quale decise di affidargli la decorazione della sua villa.
Gianlorenzo Bernini. Apollo e Dafne. Marmo. h. 243 cm. Roma, Galleria Borghese.
Bernini diciannovenne creò una serie di gruppi e statue di soggetto mitologico (eseguiti tra il 1619 e il 1624) che sono tutt'ora a Villa Borghese a Roma. Rimase al servizio del cardinale fino al 1624.
Con l'elezione di papa Urbano VIII Barberini, Bernini ancora giovanissimo diventò il leader della vita artistica di Roma e mantenne tale posizione per tutta la vita, dedicandosi soprattutto ad opere religiose. Dopo la morte di Carlo Maderno, nel 1629 Gianlorenzo fu nominato "architetto di San Pietro".
Gianlorenzo Bernini. Sant'Andrea al Quirinale. 1658-61. Veduta dell'interno. Roma.
Nel periodo giovanile, durante i primi anni venti, la sua opera era molto richiesta come ritrattista, ma con l'aumentare di incarichi monumentali, Bernini non ebbe più tempo per dedicarsi ai ritratti. Già tra la fine degli anni venti e nel decennio successivo per far fronte a tutti gli impegni dovette assumere degli assistenti, mentre i ritratti in età matura divennero meno numerosi, per faro posto alle opere di maggiore impegno come statue, tombe, cappelle, fontane, piazze, chiese, realizzate durante i pontificati di Urbano VIII, Innocenzo X e Alessandro VII.
Anche la pittura si concentra soprattutto negli anni venti, più avanti preferì dedicarsi alla scultura, mentre la maggior parte delle imprese architettoniche appartengono soprattutto all'ultima fase della sua carriera, corrispondente al periodo di Alessandro VII.
Bernini morì a Roma nel 1680.
Seguire con esattezza le tappe evolutive della produzione artistica di Gianlorenzo Bernini è complicato, soprattutto perchè egli per tutta la sua vita si è dedicato contemporaneamente ad opere diverse. In molti casi, incarichi di grande impegno hanno richiesto periodi di lavorazione lunghi e anche numerose modifiche e trasformazioni nel corso dell'esecuzione. Ad esempio per il Baldacchino di San Pietro Bernini impiegò nove anni, per la Cattedra di San Pietro tredici e per la Tomba di Urbano VIII vent'anni.
Però nella scultura le trasformazioni del suo stile sono così evidenti che si possono distinguere, in linea di massima, alcuni gruppi di opere in corrispondenza ad altrettante fasi della sua vita.
In senso generale, l'opera di Bernini è uno straordinario processo di emancipazione della scultura.
Gianlorenzo Bernini. Beata Ludovica Albertoni. Part. 1671-74
Marmo e alabastro. Roma, San Francesco a Ripa.
Punto di partenza per lo studio delle opere di Bernini è naturalmente la sua formazione, avvenuta principalmente nella bottega del padre Pietro Bernini. Qui il giovane Gianlorenzo ha potuto apprendere le virtuose soluzioni tecniche del tardo manierismo. Una parte importante della sua cultura artistica è offerta dallo studio dei maestri del Cinquecento, in primo luogo Michelangelo, per il quale nutrì grande ammirazione e degli esempi scultorei antichi di età ellenistica.
Gli esordi di Bernini si possono identificare a partire dalla prima opera: il gruppo scultoreo della Capra Amaltea. Già da quel primo saggio l'artista viene notato da Scipione Borghese che gli affida la decorazione del salone della sua villa romana con la serie di gruppi mitologici e biblici, tra i quali l'Apollo e Dafne e il David.
La precisione esecutiva e l'energia del dinamismo tipiche del suo stile si esprimono già in questi lavori giovanili e verranno via via sviluppati anche nei soggetti religiosi degli anni '20, come la statua della Santa Bibiana per la Chiesa di Santa Bibiana, da lui stesso progettata, e quella del San Longino e nelle opere dei primi anni '30, che caratterizzano il cosiddetto periodo del "pieno barocco" berniniano, tra le quali il celebre Baldacchino di San Pietro.
Dopo una breve pausa classicheggiante, in cui produce numerose opere con l'aiuto dei suoi collaboratori, gli anni '40 e '50 sono quelli della maturità, in cui Bernini concepisce grandi monumenti come la Cappella Cornaro, la Fontana dei Quattro Fiumi, il Monumento funebre di Urbano VIII, nei quali realizza la sua straordinaria fusione di tutte le arti con risultati spettacolari e coinvolgenti.
Gianlorenzo Bernini. Modello in terracotta per il Monumento equestre a Luigi XIV.
1669-70. Roma, Galleria Borghese.
L'ultimo ventennio comprende altri monumenti di grande impegno come la chiesa di Sant'Andrea al Quirinale, capolavoro dell'architettura barocca, il celeberrimo Colonnato e la piazza di San Pietro, la Beata Ludovica Albertoni e i lavori per Luigi XIV, come il progetto per il Louvre e i ritratti di Luigi XIV.
Gianlorenzo Bernini. Giove nutrito dalla capra Amaltea e un satiro.
1609-1615. Marmo. h. cm. 45 Roma, Galleria Borghese
Le conoscenze e le abilità acquisite durante il periodo di formazione traspaiono nelle opere appartenenti ai primi due anni di attività di Gianlorenzo Bernini: tra il 1615 e il 1617.
Si tratta del gruppo della Capra Amaltea con Giove infante e un satiro della Galleria Borghese a Roma, il San Lorenzo della collezione Contini-Bonacossi di Firenze, il San Sebastiano della collezione Tyssen-Bornemisza di Lugano e due busti: il ritratto di Santoni e il ritratto di Vigevano.
Già in questi primi lavori sono evidenti energia e libertà creativa straordinarie, oltre all'altissima qualità esecutiva. La precisione nel trattamento delle superfici del marmo si distingue rispetto alla media delle opere a lui contemporanee. Non a caso i suoi lavori colpirono un occhio attento come quello del cardinale Scipione Borghese, appassionato di archeologia e arte contemporanea. Il Borghese, interessato ad arricchire la propria collezione personale, oltre a richiedere a Gianlorenzo altri lavori (come ad esempio il busto-ritratto dello zio Paolo V), affidò al giovane artista un incarico importante: la decorazione della sua villa romana con una serie di gruppi scultorei di soggetto mitologico.
La decorazione di Villa Borghese rappresenta l'inizio di una lunga serie di incarichi importanti che impegneranno Bernini per tutta la vita.
Nel 1624, ad appena un anno dalla sua elezione, papa Urbano VIII Barberini commissiona a Gianlorenzo Bernini alcuni lavori importanti. Una nuova facciata e il restauro della chiesa di Santa Bibiana che rappresenta il primo incarico che Bernini riceve come architetto, la statua di Santa Bibiana da collocarsi sull'altare della stessa chiesa e il Baldacchino di San Pietro. Tutti i lavori vengono iniziati nello stesso 1624, ma prosegueranno con tempi diversi, poichè Bernini, ancora piuttosto inesperto, soprattutto in campo architettonico, dovette affrontare problemi di difficile soluzione, specialmente per il Baldacchino, i cui lavori si concluderanno nel 1633.
Gianlorenzo Bernini. Santa Bibiana. 1624. marmo. Roma, chiesa di Santa Bibiana.
Prima opera ad essere conclusa è la statua di Santa Bibiana, realizzata tra il 1624 e il 26 e che inaugura una serie di opere di soggetto religioso in cui interpreta la particolare spiritualità dei suoi tempi. Il dinamismo dei giochi di luce e ombra si esprimono con forza nei drappeggi, nei cui drammatico agitarsi rispecchiano l'atteggiamento spirituale e le straordinarie esperienze interiori di personaggi che sembrano inghiottiti dall'evento mistico.
Nel San Longino, realizzato per la Basilica di San Pietro, nel 1629-38 questo processo è andato avanti, e si manifesta in un'immagine di grande intensità emozionale.
Gianlorenzo Bernini. Paolo V. 1618. Marmo. Roma, Galleria Borghese
I busti eseguiti nel corso degli anni venti appartengono a qesta fase. Sono figure piuttosto ferme, pensose e assorte, di forte profondità psicologica, come il ritratto di Paolo V del 1618, alla Galleria Borghese a Roma, quello di Gregorio XV a Bordeaux, i primi busti di Urbano VIII e di Francesco Barberini di Washington e altri.
In questo periodo Gianlorenzo continua ancora a collaborare con il padre Pietro Bernini, nella Fontana della Barcaccia, in Piazza di Spagna a Roma. L'opera, realizzata nel 1629, è stata richiesta dalla potente famiglia Barberini, alla quale appartiene il papa Urbano VIII.
Gianlorenzo Bernini. Scipione Borghese. 1632.
Marmo. Roma, Galleria Borghese
Rispetto ai busti che Gianlorenzo Bernini ha realizzato negli anni '20, molto più dinamica e viva è la testa di Scipione Borghese, realizzata nel 1632, colta in un movimento subitaneo, mentre sembra voltarsi come per parlare.
Questa ricerca espressiva alla conquista del corpo in movimento e al concetto di vitalità spirituale si coglie anche nella statua del San Longino, del 1629-38, collocata in San Pietro a Roma. Nella composizione articolata e aperta, nei giochi di luci e di ombre e di sporgenze e rientranze che agitano le vesti, Bernini crea un motivo astratto e drammatico.
Gianlorenzo Bernini. San Longino. 1629-38. Marmo. Roma, Basilica di San Pietro
Con queste opere si apre la cosiddetta "fase del pieno barocco" di Bernini. E' il momento in cui le sue ricerche espressive si accostano a quelle condotte in pittura da Pietro da Cortona, da Lanfranco e sembrano avvicinarsi anche all'Assunzione dipinta nel 1616-17 da Guido Reni, conservata nella chiesa di Sant'Ambrogio a Genova.
E' un percorso di ricerca che nel corso degli anni trenta sembra sospendersi per affiancarsi brevemente ad un filone di ripresa classica, ma poi riprenderà rafforzato nel decennio successivo.
Gianlorenzo Bernini. Testa di Medusa. Dett. 1636. Marmo. Roma, Palazzo dei Consevatori.
Accanto alle soluzioni del "pieno barocco", durante gli anni trenta dalla bottega di Gianlorenzo Bernini escono opere appartenenti ad una fase più classica, probabilmente sotto la richiesta dei committenti.
Ne fanno parte la Tomba della contessa Matilde della Basilica di San Pietro, del 1633-37, il grande rilievo sulla porta centrale della basilica con il "Pasce oves meas", la Testa di Medusa del Palazzo dei Conservatori a Roma, realizzata intorno al 1636, alcuni ritratti, tra cui quello del duca di Bracciano Paolo Giordano II Orsini al Castello di Bracciano, il ritratto di Thomas Baker, realizzato nel 1638, ora al Victoria and Albert Museum di Londra e la statua di Urbano VIII nel Palazzo dei Coservatori, del 1635-40.
Questi lavori hanno richiesto spesso l'aiuto degli assistenti e nessuno è stato eseguito interamente da Bernini. Ciò testimonia la grande quantità di richieste a cui doveva far fronte l'artista.
Gianlorenzo Bernini. Estasi di Santa Teresa.
Roma, Santa Maria della Vittoria, Cappella Cornaro
Il periodo centrale e più creativo dell'opera berniniana va dal 1640 al '55. E' il momento in cui l'artista decise di unificare tutte le arti in capolavori dall'effetto spettacolare come la Cappella Raimondi in San Pietro in Montorio, del 1642-46, in cui sperimenta anche le possibilità espressive della luce dalla sorgente nascosta; il Monumento di Urbano VIII del 1642-47 in San Pietro, che rappresenta un'innovazione assoluta del monumento funerario; la visionaria Cappella Cornaro del 1645-52 in Santa Maria della Vittoria a Roma; la grandiosa Fontana dei Quattro Fiumi in piazza Navona, del 1648-51, e altri conosciutissimi monumenti. E' evidente anche la ripresa e lo sviluppo dei concetti del dinamismo vitalistico e delle forme articolate delle fasi precedenti.
Gianlorenzo Bernini. Fontana dei Quattro Fiumi. 1648-51. Dett. Roma, Piazza Navona.
La forza espressiva dell'arte di Gianlorenzo Bernini non si esaurisce nell'ultima fase della sua attività e della sua vita. L'ultimo ventennio l'evoluzione stilistica dell'artista prosegue e continua a raggiungere esiti di altissima qualità in lavori di enorme impegno.
Gianlorenzo Bernini. Angelo con cartiglio. Marmo. 1668-71.
Chiesa di Sant'Andrea delle Fratte. Roma
Dopo la chiesa di Sant'Andrea al Quirinale, realizzata tra il 1658 e il 1661, per volontà di papa Innocenzo X, nelle opere realizzate a partire dagli anni '60 si nota il ricorso ad uno stile "goticheggiante", dove le forme si allungano e si assottigliano, seguendo l'idea di un'intensa spiritualità .
Gianlorenzo Bernini. Cattedra di San Pietro. 1656-66.
Bronzo, marmo, stucco dorato. Roma, Basilica di San Pietro
E' il momento in cui Bernini concepisce il Daniele (1655-57) della Cappella Chigi in Santa Maria del Popolo, prosegue e porta a termine la Cattedra di San Pietro, la Maria Maddalena della Cattedrale di Siena, realizzata nel 1661-63, gli Angeli del Ponte Sant'Angelo, realizzati tra il 1668 e il '71. Ma affronta anche l'impegnativo compito della progettazione del grandioso Colonnato e della Piazza di San Pietro.
Gianlorenzo Bernini. Colonnato e della Piazza di San Pietro. 1657-65. Roma.
Tra l'aprile e l'ottobre del 1665 si colloca anche il soggiorno di Bernini a Parigi, su invito del re di Francia Luigi XIV, che gli affida la progettazione del Louvre. Per il "Re Sole" Bernini eseguirà altre opere, come alcuni ritratti, tra cui il busto con il Ritratto di Luigi XIV.
All'ultima fase, negli anni '70, appartiene un momento in cui la tensione emotiva affidata al dinamismo della forma viene portato all'estremo. Ne è un esempio il Monumento equestre di Luigi XIV del 1669-77 a Versailles, la Beata Ludovica Albertoni del 1674 nella chiesa di San Francesco a Ripa a Roma, il ritratto di Gabriele Fonseca del 1668-75 in San Lorenzo in Lucina.
A. Cocchi
Gianlorenzo Bernini.
Mappa concettuale con cenni sulla vita, formazione e riferimenti alle opere principali. Autore. A. Cocchi.
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R. Wittkower. La scultura. Dall'antichità al Novecento. Giulio Einaudi editore, Torino 1985
R. Wittkower. Arte e architettura in Italia 1600-1750. Einaudi, Torino 1972
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