Il gruppo del Nettuno e Tritone, noto anche come Nettuno e Glauco, venne realizzato da Gianlorenzo Bernini nel 1620 per il cardinale Alessandro Peretti. Si tratta di una delle rare opere alle quali l'artista potè dedicarsi oltre a quelle commissionate da Scipione Borghese, che aveva quasi monopolizzato il lavoro del giovanissimo Bernini.
Il tema della rappresentazione deriva da testi classici come l'Eneide e secondo alcuni studiosi anche da un testo di Ovidio.
La statua era destinata a concludere una grande peschiera situata nel giardino di Villa Montalto a Roma. La scultura venne poi acquistata dal pittore inglese Joshua Reynolds nel 1786 e portata in Inghilterra. Pertanto non si trova più nella sua collocazione originaria, ora è esposta al Victoria and Albert Museum di Londra.
L'opera rappresenta anche la prima occasione, per Bernini di occuparsi di una fontana, tema al quale si dedicherà in numerose occasioni negli anni successivi, dando vita a un genere completamente rinnovato. Le fontane di Bernini offriranno invenzioni e livelli di qualità che saranno un modello per le generazioni future di parecchi artisti.
Attraverso antiche incisioni possiamo sapere che il gruppo del Nettuno e Tritone di Bernini si trovava alla sommità di una balaustra, dominava un bacino d'acqua e dietro si trovava un muro affiancato da due fontanelle laterali. La particolare collocazione dell'opera ha portato Bernini a sperimentare per la prima volta un punto di vista privilegiato che potesse accrescere il senso dimnamico del movimento e l'energia con cui la divinità marina affonda il tridente tra i flutti per calmare una tempesta.
Solo la veduta principale rivela pienamente la tensione dinamica e ci permette di cogliere l'istante scelto da Bernini per rendere l'azione. Ma questa stessa veduta offre anche la possibilità di vedere in maniera completa tutti i dettagli della scultura, che da altre posizioni si vedono parzialmente.
Bernini porterà avanti questi studi nelle opere successive, le prime occasioni sono offerte dai gruppi eseguiti per Villa Borghese, in particolare il David, che sembra molto vicino all'opera di Londra.
Inoltre per la prima volta Bernini affronta il tema del rapporto tra la scultura e un contesto ambientale già pienamente caratterizzato, come in questo caso avviene nella grandiosa fontana di Villa Montalto-Peretti. Ogni condizionamento è brillantemente superato dal giovane artista che concepisce la sua opera non come un semplice inserimento decorativo, ma come il fulcro espressivo di un monumento spettacolare, che arriva a concludere in maniera grandiosa lo spazio del giardino.
A. Cocchi
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