Luxor (Egitto): La Valle dei Re. Foto di Peter J. Bubenik (1995)
L'importanza centrale del "regno dei morti" e del culto legato dell'aldilà, all'interno della religione dell'antico Egitto, ha stimolato la costruzione di imponenti necropoli, testimonianza fondamentale dell'evoluzione della civiltà egizia nel corso dei millenni.
Necropoli è un termine che deriva dal greco: necròs, morto e pòlis, città, indica quindi letteralmente la "città dei morti": raggruppamenti di costruzioni adibite alla sepoltura e al culto dei defunti.
La centralità del culto dei morti nella religione egizia ha spinto alla creazione di una vasta rete di necropoli e complessi funerari che si estendevano lungo tutto il corso del Nilo.
Si tratta di aree molto estese, ricche di sepolture e santuari che formano complessi colossali, come ad esempio le celebri Valle dei Re, la Valle delle Regine, l'oasi del Fayyum o il territorio che va da El Giza a Dashur che è praticamente una sconfinata necropoli.
Nel corso del tempo le necropoli egizie si sono trasformate passando dai primitivi agglomerati di sepolture, ad insiemi sempre più vasti e monumentali di costruzioni funerarie.
Con lo svilupparsi della civiltà egizia, anche le singole tombe dei sovrani si evolsero. Dalle forme più antiche e più semplici delle tombe a fossa e delle prime camere ipogee si giunge alle tombe faraoniche. Possiamo definire in uno schema le principali tappe di questa evoluzione:
Va anche considerato che le tombe più importanti dell'antico Egitto, come ad esempio le piramidi dei faraoni, o le mastabe degli alti funzionari dello stato e dei nobili, non erano costruzioni isolate, ma vennero arricchite da altri edifici che formavano l'insieme di un complesso funerario. Ogni costruzione aveva uno scopo preciso e vi si svolgevano particolari riti per il culto dell'anima del defunto.
Le piramidi di El Giza. Foto di Ricardo Liberato
Ad esempio, nella necropoli di El Giza, risalente all'Antico Regno, ognuna delle famose piramidi è accompagnata da un tempio a valle, in cui avveniva la mummificazione; un canale navigabile che si estende fino alle rive del Nilo per consentire il passaggio della barca sacra che portava il sarcofago; una lunga rampa in salita per il trasporto del corpo del defunto; e un tempio a monte per gli ultimi riti di sepoltura.
Intorno si trovano anche numerose mastabe e piramidi minori per i famigliari e gli esponenti più importanti del regno. Inoltre, accanto alle tombe monumentali dei sovrani potevano sorgere anche i padiglioni giubilari, affacciati su ampi cortili, destinati a festeggiare i trent'anni di regno.
Mappa della necropoli di Giza. Foto di Madaki
Legenda: 1 - Piramide di Cheope 2 - Tempio funebre di Cheope 3 - Via cerimoniale 4 - Piramidi secondarie 5 - Necropoli occidentale 6 - Necropoli orientale 7 - Fosse delle barche solari 8 - Piramide di Chefren 9 - Piramide secondaria 10 - Tempio funerario di Chefren 11 - Via cerimoniale 12 - Sfinge 13 - Tempio a valle di Chefren 14 - Tomba della regina Kentkaus 15 - Piramide di Micerino 16 - Piramidi secondarie 17 - Tempio funerario di Micerino 18 - Via cerimoniale 19 - Tempio a valle di Micerino
Le necropoli egizie vennero inoltre utilizzate in un lungo arco di tempo che comprende non solo i tre millenni della civiltà egizia, ma si estende anche al periodo della dominazione romana fino a raggiungere l'età cristiana-bizantina, riportando modifiche e trasformazioni.
La conoscenza delle aree funerarie egizie è legata soprattutto alla ricerca archeologica, si tratta quindi di un bagaglio di informazioni abbastanza recente - che va dalle prime spedizioni del periodo napoleonico in avanti- e anche non definitivo, perché soggetto ai continui chiarimenti e ridefinizioni derivati da scoperte e ricerche ancora in corso.
In base alle conoscenze attuali possiamo mettere in evidenza alcune caratteristiche fondamentali delle necropoli egizie:
Agli albori della civiltà egiziana, nell'epoca predinastica, compresa tra il 4000 e il 3000 a. C. le più antiche necropoli egizie consistevano di tombe a fossa, inizialmente di forma circolare, poi squadrata. I sepolcri erano coperti da mucchi di terra o di pietre a forma di tumulo, sia per essere protetti dagli animali selvatici, sia per fungere da segnali funebri.
All'interno il defunto veniva posto in posizione rannicchiata e vicino alla testa e alle braccia era circondato da alcuni oggetti che costituivano il corredo funerario.
Ricostruzione di sepoltura in posizione fetale. Fase Naqada II, British Museum, Londra. Foto di Nina-no .
Nel corso del tempo le pareti del sepolcro vennero rivestite di stuoie o rinforzate con mattoni crudi.
Queste antichissime necropoli sono state ritrovate soprattutto nell'Alto Egitto, a sud del paese, in una regione importante sia per le risorse naturali che per il significato simbolico.
Alcuni dei siti più importanti sono:
Sethos I. e il suo figlio Ramses con la lista dei nobili di Abydos nell'antico Egitto.
Necropoli di Abydos. Foto di Rudolf Ochmann
Per approfondire vedi: Periodo predinastico Egizio
Con le prime due dinastie si apre il periodo cosiddetto Tinita, da Tinis, la prima capitale dell'antico Egitto. E' un momento di transizione da un'organizzazione più tribale della società a quella di uno stato unitario.
Le necropoli di questo periodo ci offrono preziose informazioni sulle prime fasi dello sviluppo della civiltà egizia:
Le necropoli vennero costruite all'interno di grandi recinti, in cui le tombe dei sovrani assunsero una forma a tumulo squadrato, posto a protezione del sepolcro.
Il tumulo era realizzato in mattoni crudi e coperto di fango e sorgeva sopra al sepolcro: una fossa scavata in profondità, contenente il sarcofago con la mummia del faraone. Il sepolcro venne scavato sempre più in profondità, al termine di un lungo pozzo verticale, che arrivò a raggiungere anche 20 metri.
La Mastaba del faraone Shepseskaf a Saqqara sud. Foto di Jon Bodsworth - www.egyptarchive.co.uk
Con il passare del tempo, il sepolcro da semplice fossa si evolse in più stanze, precedute da un vestibolo e da un corridoio. Il tumulo si trasformò a sua volta e aumentò di dimensioni, finché si definì la mastaba, nome arabo che indica: panca, poiché ricorda la forma di un sedile. La mastaba egizia è una struttura monumentale con pianta rettangolare, pareti esterne inclinate a scarpa e copertura a botte ribassata.
Sui muri delle tombe e sugli oggetti funerari cominciano ad apparire i primi esempi di geroglifici e di simboli religiosi, testimoniando lo sviluppo di un complesso sistema di credenze religiose. I corredi funerari erano già ricchi e variegati, comprendendo vasi in ceramica, gioielli, strumenti musicali e offerte alimentari. Testimoniano la convinzione di una vita ultraterrena in cui il defunto avrebbe avuto bisogno di tutto ciò che utilizzava nella sua vita mortale.
Le necropoli proto-dinastiche si articolarono in più mastabe, disposte in formazioni regolari e circoscritte da mura protettive.
Per approfondire vedi anche: LE SEPOLTURE NELL’ANTICO EGITTO Di Piero Cargnino
A partire dalla III dinastia, soprattutto con il faraone Djoser inizia la distinzione tra le sepolture dei sovrani, rappresentate dalle piramidi, e le sepolture private, rappresentate dalle mastabe. E' infatti dall'Antico Regno che si sviluppano le grandi necropoli, come quelle di Giza: monumentali complessi che oltre alle mastabe e alle piramidi ospitavano anche altre costruzioni legate al culto dei morti e a necessità liturgiche, come il tempio a valle, il tempio a monte, il canale sacro, i padiglioni giubilari.
Le tombe caratteristiche dell'Antico Regno sono:
Le mastabe, che erano divenute le tombe più comuni e diffuse. Dagli esempi più semplici e modesti a quelli più sontuosi, rappresentavano la dimora per l'anima nell'aldilà ed erano richieste da ogni cittadino in grado di sostenere le spese della costruzione. Sono state ritrovate tombe appartenenti a medici, scribi, funzionari, ecc.
Le tombe erano ricche di corredi funerari, comprendenti oggetti di uso quotidiano, cibo, gioielli e statue, destinati a servire il defunto nell'aldilà.
Le piramidi: erano le tombe esclusive dei faraoni e rappresentavano la loro potenza e divinità. All'interno delle piramidi, sulle pareti delle camere funerarie, erano incisi i Testi delle piramidi, incantesimi e formule magiche destinati ad assicurare al faraone la vita eterna. Le tombe dei faraoni contenevano i corredi più ricchi e la maggior parte sono state depredate.
Le necropoli più famose e importanti dell'Antico Regno sono:
Le piramidi di El Giza. Antico Regno. Foto di Ricardo Liberato
Il Medio Regno (circa 2055-1650 a.C.) è considerato un periodo di grande splendore per l'antico Egitto. Caratterizzato da una riorganizzazione politica e da una rinascita culturale, questo periodo si riflette anche nelle sue necropoli.
Dopo il secondo periodo intermedio e la dominazione degli Hyxsos con il Nuovo Regno l'Egitto è nuovamente riunificato. I faraoni promuovono la costruzione delle immense necropoli che si concentrano nella regione di Tebe, sull'altra sponda del Nilo rispetto alla capitale, Itj-tawy. Tebe, l'antica Uaset, diventerà poi la nuova capitale durante il Nuovo Regno e manterrà la sua importanza religiosa per millenni.
Il Medio Regno è il periodo che vede nascere le grandiose necropoli di Deir el Bahari, e nella regione tra Dahrshur e Fayyum. Questo periodo è caratterizzato da una maggiore diversificazione di forme nell'architettura funeraria. Si passa dalle più tradizionali mastabe e piramidi, ai templi funerari, come il Tempio di Mentuhotep II a Deir el-Bahari, alle tombe rupestri, come quelle di Beni-Hasan. I Templi e le sepolture erano scavate sulle pendici delle montagne.
Disegno ricostruttivo del Tempio funerario di Menuhotep II
Tombe del Medio Regno:
Fino alla XX dinastia, i faraoni scelsero di realizzare le loro sepolture scavando lunghe gallerie nelle viscere delle montagne. Le caratteristiche delle tombe cambiano per ognuna di queste dinastie. In questo periodo alle strutture già esistenti vennero anche aggiunte delle parti o modificate, in segno di continuità con la tradizione.
Si continuò la tradizione delle mastabe, che assunsero forme più elaborate rispetto all'Antico Regno. Le pareti delle tombe sono spesso decorate con scene della vita quotidiana, offerte funerarie e testi religiosi, offrendo preziose informazioni sulle credenze e sulle pratiche funerarie del periodo.
Tra i corredi funerari comparvero le statuette ushabti: piccole figure umane con braccia incrociate, poste nelle tombe per assistere il defunto nei suoi lavori nell'aldilà.
Le necropoli tebane più importanti sono:
Il Nuovo Regno (circa 1550-1070 a.C.) è considerato l'età dell'oro dell'antico Egitto. Rappresenta un periodo di grande espansione territoriale, il potere faraonico si accresce e si consolida, e la civiltà egizia raggiunge un momento di massimo splendore artistico. Questa prosperità si riflette in modo particolare nelle necropoli, vere e proprie città dei morti che custodiscono i segreti dei faraoni e degli aristocratici.
Tomba della Regina Nefertari.1250 a. C. ca. Valle delle Regine. Luxor
Le necropoli più importanti del Nuovo Regno sono:
Tombe del Nuovo Regno:
Le tombe dei Faraoni erano scavate nella roccia e presentavano forme articolate e complesse. Ad esempio le tombe della Valle dei Re sono elaborate catacombe, con lunghe gallerie, sale e pozzi. Decorate con scene della vita ultraterrena e testi religiosi con dipinti e sculture rappresentano capolavori artistici di inestimabile valore.
Le caratteristiche variano, poiché gli studiosi hanno constatato che esistono tipologie di tombe diverse per ognuna delle tre dinastie del Nuovo Regno.
La costruzione di una tomba nella Valle dei Re era un'impresa colossale che richiedeva anni di lavoro. Gli operai scavavano gallerie profonde e complesse, decorando le pareti con scene della vita ultraterrena e testi religiosi.
Molto consistenti sono i corredi funerari. Infatti le tombe erano riempite di tesori, tra cui gioielli, mobili, armi e mummie di animali, destinati a servire il faraone nell'aldilà.
La mummificazione raggiunse il suo apice nel Nuovo Regno, con tecniche sempre più sofisticate per preservare il corpo del defunto.
L'Epoca Tarda dell'antico Egitto (circa 664-332 a.C.) corrisponde ad un periodo di profonde trasformazioni nella struttura sociale, politica e culturale in un progressivo declino della civiltà nilotica. L'Egitto, in questo periodo, è sottoposto a crisi economiche e influenze straniere, in particolare da parte dei Persiani. Queste caratteristiche si riflettono anche nell'arte e nelle pratiche funerarie.
Le Necropoli del Periodo Tardo sono le più diffuse perché sorsero nelle vicinanze delle città, ma sono anche più piccole rispetto ai periodo precedenti.
Tomba di Petorisis, Tuna-Gebel. Foto di Roland Unger
Le più importanti necropoli di questo periodo sono:
Tombe dell'Epoca Tarda
Le costruzioni destinate alla sepoltura sono più piccole e più semplici rispetto a quelle dei periodo precedenti.
La camera funeraria è generalmente di dimensioni più contenute e l'accesso è spesso segnato da una semplice stele o da un piccolo sarcofago. La stele d'ingresso è una lastra di pietra con un'iscrizione geroglifica che riporta il nome e il titolo del defunto. L'ingresso della tomba è seguito da uno stretto corridoio che procede fino alla camera funeraria: un ambiente di forma rettangolare.
Sulle pareti della camera, si possono trovare dipinti con scene della vita quotidiana, come il defunto che banchetta con la sua famiglia, e formule magiche per assicurare il suo viaggio nell'aldilà.
Al centro della camera si trova solitamente un sarcofago in pietra calcarea o granito. La sua forma può variare, ma spesso è rettangolare e presenta una decorazione più sobria rispetto ai sarcofagi dei periodi precedenti. Le pareti del sarcofago potevano essere decorate con scene religiose o iscrizioni geroglifiche.
All'interno del sarcofago,veniva posta la mummia del defunto, avvolta in bende di lino. La mummificazione, sebbene praticata, era spesso meno complessa rispetto ai periodi precedenti ma continuò a essere diffusa tra le classi più ricche.
Rimase invece l'uso dei corredi funerari: gli amuleti e gli oggetti votivi assunsero un ruolo sempre più importante, in quanto si credeva che potessero proteggere il defunto nel suo viaggio nell'aldilà. Rispetto ai più ricchi corredi dei faraoni, nelle altre tombe il corredo funerario è generalmente più modesto, ma può includere oggetti di uso quotidiano, come vasi, gioielli, amuleti in faïence e statuette ushabti. Questi oggetti erano ritenuti essenziali per la vita nell'aldilà e potevano variare in base allo status sociale del defunto.
L'Epoca Tolemaica (305-30 a.C.) segna un periodo di transizione per l'Egitto, caratterizzato dalla dominazione greca e dalla sincretismo culturale. Questa nuova realtà si riflette anche nelle pratiche funerarie e nelle necropoli.
Le Necropoli Tolemaiche sono caratterizzate da un interessante mix di tradizioni egizie e influenze greche. Infatti le iscrizioni nelle tombe sono spesso bilingui, in geroglifici e in greco, a testimonianza della coesistenza delle due culture. Inoltre si nota un'influenza dell'iconografia greca nelle decorazioni delle tombe, con la rappresentazione di divinità greche e di scene mitologiche.
Catacomba di Kom al Shogafa, Alessandria, Egitto. Foto di Leon petrosyan
I sarcofagi tolemaici sono spesso in pietra, ma presentano forme e decorazioni più elaborate, con influenze greche. Nei sarcofagi continuarono ad essere deposti i corpi mummificati, ma la pratica della mummificazione è via via più semplificata rispetto ai periodi precedenti.
Non mancano però i corredi funerari, ricchi e vari, con la presenza di oggetti di origine egizia e greca, come gioielli, vasi, amuleti e statuette.
Le necropoli tolemaiche più importanti sono:
A. Cocchi
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AA.VV. Egitto. Archeologia e storia. Vol. I Folio editrice
G. Cricco, F.P. Di Teodoro Itinerari nell'arte. Vol. I. Zanichelli editore, Bologna 2003
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F. Negri Arnoldi Storia dell'arte vol I. Gruppo editoriale Fabbri, Milano 1985
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N. Frapiccini, N. Giustozzi. La geografia dell'arte. Vol.1 Hoepli editore, Milano 2004
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C. Le Blanc, A. Siliotti e prefazione di M. I. Bakr. Nefertari e la Valle delle Regine. Giunti, Firenze, 2002
A. Gabucci (a cura di), A. Fassone, E. Ferraris. Storia dell'architettura. Egitto. Gruppo Editoriale l'Espresso. Bergamo, 2009
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