Saturnia Tellus. Ara Pacis Augustae. Rilievo della facciata posteriore. 13 a. C. Roma Foto di Luciano Tronati
All'inizio della sua storia Roma conobbe solo l'arte proveniente dai saccheggi delle città conquistate. Come conseguenza all'accaparramento dei bottini di guerra e alla frenesia di collezionismo dei patrizi, i romani incominciarono ad interessarsi all'arte, oggetto di prestigio e simbolo di affermazione sociale. Ma è con l'età imperiale e la richiesta di opere di carattere ufficiale che si definì uno stile romano autonomo, fino a diventare un modello culturale di grandissimo valore, identificato nell'ideale classico.
Secondo la tradizione, Roma venne fondata da Romolo, il primo re, nel 753 avanti Cristo.
Nei primi 5 secoli della sua storia, corrispondenti all'età monarchica e all'età repubblicana, Roma si afferma come potenza militare, si dà degli ordinamenti politici, sociali, religiosi, ma non produce opere d'arte. In questi 500 anni, e soprattutto in età monarchica, le opere che si trovano a Roma non sono romane, ma fanno parte dei bottini di guerra e rappresentano un'arte d'importazione o di conquista. Le prime forme artistiche che presentano caratteri di originalità e che possono essere considerate romane risalgono al periodo repubblicano, sono soprattutto opere di architettura e ingegneria finalizzate ad una utilità pubblica. Nella scultura vengono realizzati i busti ritratto, le statue onorarie e i rilievi celebrativi.
Ma è con l'età imperiale che la cultura romana produce i suoi capolavori più alti, esprimendosi in tutti i campi: dalle grandiose costruzioni promosse dai diversi imperatori alle numerose realizzazioni di pittura, scultura, architettura, ceramica e oreficeria richieste dalle famiglie patrizie. Lo stile romano imperiale è caratterizzato da grande senso di equilibrio, derivato soprattutto dalla cultura artistica greca, ma anche una tendenza alla monumentalità e solennità che si integra con una componente realistica fondamentale.
Negli ultimi secoli della sua storia, con l'espansione dell'impero, il gusto romano si arricchisce di influssi diversi, soprattutto orientali, orientandosi verso soluzioni più astratte e riccamente decorate molto vicine all'arte bizantina.
A Roma e nei territori conquistati vengono realizzate soprattutto opere di carattere pubblico, come mura difensive, strade, acquedotti, ponti, fognature, palazzi amministrativi, terme, qualche tempio, ecc. e gli artisti che operarono a Roma in questo periodo erano soprattutto Etruschi o Greci.
L'architettura è l'arte più rappresentativa e originale della civiltà romana. In essa i Romani raggiungono risultati altissimi per qualità e soluzioni costruttive.
Si tratta comunque di costruzioni finalizzate a scopi pratici ben precisi, come le funzioni di rappresentanza o di pubblica utilità, necessarie all'organizzazione e al controllo di un territorio in via di espansione.
La costruzione delle strade risponde sia alle esigenze dello sviluppo dei traffici mercantili che ad agevolare gli spostamenti degli eserciti durante le azioni militari.
Per gestire una risorsa come l'acqua, fondamentale per la vita delle città, si costruiscono monumentali acquedotti, che permettono il trasporto delle acque dalle sorgenti alle città mediante tubature lunghe numerosi chilometri.
L'urbanistica, i sistemi viari interni, le cinte murarie e le fognature rappresentano imprese che accompagnano la fondazione delle città nel corso dell'ampliamento territoriale dello stato.
Ma soprattutto in età imperiale Roma e le altre città dell'impero si arricchiscono di monumenti grandiosi e di particolare bellezza, realizzati con tecnologie edilizie assolutamente nuove, ma frutto di esperienze e scambi culturali, con materiali inediti come il calcestruzzo, e materiali pregiati come i marmi.
La pittura si divide tra le opere a carattere essenzialmente celebrativo, come la pittura trionfale e le decorazioni destinate ad uso privato. Nelle domus romane la pittura murale si esprime con rappresentazioni di grande raffinatezza e fantasia, con soggetti appartenenti al mito, alla natura, alla religione, alla vita quotidiana.
Nella scultura la produzione spazia dalle statue ai rilievi e prevale sempre la funzione celebrativa o storico-narrativa. Numerosi sono i ritratti, degli imperatori, dei personaggi celebri, ma anche degli appartenenti alle famiglie nobili. Nei rilievi si sviluppano soprattutto rappresentazioni storico-narrative o allegoriche e simboliche.
Molto più complessa è la situazione degli stili, alla prima distinzione tra stile aulico e stile plebeo, caratteristici soprattutto dell'età repubblicana, segue la trasformazione di tendenza classicista che contraddistingue l'età imperiale e le opere celebrative, mentre la linea espressiva più realistica ed espressionistica è ravvisabile soprattutto nei ritratti e nella produzione scultorea posteriore al III secolo dopo Cristo. A questo si aggiungono le molteplici influenze di stile dovute ai contatti con gli altri popoli, come quelle che finiranno per prevalere nel IV secolo dopo Cristo.
Nella Storia dell'Arte Romana si possono individuare tre periodi fondamentali:
Periodo Arcaico
Età Repubblicana
Età Imperiale
Il periodo arcaico, detto anche Periodo Monarchico, va dall'VIII al VI secolo a. C., cioè dalla fondazione di Roma nel 753 a. C. fino alla cacciata dell'ultimo re Etrusco: Tarquinio il Superbo.
In base ai ritrovamenti archeologici sappiamo che i primi stanziamenti romani si trovavano tra il Colle Palatino e il Campidoglio e nella valle del Tevere. Si trattava di una postazione di carattere strategico, per controllare il punto d'incrocio delle importanti vie di comunicazione tra la costa e l'interno e tra la Magna Grecia e l'Etruria. All'inizio del periodo monarchico Roma è un agglomerato di piccoli villaggi fatti di capanne.
Con il dominio dei Re etruschi vengono realizzate le prime costruzioni di tufo e pietra e qualche tempio, ma si tratta di opere etrusche. Sotto Servio Tullio la città si arricchisce di monumenti, di una cinta muraria, di templi e di sculture etrusche. Sul Palatino vengono costruiti i primi templi in muratura, viene introdotto l'ordine tuscanico, derivato dal Dorico greco e le decorazioni sono fatte in terracotta, ad opera di artisti etruschi. Un altro gruppo di reperti risalenti all'età monarchica romana è costituito da oggetti artigianali che imitano quelli dell'Etruria, della Magna Grecia e dei popoli italici con cui entrano in contatto.
Dal 509 al I secolo avanti Cristo Roma attraversa l'Età Repubblicana.
La prima parte, fino al V secolo a. C., è un periodo di regressione economica e culturale. Per i primi Romani tutto ciò che non ha immediatamente scopi pratici è disprezzabile, per questo i più antichi cittadini romani si dedicarono all'arte raramente. Anche la lingua latina si sviluppa lentamente. I primi testi scritti sono contratti, fatture, documenti, servono a scopi puramente pratici. Poi nel corso dei secoli si trovano lettere e trattati, infine, per ultima compare la letteratura vera e propria.
Inizialmente i Romani considerarono le arti addirittura pericolose, Catone il Censore sosteneva: "Le statue portate da Siracusa sono funeste per la nostra città". Soltanto dal II secolo avanti Cristo, in Età Repubblicana, la civiltà romana cominciò a definire un suo linguaggio artistico, espresso soprattutto attraverso le tecniche costruttive apprese dai popoli con cui venne in contatto. Man mano che i romani conoscono popoli più evoluti incominciano a rendersi conto dell'importanza delle arti.
Esistono pochi prodotti artistici, in genere molto rozzi o opere di imitazione etrusca o greca. Si tratta soprattutto di sculture che rappresentano divinità domestiche come i Lari, considerati protettori delle famiglie, nei templi è presente qualche statua di divinità. Nelle arti figurative, le prime ad essere considerate dai romani sono quelle che assolvono a funzioni pubbliche, religiose o politiche, utili a tutti. Nello stile si segue un ideale di austerità e imponenza.
Dal IV secolo a. C. aprono le prime botteghe artigianali con maestri specializzati, soprattutto nella lavorazione del bronzo e della ceramica.
Tra il IV e il III secolo a. C. si sviluppano soprattutto l'architettura e l'ingegneria per la costruzione di opere pubbliche: strade, ponti, acquedotti, fognature, edifici pubblici. Accanto a queste troviamo le prime architetture: case, palazzi, templi. I Romani preferirono l'architettura per la sua utilità alla comunità. Le altre arti le consideravano meno importanti o venivano addirittura disprezzate.
Tra il III e il II secolo a. C. si formano le prime maestranze edili e si evolvono le tecnologie costruttive secondo tre fasi essenziali:
1) Inizialmente si usano le tecniche etrusche, con costruzioni in grossi blocchi di pietra o tufo e muratura a secco. Successivamente, viene introdotto il mattone, importato dalle civiltà del Medio Oriente (Assiri, Fenici, Babilonesi....): sistema molto resistente e anche più leggero ed elastico. I mattoni vengono inoltre con la malta, un miscuglio composto da sabbia, acqua e calce che quando si asciuga si solidifica incollando insieme i mattoni o i blocchi di pietra. La calce è una polvere che si ottiene dalla cottura e macinazione di rocce calcaree e pozzolana (polvere derivata da rocce vulcaniche).
2) Poi si sviluppa l'opera cementizia, un sistema più resistente ottenuto con un conglomerato di malta, calce e frammenti di terracotta e pietra per tenere insieme i blocchi, come una specie di collante
3) Per la costruzione dei templi, in Età Repubblicana i Romani ricorrono spesso ad architetti etruschi, greci o di altri popoli italici. Uno dei primi esempi è il Tempio di Giove Capitolino, costruito secondo il modello etrusco: con podio, scalinata d'ingresso colonne tuscaniche e tre celle.
Le prime sculture che compaiono nella Roma repubblicana sono rilievi o statue con carattere funerario o celebrativo. Vengono realizzate dagli artisti etruschi le prime statue onorarie con ritratti di cittadini illustri considerati come modello di virtù per il popolo e i ritratti funerari. Uno degli esempi più noti è il Bruto capitolino.
Nella seconda parte dell'età Repubblicana, dal V al II sec. a. C., giungono a Roma artisti greci che aprono le loro botteghe e producono opere più raffinate di stile ellenistico.
Nello stesso momento, Roma inizia la sua espansione, conquistando nuovi territori. Quindi affluiscono a Roma opere dai paesi conquistati come bottini di guerra portati dai condottieri vittoriosi. Gradualmente si diffonde la moda dell'accumulo di opere e oggetti d'arte che porterà alle prime forme di collezionismo: possedere opere d'arte diventò un motivo di prestigio per le famiglie ricche e nobili. Per lo stesso motivo si producono molte copie di opere greche.
Anche i templi cominciano a riempirsi di sculture, si tratta spesso di statue di divinità provenienti dai i dei paesi di conquista a cui i romani cambiano loro il nome e li pongono nei loro templi.
Il valore che i Romani attribuivano alle opere d'arte che affluirono a Roma in misura sempre maggiore era molto particolare:
- venivano considerate semplici trofei di guerra,
- oppure assumevano un significato religioso (es. Le statue di divinità)
- o assumevano un significato simbolico, come ad esempio la Lupa capitolina, opera etrusca, ma conservata per la sua tradizione di simbolo di Roma.
Nel 212 a. C. vennero conquistate la ricchissima città di Siracusa e quelle di Taranto e Capua. Roma avviò la conquista della Magna Grecia e dell'Asia Minore. Ciò determinò un enorme afflusso di opere e artisti, soprattutto greci, a Roma.
Le opere d'arte greche cominciarono ad essere considerati oggetti di lusso, possederle o servirsi di artisti greci diventò indice di ricchezza e prestigio sociale. Si diffuse sempre più l'uso di decorare le case e i giardini patrizi con opere d'arte, finché si arrivò al commercio, al mercato dell'arte, trattato da amatori e collezionisti.
Ma per i romani più tradizionalisti continuava ancora il pregiudizio sull'arte e sul suo potere di corruzione dei costumi.
L'ultimo secolo dell'età repubblicana è il periodo che inizia dalla conquista di Cartagine (conclusiva delle guerre puniche) e prosegue durante le guerre civili. E' il momento in cui si forma un'arte tipicamente romana (l'arte romana vera e propria comincia di qui): si producono soprattutto ritratti (personaggi celebri) e rilievi storici in cui vengono rappresentate soprattutto imprese di guerra. Lo stile è molto realistico.
Augusto di Prima Porta. 12-8 a. C. Marmo. h. cm 204. Roma, Vaticano, Museo Chiaramonti
L'Età imperiale va dal Isecolo a. C. al IV secolo d.C.
Dal 31 a. C., con l'imperatore Augusto inizia un periodo di grande sviluppo economico e culturale, oltre che politico e militare (l'impero di Roma conquista tutto il mediterraneo. Gli imperatori promuovono una imponente diffusione di tutte le arti: pittura, scultura architettura; è il momento delle opere più grandiose. Nell'architettura si usa molto il marmo e i materiali preziosi. I più famosi monumenti romani corrispondono all'età imperiale.
Il concetto di decoro inteso come apparenza, potere, ricchezza, ma anche cultura, sapienza, caratterizza questo periodo e alla fine supera quello di austerità, tipico delle fasi iniziali della storia di Roma. L'esigenza di 'decoro', in età imperiale porterà a costruire opere monumentali e celebrative.
Comunque, in generale, scultura e pittura furono spesso affidate a schiavi o comunque ad artisti solitamente appartenenti ai popoli vinti, perché considerate attività manuali, indegne di un cittadino romano. Si tratta infatti di opere anonime.
L'architettura invece è molto più considerata, perché ha funzioni di utilità pubblica e rappresentanza, ed esistono architetti romani, come ad esempio Vitruvio.
Per questo i romani curano molto le architetture, sia nella monumentalità (grandiosità, imponenza), sia nella solidità: sono costruzioni resistentissime, molte di esse sono usate ancora oggi.
L'esempio più vicino a noi è il Ponte di Tiberio a Rimini, iniziato sotto Augusto nel 16 d. C. E finito sotto Tiberio nel 21 d.c., forse su progetto di Vitruvio. Ancora oggi sopporta un traffico notevole ed è molto ben conservato.
Quindi importantissima è la tecnica costruttiva in cui i romani sono veri maestri.
Resti del Tabularium (in secondo piano, sotto il palazzo dei Senatori)78 a. C.
Nel corso dell'età repubblicana la civiltà romana compie un importante sviluppo nelle tecniche costruttive.
Inizialmente si usano soprattutto le tecniche etrusche, come la muratura a secco composta da grossi blocchi di pietra o tufo, squadrati e isodomi, sistemati a cortina. Dagli Etruschi imparano anche la tecnica costruttiva dell'arco, elemento strutturale molto elastico e resistente, che diventerà fondamentale nelle loro costruzioni. Dall'arco derivano tutti i sistemi a volta: la volta a botte, la volta a crociera, la volta a padiglione e la cupola. Successivamente i Romani sperimentano nelle loro murature la malta (un impasto di calce, sabbia o pozzolana e acqua) per unire insieme i blocchi, come una specie di 'colla'. Si tratta di un sistema molto pratico e che per la sua elasticità permette anche di creare delle murature curve. Poi viene introdotto il mattone, importato dalle civiltà del medio-oriente (assiri, fenici, babilonesi...): sistema molto resistente, più elastico e leggero e soprattutto più semplice e pratico. Con l'uso dei mattoni non era più necessario procurarsi le pietre dalle cave e tutto il lavoro di taglio e squadratura. Ma il materiale che i Romani useranno maggiormente e che sarà fondamentale per la costruzione dei sistemi a volta è il calcestruzzo. Il calcestruzzo è un composto formato da malta, ghiaia o schegge di pietra o mattoni rotti che veniva gettato in una forma costruita con mattoni o pietre, e una volta asciutto, diventava un blocco resistentissimo. Di solito i Romani costruivano due muri paralleli e dentro gettavano il calcestruzzo, poi alzavano ancora un po' i muri e gettavano, e così via, fino all'altezza desiderata. Questo sistema, detto muratura a sacco, permise loro di sviluppare l'opera cementizia.
A. Cocchi
Arte Romana.
Mappa concettuale con periodi ed esempi dei principali monumenti. Autore: A. Cocchi
Questa mappa può essere scaricata come documento PDF
L'arte romana si è definita nel corso della sua evoluzione. Concentrata essenzialmente su opere di pubblica utilità, architettoniche e ingegneristiche nel periodo Regio, raggiunse gli esiti più alti con i periodi Repubblicano e soprattutto Imperiale. La Mappa illustrata proposta da Geometrie fluide spiega con schemi semplici e chiari gli aspetti fondamentali dell'Arte dell'antica Roma.
G. Cricco, F. P. Di Teodoro Itinerario nell'arte, Zanichelli, vol. I
La Nuova Enciclopedia dell'arte Garzanti, 1986
G. Dorfles, M. Ragazzi, C. Maggioni, M.G.Recanati Storia dell'arte. Dalle origini al Trecento. Istituto Italiano Edizioni Atlas, Bergamo 2008