Emanuele Rocco, Francesco Paolo Bubée. Galleria Umberto I. Napoli. Dettaglio della volta. Foto di IlSistemone
Per gran parte del XIX secolo l'architettura in tutto il mondo occidentale mantiene una generale adesione agli stili del passato. Una vera rivoluzione nelle tecniche costruttive con forme architettoniche nuove avvenne solo verso la metà del secolo. Si passa quindi dal gusto dei Revival all'avvento dell'Architettura del Ferro: punto di partenza per le realizzazioni più moderne.
La vasta espansione urbanistica che nell'Ottocento investì le città di tutto il mondo occidentale portò un enorme incremento dell'architettura. Tanto che vennero costruiti molti più edifici che in tutte le epoche precedenti. Eppure questo secolo non ebbe un'architettura che si possa identificare con uno stile proprio.
Charles Barry, Augustus Welby Northmore Pugin, George Gilbert Scott. Palazzo di Westminter. 1840-68. Londra. Foto di DaniKauf CC BY-SA 3.0
Infatti, per buona parte dell'Ottocento si assiste al complesso fenomeno dei Revivals, che consiste nella ripresa di stili di epoche precedenti. In Europa e in America sorsero edifici nei più diversi stili del passato o appartenenti ad altre civiltà: neoclassici, neodorici, neogotici, neoegizi, neorinascimentali, neobarocchi, neomoreschi, ecc. che spesso sorgono uno accanto all'altro.
Questa situazione confusa si complica via via. Infatti se inizialmente si costruiscono singolo edifici rispondenti ad uno stesso stile, come ad esempio il Palazzo di Westminster a Londra, complessivamente neogotico; poi, si tese ad inserire elementi o dettagli di altri stili, finché verso la metà del secolo si diffuse l'Eclettismo: una mescolanza di stili diversi nella stessa costruzione.
L'architettura del XIX secolo, strettamente legata ai mutamenti storici, politici e culturali, presenta una varietà di stili che riflette la complessità di un'epoca in rapida trasformazione.
Nella prima parte dell'Ottocento, con la fase napoleonica, l'architettura del mondo occidentale continuò ad aderire al pensiero filosofico di matrice illuminista che si era già manifestato dalla seconda metà del Settecento. L'Architettura Neoclassica fu infatti ancora la tendenza dominante dei primi 15-20 anni del secolo, con opere ispirate ai modelli dell'antica Grecia e della Roma imperiale.
Tra questi si possono ricordare realizzazioni che vanno dalle soluzioni architettoniche e urbanistiche di Valadier agli interventi più ambiziosi o utopistici come il Foro Bonaparte di Giovanni Antonio Antolini e il Cenotafio di Newton di Boullé.
Dopo la fase napoleonica, lo sviluppo economico e tecnologico che investì i paesi occidentali in questo periodo ebbe forti ricadute sociali. L'industrializzazione, l'urbanizzazione, lo sviluppo delle periferie e delle aree produttive, commerciali e i nuovi quartieri popolari, trasformarono sia le città che i sistemi di vita. Tra la popolazione nacquero nuove esigenze, la necessità di costruire strutture ed edifici più adatti con soluzioni più pratiche. Ma nella vecchia classe dominante e negli strati sociali più alti si tendeva invece a manifestare il prestigio attraverso palazzi e dimore con un aspetto monumentale, ispirato alla tradizione e alle gloriose epoche storiche.
Si creò quindi una situazione piuttosto ambigua: da un lato si trattava di realizzare nuove tipologie costruttive, come ad esempio le stazioni e i ponti ferroviari o le grandi gallerie commerciali. Dall'altro, si dovevano inserire nuovi edifici in un tessuto urbano già esistente, abitato, molto frequentato e caratterizzato dalla presenza di altre costruzioni più antiche.
Gli architetti e i costruttori si trovavano quindi divisi tra:
- la volontà di sperimentare soluzioni tecniche nuove con materiali necessariamente più adatti anche se ritenuti meno belli
- e la necessità estetica di continuare a utilizzare la decorazione e lo stile della tradizione, in linea con la cultura del Romanticismo e il gusto dell'epoca.
La vera svolta rispetto a questa situazione è rappresentata dall'Architettura del Ferro: una nuova tecnica costruttiva realizzata da ingegneri e tecnici e applicata soprattutto a infrastrutture, come ponti e gallerie o a nuove tipologie edilizie come i grandi padiglioni commerciali, capannoni e complessi industriali. In queste opere si applicarono soluzioni inedite, con forme e caratteristiche completamente diverse dagli stili tradizionali, sperimentando nuove possibilità costruttive, all'insegna della funzionalità e dell'innovazione. Arrivando ad elaborare il concetto di funzionalità e bellezza fu possibile oltrepassare il vecchio sistema ottocentesco per aprirsi verso l'architettura moderna.
L'Architettura del Ferro, carica di conseguenze per le generazioni successive, è stata promossa solo da pochi coraggiosi 'pionieri' come Joseph Paxton, Ferdinand Dutert, Gustave Eiffel. La maggior parte degli altri costruttori mantenne una posizione ambigua: ad esempio facendo uso di materiali nuovi quando si ritenne necessario, senza però rinunciare agli ornamenti e alle forme del passato, proponendo uno stile, appunto, eclettico.
Leopoldo Laperuta. Piazza del Plebiscito. Progettata nel 1809. Napoli. Foto di Baku
Tutte queste tendenze si affiancarono tra loro e coesistettero nel corso del secolo, a volte di contrapposero, a volte si intrecciarono, fino a confluire, negli ultimi anni, nell'Art Nouveau.
Anche l'Italia si trova coinvolta in questo contesto generale in cui in cui la linea dominante dell'architettura é lo stile dei Revivals. Anche qui, nella prima parte del secolo l'architettura neoclassica fu lo stile dominante, con opere in cui i modelli dell'antica Grecia e della Roma imperiale divennero lo spunto per la realizzazione di progetti architettonici e urbanistici, come quelli di Luigi Valadier, di Leopoldo Laperuta e di Giovanni Antonio Antolini.
Per gran parte dell'Ottocento prevalsero le forme dei Revivals e dell'Eclettismo. L'artista che si ricollegò maggiormente alle correnti diffuse in europa è Giuseppe Jappelli, interprete del Neogotico e del Neopalladianesimo.
Numerosi sono stati anche i restauri dei monumenti antichi, condotti però secondo criteri molto diversi da quelli attuali. Anziché puntare sulla conservazione e il mantenimento dei resti storici esistenti, si preferiva completare con parti nuove o addirittura abbattere per ricostruire secondo una convinzione presunta del monumento. Così molti monumenti antichi sono stati alterati fino a perdere la loro identità. Ad esempio il restauro della Basilica paleocristiana di San Paolo a Roma, per opera di Pasquale Belli e Luca Poletti, nonostante la volontà di fedeltà storica, è in realtà una ricostruzione neopaleocristiana, perché condotto con aggiunte e rifacimenti secondo l'interpretazione personale di quegli architetti.
In questo variegato panorama non mancano le soluzioni 'miste' offerte dal cosiddetto Stile Eclettico, che riuscì a coniugare le due tendenze. Questa linea più innovativa è rappresentata da un altro grande protagonista dell'architettura ottocentesca in Italia: Alessandro Antonelli, che realizzò a Torino la sua famosa Mole, in stile Eclettico. Altri esempi noti sono le gallerie urbane che si trovano in Italia: Giuseppe Mengoni nella sua Galleria Vittorio Emanuele II a Milano e Emanuele Rocco insieme a Francesco Paolo Bubée nella Galleria Umberto I a Napoli unirono ai prospetti neorinascimentali e neobarocchi audaci coperture in ferro e vetro. Questi artisti hanno saputo coniugare le forme tradizionali con elementi strutturali prodotti dall'industria come tiranti in acciaio, travi reticolari e prefabbricati in ferro e ghisa.
Negli stessi anni si fa strada un nuovo movimento che rappresenta la linea più innovativa, perché portò ad un cambiamento sostanziale sia nello stile sia nei materiali e nella tecnica costruttiva. E' la cosiddetta Architettura del Ferro.
Alcuni costruttori, spinti da considerazioni tecniche, sociali economiche e funzionali fecero riferimento ai prodotti dell'industria, soprattutto quella siderurgica, produttrice di leghe sempre più resistenti e adatte all'impiego nella costruzione, come il ferro, la ghisa e l'acciaio. Il ferro e le leghe metalliche come la ghisa e l'acciaio hanno portato molti vantaggi nella costruzione architettonica. Grazie alla loro concentrazione di carbonio, offrono resistenza (al peso e al fuoco), malleabilità e leggerezza molto superiori alle costruzioni in muratura. Queste loro caratteristiche permisero inoltre di essere prodotti in serie e in elementi prefabbricati, pronti per essere assemblati nella costruzione. Le fasi costruttive venivano facilitate e i tempi venivano ridotti.
I primi esempi sperimentali di architettura del ferro nascono già tra la seconda metà del settecento e l'inizio dell'Ottocento. Si tratta di opere che rispondevano soprattutto ad esigenze pratiche, come ad esempio ponti, gallerie, padiglioni, strutture ferroviarie. Il Ponte presso Coalbrookdale, in Inghilterra, risale al 1777-79 e il Pont des Arts di Parigi del 1801-03 rappresentano i primi esperimenti.
Seguono nel corso dell'Ottocento molte altre costruzioni, tra cui la Biblioteca Saint-Geneviéve, realizzata da Henry Labrouste nel 1843-50 a Parigi, il grandioso Palazzo di cristallo ideato da Joseph Paxton per l'Esposizione Universale di Londra del 1851 fino alla famosissima Torre Eiffel di Parigi, compiuta nel 1889.
Il dissidio tra le due correnti: Stile dei Revicvals e Architettura del Ferro, era sostenuta anche da una fondamentale divergenza di vedute tra i sostenitori dei Revival e quelli delle inedite possibilità costruttive dell'Architettura del ferro.
La maggior parte degli architetti già affermati di quel tempo portavano avanti lo Stile dei Revivals, perché disprezzavano i prodotti industriali e quel genere di costruzioni, lasciando che fossero gli ingegneri ad occuparsene. Infatti ritenevano che l'industrializzazione portava solo prodotti utili ma di cattivo gusto, distruggendo gli ideali di bellezza, decoro, eleganza tramandati dalla tradizione artistica. Erano anche sostenuti in questa posizione da una committenza privata di appartenenti all'alta borghesia, che attraverso le sontuose forme architettoniche degli stili storici, volevano esternare ricchezza e prestigio personale.
I lavori eseguiti con l'architettura del Ferro, sono soprattutto infrastrutture, richieste generalmente da committenze pubbliche, finalizzate ad un uso specialmente pratico.
Si venne quindi a delineare la distinzione tra il lavoro considerato più 'tecnico' dell'ingegnere e il lavoro 'artistico' dell'architetto. E' per questo che, in un primo momento, le opere più famose di architettura del ferro, come ad esempio i ponti sospesi o la Torre Eiffel di Parigi, sono state realizzate più da ingegneri che da architetti, sollevando parecchie critiche sul piano estetico.
A. Cocchi
Il contesto storico e le principali correnti artistiche del XIX secolo sono descritti in uno schema ordinato e completo. Le spiegazioni chiare e sintetiche e le immagini con gli esempi delle opere principali fanno di questa mappa uno strumento molto efficace per la comprensione e assimilazione dei contenuti essenziali dell'arte dell'800.
La Scuola di Chicago.
Mappa concettuale sulla Scuola di Chicago e primi grattacieli negli Stati Uniti d'America. Autore: A. Cocchi
Molte delle soluzioni adottate dall'architettura contemporanea derivano dalla leggendaria Scuola di Chicago. Il contesto storico, i protagonisti, le caratteristiche e le invenzioni che hanno portato alla costruzione dei primi grattacieli sono spiegate in una chiara sintesi nella mappa di Geometrie fluide.
Giuseppe Piermarini è il primo architetto neoclassico in Italia, esponente della potenza degli Asburgo a Milano e in Lombardia.
La mappa concettuale introduce lo stile architettonico con brevi descrizioni sulle opere principali e cenni biografici sull'artista. Particolare attenzione è riservata al Teatro alla Scala, capolavoro dell'architetto umbro e insuperabile modello di edificio destinato allo spettacolo.
Antony Gaudì.
Mappa concettuale con cenni sulla vita, formazione, stile e riferimenti alle opere principali. Autore. A. Cocchi.
Questa mappa può essere scaricata come documento PDF
L'architettura di Antony Gaudì è uno straordinario esempio di fantasia e ingegnosità. La mappa concettuale di Geometrie fluide facilita lo studio e la comprensione sul celebre architetto spagnolo con chiare e sintetiche spiegazioni sulle opere principali, insieme a cenni sulla vita e sugli aspetti dello stile.
Impressionismo
Mappa concettuale con inquadramento storico-culturale e caratteri fondamentali dello stile e della tecnica. Autore: A. Cocchi.
Questa mappa può essere scaricata come documento PDF
Uno degli stili artistici più affascinanti dell'800 è senza dubbio l'Impressionismo. La nascita dello stile con le sue motivazioni, i caratteri fondamentali, le basi culturali e i soggetti sono spiegati e illustrati in modo chiaro dalla mappa concettuale di Geometrie fluide.
Neoimpressionismo e Postimpressionismo sono presentate in questa mappa in modo chiaro e facilmente assimilabile. Le due correnti artistiche vengono messe a confronto nelle loro caratteristiche essenziali con esempi e riferimenti ai protagonisti più importanti. Il tutto in un'unica pagina formato A4.
N. Pevsner. Storia dell'architettura europea. Il Saggiatore, Milano, 1966
L. Benevolo. Storia dell'architettura moderna. Editori Laterza, 1993
M. Spera. La nuova architettura del ferro e le esposizioni universali. Dispense del Corso di Storia dell'Arte. 2023
La Nuova Enciclopedia dell'Arte, Garzanti, 1986.
F. Negri Arnoldi. Storia dell'arte. Vol. III Gruppo editoriale Fabbri, Milano 1985
R. Mifddleton, D. Watkin. Architettura dell'Ottocento. Sviluppo del Classicismo e del revival gotico. II vol. Electa Editrice, Milano 1980