Gianlorenzo Bernini. I gruppi di Villa Borghese

 

Sala di Apollo e Dafne. Galleria Borghese. Roma.

Sala di Apollo e Dafne. Galleria Borghese. Roma. Foto di Sailko

 

La serie di capolavori realizzati dal Bernini per la galleria del cardinale Scipione Borghese segnarono l'inizio di una carriera piena di successi.

La committenza del cardinale

 

Il facoltoso cardinale Scipione Borghese, nipote di papa Paolo V è stato uno dei maggiori collezionisti di antichità e opere d'arte di Roma. Fu lui a scoprire il talento di Gianlorenzo Benini. Il ragazzo aiutava il padre Pietro Bernini, noto pittore, scultore e architetto che aveva già lavorato per Paolo V ed era impegnato nell'esecuzione delle sculture decorative per Villa Borghese.

Il cardinale richiese a Gianlorenzo Bernini, ancora giovanissimo, il gruppo della Capra Amaltea, probabilmente come saggio. Soddisfatto e ammirato dell'opera, il Borghese richiese a Gianlorenzo una serie di gruppi scultorei di soggetto mitologico e biblico che dovevano essere esposti nella galleria di Villa Borghese a Roma, dove si trovano tutt'ora.

Si tratta di lavori che rappresentano una cruciale fase stilistica dell'artista, in cui si compie lo straordinario sviluppo dell'espressività  berniniana. Bernini eseguì l'Enea e Anchise nel 1918-19, il Ratto di Proserpina del 1621-22, il David del 1623 e l'Apollo e Dafne del 1622-25. 
 

 

L'importanza della destinazione

 

E' importante considerare che al lavoro di progettazione, concentrato su ognuna delle singole opere, va aggiunta anche la regia complessiva attuata da Bernini, che ha una certa somiglianza con l'abitudine della "messa in scena" con cui Caravaggio preparava i suoi dipinti.


Nell'ideazione di queste opere, Bernini si attenne ad una precisa organizzazione. Fondamentale per lui era la collocazione delle opere negli spazi della villa, che purtroppo non corrisponde più a quella che possiamo vedere attualmente.
Per le sue sculture egli immaginava una precisa orchestrazione di posizioni nello spazio, che potessero permettere punti di vista, determinati effetti di illuminazione e persino percorsi da parte degli osservatori, al fine di valorizzare al massimo il senso del movimento nello spazio. Tutto doveva essere calibrato nel modo migliore migliore perché le sue statue potessero suscitare la massima impressione e quasi convincere di entrare dentro uno spettacolo teatrale con attori o "statue viventi". Bernini si dedica con grande attenzione allo studio approfondito dell'illuminazione proveniente dalle finestre, dei percorsi e del modo di avvicinarsi, di girare e muoversi attorno all'opera.
In questa occasione quindi, Bernini poté approfondire lo studio delle relazioni tra l'oggetto scolpito e l'ambiente che aveva già  iniziato a sperimentare con il Nettuno e Glauco. Quest'ultimo lavoro, era stato realizzato nel 1620 per il cardinale Alessandro Peretti, e inserito nel complesso contesto scenografico della fontana della sua Villa Montalto. Ma anche in questo caso questo legame tra scultura e ambiente è andato perduto, perché la grandiosa fontana di Villa Montalto non esiste più. La statua venne acquistata dal pittore inglese Joshua Reynolds nel 1786, e ora è conservata al Victoria and Albert Museum di Londra.

La struttura compositiva serpentinata e l'uso manieristico di più blocchi di marmo per realizzare figure che si espandono nello spazio, con contorni articolati, sono elementi appresi dal padre e da esempi manieristici.  Ci sono riferimenti anche alla scultura ellenistica e alle figure della Volta di Palazzo Farnese affrescate da Annibale Carracci a Roma nel 1597-'600.
Ma propri di Gianlorenzo sono il senso di energia e l'altissima precisione esecutiva. Inoltre si esprime una nuova visione: in tutte queste opere l'azione è colta in un momento culminante e transitorio, e tutto sembra avvenire con grande naturalezza. Questa spontaneità  e i dettagli realistici seducono lo spettatore e suscitano grande impressione: Bernini ha creato statue che sembrano cambiare sotto i nostri occhi.

A. Cocchi

 

 

 

 

 

 

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Gianlorenzo Bernini. Mappa concettuale

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Bibliografia

 

R. Wittkower. La scultura. Dall'antichità  al Novecento. Giulio Einaudi editore, Torino 1985
R. Wittkower. Arte e architettura in Italia 1600-1750. Einaudi, Torino 1972
P. Portoghesi. Roma barocca. Editori Laterza, Roma-Bari 1984
O. Ferrari. Bernini. Dossier Art. Giunti, Firenze 1991
C. Lachi. La grande storia dell'arte. Il Seicento. Gruppo editoriale l'Espresso. Roma, 2003P. Adorno. A. Mastrangelo. Arte. Correnti e artisti. Volume secondo, Dal Rinascimento medio ai giorni nostri. Casa editrice D'Anna- Messina- Firenze 1998
La Nuova Enciclopedia dell'Arte Garzanti.
A. Ottani Cavina, Lezioni di Storia delle Arti, Università  di Bologna, 1984
AA.VV. Moduli di Arte. Dal Rinascimento maturo al rococò. Electa-Bruno Mondadori, Roma 2000
G. Dorfles, S. Buganza, J. Stoppa Storia dell'arte. Vol II Dal Quattrocento al Settecento. Istituto Italiano Edizioni Atlas, Bergamo 2008
G. Cricco, F. Di Teodoro, Itinerario nell’arte, vol. 2, Zanichelli Bologna 2004

 

 
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