Jean Frédéric Bazille

 

Jean-Frédéric Bazille. Riunione di famiglia. 1867. Olio su tela. Parigi, Museo d'Orsay
Jean-Frédéric Bazille. Riunione di famiglia. 1867. Olio su tela. Parigi, Museo d'Orsay

 

 

Bazille fu uno tra i più convinti pionieri dell'impressionismo, i suoi lavori mostrano una particolare linea espressiva. Bazille riuscì a catturare il momento sfuggente di uno stato d'animo, fissato in un istantaneo contesto di luce e colore.

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Cenni sulla vita e sulle opere

 

Jean Frédéric Bazille nasce il 6 dicembre 1841 a Montpellier in una agiata famiglia del sud della Francia appartenente alla borghesia protestante. La madre si chiamava Camille Victorine Marguerite Vialars mentre il padre, Gaston Bazille, era un ricco senatore di provincia. Nel 1854 la madre riceve in eredità, insieme alla sorella Adrianne, la tenuta di Méric.
Nel 1859 si iscrive alla facoltà di medicina a Montpellier e nello stesso anno inizia a prendere lezioni di disegno e modellato dallo scultore Baussan.
Nel novembre del 1862 si trasferisce a Parigi e qui inizia a studiare medicina: si iscrive al quarto anno di facoltà ed inizia a frequentare l’atelier di Charles Gleyre, dove, nel 1863, oltre a frequentare corsi di pittura, conosce Alfred Sisley, Pierre August Renoir e Claude Monet. Proprio con quest’ultimo stringe una forte amicizia ed inizia a dipingere en plein air a Chailly, al limitare della foresta di Fontaineblau.
Nell’autunno del 1863, dopo un’estate passata a Montpellier, incontra Gustave Courbet ammirando le sue opere nella collezione di Alfred Bruyas, amico di famiglia. Nello stesso anno, osserva Eugéne Delacroix al lavoro nel suo studio, e fa diversi viaggi, prima a Monfluer e successivamente a Rouen.
Nel 1864, dopo essere stato bocciato a vari esami, abbandona la facoltà di medicina per dedicarsi completamente alla pittura. Durante i soggiorni annuali a Méric, sulle rive del Lez, presso la villa di famiglia, sviluppa il suo stile.  Nel 1865 va a vivere con Monet in una casa presso rue Furstenberg e scrive, insieme a Edouard Blau, una piece teatrale Le fils de don César, mai rappresentata.  Le stanze del suo studio diventano punto d’incontro per gli artisti impressionisti come Camille Pissarro e Paul Cezanne. Dipinge, inoltre  La foresta di Fontainbleau e Monet dopo l’incidente alla locanda di Chailly.  Nel 1866 lascia lo studio e vive per qualche mese in rue Godot Mauroy dove rimane fino all’estate, quando si trasferisce con Renoir nell’atelier di rue Visconti.
Nel 1867 dipinge la Reunion de famille [riunione di famiglia]  che, una volta inviata al Salon, venne rifiutata. Il 30 marzo dello stesso anno redige una petizione per l’apertura di un nuovo Salon des Refuses, che non ebbe l’effetto desiderato. Il mese successivo pensa di organizzare un’esposizione di gruppo, un’idea che si realizzerà solo dopo la sua morte con gli impressionisti.  Nel 1868 dopo essersi trasferito nel quartiere parigino di Batignolles, dipinge insieme ad Alfred Sisley, eseguendo La vue de village [la veduta del villaggio] che porta a termine l’anno successivo e che viene accettata al Salon. 
Da maggio a novembre del 1869 trascorre un periodo a Montpellier durante il quale dipinge Scene d’eté [Scena estiva].  Nel 1870, prima di trasferirsi nel suo studio a  Beaux-Arts realizza L’atelier de la rue de la Condamine,dove si ritrae insieme agli amici più cari: Zola, Monet, Manet, Renoir.  Nel frattempo un’altra sua opera, La toilette, appartenente a quest’anno, non viene accettata al Salon.
Dopo essersi trasferito nel nuovo atelier, nel mese di maggio parte per Méric. In seguito allo scoppio della guerra franco-prussiana, si arruola volontariamente negli Zuavi contro le richieste degli amici pittori. A settembre è nominato sergente maggiore e dopo due mesi, muore durante la sua prima battaglia al fronte a Beume-La-Rolanda, il 28 novembre 1870 all’età di 29 anni.

 

V. Manzi.

 

 

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Bibliografia

 

Giorgio Cricco, Francesco Paolo  Di Teodoro, "Itineriario nell'arte 4" -dal Barocco al Postimpressionismo,Zanichelli,2006
Rizzoli, La Rousse, "Enciclopedia universale", Rizzoli editore,1966
Francesca Castellani, Manet e le origini dell'impressionismo., in: "I grandi maestri dell' impressionismo", E-DUCATION.IT, 2007
 

 

 

 
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