Personaggio chiave tra Rinascimento e Barocco, Annibale Carracci è il principale esponente del classicismo naturalistico, è un grande protagonista della rivoluzione culturale che caratterizza la pittura del XVII secolo in Italia.
Annibale Carracci, Agostino Carracci. Galleria Farnese. Affresco 1598-1606. Roma, Palazzo Farnese. Foto di Andrea Gennari
Annibale Carracci godette di notevole considerazione nel mondo culturale dei suoi tempi. Con i suoi spettacolari affreschi, soprattutto quelli della Galleria Farnese a Roma, il pittore bolognese seppe far rivivere la migliore tradizione classica, ma introdusse anche una vena naturalistica del tutto nuova.
Annibale Carracci, Autoritratto col cappello a quattr'acque, 1593. Olio su tela. Parma, Galleria Nazionale.
Rispetto alla pittura da cavalletto, l’affresco quel tempo era ritenuta la prova più alta del valore di un pittore, per questo Annibale ebbe, presso i suoi contemporanei, una posizione di preminenza, anche rispetto, ad esempio, a Caravaggio, che ha realizzato quasi esclusivamente quadri da cavalletto. Accanto agli affreschi di Raffaello e al soffitto della Cappella Sistina di Michelangelo, i suoi affreschi nella Galleria Farnese furono considerati, fino alla fine del XVIII secolo, i modelli più importanti della storia della pittura.
Annibale Carracci. Affreschi nella Galleria Farnese. 1597–1607. Roma.
Annibale fu impegnato in Palazzo Farnese a Roma dalla fine del 1595 al 1600. Iniziò a lavorare nella cappella privata del palazzo dipingendo Cristo e la donna di Cana, poi passò alle decorazioni ad affresco nel Camerino Farnese, infine intraprese i lavori per la Galleria.
Gli straordinari affreschi della Galleria Farnese rappresentano il più alto esito della sua carriera, in essi al senso di grandezza eroica riferita all’esempio di Michelangelo e all’impostazione classica desunta dalle antichità romane e dall’opera di Raffaello nelle Stanze Vaticane aggiunse effetti di spettacolare evoluzionismo ottenuto con colori e uso della luce appartenenti alla cultura visiva nord-italiana.
La Galleria fu accessibile al pubblico solo a partire dal 1601, ma la pittura di Annibale cominciò ad essere conosciuta a Roma già da due anni prima, quando Vennero esposte alcune delle sue pale d’altare:
la Santa Margherita nella chiesa di Santa Caterina dei Funari
Annibale Carracci. Santa Margherita. Chiesa di Santa Caterina dei Funari. Roma.
la Natività della Vergine nella Santa Casa di Loreto,
Annibale Carracci. Natività della Vergine.
il San Gregorio in preghiera nella Cappella Salviati della chiesa di San Gregorio Magno,
Annibale Carracci. San Gregorio in preghiera. Roma, San Gregorio Magno, Cappella Salviati.
e l’Assunzione della Vergine nella Cappella Cerasi, la stessa cappella per la quale in quello stesso momento Caravaggio stava dipingendo la Crocifissione di San Pietro e la Conversione di San Paolo.
Annibale Carracci. Assunzione della Vergine. Roma, Santa Maria del Popolo, Cappella Cerasi.
A Roma, fino a quel momento, la pittura era ancora quella del Manierismo, rappresentata da artisti come Pomarancio, i fratelli Alberti, e il Cavalier d’Arpino, in particolare quest'ultimo che dominava la scena con la protezione del Papa. Con l’arrivo di due personalità così innovative come Annibale e Caravaggio il cambiamento fu inevitabile.
Nonostante la diversità, tra i due artisti si crearono anche rapporti di influenza reciproca.
Secondo la testimonianza del Bellori, quando la tela della Santa Margherita di Annibale venne portata nella chiesa di Santa Caterina dei Funari, Caravaggio era presente alla sistemazione del quadro ed espresse la sua ammirazione. Fu colpito soprattutto dai valori chiaroscuri e dai colori brillanti usati per evidenziare alcune zone. In quel momento Caravaggio era impegnato nella sua prima commissione pubblica: le tre tele del San Matteo per la chiesa di San Luigi dei Francesi.
Dopo essersi formato nell’ambiente artistico lombardo, orientato sull’osservazione del vero e le ricerche umanistiche, Caravaggio si era accostato allo stile del Giorgione e alla corrente Nord-europea. Ma la scoperta dell’arte di Annibale è stata per lui fondamentale: percepì subito il valore rivoluzionario del naturalismo dei Carracci attraverso l’uso del colore e dei rapporti tra luce e ombra. Caravaggio sembra essere stato l’unico artista, insieme al tedesco Adam Elsheimer che abbia s sviluppato un nuovo stile sulle basi del naturalismo carraccesco.
Caravaggio. Crocifissione di San Pietro. Roma, Santa Maria del Popolo, Cappella Cerasi.
La conferma si trova confrontando i lavori che Annibale e Caravaggio realizzarono per la Cappella Cerasi, in Santa Maria del Popolo. Gli energici operai della Crocifissione San Pietro somigliano molto agli eroici personaggi di Annibale e anche gli accordi cromatici basati sui rossi, verdi e gialli sono molto vicini alle combinazioni armoniche dei colori che Annibale continuò ad usare fino al suo ultimo periodo, come si può vedere nella bellissima Pietà di Londra.
Annibale Catrracci. Pietà con le Tre Marie. 1606. Londra, National Gallery
Esistono però alcune differenze sostanziali che distaccano la pittura di Caravaggio da quella Carraccesca.
Agli accorgimenti illusionistici del Carracci Caravaggio aggiunse i suoi effetti di chiaroscuro e i giochi di luce e ombre che determinano la potente carica drammatica ed espressiva che contraddistingue i suoi lavori. Inoltre la riforma dei Carracci si basava su due assunti principali: un naturalismo indagato attraverso i suoi effetti più spontanei e la ricerca di soluzioni retoriche classiche e tradizionali.
Caravaggio si concentrò invece sulla natura sperimentale e sul rapporto tra arte e verità.
A. Cocchi
Nell'ambito della stessa famiglia, Annibale e Ludovico Carracci hanno condiviso la stessa formazione culturale ma le loro opere rivelano sensibilità e modi espressivi molto diversi. La mappa di Geometrie fluide confronta lo stile e le caratteristiche pittoriche dei due grandi maestri bolognesi.
Autore: A. Cocchi
Mappa concettuale con confronto stilistico tra i due cicli di affreschi con esempi.
La Cappella Sistina dipinta da Michelangelo e la Volta di Palazzo Farnese realizzata da Annibale Carracci sono due capolavori considerati modelli di riferimento per molti altri artisti. La mappa di Geometrie fluide mette a confronto i due affreschi, comparando stile, motivazione e contesto in cui si inseriscono.
Autore: A. Cocchi
R. Wittkover Arte e architettura in Italia (1600-1750). Einaudi, Torino, 1972.
AA. VV. Nell’età del Correggio e dei Carracci. Pittura in Emilia nei secoli XVI e XVII. Catalogo della mostra, Pinacoteca Nazionale e Accademia di Belle Arti, Museo Civico Archeologico, Bologna, 10 settembre-10 novembre 1986. Nuova Alfa Editoriale. Cittadella, Padova, 1986
AA. Caravaggio e il suo tempo. Electa, Napoli 1985.
G. C. Argan. L'arte italiana dal Rinascimento al Neoclassico, n° 9 RCS, Sansoni editore, 1991
F. Molinari Pradelli. Premessa a La raccolta Molinari Pradelli. Dipinti del Sei e Settecento. Catalogo della mostra. Bologna, Palazzo del Podestà, 26 maggio-29 agosto 1984. Stampato a Firenze, 1984.
A. Ottani Cavina. Dal ciclo di lezioni tenute presso L'università di Bologna, Dipartimento Arti Visive, Corso di Storia delle Arti a.s. 1984-85. Problemi dell'arte figurativa nei secoli XVII e XVIII
La storia dell'arte raccontata da E. H. Gombrich. Leonardo editore. Roma 1995
AA.VV. Moduli di arte - E - Dal neoclassicismo alle avanguardie. Electa - Bruno Mondadori, 2000
G. Cricco F.P. Di Teodoro. Itinerario nell'arte. Vol 3. Dall'età dei lumi ai giorni nostri. Zanichelli editore, Bologna 2005
G. Cricco, F. Di Teodoro, Itinerario nell’arte, vol. 4, Zanichelli Bologna 2004
G. Dorfles, F. Larocci, A. Vettese. Storia dell'arte. Vol. 3. L'Ottocento. Istituto Italiano Atlas Edizioni. Orio del Serio 2008
La Nuova Enciclopedia dell'Arte Garzanti, 1986