Pietro da Cortona. Trionfo della Divina Provvidenza. Palazzo Barberini. 1633. affresco. Roma. Foto di Livioandronico2013 e un altro autore
La straordinaria ricchezza dell'arte del Seicento è dovuta alla coesistenza di filoni artistici contemporanei, ramificati al loro interno in numerose correnti e linee espressive anche individuali, piene di invenzioni, scambi reciproci e fervore creativo.
L'arte del Seicento in Italia si inserisce in un'epoca nuova, ricchissima di avvenimenti di rilievo e grandi protagonisti. Soprattutto se rapportata allo stile precedente del Manierismo, mostra una grande vitalità e un'estetica più autonoma. Infatti, mentre con il Manierismo l'arte rimane fortemente legata o ai grandi modelli del Rinascimento, come Raffaello, Michelangelo, Leonardo e Tiziano, nel Seicento inizia una nuova avventura espressiva.
Justus Sustermans. Ritratto di Galileo Galilei. 1636. Olio su tela. Firenze, Galleria degli Uffizi.
Sul piano culturale il Seicento è il "secolo del confronto" tra la civiltà dell'Umanesimo e la nuova mentalità scientifica che si viene definendo e che porterà conseguenze fondamentali fino alla cultura attuale. Le arti figurative sono state pienamente coinvolte in questo profondo cambiamento che finì col configurare il XVII secolo come il "secolo della scienza moderna".
Frontespizio della Historia Naturalis di Ulisse Aldrovandi.
E' infatti il momento in cui la scienza, con il metodo sperimentale introdotto da Galileo Galilei, si distaccò dal pensiero e dalla speculazione filosofica. Di conseguenza si evolsero in senso più "moderno":
Durante il XVII secolo si ebbe in tutta Italia un'esplosione nelle arti figurative che rientra in una situazione ricca e complessa che può essere così schematizzata:
Di conseguenza avviene:
Anonimo. Ritratto di Annibale, Ludovico e Agostino Carracci. XVII sec. Olio su tela.
Infatti nell'arte del Seicento si manifestarono stili diversi e contemporanei, in cui si possono individuare tre grandi filoni principali: il Naturalismo, il Classicismo e il Barocco.
La straordinaria ricchezza dell'arte del Seicento si espresse attraverso la coesistenza di questi grandi filoni artistici contemporanei, ramificati al loro interno in numerose correnti e linee espressive anche individuali, piene di invenzioni, scambi reciproci e conseguenze importanti.
Francisco Zurbaran. Natura Morta. 1633, Pasadena, Norton Simon Foundation
La produzione artistica seicentesca, anche ad uno sguardo superficiale, appare qualitativamente superiore rispetto alla quella della fine del '500. Infatti dopo i capolavori del Rinascimento e la creativa fase del Manierismo, la fase finale del XVI secolo offre risultati meno innovativi. Nelle opere d'arte della seconda metà del Cinquecento si nota, infatti, una visione spesso forzata: anche il movimento sotterraneo di cambiamento e di distacco dai grandi modelli precedenti rimase soffocato, sia per il ripetersi eccessivo di stilemi e modelli ripresi dai maestri rinascimentali, sia per la pressione e il controllo che il Concilio di Trento impose sull'arte sacra, sia soprattutto per la mancanza di personalità artistiche di grande rilievo.
Per essere più precisi, lo sperimentalismo di tecniche, di effetti drammatici, i modi di rappresentare più "illustrativi" e la stessa componente astrattiva, manifestati con il Manierismo soprattutto in artisti come Rosso, Pontormo, Parmigianino sono valori artistici importanti e in sé potenzialmente sviluppabili. Purtroppo però questi spunti non furono colti nella generazione successiva di artisti, in parte per la maggiore debolezza creativa, in parte perché il controllo capillare della Controriforma costrinse gli artisti ad essere meno liberi nelle loro scelte espressive e spesso costretti a ripetere formule standardizzate.
E' infatti facile constatare che in quegli anni si è verificato un generale appiattirsi delle arti su una interpretazione spesso opportunista e insincera dei valori imposti dalla Chiesa controriformata; tra questi i principi di 'decoro e onestà' descritti da monsignor Gabriele Paleotti nel suo Discorso intorno alle immagini sacre e profane e la 'verità' evangelica indicata da Federico Borromeo nel suo De pictura sacra.
Ma, fortunatamente si è trattato di una situazione di breve durata, perché la svolta decisiva avvenne già negli ultimi due decenni del '500 con le presenze eccezionali di Caravaggio e dei Carracci. Questi maestri aprirono nuove strade alla pittura italiana, cariche di sviluppi e conseguenze nel corso del Seicento.
Caravaggio, con la sua rivoluzionaria pittura alla ricerca della verità, diventò l'esponente principale della corrente del Naturalismo pittorico, basato sull'osservazione dal vero e su una nuova interpretazione della luce e del colore, ebbe numerosi seguaci, i cosiddetti "caravaggeschi", che portarono avanti la sua visione.
Caravaggio. Canestra di frutta. 1596 ca. Olio sui tela.
cm.46X64. Milano, Pinacoteca Ambrosiana.
Annibale Carracci, fondendo le influenze della pittura dell'Italia Settentrionale con la grande tradizione classica romana inaugurò la strada del Classicismo naturalistico, in cui il repertorio dei temi classici viene reso in maniera più coinvolgente e sensuale.
Ludovico Carracci rappresenta invece l'eccezione soprattutto nell'ambito delle rappresentazioni sacre: le sue opere offrono un'interpretazione molto sentita della religiosità dei suoi tempi e seppe introdurre nella sua pittura elementi nuovi e molto suggestivi. Dall'insegnamento di Annibale, Ludovico e Agostino Carracci nell'importantissimo centro di formazione artistica che era stata l'Accademia degli Incamminati di Bologna derivò la fioritura di opere e artisti di primo livello, come Reni, Guercino, Domenichino, Lanfranco.
Annibale Carracci. Venere, Adone e Cupido. 1595 ca. Olio su tela. 268X212cm.
Madrid, Museo del Prado
Nel decennio tra gli anni '20 e '30 del XVII secolo si sviluppò il Barocco che divenne lo stile della Chiesa trionfante e controriformata e rientrò in un grande disegno propagandistico promosso dai Papi e dai più importanti ordini e congregazioni religiose. Tutto questo fece di Roma il più grande centro artistico e culturale del mondo occidentale.
Francesco Borromini. Cupola di Sant'Ivo alla Sapienza. 1642-1662 Roma.
La diffusione capillare del Barocco, soprattutto Italia, ma anche in Europa, con migliaia e migliaia di chiese, sculture e dipinti, visibili ancora oggi in ogni centro, fa sì che il Barocco sia considerato lo stile del Seicento, fino ad identificarsi con esso. Protagonisti principali in Italia sono Bernini, Borromini e Cortona, le cui opere hanno trasformato le città, soprattutto Roma, fino raggiungere l'aspetto ancora oggi visibile.
Gianlorenzo Bernini. Colonnato e Piazza San Pietro. 1656-67 Roma.
Il Barocco con la sua esuberanza, fantasia e teatralità, ebbe un successo enorme e divenne il gusto che dominò il secolo in tutte le arti, comprese le arti minori e l'artigianato. Da Roma dilagò in tutta Italia, assumendo aspetti e caratteristiche diverse in ogni luogo. Roma assunse quindi un ruolo centrale nell'arte e nella cultura del Seicento.
Francesco Borromini. Cupola di Sant'Ivo alla Sapienza. 1642 Roma.
Nel primo scorcio del secolo XVII, i pontefici, per sostenere il credo cattolico e riconsolidare il potere della Chiesa di Roma, diedero vita ad un'imponente processo di propaganda religiosa e culturale che coinvolse l'intera gerarchia ecclesiastica e le maggiori famiglie romane. In un contesto sociale contrassegnato da differenze enormi, in cui le classi privilegiate ricchissime e potenti erano fortemente contrapposte ad un popolo in condizioni di povertà materiale e culturale, venne affidato agli artisti un compito nuovo. Attraverso l'arte era necessario coinvolgere i fedeli e manifestare i valori universali del cattolicesimo con la forza delle immagini e l'impatto emozionale della sua espressività. Di conseguenza si concentrarono a Roma artisti di ogni parte d'Italia e d'Europa, attratti dalla pioggia di commissioni importanti, da richieste spesso pagate profumatamente, dalla possibilità di successo e di notorietà. I progetti più grandiosi furono quelli che i papi Clemente VIII Aldobrandini, Urbano VIII Barberini, Innocenzo X Pamphili e Alessandro VII Chigi, attuarono per riaffermare Roma come centro universale della cristianità e nuova capitale dell'arte.
Gian Lorenzo Bernini. Colonnato e piazza San Pietro. Roma
Ma oltre alle importanti commissioni dei papi e degli ordini religiosi era presente a Roma un florido mercato d'arte sostenuto da alcuni ricchissimi collezionisti. Questi richiedevano non solo opere di carattere religioso, ma anche generi profani come i paesaggi, le nature morte, le scene di genere e i ritratti. Il cardinale Francesco Maria del Monte era uno dei più importanti committenti di Caravaggio, uomo di grande cultura ed estimatore di Galileo Galilei. Il marchese Vincenzo Giustiniani era un ricco banchiere di origine greca, collezionista di sculture, opere di Caravaggio e promotore di scavi archeologici come quelli delle Terme alessandrine. Scipione Borghese possedeva una collezione immensa con capolavori di Raffaello, di Tiziano, di molti maestri del Cinquecento, di Bernini e di tutti i maggiori artisti del Seicento. Cassiano del Pozzo, diplomatico al servizio del granduca di Toscana e della Sede pontificia, mise insieme una enorme collezione di libri, stampe, antichità e opere d'arte. Fu molto legato ad artisti come Poussin e Bernini.
Con questa spinta spirituale, economica e politica che investì il mondo dell'arte, si consumò in circa un secolo e mezzo il fenomeno della trasformazione di Roma in veste barocca. I maggiori artisti e intellettuali del momento confluiti a Roma svilupparono ricerche stilistiche ed espressive che arrivarono ad influenzare tutto il mondo occidentale, stimolando soluzioni nuove anche nei centri più periferici. Fu in questa occasione che la città eterna riuscì a riscattarsi dal suo glorioso passato classico e rinascimentale per abbracciare un pensiero moderno, fatto di nuove scoperte e conoscenze. Attraverso l'arte di questo secolo si costruì la nuova immagine dello spazio infinito, abbandonandosi con una fantasia inarrestabile ad una creatività senza limiti, mescolando pittura, scultura, architettura, decorazione e urbanistica. La teatralità, il senso di infinito, il dinamismo, la trasformazione, l'illusionismo e il cromatismo sono i principali valori nuovi che lo stile barocco portò nell'arte, soprattutto a Roma.
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Andrea Sacchi. II suicidio di Didone, olio su tela, cm. 139x148.
Musée des Beaux Arts, Caen
Una particolare caratteristica dell'arte seicentesca è la spiccata pluridirezionalità e apertura culturale. Infatti anche se Roma è il principale centro artistico in Italia, la sperimentazione di nuovi linguaggi espressivi si sviluppa contemporaneamente anche in altri centri, dove alcuni artisti legati a contesti culturali locali portano a soluzioni inedite e importanti. E' da tenere presente inoltre la situazione globale dell'Italia del XVII secolo, complessa e dinamica: la penisola era molto diversificata al suo interno, divisa in piccoli stati con dominio straniero, con tradizioni e gusti diversi, attraversata da spostamenti continui di artisti e opere, e permeata di un diffuso rigoglio culturale e spinte al rinnovamento. Anche se generalmente si tende a indicare come "barocco" tutta l'arte del Seicento, in realtà è possibile distinguere alcune inflessioni stilistiche diverse, più evidenti soprattutto all'inizio del secolo, che poi hanno saputo fondersi, ramificarsi o scambiarsi alcuni valori.
Prendendo le mosse dalle più importanti vicende artistiche della fine del '500, nell'arte del XVII secolo si manifestano tre correnti principali:
1) il filone naturalistico che riguarda la pittura e deriva dall'insegnamento di Caravaggio e dai suoi seguaci principali, come Orazio e Artemisia Gentileschi, Bartolomeo Manfredi, Orazio Borgianni, Carlo Saraceni, Giovanni Battista Caracciolo e Giovanni Serodine. Caratteristiche di questa tendenza pittorica, chiamata caravaggismo, sono i contrasti di luce e ombra, i temi drammatici, l'attenzione realistica e un'impostazione teatrale particolarmente coinvolgente.
Giudo Reni. Strage degli innocenti (1611),Bologna, Pinacoteca Nazionale
2) il filone classicista è presente in pittura con gli allievi dei Carracci, tra i quali Guido Reni, Guercino, Francesco Albani, Domenichino, Giovanni Lanfranco, Simone Cantarini. E' caratterizzato da un'interpretazione naturalistica dei modelli classici con un'intonazione più sentimentale o di maggiore coinvolgimento emotivo. Le composizioni sono spesso dinamiche, i colori accesi , ma si mantiene sempre un criterio di armonia ed equilibrio. In architettura è rappresentato soprattutto da Carlo Maderno.
3)Dal colorismo di Pieter Paul Rubens e dalla componente illusionistica e scenografica di Guercino e Lanfranco derivò il barocco. Il nuovo stile si formò tra gli anni '20 e '30 a Roma, investì tutte le arti ed ebbe come esponenti principali Gianlorenzo Bernini per la scultura e l'architettura, Francesco Borromini per l'archiotettura e Pietro da Cortona per la pittura e l'architettura.
Le caratteristiche fondamentali dello stile barocco sono: uno spiccato dinamismo, illusionismo visivo, esuberanza di forme, ricchezza decorativa, deciso cromatismo.
In architettura prevalse la ricerca di un movimento di masse e chiaroscuro e lo stesso movimento realistico e di effetto si rispecchia anche nella pittura e nella scultura. Oltre all'opera esemplare di Bernini, Borromini e Cortona gli altri grandi architetti sono Longhena, Guarini, il Richini e il Maderno.
Nella scultura spiccano anche l'Algardi e Mochi. Nella pittura oltre al Cortona si trovano il Baciccio, il Pozzo, lo Spagnoletto, Mattia Preti e Salvator Rosa.
Luca Giordano. Apoteosi dei Medici. Affresco. 1684-1686.
Firenze, Galleria di palazzo Medici-Riccardi.
Stabilita tale pluridirezionalità, è da sottolineare anche la forte componente "interdisciplinare" della cultura artistica seicentesca. Esistono infatti frequenti punti di contatto tra una corrente e l'altra. Infatti più che di correnti si tratta, appunto, di linee, indirizzi con molti elementi di vicinanza e scambio. Tale fenomeno è ravvisabile in gran parte delle personalità artistiche del secolo.
Anche lo schema: "classicismo carraccesco" / " naturalismo caravaggesco", non deve indurre a creare un abisso tra loro, poiché le due tendenze espressive appartengono allo stesso contesto culturale. Infatti, per Annibale Carracci si può parlare di classicismo naturalistico, in quanto la componente classica della sua opera è filtrata dalla visione culturale veneto-emiliano-lombarda, quindi, naturalistica; viceversa per Caravaggio il naturalismo è infarcito di elementi classici. E' esemplare anche il momento di simpatie caravaggesche attraversato già dalla fine del '500, da un classicista puro come il Reni, formato all'Accademia degli Incamminati.
Infine, tra il 1610 e il 1630 circa, morti i due protagonisti, Annibale e Caravaggio, è quasi impossibile dividere in campi nettamente distinti i seguaci dell'uno e dell'altro, poiché da entrambe le parti si compie un equilibrato amalgama delle due correnti.
In sostanza tutto questo significa che mentre all'aprirsi del secolo l'arte è rappresentata da tre correnti diverse, nel corso del Seicento questi tra indirizzi artistici si fondono tra di loro o coesistono, sviluppandosi ulteriormente.
Mentre gli elementi e i temi delle rappresentazioni sono comuni a tutte e tre le correnti artistiche del '600, questi contenuti e sono tuttavia concepiti con sensibilità diverse.
Pietro da Cortona. Il battesimo di Cristo. 1626.
Affresco. Villa Sacchetti, Castelfusano.
L'esempio più lampante è l'elemento della natura, che è comune sia ai caravaggeschi (stile naturalista), che per i classicisti (ad esempio: Annibale Carracci, Guido Reni), che per gli artisti barocchi (ad esempio: Pietro da Cortona). Tuttavia lo stesso tema offre risultati piuttosto diversi, ma anche con tutte le possibili influenze reciproche tra una corrente e l'altra.
Nel Battesimo di Cristo di Pietro da Cortona, la natura non vuole essere una sensazione realistica, ma viene interpretata e riproposta come spettacolo.
Nella Cattedra di San Pietro il Bernini realizza dietro al Baldacchino una grande macchina, uno spettacolo teatrale eccezionale. La luce del sole esplode con una potenza di grande effetto.
Inoltre quest'opera è emblematica anche per un altro importante elemento: nell'arte barocca c'è sempre una continua mescolanza di generi diversi, pittura, scultura, architettura, scenografia intrecciate insieme.
Durante il XVII secolo il centro artistico più importante è Roma. Di qui parte la grande spinta di rinnovamento delle arti promossa dai papi e dalle più potenti famiglie romane. Questo portò ad una eccezionale concentrazione di artisti e capolavori a Roma, tanto che la città diventò un modello di riferimento per tutto il mondo occidentale.
Ma oltre all'indiscusso epicentro della città eterna, l'arte del '600 ha conosciuto una ricchissima fioritura in tutta Italia, dilagando fino nei più piccoli centri, assumendo caratteristiche sempre nuove e sorprendenti. Non è difficile infatti, rimanere meravigliati di fronte a tanti piccoli o grandi tesori presenti un po' ovunque nei comuni del nostro Paese.
Per tracciare uno schema di massima si possono ricordare alcuni dei più rappresentativi centri italiani investiti dall'ondata creativa del XVII secolo.
A Milano risiedeva il più importante promotore della controriforma cattolica: il cardinale Federico Borromeo. Egli concentrò la sua azione soprattutto sostenendo l'arte. Fu il fondatore della Pinacoteca e dell'Accademia Ambrosiana. Nel suo impegno per la propaganda cattolica incaricò artisti come Giovan Battista Crespi detto il Cerano, autore di molte opere in cui il tema sacro è interpretato con grande intensità; i Procaccini, una famiglia di pittori originari di Bologna; Tanzio da Varallo e Daniele Crespi, più orientati verso la tradizione naturalistica lombarda.
L'architettura seicentesca del capoluogo lombardo si distingue con l'eleganza delle costruzioni sia religiose che civili di Francesco Maria Richini.
Bologna, con i pittori Giovanni Francesco Barbieri detto il Guercino, Giovanni Lanfranco, Francesco Albani e soprattutto con Carlo Cignani assiste all'evolversi della tradizione carraccesca con opere di altissimo livello. Lo stile barocco è rappresentato da Elisabetta Sirani, insieme ad altri come Simone Cantarini e i Franceschini. Accanto a questi, nella scultura Alessandro Algardi portò avanti una linea più classicista. La celebre famiglia dei Bibiena con architetti, scenografi e pittori, lasciò a Bologna diverse opere importanti che vanno dalle decorazioni del capostipite Giovanni Maria all'architettura teatrale e scenografica dei figli Ferdinando Maria e Francesco, fino all'attività artistica continuata dalle generazioni successive per tutto il secolo XVIII.
Torino, divenuta la capitale del Regno di Savoia, nel Seicento visse una stagione di trasformazione urbanistica e costruttiva con numerosi interventi che fusero l'antico impianto ortogonale romano ai modelli francesi ed europei. I protagonisti furono Ascanio Vittozzi, Carlo Amedeo di Castellamonte e Guarino Guarini.
La Repubblica di Genova, ricca e aristocratica, nel XVII secolo divenne un ambiente artistico e culturale molto vivace. Vi soggiornarono numerosi artisti stranieri, come ad esempio Rubens e Antony Van Dyck e italiani come Caravaggio e i pittori lombardi che lasciarono una forte influenza sugli artisti locali. Alcuni di questi come Bernardo Strozzi, Gioacchino Assereto, il Sarzana e Giovanni Benedetto Castiglione detto il Grechetto seppero creare una nuova linea espressiva e un linguaggio originale sviluppando soprattutto la natura morta, il paesaggio e la pittura di genere. I dipinti devozionali e quelli di carattere profano alimentarono nella città marinara un fiorente mercato di collezionismo locale. A Genova hanno soggiornato Orazio e Artemisia Gentileschi, che hanno saputo condurre il naturalismo caravaggesco secondo linee nuove e personali.
In architettura il barocco genovese è rappresentato soprattutto dall'opera di Bartolomeo Bianco e Giovanni Antonio Ricca il vecchio.
La Repubblica di Venezia riuscì a reagire alla generale situazione di crisi mantenendo una solida economia. Le famiglie più influenti incrementarono una nuova fioritura edilizia, soprattutto con residenze private. Con Baldassarre Longhena la città lagunare si arricchì di architetture nuove: i suoi palazzi e le sue chiese dalle forme barocche si fondono armonicamente con la tradizione lagunare. Anche altri architetti come il Sardi e il Brustolon introdussero nella città veneta la fantasia del barocco.
L'ondata del nuovo gusto interessò anche la pittura, grazie alla presenza del romano Domenico Fetti, del genovese Bernardo Strozzi e del tedesco Johann Liss venne rinnovato il linguaggio pittorico locale. Con il soggiorno di Luca Giordano tra il 1652 e 53 e la circolazione delle stampe di Rubens tra i collezionisti, a Venezia si formò il cosiddetto "movimento dei tenebrosi", riconoscibile dalla gamma di colori caldi con toni smorzati e contrasti di luce.
Il panorama culturale del Granducato di Toscana nel corso del Seicento si mostra in pieno fermento, sostenuto dal rafforzamento del potere dei Medici, dopo il matrimonio della figlia di Francesco I, Maria de' Medici, con Enrico IV di Francia. Mentre nelle scienze si fece strada il metodo sperimentale con il genio di Galileo Galilei, nella musica nacque il melodramma con L'Euridice di Jacopo Peri e nell'arte ci fu una svolta definitiva rispetto alla stagione manierista. I colti committenti fiorentini e toscani richiesero soprattutto opere più suggestive e coinvolgenti emotivamente, concentrate sui sentimenti e le emozioni. Nella pittura emersero le personalità di Cristofano Allori e Matteo Rosselli, raffinati interpreti della 'poetica degli affetti'. Accanto a questi troviamo anche i pittori Luca Giordano, Baratta, Salvator Rosa.
Un'altra produzione di rilievo fu quella della scultura in bronzo con i monumenti realizzati da Pietro Tacca, scultore ufficiale dei Medici dallo stile realistico e dinamico e le numerose statue di piccole dimensioni realizzate da altri allievi di Giambologna come Giovan Francesco Susini e Ferdinando Tacca. La scultura in marmo è invece rappresentata dall'opera di Michelangelo Naccherini e Giovan Battista Caccini.
Il Regno di Napoli nel XVII secolo attraversò un periodo drammatico in cui si ripropose una realtà politica e sociale di tipo feudale. Il potere e la ricchezza concentrati in una cerchia molto ristretta di aristocratici si contrapponeva alla dilagante miseria di gran parte della popolazione. La situazione precipitò fino alla rivolta popolare guidata da Masaniello nel 1646.
Ma nel mondo della cultura lo stato delle cose era totalmente opposto, a partire dal fermento edilizio che coinvolse Napoli per tutto il secolo. La città si riempì di cantieri in cui si costruivano e restauravano numerose chiese ed edifici religiosi, ma sorsero anche palazzi, vennero realizzate strutture di difesa e ampliato il porto. Molto importante è stata la presenza di Domenico Fontana e del lombardo Cosimo Fanzago che introdusse i suoi originali intarsi di marmi colorati trasformando in forme barocche numerosi monumenti cittadini, tra cui la Certosa di san Martino.
Il soggiorno di Caravaggio a Napoli ha lasciato un'impronta profonda nella pittura locale determinando il formarsi di una scuola caravaggesca con Giovan Battista Caracciolo detto il Battistello e Jusepe de Ribera detto lo Spagnoletto. Ma furono importanti anche le suggestioni derivate da Guido Reni, Domenichino e Lanfranco dai quali derivò la tendenza barocca rappresentata da una folta schiera di artisti come Mattia Preti, Luca Giordano, Massimo Stanzione, Bernardo Cavallino, Francesco Solimena, Luca Forte, Paolo Porpora, Giovanni Battista Ruoppolo, Giovanni Recco, Corrado Giaquinto.
In Puglia e a Lecce il rinnovamento artistico del Seicento è dovuto soprattutto alla presenza dei Gesuiti e dei Teatini. Entrambe le confraternite si fecero promotrici di numerosi interventi soprattutto nell'edilizia religiosa. Con artisti come lo scultore Cesare Penna, e gli architetti e scultori Giuseppe Zimbalo detto lo Zingarello e Giuseppe Cino venne creato un barocco particolarmente originale, ricco di fantasia e influenze medievaleggianti.
Il Regno di Sicilia nel XVII secolo attraversò un imponente rinnovamento urbanistico in cui vennero sviluppati soprattutto fortezze e insediamenti. Un incremento architettonico eccezionale coinvolse i diversi centri dell'isola, in particolare Palermo e Messina, che si trasformarono in forme barocche grazie all'opera di architetti come Paolo e Giacomo Amato, Giovan Battista Vaccarini. La Sicilia accolse anche la pittura di Caravaggio, Van Dyck, Novelli e i lavori dello scultore Giacomo Serpotta.
A. Cocchi
Il Seicento.
Mappa concettuale sui principali filoni artistici del XVII secolo con riferimenti al contesto storico e ai principali protagonisti. Autore: A. Cocchi
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Nel Seicento in Italia l'arte si è manifestata con una grande fioritura di capolavori e personalità di rilievo .Nella mappa proposta da geometrie fluide la complessità culturale e lo sviluppo nei diversi filoni dell'arte seicentesca sono riassunte in una chiara sintesi comprendente i concetti principali.
Gianlorenzo Bernini.
Mappa concettuale con cenni sulla vita, formazione e riferimenti alle opere principali. Autore. A. Cocchi.
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Gianlorenzo Bernini è stato l'interprete principale del trionfo della Chiesa controriformata. La mappa concettuale di Geometrie fluide riprende con una trattazione sintetica, chiara e completa i principali momenti della vita, e i capolavori più famosi del maestro barocco.
Francesco Borromini
Mappa concettuale con cenni sulla vita, formazione e riferimenti alle opere principali. Autore: A. Cocchi
Uno degli artisti più sensibili e originali del Barocco è stato Francesco Borromini. Le sue straordinarie intuizioni e il suo modo di concepire lo spazio hanno anticipato molte soluzioni dell'architettura moderna. La mappa concettuale di Geometrie fluide è dedicata alla vita e alla vicenda artistica di Borromini e spiega con esempi chiari le sue opere più famose negli aspetti più innovativi.
Caravaggio.
Mappa concettuale con cenni sulla vita e formazione e riferimenti alle opere principali. Autore. A. Cocchi.
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La pittura rivoluzionaria di Caravaggio è uno dei fenomeni più importanti della storia dell'arte. La mappa di Geometrie fluide offre una chiara sintesi sulla vita, il contesto storico-culturale e la vicenda artistica del maestro lombardo. I dipinti più famosi di Caravaggio, spiegati in modo chiaro e sintetico, ripercorrono i momenti salienti della sua attività.
Nell'ambito della stessa famiglia, Annibale e Ludovico Carracci hanno condiviso la stessa formazione culturale ma le loro opere rivelano sensibilità e modi espressivi molto diversi. La mappa di Geometrie fluide confronta lo stile e le caratteristiche pittoriche dei due grandi maestri bolognesi.
Autore: A. Cocchi
Guarino Guarini
Mappa concettuale con cenni sulla vita, formazione e riferimenti alle opere principali. Autore. A. Cocchi.
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Lo stile di Guarino Guarini è una perfetta simbiosi tra razionalità matematica e fantasia artistica. La mappa di Geometrie fluide traccia una breve biografia e si sofferma sulle opere principali del maestro modenese. Ogni esempio è illustrato e spiegato in modo sintetico e chiaro.
Il video propone una sintesi sull'arte del Seicento spiegata in modo molto chiaro ed esauriente dal Prof. Felice Nalin. La visita ai principali monumenti del secolo XVII offre immagini spettacolari e di grande qualità.
Il video, della durata di 17 minuti e 40' è stato pubblicato su You tube da Luce Artsworkshop.
Il video, di impostazione nettamente scolastica, offre un'utile sintesi sui principali concetti riferiti all'arte del '600 in rapporto al contesto storico e culturale. E' consigliabile soprattutto per consolidare alcuni aspetti essenziali e come veloce ripasso dell'argomento.
Dura 1 minuto e 45' ed è realizzato dalla prof. Margherita Caocci per gli studenti.
R. Wittkover. Arte e architettura in Italia 1600-1750. Giulio Einaudi editore, Torino 1972
P. Portoghesi. Roma barocca. Editori Laterza 1984
C. Innocenti. Il sacro e il profano. in Art e Dossier n° 9. Firenze Giunti.
G. Paleotti. Discorso intorno alle immagini sacre e profane, Bologna 1582
F. Borromeo. De pictura sacra, Milano, 1624
C. Strinati. Pittori tra Compasso e liuto. in Art e Dossier n° 9. Firenze Giunti
F. negri Arnoldi. Storia dell'arte. vol.III. Gruppo editoriale Fabbri, Milano0 1985
La storia dell'arte raccontata da E. H. Gombrich. Leonardo editore. Roma 1995
AA.VV. Moduli di arte - E - Dal neoclassicismo alle avanguardie. Electa - Bruno Mondadori, 2000
G. Cricco F.P. Di Teodoro. Itinerario nell'arte. Vol 3. Dall'età dei lumi ai giorni nostri. Zanichelli editore, Bologna 2005
G. Dorfles, F. Larocci, A. Vettese. Storia dell'arte. Vol. 3. L'Ottocento. Istituto Italiano Atlas Edizioni. Orio del Serio 2008
La Nuova Enciclopedia dell'Arte Garzanti, 1986A. Ottani Cavina. Dal ciclo di lezioni tenute presso L'università di Bologna, Dipartimento Arti Visive, Corso di Storia delle Arti a.s. 1984-85. Problemi dell'arte figurativa nei secoli XVII e XVIII
G. Cricco, F. Di Teodoro, Itinerario nell’arte, vol. 4, Zanichelli Bologna 2004
N. Frapiccini, N. Giustozzi. La geografia dell'arte. vol. 2, Hoepli editore, Milano 2009