Arte Greca Orientalizzante

Olpe Chigi. Dett. della decorazione pittorica. Pittura su vaso in ceramica. 650 ca. a. C. Museo di Villa Giulia, Roma
Olpe Chigi. Dett. della decorazione pittorica. Pittura su vaso in ceramica. 650 ca. a. C. Museo di Villa Giulia, Roma

 

Grazie alle influenze artistiche provenienti dall'Asia Minore e da altri popoli, l'arte Greca si arricchisce di colori, tecniche, temi e iconografie nuove. Emergono nuovi centri di produzione, tra i quali primeggia la città di Corinto.

Il Periodo Orientalizzante

 

Nell'arte greca, i frequenti contatti avvenuti già durante il Periodo geometrico tra i popoli ellenici e le altre civiltà si intensificano nel Periodo orientalizzante, che viene compreso tra il 750 e il 610 a.C. Il nome "stile orientalizzante" deriva da una generica assimilazione del gusto orientale da parte dagli artisti greci.  In realtà vengono assorbite caratteristiche, tecniche e soluzioni provenienti da diversi popoli, non esclusivamente orientali; si tratta quindi di un gusto esotico in cui la componente orientale è prevalente sulle altre.

Le principali innovazioni artistiche introdotte nel periodo orientalizzante sono visibili in diversi campi:

- nella ceramica lo stile orientalizzante si afferma soprattutto nei laboratori di Corinto e Atene, che producono esemplari di grande valore.

- nella scultura a Creta, Delo e nelle isole egee si afferma lo stile dedalico, con le prime statue di grandi dimensioni.

-  nell'architettura si elaborano i primi esempi di tempio in pietra.

In questa fase avviene un transitorio accostamento a tecniche e motivi decorativi stranieri. Le civiltà verso le quali si verificano gli scambi più intensi sono:

  •  Creta e le isole egee, già da tempo influenzate del gusto orientale
  •  i porti asiatici, come quelli della Turchia, dai quali giungono i prodotti dell'entroterra e soprattutto dalla Siria
  • I porti africani, in particolare dell'Egitto
  • i grandi empori commerciali fenici come Tiro e Sidone.

Dai modelli stranieri gli artisti greci apprendono soprattutto:

-  le tecniche di lavorazione,
- alcuni soggetti, come ad esempio sfingi o figure mostruose e motivi decorativi.

Tra le nuove tecniche introdotte si trovano:
 

- nella scultura con lo stile dedalico si realizzano le prime statue monumentali.
- nell'arte dei metalli la martellatura e lo sbalzo con cui, già dal tardo-geometrico, vengono decorati calderoni, scudi e armi
 - nella produzione di gioielli viene introdotta la filigrana e tra gli oggetti preziosi è presente l'intaglio dell'avorio
- nella pittura vascolare si utilizzano piccoli stampi e i graffiti.

Le ragioni  che portano alla formazione di questo stile sono diverse:

- Il rapporto con la cultura fenicia per i Greci è importante e di lunga tradizione visto che già dal IX secolo in Grecia viene usato l'alfabeto fenicio. Ma tra l'825 e il 750 a. C. i rapporti commerciali con i Fenici si intensificano.

- Nello stesso periodo molte famiglie di artisti siriani sfuggono alla invasione assira rifugiandosi nei territori greci. A Creta giungono soprattutto orafi e bronzisti, mentre verso il 725 a. C. a Corinto si trasferiscono parecchi ceramisti. Da qui infatti prenderà l'avvio una pregiata produzione ceramica di stile orientalizzante che dominerà il commercio con l'estero fino alla metà del VI secolo e scomparirà improvvisamente solo nel 560 a. C.

- Accanto all'immigrazione di artisti stranieri avviene anche l'emigrazione degli artisti greci verso gli altri paesi, soprattutto verso l'Egitto. Nell'isola di Naxos, grazie a questi contatti con la civiltà egizia avviene l'importante ingresso della scultura a grandi dimensioni, assimilando gli esempi monumentali dell'Egitto. vengono realizzati i primi ex-voto monumentali, come ad esempio la Sfinge dei Nassi nel Santuario di Apollo a Delfi del 550 a. C. o la Stele funeraria attica di New York, del 530 a. C.
Da Delos proviene la Kore di Nikandre e dai laboratori di Creta è stata prodotta la celebre Dama di Auxerre, del VII secolo a. C., primi esempi di statue monumentali greche e modelli per le successive korai arcaiche.

 L'influenza orientalizzante resta nel complesso abbastanza superficiale sui prodotti artistici greci e solo raramente investe anche le forme. Lo stile "straniero" viene sempre filtrato dal gusto per l'ordine e la razionalità tipicamente greci. Per questo la componente orientalizzante rimane un fenomeno transitorio.
Una delle conseguenze più importanti di questa fase artistica, oltre alla evidente spinta evolutiva sull'arte greca è l'affermarsi di nuovi centri artistici e culturali, come Corinto, Rodi, Creta e le isole egee.
 

 

I centri artistici

 

 

Corinto nel Periodo orientalizzante diventa la capitale artistica del momento. dai suoi laboratori nascono capolavori come la celebre Olpe Chigi, ritrovata in una tomba principesca della civiltà etrusca presso Veio

Altro centro importante per l'arte ceramica è Rodi. Anche la ceramica rodia rappresenta uno stile particolare, raffinatissimo, testimoniato da diversi capolavori, tra i quali l'Oinochoe Levi del Louvre.

Creta, Delo e le isole si distinguono per la scultura monumentale, con il cosiddetto stile dedalico, ma gli stessi centri insieme alle città del Peloponneso  offrono una raffinata lavorazione dei metalli e la realizzazione di arredi di lusso. A Creta si affina la tecnica della fusione in bronzo e vengono realizzati grandi tripodi e calderoni destinati come offerte rituali ai più importanti santuari. Altri oggetti prodotti nei centri dell'isola sono riferiti al banchetto sacro, come i klinai, particolari divanetti da disporre intorno alla mensa e altri oggetti di tradizione orientale come ad esempio specchi decorati.

santuari greci accrescono la loro importanza, oltre a quello di Olimpia si distinguono i santuari di Delfi, Delo e Samo. In questi luoghi sacri sono stati ritrovati numerose offerte votive, come vasi, statue, scudi, corazze, tripodi che rivelano il superamento dello stile geometrico e l'affermarsi dello stile orientalizzante, più vivace e naturalistico.

In questo panorama rimane un po' in disparte Atene, i cui artisti sono più restii all'assimilazione del gusto orientale e orientati invece ad uno sperimentale sviluppo dello stile geometrico chiamato stile protoattico. Ad Atene dalla seconda metà del VII secolo alla prima metà del VI secolo a. C. i ceramisti proseguono la loro ricerca espressiva incentrata soprattutto sulla figura umana, e anche se non raggiungono i livelli qualitativi degli altri centri d'arte, preparano l'evoluzione successiva che avverrà con lo stile attico del VI secolo, nel Periodo arcaico,  che riporterà ad Atene il primato della qualità e dell'avanguardia artistica.

 

 

 

 

Architettura del periodo orientalizzante

 

 

Anche nel Periodo orientalizzante (750-650 a. C.) l'architettura è testimoniata da tracce e pochi resti ricomparsi sotto altre costruzioni più recenti. Queste testimonianze dimostrano il proseguire della sperimentazione di forme e soluzioni già iniziata nel Periodo geometrico
 
L'architettura civile e con funzione abitativa rimane sostanzialmente invariata e anche tra i materiali costruttivi prevalgono ancora il legno per le strutture, l'argilla cruda per le pareti e la paglia per la copertura dei tetti.

Tra le costruzioni sacre, prosegue lo sviluppo e definizione di forme e strutture già avviata nel periodo geometrico. Accanto al più semplice tempio in antis, si trovano tracce di templi con peristasi e altre costruzioni di carattere sacro come le sale del banchetto
L'uso del propileo e del portico, e alcuni elementi decorativi, come il timpano o le metope in terracotta cominciano a caratterizzare l'architettura sacra, distinguendola dagli edifici civili.

 

 

Il tempio nel Periodo orientalizzante



Intorno alla metà del VII secolo avviene una metamorfosi importante: si verificano i primi esempi di "pietrificazione" dei templi, avviando un processo che si svilupperà gradualmente, tra il VII e il VI secolo, fino a compiersi con l'epoca arcaica. La trasformazione avviene dal basso in alto, si comincia dai basamenti, già in pietra, poi si passa alle colonne e ai muri portanti, infine alle trabeazioni. 
La pietra squadrata, oltre ad essere più durevole, consente un taglio preciso e forme più regolari. Anche il tetto si trasforma: passa dalle coperture in paglia al rivestimento con le tegole e si trova una giusta inclinazione del 33-25 %, sostituendo sia la soluzione con tetto piatto in terracotta che quella con la forma troppo acuta degli spioventi ricoperti di canne e paglia. Lungo gli spigoli si inseriscono le antefisse per bloccare le tegole e gli acroteri a coronamento dei vertici del timpano. Il definirsi del frontone triangolare offre un altro stimolo per realizzare composizioni scultoree per concludere e decorare le facciate.

Coerentemente con il gusto orientalizzante che caratterizza la pittura vascolare si sviluppano gli elementi decorativi: meandri file di foglie, racemi, volute, palmette, insieme a metope figurate sono i motivi più diffusi, riprendendo modelli micenei o orientali.

Nel complesso si verifica una situazione molto flessibile, in continua evoluzione.

Aumentano anche le dimensioni di tutti gli elementi del tempio, mentre il naos, con l'affermarsi del culto, comincia ad accogliere anche i primi esempi di scultura monumentale greca, con le prime statue che rappresentano la divinità.

Un'altra importante novità, che sarà piena di conseguenze, è la ricerca costante di un "ordine" un sistema costruttivo efficace che potesse mettere in sinergia tutti gli elementi dell'edificio con l'obiettivo di creare un organismo armonioso, di forme e proporzioni perfette. Ne deriva il differenziarsi dell'edificio sacro in stili regionali che nel VI e V secolo porteranno agli ordini architettonici greci, basati su regole precise; i primi saranno il dorico e lo ionico.

In questo momento Verranno anche costruiti i primi templi dei santuari di Olimpia e Delfi: nel primo caso il Tempio di Zeus e il Tempio di Apollo a Delfi
Negli anni seguenti intorno ai templi principali verranno costruiti altri templi ed edifici sacri che andranno a costituire via via i grandi complessi dei santuari. Tra questi i tesori, piccoli sacrari con la funzione di raccogliere e conservare i doni (ex-voto) che i fedeli, giungendo da ogni parte della Grecia venivano ad offrire agli dei.
Altri edifici dovevano accogliere le grandi folle che si riunivano nei santuari in occasione delle gare, dei congressi e dei giochi panellenici.

Durante il periodo orientalizzante, oltre alle nuove costruzioni, si verificano numerosi ampliamenti e ricostruzioni di templi e strutture precedenti, soprattutto nei santuari più importanti come OlimpiaDelfiDelo, ma anche nei nuovi centri di cultura e d'arte sempre più importanti come EfesoSamo e soprattutto Corinto. Uno di questi primi esperimenti è rappresentato dalla ricostruzione del Tempio di Hera Samo, i cui muri interamente in pietra erano ornati con un fregio inciso e dipinto a più colori con rappresentazioni  di guerrieri. 

Alla fine del VII secolo ad Olimpia venne costruito il terzo Heraion (tempio dedicato ad Hera) con colonne di pietra di proporzioni ancora rozze, ma che sostituirono le precedenti colonne di pietra.

 

 

La Scultura Dedlica

 

La seconda parte del Periodo orientalizzante dell'arte greca, collocabile circa tra il 680 e il 610 a. C., è denominata Periodo Dedalico, in riferimento al mito di Dedalo, o Aklto Arcaismo.

A partire dalla seconda metà del VII secolo, il percorso evolutivo dell'arte greca già si distacca dalle esperienze precedenti, conclude il periodo di formazione e introduce un nuovo capitolo che poi avvierà l'Arcaismo vero e proprio.

In questo periodo si verificano: 
 

  • lo sviluppo della ceramica con l'industria protoattica, protocorinzia e il sorgere dell'industria rodia.
  • lo sviluppo dell'architettura con i primi templi in pietra.

Quindi si conclude la fase formativa dell'arte greca.

 

 

Fino ai primi decenni del VII secolo a. C. la scultura greca conserva le caratteristiche del periodo precedente, per cui viene definita post-geometrica.
Si realizzano soprattutto piccole figure votive in bronzo, pietra e avorio che mostrano la traduzione in volume dello schema geometrico proprio della pittura. Nelle rappresentazioni della figura umana, come nelle statuette dei guerrieri e degli offerenti, non è ancora presente un vero interesse per una resa anatomica realistica. Un esempio di questa fase stilistica è offerto dal Bronzetto votivo proveniente dalla Beozia conservato al Museo di Belle Arti di Boston. La statuetta, risalente al 680 a.C. è tutta basata sulla forma triangolare: ad essa si conforma il busto, la testa e le cosce. Persino il collo, per rispondere alla stessa regola geometrica viene deformato e allungato. I contorni però si sciolgono in una linea più fluida ed elastica e il braccio destro teso in avanti sottolinea il carattere sacro dell'oggetto. Sulla gamba destra una dedica in versi incisa testimonia che l'ex-voto è stato donato da Mantiklos ad Apollo, divinità che sembra rappresentata nella stessa figura.

Un cambiamento importante avviene nel VII secolo a. C., quando compaiono le prime statue monumentali greche, chiamate xoàna, realizzate in calcare.
Sappiamo dalle antiche fonti che già dal tardo-geometrico erano molto diffuse le sculture in legno di maggiori dimensioni, oggi quasi completamente perdute. Resta solo qualche raro esempio, come le piccole statue del Museo Archeologico di Siracusa, provenienti da Palma di Montechiaro, in Sicilia e risalenti al VII secolo a. C. 
Con una tecnica di origine orientale, venivano anche realizzati i cosiddetti sphyrélata: statue di grandi dimensioni composte da un'anima in legno e rivestimento in sottile lamina metallica, in genere di bronzo, lavorata a martellatura. Tre di questi esempi dell'VIII secolo a. C. provengono dal Tempio di Apollo a Dreros e si trovano al Museo Archeologico di Iraklion a Creta.

A partire da secondo quarto del VII secolo a. C. vengono realizzate a Creta le prime statue in calcare che si definiscono via via fino a diventare nuovi modelli iconografici.
Poiché gli antichi scrittori indicano Creta come la patria di Dedalo, leggendario scultore, architetto e inventore (il nome Dedalo indica: "colui che modella"), gli studiosi definiscono "dedalica" la scultura di questa fase stilistica.

Le xoana sono statue di culto e offerte votive, si tratta quasi esclusivamente di figure femminili e rappresentano la divinità o l'offerente. Presentano uno schema rappresentativo fisso da cui deriverà quello della kore arcaica.
La figura femminile viene rappresentata seduta o in piedi, in posa stante. Le composizioni rispettano una rigida simmetria, le forme del corpo sono riassunte in volumi  geometrici solidi; il corpo è racchiuso nel lungo peplo (tunica) e avvolto nel chitone (mantello), le capigliature formano voluminose trecce ricadenti sulle spalle. I piedi sono uniti e le braccia possono essere stese lungo il corpo, appoggiate al petto in segno di adorazione o piegate in gesto di offerta, con in mano doni per gli dei. I visi dalle forme squadrate sono privi di espressione e presentano grandi occhi aperti. Nell'insieme ricordano le statue egizie, da cui derivano, ed erano dipinte a colori vivaci.

Le opere più note della scultura dedalica sono la Dama di Auxerre, di scuola cretese, la Dama di Nay, entrambe al Louvre e la Kore di Nikandre proveniente da Delos ed esposta al Museo Archeologico Atene.
Un altro esempio di scultura monumentale del VII secolo a. C. è rappresentato dai grandi leoni che dominano il terrazzo del Santuario di Delos.

 

 

Ceramica Dedalica o dell'Alto Arcaismo

 

 In questo periodo in Grecia si elabora un nuovo tipo di pittura vascolare: la tecnica bianco-nera o a figure nere che caratterizza la produzione attica e corinzia già della fine del secolo. Questo nuovo stile avrà in seguito uno sviluppo grandioso nel Periodo arcaico.

 L'ultima fase delo stile protocorinzio riprende i motivi orientalizzanti diffusi a Creta. Tra i soggetti più presenti si riconoscono soprattutto: 

  • leoni
  • pantere
  • serpenti
  • mostri

Si tratta di decorazioni influenzate dalla ceramica cretese anche nello stile e nel cromatismo vivace, prevalgono il rosso, il nero con le rifiniture e i fondi chiari. L'Anfora con animali e la Brocca con animali, entrambe al British Museum di Londra appartengono a questo stile.

In questi esempi prevale l'elaborazione fantastica delle figure. I particolari anatomici sono studiati, ma vengono enfatizzati per dare più carattere al soggetto. Per questo gli animali risultano più caricaturali che naturalistici. 

 

 

 

 

La Kore di Nikandre

 

La Kore di Nikandre del museo Archeologico di Atene, con i suoi 175 centimetri di altezza, è la più antica statua greca a grandezza naturale finora conosciuta.
La scultura, appartenente allo stile dedalico, è stata ritrovata nel Tempio di Artemide sull'isola di Delo e risale al 640 ca. a.C.
La qualità del marmo (ricavato dalle cave di Nasso) e le caratteristiche dello stile testimoniano la fattura cicladica, ma soprattutto l'iscrizione in versi (esametri) presente su un fianco della statua indica la provenienza da Nasso, isola centrale delle Cicladi. Si legge:

Mi ha dedicato alla dea 
che colpisce da lontano e gode delle frecce 
Nikandre,
figlia di Deinodikes di Nasso, 
eccellente fra le altre donne,
sorella di Deinomenes, ora sposa di Phraxos.

La dedica ci dice che l'ex-voto è stato offerto da Nikandre, fanciulla dell'aristocrazia nassia, alla dea Artemide, in occasione del matrimonio.

Lo stato di conservazione è compromesso dalla frattura che spezza in due la statua all'altezza della vita, dalla perdita di alcune parti, come l'avambraccio sinistro e il polso destro e dalla grave abrasione subita sulle superfici, soprattutto sul volto, quasi completamente cancellato.
Diverse tracce di colore indicano che in origine era vivacemente colorata. Alcuni fori di trapano visibili nelle mani indicano c'erano anche delle parti metalliche, probabilmente in bronzo con i doni offerti alla divinità.

La kore non è ricavata da una forma cilindrica o parallelepipeda, ma da una lastra di marmo di 17 centimetri di spessore e nonostante il forte rilievo e l'arrotondamento di tutti gli spigoli conserva uno "schiacciamento" che ne fa una forma intermedia tra una stele ed una statua. E' stata scolpita con una tecnica ancora primitiva, ma le proporzioni allungate, la sintesi e morbidezza delle forme, i profili arrotondati sono caratteristiche che anticipano già lo stile della scultura cicladica e nassia del periodo arcaico. Si tratta di elementi rintracciabili anche in altre sculture coeve, come ad esempio i suggestivi leoni marmorei del Santuario di Delos.
Soprattutto vengono anticipati alcuni tratti caratteristici delle future korai greche nella posa stante e impassibile, la simmetria d'insieme, la forma chiusa e rigida, la capigliatura raccolta in trecce ricadenti sulle spalle e il tipico abbigliamento femminile formato da tunica e mantello.

La Kore di Nikandre è immobile e ieratica, priva di qualsiasi accenno di movimento, tiene le braccia distese lungo i fianchi, un lungo chitone quasi cilindrico, che si allarga appena in fondo, stretto da una cintura in vita e che lascia spuntare solo la punta dei piedi uniti. Il ricordo dello stile geometrico si coglie ancora nel ripetersi della forma triangolare visibile nel viso e nell'acconciatura, ma soprattutto si nota la derivazione dalla scultura egiziana.

Non è chiaro se la statua rappresenti Artemide, la donatrice Nikandre o si tratti di una figura femminile generica.

 

A. Cocchi.

 

 

 

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Bibliografia

 

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