Le origini dell'Arte Greca

Dal Medioevo Ellenico al protogeometrico.

 

Hydria proveniente da Limantepe. Inizio del periodo Protogeometrico. Ceramica dipinta. Museo Archeologico di Izmir.
Hydria proveniente da Limantepe. Inizio del periodo Protogeometrico. Ceramica dipinta.
Museo Archeologico di Izmir. Fotodi I, Sailko

 

L'arte greca iniziò a manifestarsi in modo autonomo dopo il crollo della Civiltà Micenea e nei due secoli che seguono la caduta di Troia (1184 a.C.). Questa fase, ancora poco conosciuta, è denominata Medioevo ellenico.

Le prime tracce della civiltà greca

 

Se vogliamo tracciate una linea cronologica, sulla storia della civiltà greca conosciamo bene la fine, ma non siamo in grado di stabilire un inizio preciso. La battaglia di Azio, avvenuta nel 31 a. C., rappresenta notoriamente il termine della civiltà Greca, ma il momento d'inizio è tutt'ora difficile da definire, in quanto, oltre ad alcuni stanziamenti preesistenti, diversi popoli indoeuropei si insediarono a ondate successive nel corso dell'Età del Bronzo (3400-1075 a. C. circa) nella penisola greca.

Per tutta l'età del Bronzo le isole e le terre affacciate sull'Egeo furono dominate dalla Civiltà Minoica che diffuse la propria cultura e produsse manufatti di altissimo livello artistico. L'influenza dell'arte minoica si estese anche verso la Grecia continentale, nei territori della vicina Civiltà Micenea.  Inoltre le popolazioni elleniche si fusero con quelle minoiche e micenee, stanziandosi nei loro centri abitati e assorbendo anche le componenti culturali.

Il seguente sviluppo della Civiltà Micenea avvenne qualche secolo più tardi, protraendosi fino a verso il 1200 a. C. quando cominciarono le distruzioni di alcune delle più importanti città micenee che provocarono il rapido disfacimento delle società più evoluta dell'Europa antica. Le cause non sono chiare, gli antichi racconti fanno riferimento ad invasioni di popoli provenienti da nord, che parlavano dialetti dorici e conquistarono grandi territori. L'archeologia però non ha ritrovato prove di queste vicende, e sembra più probabile che la fine della civiltà micenea sia dovuto piuttosto all'indebolimento della struttura politica, a guerre intestine e a violenti terremoti. 
 

L'arte greca intesa come insieme di opere artistiche realizzate da popoli di lingua greca (comprendente la penisola greca, le isole e l'area continentale) inizia a manifestarsi in modo autonomo dopo il crollo della Civiltà Micenea e nei due secoli che seguono la caduta di Troia (1184 a.C.).
Questa fase, ancora poco conosciuta, è denominata Medioevo ellenico.

Alcuni ritrovamenti relativi all'età preistorica e protostorica nell'area territoriale in cui si è sviluppata la civiltà greca mostrano però alcuni aspetti della cultura materiale che andranno a confluire nella formazione e nell'evolversi degli stili artistici successivi.
Uno dei più importanti "giacimenti" dell'archeologia greca si trova presso le coste occidentali del Peloponneso, nella splendida valle del fiume Alfeo, luogo indicato dall'antico oratore greco Lisia come il più bello della Grecia: a Olimpia.

 

 

Il Medioevo ellenico

 

Medioevo ellenico è un termine generico che indica un periodo poco conosciuto, per via di scarsi ritrovamenti, compreso tra la fine della Civiltà Micenea  e il periodo Protogeometrico.

Verso il 1100 a. C. la grandiosa Civiltà Micenea era scomparsa con conseguenze disastrose anche per la cultura. In molte località si persero tutte le più importanti forme d'arte, come l'architettura monumentale, gli avori la lavorazione delle pietre, l'oreficeria e venne dimenticata anche la scrittura. Unica arte che continua ininterrotta è la ceramica, indispensabile per il suo impiego nella vita quotidiana.

 

 


Anfora. ca. 1000 a.C. Ceramica dipinta da Atene in stile proto-geometrico. h 47,2 cm. Atene, Museo del Ceramico.

 



Lo stile di vita di quelle che erano state città ricche subì un forte balzo indietro, con un impoverimento generale delle comunità. I grandi centri si spopolarono, i commerci si interruppero e si diffuse una vita quotidiana basata su un tenore modesto e di sussistenza, come quello che aveva sempre caratterizzato i villaggi agricoli della Grecia neolitica. Anche nelle campagne i villaggi si ridussero a pochissime abitazioni e rimasero isolati tra loro.
Le ceramiche appartenenti a questo particolare periodo riflettono il momento di crisi: le decorazioni sono molto semplificate, sempre più geometriche e non si vedono più le scene figurate con animali e piante, ma solo semplici motivi astratti di qualità modesta.

 


Centauro. Terracotta dipinta 950-900 a. C. proveniente da Lefkandì.
h. cm. 36. Eretria, Museo Archeologico 

 

Però, in base agli scavi archeologici più recenti e a quelli ancora in corso, è emerso che questa situazione  non va considerata in senso generico, per tutta la Grecia. La scoperta di diverse necropoliinsediamenti e santuari, alcuni dei quali presenti e attivi in modo ininterrotto fin dal Neolitico medio, hanno dimostrato che il presunto azzeramento culturale del medioevo ellenico in realtà non si è mai verificato. Piuttosto, sembra che al posto dei vecchi centri d'arte ne siano emersi nuovi in altre località, come dimostrano i siti della facies sub-micenea nell'isola Eubea, in Beozia, in Argolide, in Elide, in Corinzia.

 


Tempietto fittile proveniente da Sabicina. VI sec. a. C.
Museo Archeologico Regionale, Caltanissetta.

 

Si sono verificate anche immigrazioni di popoli diversi, poiché i reperti hanno dimostrato l'esistenza di facies nuove, estranee alla tradizione micenea.

La più nota è l'immigrazione dei Dori, che portano con sé innovazioni sociale e culturali che si riveleranno piene di conseguenze.  La più importante di queste è di carattere religioso e comprende anche il rito della cremazione. Si avviano quindi una serie di trasformazioni dell'organizzazione sociale che portano al passaggio dai clan dei villaggi alla formazione delle città stato rette da un’aristocrazia militare e religiosa.

 Intorno al 1000 a. C. inizia una fase nuova che si può considerare l'inizio del periodo di formazione dell'arte greca: si apre il Periodo Protogeometrico  a cui seguirà lo sviluppo del Periodo geometrico.

 

 

Il Pelopion di Olimpia, uno dei più antichi santuari greci

 

 


Santuario di Olimpia. Veduta aerea di parte del sito archeologico.

 

 

L'esplorazione del sito archeologico di Olimpia ha permesso di conoscere l'esistenza di un santuario antichissimo che sorgeva nell'area tra l'Heraion e il Tempio di Zeus (costruzioni successive), le cui prime tracce di frequentazione risalgono al Neolitico finale (4300-3100 a. C.). Alla prima parte dell'età del Bronzo, indicata come Antico Elladico, risale il Pelopion, una tomba monumentale dedicata all'eroe Pelope, entrato nel mito e divenuto oggetto di venerazione.

 


Pianta dell'acropoli di Olimpia. Dett con il Pelopion
 

 

Nelle sua forma primitiva il cenotafio dell'eroe Pelope era un grande tumulo di terra battuta e cenere che formava una collinetta artificiale di circa 27 metri di diametro, circondata da un giro di pietre. Sulla sommità appiattiva si trovava l'altare sacrificale e alcune costruzioni circolari. L'ingresso era orientato a sud-ovest e si poteva raggiungere la cima della collina per mezzo di passi scavati sul fianco di essa, con una sorta di scalinata rudimentale. Da quanto racconta l'antico scrittore greco Pausania il Perigeta, ogni anno i magistrati di Olimpia durante un rito sacro, offrivano in sacrificio all'eroe Pelope un ariete nero. Vel V secolo a. C. attorno al tumulo venne costruito un recinto di pietra di pianta pentagonale a cui si aggiunse, alla fine dello stesso secolo, un portico dorico con doppio ingresso.

Nella zona attorno al Pelopion sono state trovate tracce di costruzioni absidate e alcune tombe.

 

 

Kantaros minio. Terracotta. Antico Elladico III. Museo Archeologico di OlimpiaIncensiere. Terracotta. Fine dell'Antico Elladico III. Museo Archeologico di Olimpia

 

  

 
Prochous. Terracotta con decorazioni incise e impresse.
Antico Elladico III. Museo Archeologico di Olimpia

 

Dagli scavi archeologici nell'area del Pelopion sono stati recuperati diversi oggetti votivi, come vasi, manufatti in terracotte statuette in bronzo soprattutto di guerrieri. Un altro gruppo di oggetti appartiene al periodo Miceneo, tra questi, alcuni vasi di uso cosmetico o alimentare, statuine in ceramica come quelle del caratteristico tipo a Ψ, collane e monili.  In gran parte questi oggetti sono conservati nel Museo Archeologico di Olimpia.

 

Statuina femminile del tipo a ψ del periodo miceneo. Museo Archeologico di Olimpia Collana con vaghi in pasta di vetro e faïance del periodo miceneo. Museo Archeologico di Olimpia

 

 A. Cocchi

 

 

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Ceramica Greca. Mappa concettuale

Ceramica greca.

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Bibliografia

 

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E. Bernini, R. Rota Eikon. Guida alla storia dell'arte. Vol.I. Editori Laterza, Bari, 2005
F. Negri Arnoldi Storia dell'arte vol I. Gruppo editoriale Fabbri, Milano 1985
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N. Frapiccini, N. Giustozzi. La geografia dell'arte. Vol.1 Hoepli editore, Milano 2004
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C. Bertelli, A. Corallini, A. Gatti. La storia dell'arte. Vol. 1 Dalle origini all'età carolingia.  Edizioni scolastiche Bruno Mondadori. Arte, Milano,Torino 2010
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G. Dorfles, C. Dalla Costa, M. Ragazzi. Lineamenti di Storia dell'arte. Vol. 1. Dalle origini all'arte gotica. Istituto Italiano Edizioni Atlas. Bergamo, 2010.
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F. Caruso. Sul Centauro di Lefkandi. Atti del convegno To Aigaio sten Proïme Epoche tou Siderou. Praktika tou Diethnous Symposiou, Rhodos, 1-4 Noembriou 2002. Editore  Panepistimio Kritis (Univeristà di Creta), Atene (GRC) a cura dell'Istituto per i Beni Archeologi e Monumentali (IBAM) del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) Catania.

 
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