Cattedrale di Santa Maria del Fiore a Firenze

 

Basilica di Santa Maria del Fiore. Iniziata nel 1296. Firenze. 

Basilica di Santa Maria del Fiore. Iniziata nel 1296. Firenze.  Foto di Petar Milošević

 

Dal progetto di Arnolfo di Cambio, al Campanile di Giotto alla cupola di Filippo Brunelleschi, la Basilica di Santa Maria del Fiore a Firenze rappresenta un insieme di capolavori assoluti in cui si collegano armonicamente Gotico e Rinascimento.

La cattedrale di Arnolfo

 

Il più importante cantiere della città  di Firenze alle soglie del XIV secolo è la cattedrale di Santa Maria del Fiore, una costruzione grandiosa a cui contribuirono quasi tutte le corporazioni delle Arti, e in particolare l'Arte della lana. Per la sua costruzione vennero chiamati alla direzione dei lavori i più celebri artisti del tempo: Arnolfo, forse anche Cimabue, Giotto, Andrea Pisano, Francesco Talenti, e infine Brunelleschi, che nel '400 costruì la cupola.
Iniziata nel 1296 su progetto di Arnolfo di Cambio, già  dimostrato architetto in altre fabbriche del Comune, la costruzione si protrasse per tutto il '300, e fu terminata nella sua parte muraria nel XV sec., e nel rivestimento esterno alla fine del XVI.
Anche se la chiesa fu ampliata, rimane ancora oggi lo schema planimetrico del progetto arnolfiano a forma di fiore, simbolo della città di Firenze. E' una pianta piuttosto originale per la combinazione dei due tipi tradizionali di costruzione: a schema centrale e a schema longitudinale, secondo una soluzione già  sperimentata dagli architetti romanici lombardi e ripresa qualche anno prima, nel Duomo di Siena (in cui lavorano Nicola e Giovanni Pisano). Di Arnolfo rimane anche il disegno originale della facciata, costruita fino al secondo ordine, poi distrutta per un completo rifacimento nel 1588. Arnolfo aveva progettato una facciata gotica molto articolata, piena di sporgenze e rientranze con numerose nicchie per contenere statue e brevi superfici piane rivestite di mosaici.

Alla morte di Arnolfo, verso il 1302 la costruzione si arrestò, e fu quasi abbandonata fino al 1334, quando venne affidata alla direzione a Giotto. Giotto progettò e costruì il campanile fino al secondo ordine e lo concepì come una torre isolata dal corpo della chiesa, con pianta quadrata. I robusti contrafforti angolari in forma gotica (poligonali) controbilanciano le spinte delle volte dei vari piani.
Il campanile venne proseguito da Andrea Pisano, (che forse iniziò già  sotto la guida di Giotto) il quale modificò la decorazione, costruì  la zona mediana e inserì le due lesene.

 

 

Le trasformazioni di Talenti

 


Nel 1351 subentrò Francesco Talenti che riuscì a completare il campanile. Talenti  accentuò il carattere gotico della costruzione con le bifore e le trifore e lo chiude in alto con un cornicione sporgente (anziché la tradizionale guglia) ottenendo nell'insieme un aspetto originalissimo e un saldo equilibrio proporzionale.
Progettò anche l'ampliamento della primitiva chiesa arnolfiana, ma volle conservare le tre navate e il disegno 'a fiore' della pianta, con tre absidi corredate di cappelle semi-poligonali. Quindi allungò il corpo spostando indietro le absidi e trasformando le campate da rettangolari a quadrate. Le due absidi laterali fungono da transetto, e all'incrocio con il le navate della chiesa, sostenuto da pilastri, si apre un grande ambiente ottagonale, che nel '400 sarà  chiuso dalla cupola del Brunelleschi.

L'interno è ampio, spazioso, solenne, luminosissimo per via delle grandi finestre figurate e policrome delle navate laterali e dei rosoni della navata centrale.Le splendide vetrate sono state realizzate fra il 1434 e il 1445 su disegno di importanti artisti quali Donatello, Andrea del Castagno e Paolo Uccello.

 Ampi archi ogivali dividono le campate,  coperte da volte a crociera con costoloni e  sostenute da pilastri compositi.
Il Talenti ha curato anche l'esterno, con il prezioso rivestimento di marmi policromi.
Nel complesso, nonostante le interruzioni e i diversi interventi, il Duomo presenta un aspetto chiaro, unitario e armonioso.

All'interno si conservano numerose e importanti opere d'arte.

 

A. Cocchi

 

 

 

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Bibliografia

 

G. Cricco, F.P. Di Teodoro Itinerario nell'arte Zanichelli 
F. Negri Arnoldi Storia dell'arte Fabbri, vol. 2

 

 

 

 

 
Approfondimenti
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