Gentile da Fabriano

 

Gentile da Fabriano. Adorazione dei Magi. dett.  1423. Firenze, Uffizi
Gentile da Fabriano. Adorazione dei Magi. dett.  1423. Firenze, Uffizi

 

Nessun altro artista Tardogotico europeo raggiunge ad un livello così alto una materia pittorica così squisita come Gentile da Fabriano. Egli seppe incarnare con sublime eleganza quella civiltà figurativa ormai volta al tramonto.

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Approfondimenti / Opere

Cenni biografici e attività artistica.

 

Gentile da Fabriano è il maggiore rappresentante del Tardogotico europeo   o Gotico Internazionale, pittore di ricca cultura, interprete di una maniera raffinatissima e aristocratica. La sua attività si svolge tra la fine del XIV secolo e il 1427, anno della sua morte.La prima opera in cui è possibile riconoscere la sua mano è la Madonna col Bambino tra San Nicola e Santa Caterina d'Alessandria, della Gemäldegalerie di Berlino, del 1395 circa, seguita  da altre come  il Polittico di Valle Romita, e già in questi dipinti giovanili si esprimono i valori figurativi che appartengono al linguaggio figurativo più in voga  e più richiesto dall'alta borghesia, dalle signorie e aristocrazie in tutti i territori compresi tra la Spagna e la Boemia. L'analisi minuziosa dei dettagli, volumetria, linearità  dei contorni, fastosità  dei costumi, e sofisticata gamma dei colori, caratterizzano la pittura del fabrianese e sono gli aspetti più apprezzati dai suoi committenti. Ben presto Gentile raggiunse una fama che si divulgò largamente, portando l'artista a spostarsi in continuazione per rispondere alle numerose richieste. A partire dalle Marche, Gentile lavorò anche in Lombardia, specialmente a Brescia, a Firenze, a Orvieto, a Siena, a Roma, a Venezia. La sua alta considerazione sociale emerge dal tono di familiarità in cui l'artista si rivolgeva ai signori nelle sue lettere, confermato anche dai compensi ricevuti: i più alti di tutti i pittori dell'epoca. Ben consapevole della sua posizione sociale, Gentile chiedeva al signore di Brescia Pandolfo Malatesta di fargli mandare dal Carmagnola un salvacondotto  "per octo persone et octo cavalli".
 

Sulla sua vita personale abbiamo pochi dati sicuri. Sembra che sia nato da una famiglia benestante, il padre, Niccolò di Giovanni di Massio era un fabbricante di stoffe.  Poichè nel 1390 il padre, rimasto vedovo, nel 1390  entrò nell'ordine dei monaci Olivetani, si ritiene che il figlio in quel momento fosse già autonomo e avesse circa 20 anni, per questo si pensa che la sua nascita si collochi intorno al 1370.
Secondo diversi studiosi  (soprattutto De Marchi) è molto probabile che la formazione di Gentile sia avvenuta a Pavia o comunque in territorio lombardo, dove il giovane artista può aver assimilato le componenti e stimoli culturali lombardi e fiamminghi che caratterizzano il suoi stile giovanile.

Il primo sicuro dato cronologico risale al 1408 quando il pittore si trovava a Venezia, dove eseguì un affresco in Palazzo Ducale,  poi andato perduto.  Il dipinto rappresentava la battaglia navale tra i Veneziani e Ottone III, figlio del Barbarossa. 

La sua attività in Lombardia è andata interamente perduta: purtroppo sono scomparsi gli affreschi  eseguiti per Pandolfo Malastesta nel Palazzo del Broletto tra il 1414 e il 1419.

Poi probabilmente a Fabriano e a Siena. A Firenze nel 1422-23 eseguì per la cappella di Palla Strozzi in Santa Trinita la famosa Adorazione dei Magi che ora si trova agli Uffizi. Questo dipinto ci è giunto integro nella sua cornice intagliata e dipinta in oro, i personaggi della scena, che indossano ricchi costumi, sono immersi in una atmosfera fiabesca quasi irreale unita però ad un'attenta descrizione veristica di piante e fiori.
Nel 1425 dipinse, sempre a Firenze, il Polittico Quaratesi oggi smembrato fra Londra, Firenze, Vaticano e Washington. Per la stessa famiglia Quaratesi di Firenze eseguì anche un altro polittico, più piccolo e rovinato, ora conservato nei  magazzini della Soprintendenza.
Nello stesso anno l’artista fu a Siena, poi a Orvieto dove eseguì gli affreschi nel Duomo . Nel 1427 si trova a Roma, dove iniziò nella Basilica di S. Giovanni in Laterano un ciclo di affreschi, che poi furono distrutti con il rifacimento secentesco della chiesa.
Morì a Roma nel 1427, senza eredi diretti, tutta le sue proprietà andarono ad una nipote; ma lasciò i suoi arnesi da lavoro all'allievo Pisanello.

 

 

Lo stile

 

All'interno della visione tardogotica lo stile personale di Gentile da Fabriano si esprime in modo unico. E' il primo artista a sperimentare scene notturne. Il trattamento delle luci e delle ombre mediante sfumature infinitesimali con passaggi graduati in modo estremamente sottile mostra una capacità tecnica e una sensibilità cromatica straordinarie. Spicca nettamente sul panorama artistico europeo la sua raffinatissima attenzione alla natura, i dettagli vengono affrontati con un realismo analitico e una curiosità naturalistica che è la più avanzata del momento. Questo aspetto è uno dei più importanti valori espressivi trasmessi  al suo allievo Pisanello.

 

A. Cocchi

 

Bibliografia

 

G. Bonsanti. Gentile da Fabriano. Associazione Casse di Risparmio Italiane. Stabilimento Amilcare Pizzi S.P.A- Arti Grafiche Cinisello Balsamo (MI) 1995A. De Marchi. Gentile da Fabriano. Dossier Art Giunti, Firenze 1998
E. Micheletti. L'opera completa di Gentile da Fabriano. Classici dell'arte Rizzoli, Milano 1966
G. Cricco, F. Di Teodoro, Itinerario nell’arte, vol. 2, Zanichelli Bologna 2004
G. Dorfles, S. Buganza, J. Stoppa Storia dell'arte. Vol II Dal Quattrocento al Settecento. Istituto Italiano Edizioni Atlas, Bergamo 2008
L. H. Heydenreich Il Primo Rinascimento. Arte italiana 1400-1460. Rizzoli Editore, Milano 1979
La Nuova Enciclopedia dell’arte Garzanti, Giunti, Firenze 1986
P. Adorno, A. Mastrangelo Arte. Correnti e artisti vol.II
F. Negri Arnoldi Storia dell'arte vol III
E. Bernini, R. Rota Eikon guida alla storia dell'arte. Vol. 2 Dal Quattrocento al Seicento. Editori Laterza, Bari 2006

 

 

 

 
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