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Caravaggio. Ragazzo morso da un ramarro

Caravaggio. Ragazzo morso da un ramarro. 1595-96. Olio su tela. Firenze, Collezione Longhi

 

Il dipinto sembra l'istantanea di un incidente un po' comico ma l'intensità  espressiva del quadro fa trasparire una componente drammatica, e dietro al tono scherzoso si intuisce un messaggio nascosto.

Tra dramma e ironia

 

Il Ragazzo morso dal ramarro è stato dipinto da Caravaggio intorno al 1593, ora si trova a Firenze, collezione Longhi.
Si tratta di un soggetto molto particolare che appartiene al genere delle "mezze figure", molto praticato da Caravaggio in quegli anni.
Il Merisi rappresenta un ragazzo un po' effeminato e vanitoso, con una spalla nuda e un fiore in testa che si ritrae di scatto e grida al morso di una lucertola. Vicino a lui si trovano una brocca con fiori e alcune ciliegie sul tavolo.

A un primo livello di lettura, l'intenzione ironica è evidente, la scena funziona come una candid-camera, sembra l'istantanea di un incidente un po' comico che capita a questo personaggio. Ma l'intensità  espressiva del quadro fa trasparire una componente drammatica, e dietro al tono scherzoso si intuisce un messaggio nascosto.
La resa realistica, tipica di Caravaggio, si carica di un forte accento istantaneo, l'immagine si concentra sulla reazione improvvisa di sorpresa e dolore fisico, oltre che di orrore, di disgusto.
L'interesse per le reazioni umane e la volontà  di scandagliare l'animo del personaggio, ci rinvia agli esperimenti pittorici condotti soprattutto in area lombarda nel '500. E' una ricerca che deriva dagli studi sui 'moti dell'animo' di Leonardo, poi sviluppati da Lotto, Savoldo, Moretto e altri pittori lombardi, ma anche illustrati e diffusi dal Lomazzo nel suo Trattato dell'arte, uscito a Milano nel 1584, che Caravaggio conosceva senz'altro.

Di grande rilievo nel dipinto, è la qualità  esecutiva, l'attenzione ai dettagli, agli oggetti, agli effetti di luce, al particolare curato. Tutti elementi che rinviano alla conoscenza della pittura fiamminga, che vuole cogliere effetti visivi come le goccioline di rugiada, la delicatezza dei petali, la trasparenza del vetro, il riflesso della finestra sulla brocca. Però mentre la pittura fiamminga insiste sulla minuzia dei particolari e si sofferma su ogni dettaglio, Caravaggio si concentra sulla visione d'insieme e sul fenomeno della luce visto in un istante.
La luce è protagonista, si comporta in modo diverso a seconda delle cose che incontra. E' intesa come fenomeno, cioè come qualcosa che si trasforma in continuazione.
Arriva da dietro e colpisce la figura violentemente, come un lampo improvviso, quasi fastidioso. Si concentra sulla rosa tra io capelli, che diventa un grumo luminoso, si frantuma in quella nella brocca.
Si riflette, più attenuata, sulle foglie e si dirama, segue tutte le filettature e venature. Brilla sulle goccioline di rugiada sui frutti, si diffonde nel riflesso della brocca con l'acqua.
Il naturalismo di Caravaggio non  è un fatto esteriore, nel senso che non si tratta soltanto di abilità  descrittiva, ma risponde a una scelta intellettuale profonda.
E' molto significativo che in questo dipinto la luce e l'ombra non sono causate dai corpi (in senso rinascimentale) ma subite da essi. Non è più la figura, l'uomo, il protagonista, ma la luce e l'ombra incidentali. Anche lo spazio, non è più nè dominato, nè creato dall'uomo e dalla sua azione, come per Michelangelo, non è un'entità  misurabile, ma è un ambiente vago e indefinito, una misteriosa e particolare atmosfera generata dai giochi di luci e di ombre.
Questo ci porta a un altro livello di ironia, più sottile e legato a una riflessione intellettuale. E' l'ironia della caduta del mito umanistico che pone l'uomo come eroe al centro del mondo e si ispira all'antichità .
Una citazione raffinata della cultura umanistica Caravaggio ce la propone con la scelta di questo modello: questo ragazzo appartiene a un tipo umano che non si presenta come un "eroe", ma piuttosto un antieroe, con la veste drappeggiata che ricorda le statue antiche. Questa non è una delle camicie che si portavano ai suoi tempi, è un abbigliamento scelto apposta per la messa in scena del morso del ramarro.
Dietro questa messa in scena troviamo un messaggio simbolico. Il ragazzo morso dal ramarro allude alla delusione e ai pericoli della vita. E' un riferimento all'insidia che si nasconde dietro l'angolo, che ci aggredisce all'improvviso, quando non ce l'aspettiamo.
E' un'altra ironia: l'ironia della vita. E della morte che si nasconde dietro alla vita.
Le due rose che compaiono nel quadro hanno una funzione altamente simbolica. Quella tra i capelli, luminosissima, è appena sbocciata, allude alla bellezza e alla gioventù, non solo esteriore, ma anche morale. Quella nella brocca è sfiorita, ha le spine, è tutta spezzata da luci e ombre. Allude alla maturità , ma anche alla rovina, ad un abbrutimento morale.
I frutti rinviano generalmente ai piaceri della vita, ma hanno anche un significato religioso, di grazia divina, sono i doni divini elargiti agli uomini.
L'acqua è simbolo di redenzione e purificazione, ma è anche un elemento che riferito all'instabilità , alla trasformazione, perché prende tutte le forme, è un simbolo di mutevolezza.
Questo quadro suggerisce un ammonimento, fa parte del tema della Vanitas, indica: "attenzione, anche le cose migliori della vita possono cambiare all'improvviso e rivoltarsi contro di noi; attenzione a non contare troppo sulle cose vane, effimere".
La componente teatrale della messa in scena e il simbolismo sono due degli aspetti fondamentali dell'opera di Caravaggio.

A. Cocchi

 

 

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Bibliografia e sitografia

 

R.Guttuso, A. Ottino Della Chiesa. L'opera completa di Caravaggio. Classici Rizzoli, Milano 1965
AA.VV. Caravaggio e il suo tempo. Electa, Milano, 1985
M. Calvesi. Caravaggio. Dossier Art n. 1 Giunti, Firenze 1986
R. Papa. Caravaggio. Gli anni giovanili. Dossier Art n. 217 Giunti, Firenze 2005
R. Papa. Caravaggio. Gli ultimi anni. Dossier Art n. 205 Giunti, Firenze 2004
A. Veca. La natura morta. Dossier Art n. 46 Giunti, Firenze 1990
A. Ottani Cavina, Lezioni di Storia delle Arti, Università  di Bologna, 1984
La Nuova Enciclopedia dell’arte Garzanti, Giunti, Firenze 1986
G. Cricco, F. Di Teodoro, Itinerario nell’arte, vol. 2, Zanichelli Bologna 2004
AA.VV. Moduli di Arte. Dal Rinascimento maturo al rococò. Electa Bruno Mondadori, Roma 2000
G. Dorfles, S. Buganza, J. Stoppa Storia dell'arte. Vol II Dal Quattrocento al Settecento. Istituto Italiano Edizioni Atlas, Bergamo 2008
WWW. Italica.it

 

 
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