Caravaggio. Ragazzo morso da un ramarro. 1595-96. Dett. Olio su tela.
Firenze, Collezione Longhi
Il dipinto sembra l'istantanea di un incidente un po' comico ma l'intensità espressiva del quadro fa trasparire una componente drammatica, e dietro al tono scherzoso si intuisce un messaggio nascosto.
Il Ragazzo morso dal ramarro è stato dipinto da Caravaggio intorno al 1593, ora si trova a Firenze, collezione Longhi.
Si tratta di un soggetto molto particolare che appartiene al genere delle "mezze figure", molto praticato da Caravaggio in quegli anni.
Il Merisi rappresenta un ragazzo un po' effeminato e vanitoso, con una spalla nuda e un fiore in testa che si ritrae di scatto e grida al morso di una lucertola. Vicino a lui si trovano una brocca con fiori e alcune ciliegie sul tavolo.
Caravaggio. Ragazzo morso da un ramarro. 1595-96. Olio su tela.
Firenze, Collezione Longhi
A un primo livello di lettura, l'intenzione ironica è evidente, la scena funziona come una candid-camera, sembra l'istantanea di un incidente un po' comico che capita a questo personaggio. Ma l'intensità espressiva del quadro fa trasparire una componente drammatica, e dietro al tono scherzoso si intuisce un messaggio nascosto.
Caravaggio. Ragazzo morso da un ramarro. 1595-96. Dett. Olio su tela.
Firenze, Collezione Longhi
La resa realistica, tipica di Caravaggio, si carica di un forte accento istantaneo, l'immagine si concentra sulla reazione improvvisa di sorpresa e dolore fisico, oltre che di orrore, di disgusto.
L'interesse per le reazioni umane e la volontà di scandagliare l'animo del personaggio, ci rinvia agli esperimenti pittorici condotti soprattutto in area lombarda nel '500.
E' una ricerca che deriva dagli studi sui 'moti dell'animo' di Leonardo, culminata nel suo capolavoro dell'Ultima cena.
Leonardo da Vinci. Figura a mezzo busto di un apostolo. Studio per l'Ultima cena. 1443-45. Punta d' argento, penna e inchiostro bruno su carta preparata blu. Museo Albertina, Vienna
La resa psicologica degli stati d'animo è stata poi sviluppata nel corso del '500 anche da artisti come Lorenzo Lotto, Giovanni Gerolamo Savoldo, il Moretto e altri pittori attivi in territorio lombardo. Inoltre, studi sui 'moti dell'animo' sono stati anche illustrati e diffusi dal Lomazzo nel suo Trattato dell'arte, uscito a Milano nel 1584, che Caravaggio conosceva senz'altro.
Giovanni Girolamo Savoldo. Ritratto di giovane flautista. 1540 circa. Olio su tela.
Brescia, Pinacoteca Tosio Martinengo
Di grande rilievo nel dipinto, è la qualità esecutiva, l'attenzione ai dettagli, agli oggetti, agli effetti di luce, al particolare curato. Tutti elementi che rinviano alla conoscenza della pittura fiamminga, che vuole cogliere effetti visivi come le goccioline di rugiada, la delicatezza dei petali, la trasparenza del vetro, il riflesso della finestra sulla brocca. Però mentre la pittura fiamminga insiste sulla minuzia dei particolari e si sofferma su ogni dettaglio, Caravaggio si concentra sulla visione d'insieme e sul fenomeno della luce visto in un istante.
Caravaggio. Ragazzo morso da un ramarro. 1595-96. Dett. Olio su tela. Firenze, Collezione Longhi
Il naturalismo di Caravaggio non è un fatto esteriore, nel senso che non si tratta soltanto di abilità descrittiva, ma risponde a una scelta intellettuale profonda.
E' molto significativo che in questo dipinto la luce e l'ombra non sono causate dai corpi (in senso rinascimentale) ma subite da essi. Non è più la figura, l'uomo, il protagonista, ma la luce e l'ombra incidentali.
Anche lo spazio, non è più nè dominato, nè creato dall'uomo e dalla sua azione, come per Michelangelo, non è un'entità misurabile, ma è un ambiente vago e indefinito, una misteriosa e particolare atmosfera generata dai giochi di luci e di ombre.
Questo ci porta a un altro livello di ironia, più sottile e legato a una riflessione intellettuale. E' l'ironia della caduta del mito umanistico che pone l'uomo come eroe al centro del mondo e si ispira all'antichità.
Una citazione raffinata della cultura umanistica Caravaggio ce la propone con la scelta di questo modello: questo ragazzo appartiene a un tipo umano che non si presenta come un "eroe", ma piuttosto un antieroe, con la veste drappeggiata che ricorda le statue antiche. Questa non è una delle camicie che si portavano ai suoi tempi, è un abbigliamento scelto apposta per la messa in scena del morso del ramarro.
Dietro questa messa in scena troviamo un messaggio simbolico. Il ragazzo morso dal ramarro allude alla delusione e ai pericoli della vita. E' un riferimento all'insidia che si nasconde dietro l'angolo, che ci aggredisce all'improvviso, quando non ce l'aspettiamo.
Dietro all'ironia dell'incidente capitato ad un ragazzo distratto che sta per prendere le ciliegie ma non si accorge del ramarro, è celata un'altra ironia: l'ironia della vita. E della morte che si nasconde dietro alla vita.
Questo tema è ribadito nel quadro dai simboli che contiene:
Questo quadro, è sia una 'scena di genere', cioè illustra un tema di vita quotidiana, sia una allegoria. Infatti contiene un significato morale e suggerisce un ammonimento.
E' uno dei più importanti capolavori riferito al tema della Vanitas, indica: "attenzione, anche le cose migliori della vita possono cambiare all'improvviso e rivoltarsi contro di noi; attenzione a non contare troppo sulle cose vane, effimere".
La componente teatrale della messa in scena, il simbolismo e il contenuto morale sono alcuni degli aspetti fondamentali dell'opera di Caravaggio.
A. Cocchi
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