Il cantiere romanico. L'esempio di Modena

L'organizzazione e lo svolgimento dei lavori nei cantieri romanici sono documentati da cronache e documenti medievali. Presso l'Archivio Capitolare del Duomo di Modena è conservata la Relatio translationis corporis Sanci Geminiani, una cronaca, illustrata da miniature, della cerimonia di consacrazione della  Cattedrale di Modena, avvenuta nel 1106.

Secondo la cronaca, Lanfranco controllava tutte le fasi dei lavori. Ogni giorno riuniva i suoi collaboratori più stretti in un apposito locale, poi, fatto gettare a terra uno strato di gesso, disegnava con un bastone le basi dei pilastri e le forme delle strutture. Quindi venivano stabiliti i compiti di ognuno e si avviavano i lavori. Probabilmente le operazioni concrete richiedevano continue soluzioni, modifiche e aggiustamenti. Si seguivano quindi le idee-guida del magister, ma le decisioni venivano  prese insieme.

Nella prima miniatura, figura Lanfranco, il magister murario, in abiti eleganti e con la virga (bastone del comando) in mano  dirige  le operazioni di scavo. Assistono alla scena alcuni notabili della città  e gli operai scavano con la vanga e portano via il materiale nelle gerle. Uno di loro si rivolge a Lanfranco con un'espressione alterata: la miniatura mostra in modo vivace il dialogo e forse anche le discussioni, tra l'architetto e i suoi operai, ma anche la presenza e il controllo continuo esercitato dal magister in tutte le fasi del lavoro.

In un'altra miniatura Lanfranco segue la costruzione di un tratto di muratura. Gli operai, con i loro tipici martelli da muratore, mettono in posa i mattoni. Da notare anche come il miniaturista mette in evidenza le diverse fattezze dei personaggi indicati con le didascalie. Gli Operarii hanno  barbe e capelli inspidi e visi più caricaturali; gli Atifices hanno un aspetto più gentile e ordinato, per indicare la superiorità  di rango.

La complessa tecnologia dell'architettura romanica deriva quindi da una serie di invenzioni e soluzioni di problemi tecnici, per le quali è stata fondamentale la stretta collaborazione del magister murario con capimastri, muratori e operai. Il cantiere funziona come un lavoro di squadra, dove qualsiasi problema, una crepa, un crollo, un cedimento del terreno, viene di volta in volta affrontato, discusso e risolto, magari con soluzioni sperimentali. Individuato l'errore, la soluzione veniva trovata sfruttando tutte le competenze del team. In questo contesto, l'esperienza assume un'importanza fondamentale.
Il magister segue una sua idea precisa, costruita in base alle finalità  dell'edificio, delle esigenze di chi lo aveva richiesto, delle caratteristiche del luogo e dei materiali disponibili.  Attinge alle conoscenze sedimentate nel corso del suo lavoro e dei suoi viaggi, a ciò che aveva già  relizzato o che aveva visto realizzare da altri.
Ciò spiega l'assenza totale di progetti, forse ci si poteva servire di qualche schizzo su pergamena (la carta è molto rara in questo periodo) per indicare una traccia o un dettaglio, ma non venivano disegnate piante, prospetti o sezioni.

Una volta tracciato il perimetro della chiesa, secondo l'orientamento canonico, viene prima costruita la zona absidale, rivolta a Est, poi viene innalzata la facciata, a Ovest, e infine si procede con la costruzione delle navate e dei muri esterni.

La cattedrale  romanica rappresenta un perfetto equilibrio tra sapere aulico e inventiva popolare,ed è insieme il centro dell'interesse comune. Manifesta la sua triplice funzione: urbana, religiosa e civile. Riprendendo il significato romano, la cattedrale è anche Basilica, cioè luogo d'ibncontro della collettività . Qui si possono trattare questioni politiche o economiche, offre rifugio a tutti i cittadini in caso di attacco nemico, è il luogo in cui vengono celebrate cerimonie e feste.

A. Cocchi



Bibliografia e sitografia:

E. Bernini, R. Rota, Uno sguardo sull'arte. Vol. 1 Dalla preistoria al Trecento. Editori Laterza, Bari 2008
G. Dorfles, M.Ragazzi, C. Maggioni, M.G. Recanati, Storia dell'arte. Vol 1 Dalle origini al Trecento. Istituto Italiano Edizioni Atlas, Orio al Serio 2008
M.M.Elia Città  e lavoro intellettuale, in Storia dell'arte Italiana . Vol. 1 Questioni e metodi. Giulio Einaudi Editore, Torino 1979

 

 
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