Andrea Palladio.

Andrea Palladio. Villa Foscari, La Malcontenta. 1560 ca. Malcontenta sul Brenta.
Andrea Palladio. Villa Foscari, "La Malcontenta". 1560 ca. Malcontenta sul Brenta.

 

Le costruzioni di Andrea Palladio sono eleganti e solenni ma anche ariose e leggere. Con la loro funzionalità anticipano molte soluzioni moderne.

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Cenni sulla vita e attività artistica

 

Andrea Palladio è il più grande architetto veneto e uno dei maggiori artisti del Cinquecento.
L'architettura di Palladio è molto originale, perché, nonostante sia rispettosa delle regole degli ordini classici, interpreta la classicità  in maniera nuova. Palladio ha inventato nuovi criteri e nuove soluzioni per combinare forme ed elementi propri dell'architettura classica, fondendoli con moderne esigenze di funzionalità .
Le sue costruzioni sono eleganti e solenni e insieme ariose e leggere. Riuscì a creare un equilibrio tra forme monumentali e semplicità . Al senso di imponenza e staticità  dell'architettura classica contrappone edifici articolati, aperti, dinamici, ricchi di effetti pittorici, in perfetta sintonia con la tradizione veneta.
Il suo insegnamento è pieno di conseguenze, perché, oltre a diventare un punto di riferimento per l'architettura del suo tempo, dà  l'avvio a una corrente artistica detta "palladianesimo" che nascerà  molto più tardi, e che si diffonderà  in tutto il mondo tra '700 e '800.
Nell'opera di Palladio si colgono valori estetici ed espressivi che sono fortemente collegati alle sue vicende umane. Un lungo e faticoso apprendistato giovanile come umile operaio gli ha permesso di sviluppare quell'intelligenza pratica con cui ha saputo affrontare e risolvere ogni questione tecnica e concreta, ma da quella dura esperienza deriva anche la cura scrupolosa e la coscienza del proprio lavoro. La sua naturale propensione a fondere il suo innato senso poetico con l'acquisito senso di concretezza, così apprezzata  e valorizzata dall'amico letterato Gangiorgio Trissino, gli permise di esprimere al meglio le sue straordinarie invenzioni creative. 

Il suo esordio come architetto avviene nel 1540, quando realizza la sua prima costruzione importante: Villa Godi, per una influente famiglia veneta. Con questo edificio incomincia a manifestarsi il suo stile e inizia la sua carriera e il suo successo. In seguito realizzerà  capolavori come la Basilica di Piacenza, le splendide Ville distribuite nelle campagne tra Padova e Piacenza, le chiese veneziane del Redentore e di San Giorgio Maggiore, il Teatro di Vicenza.

Dal 1540 l'umanista Giangiorgio Trìssino e Andrea Palladio, ormai riconosciuto come architetto, si spostarono in diversi viaggi, per il Veneto. A Padova frequentarono i circoli umanistici e furono coinvolti nella nuova politica promossa da Alvise Cornaro. Il nobile padovano si adoperava per un ritorno all'agricoltura e alla vita nella natura attraverso una vasta opera di bonifica dei territori dell'entroterra veneto. A Padova, inoltre, il Palladio poté ammirare le opere di Jacopo Sansovino, giunto da Roma, e l'architettura del bergamasco Andrea Moroni.
A Verona ebbe l'occasione di studiare le rovine e i monumenti romani, ma anche le moderne costruzioni di Michele Sanmicheli.
L'influenza del Sanmicheli si coglie già  nell'opera con cui Palladio esordisce come architetto: la Villa Godi di Lonedo, progettata fin dal 1537, quando faceva ancora l'operaio presso Pedemuro, e poi compiuta nel 1542.
Nell'estate del 1541 Palladio compì il suo primo viaggio a Roma con il Trìssino. Per lui divenne fondamentale non solo la conoscenza diretta dei monumenti antichi, ma anche quella dell'architettura rinascimentale di Bramante, Raffaello, e soprattutto di Giulio Romano, del quale l'anno successivo poté ammirare l'opera anche a Mantova.
Gli anni seguenti, tra 1542 e '46, vedono l'affermazione dell'arte di Palladio con capolavori che  hanno trasformato il volto delle città  e dei paesaggi in cui si sono inseriti. Tra questi a Vicenza, Palazzo Thiene il prestigioso rifacimento del Palazzo della Ragione che poi divenne la Basilica palladiana, e Villa Pisani a Bagnolo.
Dopo altri viaggi a Roma, nel 1546-47, l'arte di Palladio si sviluppò sempre più autonomamente e acquistò un carattere molto personale. Nel terzo viaggio a Roma, nel 1554, l'interesse per l'arte di Michelangelo si sovrappone alle precedenti esperienze, influenzando il suo stile nella svolta finale del suo percorso creativo.

 

 

Andrea Palladio. Villa Almerico Capra, detta La Rotonda. 1567. Vicenza
Andrea Palladio. Villa Almerico Capra, detta La Rotonda. 1567. Vicenza

 

 

Lavorando per un gruppo di nobili umanisti, colti e aperti alla modernità , negli anni tra 1545 e '50 Palladio formulò il suo famoso modello di villa di campagna, realizzando numerose e splendide costruzioni, che ancora oggi qualificano il paesaggio veneto. Intorno a quegli anni realizza anche, a Vicenza, il Palazzo Iseppo dal Porto e Palazzo Chiericati. Durante gli anni '50 lavora a diverse residenze di campagna per le famiglie nobili locali. Nello stesso periodo entra in contatto con il cardinale umanista Daniele Barbaro, per il quale illustra il celebre trattato di architettura di Vitruvio.

 

Andrea Palladio. San Giorgio Maggiore. 1566-1610. Venezia, Isola di San Giorgio.
Andrea Palladio. San Giorgio Maggiore. 1566-1610. Venezia, Isola di San Giorgio.

 

 


Dopo il 1556 a Udine termina il Palazzo Antonini e realizza alcune delle sue più ammirate ville venete: Villa Badoer a Fratta Polesine, Villa Barbaro a Maser, Villa Foscari alla Malcontenta presso il fiume Brenta, Villa Emo, vicino a Castelfranco.
 Tra il 1558 e il 1565 Palladio è chiamato a Venezia per la facciata della chiesa di San Pietro in Castello e la facciata di San Francesco. Per i frati benedettini progettò il Refettorio e la chiesa di San Giorgio Maggiore. Nel 1565 fu di nuovo a Vicenza per realizzare Palazzo Valmarana al Pozzo Rosso. Nel 1566 si sposta a Torino presso Emanuele Filiberto di Savoia e poi a Nimes, in Provenza. Al suo ritorno realizza la famosa Rotonda, capolavoro assoluto dell'edilizia suburbana.

 

 

Andrea Palladio. Teatro Olimpico. 1580. Vicenza
Andrea Palladio. Teatro Olimpico. 1580. Vicenza

 


In seguito si dedicò al suo Trattato di architettura, strutturato in Quattro libri e pubblicato nel 1570. Tra le opere  della tarda maturità  è da ricordare la progettazione della chiesa del Redentore a Venezia, il Tempietto di Maser, infine, stabilitosi definitivamente a Vicenza, si dedica allo splendido Teatro Olimpico, ultimo straordinario gioiello lasciato dall'instancabile maestro. Mentre la costruzione era appena iniziata, Palladio muore nell'estate del 1580, lasciando il proseguimento dei lavori a Vincenzo Scamozzi.

 

 

Il Veneto al tempo di Palladio

 

Gli anni in cui Andrea Palladio trascorse la prima infanzia rappresentano un periodo particolarmente drammatico per il Veneto, poiché il territorio era devastato dalla guerra di Cambrai. In quel periodo la Repubblica di San Marco subiva una doppia aggressione. Da un lato la violenta ostilità  della lega antiveneta, rappresentata dal papa Giulio II della Rovere, insieme all'imperatore Massimiliano d'Austria a guida degli eserciti dei principali stati europei, soprattutto i Francesi, aveva messo in gravi difficoltà  le città  del Veneto. Dall'altro le pesanti pressioni dei nobili veneti, soprattutto vicentini, che miravano a restaurare l'antico sistema feudale, mettevano il pericolo la stabilità  della Repubblica. La Pace di Noyon, nel 1516, riportò la normalità  e il veneto visse senza guerre fino all'arrivo di Napoleone.
Le vicende drammatiche appena trascorse scossero la popolazione e portarono le principali città  venete, soprattutto Padova, uscita da un terribile saccheggio, a dotarsi di mura e fortificazioni più moderne ed efficaci. Vennero chiamati subito architetti esperti come i veronesi Michele Sanmicheli e Giovanni Maria Falconetto, incaricati di ricostruire muri di cinta, torri, bastioni e porte.
Gli anni seguenti segnarono una decisa ripresa, che comportò il consolidamento del potere e delle ricchezze della classe dominante. Le famiglie più influenti si dotarono di nuovi e moderni palazzi cittadini. Ma già  negli anni '40 del Cinquecento in Veneto si verifica un'importante trasformazione del sistema economico. La tradizione commerciale e mercantile, che aveva determinato per secoli la potenza della Repubblica di Venezia e del suo territorio comincia ad entrare in crisi, a causa dell'apertura di nuove vie di traffico e di nuovi mercati. Le potenti famiglie venete quind cominciano a investire spostando le loro ricchezze sulle proprietà  terriere e sulla produzione agricola. Vennero quindi bonificati nuovi terreni presso i delta dei fiumi e acquistate grandi proprietà , in modo da garantirsi un'ampia e redditizia produzione. Vengono quindi richieste agli architetti numerose residenze signorili suburbane, destinate sia allo svago e allo studio, ma soprattutto al controllo e alla gestione delle attività  agricole. Andrea Palladio fu uno degli architetti più coinvolti in questo rinnovamento edilizio, lasciando con le sue opere un'impronta particolare nelle città  e nelle campagne del Veneto.

 

 

Le ville palladiane

 

Accanto ai palazzi urbani Andrea Palladio costruì numerose ville nelle campagne di Vicenza, Padova e Treviso. Strettamente collegate alla trasformazione economica in atto, le ville sono richieste da una patriziato sempre più incline a consolidare il proprio potere economico con le rendite fondiarie. Si rese quindi necessaria la costruzione, al centro di tali proprietà , di edifici moderni, che potessero fondere insieme la residenza patrizia e gli ambienti di servizio della fattoria contadina. La tipologia della villa rinascimentale, fortificata e compatta, non era più rispondente a queste nuove esigenze.
La villa era destinata agli svaghi e agli studi, ma  doveva svolgere anche una funzione pratica, di controllo dell'attività  agricola.

 

 

Andrea Palladio. Villa Barbaro. 1560 ca. Maser, Treviso
Andrea Palladio. Villa Barbaro. 1560 ca. Maser, Treviso

 

Palladio sperimenta soluzioni nuove proprio partendo da queste esigenze funzionali e inventa un originale tipo di villa che avrà  un successo enorme, perché rappresenta il modello di riferimento della villa moderna.
Nonostante siano tutte diverse, le ville palladiane sono sempre formate da un nucleo centrale di forma semplice, da cui si articolano le altre parti della costruzione.
La zona residenziale, corredata di confortevoli appartamenti e saloni per le feste è situata al centro dell'edificio Gli ambienti destinati alla servitù e quelli di servizio si sviluppano attorno al nucleo, mentre magazzini, ambienti di lavoro e annessi si aprono di solito come "ali" verso la campagna. Anche la disposizione degli ingressi e delle finestre segue un criterio di funzionalità , le aperture sono orientate in modo da permettere  il controllo dei lavori in campagna anche dalla villa e rendere agevoli entrate e uscite di persone, animali e merci raccolte.
Sempre per motivi pratici Palladio usa materiali semplici e poco costosi: mattoni, legno, stucco, intonaco.

Da un punto di vista estetico, le ville palladiane si distinguono per lo stile classicheggiante, le linee eleganti e l'aspetto signorile, ma anche per una fondamentale semplicità .  Le forme si impostano sulle proporzioni dei rapporti musicali, secondo la concezione rinascimentale che vede tutto l'universo basato su queste leggi armoniche.

 

A. Cocchi

 

 

 

Mappa concettuale [.pdf]
Andrea Palladio. Mappa concettuale

Andrea Palladio.

Mappa concettuale con cenni sulla vita e formazione e riferimenti alle opere principali. Autore. A. Cocchi.
Questa mappa può essere scaricata come documento PD

L'architettura palladiana è stata un modello fondamentale, di successo nell'età moderna in tutto il mondo occidentale. La concezione di perfetta armonia tra edificio e natura è tutt'ora attuale. La mappa di Geometrie fluide spiega la vita e le opere principali di Palladio con esempi chiari e di facile assimilazione.

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Video

 

L'opera di Andrea Palladio attraverso un video  da You tube

 

 

 

 

 

 

 

 

... Alla scoperta delle ville palladiane attraverso un video tratto da You Tube

 

 

 

 

Bibliografia

 

F. Rigon. Palladio. Capitol Editrice, Bologna, 1980
R. de Fusco. L'architettura del Cinquecento. Utet. Torino 1981
G. Cricco, F.P. Di Teodoro. Itinerario nell'arte. Vol. II Da Giotto all'età  barocca. Zanichelli Editore, Bologna, 2004
N. Pevsner Storia dell’architettura europea. Il Saggiatore, Milano 1984
La Nuova Enciclopedia dell’arte Garzanti, Giunti, Firenze 1986
AA.VV. Moduli di Arte. Dal Rinascimento maturo al rococò. Electa Bruno Mondadori, Roma 2000
G. Dorfles, S. Buganza, J. Stoppa Storia dell'arte. Vol II Dal Quattrocento al Settecento. Istituto Italiano Edizioni Atlas, Bergamo 2008
C. Fumarco (a cura di) L'arte tra noi. Il Rinascimento e la Maniera moderna. Electa-Bruno Mondadori, Roma, 2007
 

 

 
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