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Napoleone visita gli appestati di Giaffa

E' un dipinto di Antoine-Jean Gros del 1804, nello stesso anno viene esposto per la prima volta nel salon di Parigi. Il quadro, di carattere celebrativo, si riferisce ad un avvenimento risalente alla campagna d'Egitto del 1799, quando Napoleone, indifferente al pericolo di contagio, visita il lazzaretto con i suoi soldati ammalati di peste.
Per l'intento moraleggiante appartiene in pieno alla cultura neoclassica. Ma nello stile si possono rintracciare anche elementi estranei al Neoclassicismo e che offriranno spunti per gli artisti romantici.

La scena si compone di due parti, corrispondenti:
- al primo piano, con la scena degli appestati;
- e al secondo piano con l'immagine eroica di Napoleone.

La scena del primo piano è molto drammatica, ricorda l'inferno dantesco e riprende il tema della peste, che si riferisce soprattutto al '600. I corpi sono rappresentati con una sensualità  che riprende l'estetica barocca.

In secondo piano, Napoleone visita i soldati francesi, si toglie la giacca, e con una mano tocca il costato di uno di loro. Questo gesto è molto enfatizzato, rappresentato con solennità . E' l'immagine di Napoleone come uomo coraggioso, ma anche con un alone mistico, pochè tocca e risana: viene utilizzata un'iconografia che appartiene al repertorio sacro e trasferisce nel gesto una concezione di "uomo salvatore". Gros utilizza anche un getto di luce che batte sul costato dell'uomo malato come in una scena miracolosa.
Il riferimento più diretto è al Dubbio di san Tommaso di Caravaggio, dove si trova l'immagine di Tommaso con le dita dentro la ferita del costato di Cristo.
L'iconografia sacra dell'esempio di Caravaggio, viene richiamata volutamente da Gros, e sublimata in termini eroici, secondo una precisa volontà  di propaganda politica. Infatti, anche se si tratta di un fatto realmente accaduto, non viene mostrato nulla che allude al seguito della vicenda. Napoleone, per non essere intralciato nella sua azione militare, fece avvelenare tutti i soldati ammalati.

La scenografia spettacolare, grandiosa del paesaggio dietro al gesto eroico ha la funzione di aumentare l'impatto emozionale.
La cultura neoclassica e il legame con l'accademia si possono rintracciare nella struttura prospettica molto rigorosa, nel tono retorico, nella tendenza alla semplificazione delle forme.
Ma accanto a questi elementi si accosta una componente quasi di evasione dalla realtà , rappresentata dall'architettura arabeggiante, che non è proprio rigorista, purista, ma appartiene a una tipologia esotica. Anche nei costumi orientali di alcuni personaggi si inserisce una componente di folclore.
Quest'opera sarà  attentamente studiata da Delacroix che ne saprà  trarre diversi spunti per le sue ambientazionmi esotiche. Il Massacro di Scio, di Delacroix, anch'esso una drammatica immagine di guerra, contiene diverse citazioni dell'opera di Gros.

A. Cocchi


Bibliografia e sitografia

M.F. Apolloni Napoleone e le arti. Dossier Art n. 206, Giunti, Firenze 2004
Enciclopedia dell'arte Garzanti, ed. 1986
A. Ottani Cavina, Lezioni di Storia delle Arti Università  di Bologna, 1984
G. Morales, L. Berti, P. Lemoine, S. Salvi. A. Ottani Cavina, M. Chiarini Capolavori da Versailles. Tre secoli di ritratto francese. La Casa Usher editrice, Firenze 1985


 

 
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