I Placodermi, primi Pesci vertebrati e gnatostomi, cioè dotati di mandibola mobile e denti, sono conosciuti attraverso i fossili risalenti al Siluriano, il terzo periodo del Paleozoico.
A differenza dei più antichi Ostracodermi, agnati e più legati alla vita presso i fondali, i Placodermi ebbero un grandissimo sviluppo: si differenziarono in numerose specie e proseguirono nella loro evoluzione fino a portare alla comparsa dei tetrapodi, come gli Anfibi e i Rettili. Oltre all'articolazione della mandibola, i Placodermi si differenziano dagli Ostracodermi anche per la comparsa delle pinne pari, che permetteva loro una maggiore agilità nell'acqua e la possibilità di nuotare più liberamente.
I Placodermi erano Pesci corazzati che si erano diversificati in molte specie diverse, andavano dai più piccoli Antiarchi alle forme gigantesche degli Artrodiri, potevano misurare dai cinque ai dieci metri di lunghezza, con una grande bocca piena di denti acuminati, lunghi fino a cinquanta centimetri. Tra questi si può ricordare il Dinichthys, che si diffuse soprattutto nel Devoniano, la cui corazza ossea superava i tre metri di lunghezza.
Il corpo dei Placodermi era rivestito di scaglie ossee in tutta la parte anteriore e sulla linea mediana avevano una pinna dorsale. La grande testa e la parte anteriore del corpo era protetta da una corazza di osso molto robusta e articolata che permetteva all'animale di nuotare agilmente. Esempi di Placodermi sono il Dunkleosteos, e la Stensioella, presenti anche nel periodo Devoniano.
L'articolazione delle mascelle sembra che sia derivato dalla trasformazione del terzo arco branchiale, che aveva una forma a V con la punta rivolta all'indietro. Lo sviluppo delle pinne pari sembra invece dovuto a particolari pieghe cutanee sostenute da tratti cartilaginei. Dalle trasformazioni successive delle pinne pari si svilupperanno in seguito gli arti dei primi animali tetrapodi.
L'improvvisa comparsa di questi Vetebrati già così organizzati, evoluti e differenziati in tante specie non è ancora spiegata, si ritiene che i loro antenati siano da rintracciare in depositi fossili più antichi.
I Placodermi si ono estinti da oltre cento milioni di anni.
Asaki San
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