Castello dei Conti Guidi: architettura

Il Castello dei Conti Guidi a Poppi presenta pianta rettangolare. Al centro della facciata si erge la torre quadrata che domina l’intera struttura. L'originario intervento, voluto dal Conte di Battifolle nel 1274, riguarda la parte destra della costruzione, opera di Lapo di Cambio, mentre la parte sinistra, proseguita nell'ultimo decennio del XIII secolo, viene attribuita al più celebre Arnolfo di Cambio, figlio di Lapo. Tra le due parti del castello rimane evidente una certa diversità : più sobrio e austero il lato destro assegnato a Lapo, con un solo ordine dei bifore e cornici marcapiano; più armonioso e gotico quello sinistro di Arnolfo, con due ordini di bifore entro un arco cieco, molto vicino alla soluzione di Palazzo Vecchio a Firenze.

La torre
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La torre che si può ammirare oggi non è la versione originale, distrutta da un fulmine, ma la ristrutturazione effettuata nell’ottocento, che le diede l’attuale forma di torre campanaria.  In origine infatti  la torre doveva essere più alta. Era così bella che il Vasari la cita nell'opera Vite de' più eccellenti architetti, scultori e pittori come esempio a cui si ispirò Arnolfo di  Cambio per la costruzione della torre di Palazzo Vecchio, a Firenze.
La base della torre, terminante a tronco di piramide e detta “a scarpa”, è interrata per circa quattro metri. Questo tipo di struttura serviva sia per dare maggior solidità  alla torre stessa, sia per deviare verso gli assalitori tutto ciò che veniva gettato dall’alto (olio bollente, fuoco, pietre, etc) , secondo il sistema della difesa piombante.  Le scarse aperture presenti nella muratura sembrano essere originali.

Il cassero e il cortile

Il castello venne in seguito ampliato con la costruzione di un blocco rettangolare alla destra della torre. Questo era il cassero, utilizzato come prigione nei piani bassi. I nuovi edifici vennero a costituire il bel cortile interno, movimentato da una scala, dove è possibile ammirare gli stemmi in terracotta dei vicari fiorentini. La scala è sorretta da diversi elementi scultorei, alcuni dei quali perticolarmente originali. Alla base delle due arcate che sorreggono la rampa principale erano poste due cariatidi, una delle quali è scomparsa, probabilmente trafugata.

La Munizione
 
Di fronte all’alta torre quadrata si trova ancora oggi una piccola torre detta “la Munizione”. Se si osserva bene la muratura della munizione si noterà  l’antica altezza della piccola torre, con una merlatura su cui è stata poi edificata un’aggiunta che corrisponde al piano rialzato. Sulla facciata anteriore vi sono posti una serie di stemmi di vicari della Repubblica Fiorentina.
Infine il ponte, oggi in muratura, era in realtà  un ponte levatoio.

L’ ingresso

La struttura era in origine dotata di due soli ingressi, uno più piccolo, verso la piazza d’armi e l’altro più grande e rivolto verso la valle e con una ripida rampa d’accesso. Dopo gli interventi del 1470 la porta più piccola che prese il nome di Porta Leone, divenne l’ingresso principale.
L’ingresso è sormontato dal bassorilievo raffigurante il Leone della Repubblica Fiorentina e sopra di questo, al centro della bifora (tipo di finestra divisa verticalmente in due aperture, divise a loro volta da una colonnina o da un pilastrino su cui poggiano due archi a volte viene poi incorniciata da un ulteriore arco e nello spazio tra i due archi è inserita una decorazione, uno stemma, o un'apertura circolare), si può osservare lo stemma della Lega Guelfa, raffigurante un’aquila che artiglia un dragone.
A sinistra dell’ingresso si trova il pozzo, oggi murato, ma che allora  si apriva su una grande cisterna, ancora funzionante e che si trova sotto il prato tra la munizione e il castello.

Le scuderie

Le stanze più ampie, al pianterreno del castello, venivano utilizzate come scuderie. Appena entrati si può notare la porticina che serviva per passare il fieno da fuori e all’interno dell’enorme stanza vi sono ancora in alto gli anelli di ferro che servivano ai cavalieri per montare sui loro destrieri: un’armatura infatti pesava ben 35/ 40 kg  ed era difficoltoso salire a cavallo senza l’aiuto di valletti o di queste vere e proprie carrucole. I cavalli da guerra dovevano essere grossi ma agili. Venivano addestrati a non fermarsi davanti a nulla, anche eventualmente a calpestare uomini. Erano  dei veri e propri carri armati bardati di tutto punto perché funzionassero al meglio. Ai cavalli venivano otturate le orecchie affinchè i rumori dei preparativi per la battaglia non li spaventassero nè tantomeno li agitassero. Gli animali venivano coperti da una cotta di maglia che lasciava libere soltanto le zampe. Per proteggere il muso di questi animali, dal XIV secolo si forgiarono dei veri e propri elmi per cavalli, dotati di mini visiere per gli occhi. Infine sul dorso dei destrieri veniva solitamente adagiata la gualdrappa con le insegne della casata, in modo da poter riconoscere cavallo e cavaliere.

Le prigioni.

Al tempo dei Conti Guidi si accedeva alle prigioni del castello di Poppi soltanto da una botola da cui i carcerati venivano gettati giù. Soltanto nel 1649, per volere dal Cavalier Francesco De Romena, venne fatta costruire una nuova prigione con l'accesso alle celle mediante una porta.

Il salone delle feste

L'originario Salone delle feste oggi rappresenta la sede dove si riunisce il Consiglio comunale e vi si svolgono manifestazioni culturali e turistiche. Anticamente qui venivano fatte feste, banchetti, di tanto in tanto qualche riunione, veniva promulgata anche qualche legge e di sera è proprio in questa stanza che dormivano le guardie in brande di paglia. 
Le pareti sono state riaffrescate seguendo però la decorazione di un tempo e dal poco che era rimasto è stato ripristinato l’antico disegno d’intrecci. In uno dei lati minori della stanza, compare lo stemma della famiglia dei Guidi raffigurante un leone rampante in un inquartato rosso e bianco.
Nella sala vi sono anche altri stemmi appartenenti ad altri rami dei Guidi e ad altre famiglie toscane.
Sopra lo stemma dei Guidi si trova la Madonna della Cintola che risale ai primi del 500, interamente realizzata in terracotta dall’artista Benedetto Buglioni. Nella scena rappresentata ompare la Vergine Maria nel momento in cui sta per salire al cielo e lascia cadere la sua cintola all’incredulo Tommaso, come prova del miracolo. L’episodio raffigurato viene narrato in uno dei Vangeli apocrifi ed è stato oggetto di molte raffigurazioni pittoriche, tanto in occidente quanto nell’oriente bizantino.

L'ala residenziale.

La residenza del conte e della sua signora erano grandi sale affrescate con motivi religiosi ed in una parete compare anche l’immagine di una Madonna con il manto aperto che oggi viene esposta nel cortile al pianterreno. Nella Stanza della Contessa, dalla quale si può accedere direttamente alla Cappella dei Conti Guidi, si può ancora oggi osservare uno splendido camino d’epoca rinascimentale. Le restanti sale dell’ala residenziale sono oggi destinate a mostre temporanee come quella dedicata all’arte del ‘600.

R. Daffara


Bibliografia e sitografia

AA.VV. I castelli nel territorio casentinese, Firenze, 1990
AA. VV.Castelli e fortificazioni, Touring Club Italiano, Milano, 1974
D. Taddei, Il castello dei Conti Guidi a Poppi, in Il sabato di Santa Barnaba, Milano, 1989
D. Taddei, Il castello dei Conti Guidi tra Simone e Francesco Guidi (1220-1440), La battaglia di Campaldino e la società  toscana del ’200, Atti del Convegno di Studi Storici, Ed. Granducale 1994

www.castellodipoppi.it
enciclopedia multimediale “Tremila”
enciclopedia multimediale “Wikipedia”
“Il castello del mese” Il Castello di Poppi


 

 
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