La pittura

Nell'antico Egitto, la tecnica usata dagli egizi per dipingere era la campitura cioè veniva stendso in maniera uniforme il colore dentro una forma delimitata da un contorno.
I colori venivano riprodotti con una miscelazione di pigmenti ottenuti dalla macinazione di terre colorate con agglutinante sostanza collosa formata da acqua, lattice di gomma e albume d'uovo. Il colore veniva streso con dei pennelli ricavati dalle fibre di palma.
Questo tipo di pittura si chiamava tempera (dal latino temperare, mescolare)e veniva fatta su superfici perfettamente asciutte e al riparo di piogge poichè si  utilizzava l'acqua.
Gli artisti venivano educati fin da piccoli a seguire le regole della pittura infatti i corpi erano perfettamente proporzionali grazie ai canoni egizi.
Uno dei cicli pittorici più belli e completi è la tomba di Nefertari una delle mogli più famose di Ramses II. In questa tomba sono contenute pitture ad altissimo livello tecnico al quale l'atre egizia  era già giunta nel XIII secolo a.C.
Nelle pareti della tomba vengono rappresentati diversi dèi come Khepri, dio del sole mattutino che si trova nel vestibolo orientale,Hathor padrona della montagna dei Morti, i quattro figli di Horus accompagnati da Horus stesso nella parete destra,Anubi il dio dell'imbalsamazione. Osiride e Iside rappresentati in un pilastro di nome Djad situato nel lato nord, il dio Ptah onorato con un santuario, la dea Nut rappresentata con il soffitto  e infine il dio più significativo Ra che viene rappresentato con la testa di falco.
I dipinti vennero realizzati a tempera su un intonaco fine formato da argilla e limo.
I colori utilizzati erano il marrone usato per la pelle degli uomini, il verde per le vesti,l'ocra per la pelle femminile, nero per le linee e capigliature e il blu usato per il soffitto a stelle.

V. Lo Nigro (alunno del Liceo Classico Monti, Cesena)


Bibliografia

G.Cricco,F.P.Di Teodoro. Itinerario nell'arte. Vol. I. Zanichelli

 
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