Villa La Mausolea

Cenni storici
Esterno
Interno

 

Sul tratto della Strada statale n° 71 che collega Partina a Soci sorge la Villa La Mausolea. uno dei più importanti esempi di stile Barocco  presenti in Casentino. Molto gradevole per le sue forme architettoniche, appartenenti alla cosiddetta corrente classicheggiante del Seicento, la Mausolea conserva al suo interno una ricca collezione di dipinti dei secoli XVII e XVIII, un consistente gruppo dei quali sono opere di artisti che risentono degli insegnamenti di Pietro da Cortona. Particolarmente pregiati sono anche gli altari barocchi in legno intagliato e dorato realizzati da maestri intagliatori attivi tra Sei e Settecento e appartenenti alla corte medicea.

L'origine della Mausolea risale al Medioevo, quando esisteva una costruzione che fungeva da centro amministrativo e di controllo del patrimonio fondiario del Monastero di Camaldoli. Il più antico riferimento, in un documento negli antichi archivi camaldolesi, risale al 1087 dove si racconta che la Villa è stata donata all'Eremo di Camaldoli. Da altre indicazioni risulta che la villa veniva usata anche come soggiorno estivo per i frati più anziani e come foresteria per i pellegrini che si recavano al Sacro Eremo. La posizione era strategica, poichè si trovava sulla via di collegamento tra Bibbiena e Poppi, quindi doveva avere anche un ruolo di controllo.

 


Villa Mausolea. 1647-50. Veduta dall'ingresso attuale.
Partina, frazione di Soci (AR). Foto: A. Cocchi

 


La costruzione ha subito nel tempo diversi rifacimenti. Si ha notizia di quello effettuato verso il 1490 a opera del Priore generale Pietro Delfino, ma circa un secolo dopo devono essere sorti seri problemi alle strutture, poichè in seguito a uno smottamento del terreno l'edificio risulta "pericolante" e venne quindi abbandonato.

Nel '600, considerata parte integrante dell'Eremo e Cenobio di Camaldoli, la Mausolea si definì soprattutto come fonte primaria di rifirnimento agroalimentare dei monaci. All'inizio dell'anno 1634 si stabilì la ricostruzione della Villa ma venne scelta un'area più a valle della precedente, riutilizzando il vecchio edificio abbandonato come cava per la nuova costruzione. Per la realizzazione del progetto venne scelto Don Simeone da Cremona che dopo ad aver terminato i lavori alla Mausolea nel 1650 fu poi incaricato dagli stessi frati camaldolesi  della ristrutturazione del Sacro Eremo di Camaldoli. Alla villa seguirono ulteriori interventi fino al 1682. Sorse così la Mausolea, nelle forme che vediamo oggi.

 


Il complesso della Mausolea vista dal satellite

 

 

Esterno

Il complesso architettonico della  Mausolea è orientato nord-sud e sorge su un terrapieno pavimentato con lastre di pietra, al centro di un'ampia area agricola delimitata da un muro di recinzione.

I fabbricati che ne fanno parte comprendono: la residenza centrale, due edifici più bassi con portici e alcune costruzioni con i locali di servizio alla fattori. Si tratta di edifici ancora in uso oggi, adibiti a cantina per la produzione di vini, laboratorio di prodotti cosmetici e una abitazione.

 


Villa Mausolea. 1647-50. Facciata posteriore. Partina (AR). Foto: A. Cocchi

 

La Mausolea si inseriva anche parte in un complesso e ingegnoso sistema di distribuzione dell'acqua realizzato dai monaci camaldolesi nella bassa valle dell'Archiano e ne conserva ancora le strutture, tutt'otra funzionanti.

 


Veduta d'insieme della vasca di carico presso la Mausolea.
Sullo sfondo si vede uno dei due portici. Foto: A. Cocchi

A nord passa infatti un canale sotterraneo che attraversa la proprietà e termina nell'ampia vasca di carico aperta sul pavimento nel lato posteriore della villa. La vasca, realizzata in pietra serena, è di forma ovale e si sviluppa in avanti sulla scalinata di accesso che scende nell'invaso, dove circola ancora l'acqua. 
L'acqua corrente alimentava anche un mulino, presente all'interno dell'area recinta, ed alla stessa rete idrica era collegato anche il pozzo con vera quadrangolare e cimasa in pietra serena, posto verso est nel giardino della villa. 

Due immagini della vasca di carico tutt'ora funzionante. Foto: A. Cocchi

Oggi per visitare la Mausolea si entra dal cancello aperto nel lato sud, ma l'ingresso originario della villa è quello opposto rispetto a quello attuale, orientato a nord verso Camaldoli. Un viale alberato lungo e rettilineo, in asse rispetto alla costruzione, conduceva alla Mausolea. 

 


L'antico ingresso con il viale. Foto: A.Cocchi

 

L'edificio principale ha una forma compatta a pianta rettangolare, é un grande blocco parallelelipedo su tre ordini che si sviluppa verso est con un'ala laterale con due soli piani, coronata da un ampio terrazzo con balaustra a colonnine in pietra serena. A questo si aggiunge sullo stesso fianco un terzo blocco più basso, ad un unico piano, adibito a cantina. 
La Mausolea  presenta due facciate: quella principale, rivolta a nord, verso il giardino e il viale d'ingresso e quella meridionale, affacciata sulla corte.

 


Veduta angolare cdel corpo principale della Mausolea. Foto: A. Cocchi

 

Nell'insieme, la facciata settentrionale, prospettante su quello che un tempo era un giardino, presenta un aspetto piuttosto severo, nel rigore della disposizione simmetrica  e allineata delle finestre e nel sobrio contrasto tra la pietra serena delle cornici larghe e piatte con l'intonaco bianco della superficie.

Al centro si apre un portale ad arco sottolineato da grandi conci di bugnato e sovrastato da un balcone sostenuto da tre mensole.

 


Villa Mausolea. facciata settentrionale.
Dett. dell'ingresso originario. Foto: A. Cocchi

 

Sull'architrave della porta-finestra del balcone spicca la bella lastra marmorea lavorata a rilievo. Entro una elegante cornice ionica decoratala con ovoli, è visibile lo stemma di Camaldoli  con due colombe che bevono dallo stesso calice, affiancato da due candelabre e sostenuto in basso da due delfini affrontati. Si tratta dello stemma di Pietro Delfino, Priore generale di Camaldoli alla fine del '400. L'opera proviene dalla prima Mausolea, la vecchia foresteria fatta costruire dal Delfino a monte del fiume Archiano.

La balaustra del balcone in ferro battuto è invece un esempio in stile Liberty, con motivi fitomorfi disposti secondo una sequenza alternata.

 


Stemma marmoreo sull'ingresso della villa. Foro: A. Cocchi

 

Dal punto di vista architettonico, molto più aperta e armoniosa è la facciata meridionale, vivacizzata dalle numerose finestre, dalla loggia e dalle macchie di colore delle meridiane.  

 

Villa Mausolea. 1647-50. Facciata meridionale. Partina (AR). Foto: A. Cocchi

   

In modo coerente rispetto alla facciata opposta anche l'ampia superficie piana della facciata meridionale è organizzata in maniera simmetrica e si ritrova lo stesso contrasto tra il bianco dell'intonaco e il grigio delle cornici in pietra serena. 

Sull'asse centrale si trova il portale d'ingresso, molto simile all'altro, anche in questo caso sottolineato dalla pietra bugnata che riveste i piedritti e l'arco a tutto sesto, riprendendo il motivo degli spigoli che racchiudono l'rdificio. Ma stavolta il portale d'ingresso è preceduto da una bassa scalinata poligonale che si apre come un ventaglio sulla pavimentazione in pietra. 

 Il ritmo ripetuto delle curve degli archi, inseriti tra i rettangoli delle finestre, ingentiliscono l'aspetto complessivo.

Villa Mausolea. 1647-50. Dett. della loggia. Partina (AR). Foto: A. Cocchi

 

La forma curva dell'arco si ripete al piano nobile, dove si affaccia un elegante loggiato a tre luci, con archi impostati su pilastrini e balaustra a colonnine tornite in pietra serena. Nella lunetta dell'arco centrale sè inserito il quadrante di un orologio. Al terzo ordine nella zona centrale viene ripetuto il motivo della loggia con tre archi ciechi in pietra serena che inquadrano tre finestre quadrate. Tutte le finestre della facciata si distribuiscono secondo una griglia ordinata, comprese le tre aperture ovali, più la quarta sostituita da un orologio.

Sui due fianchi della residenza centrale, perpendicolari rispetto alla facciata, si sviluppano due costruzioni simmetriche più basse e traforate da portici con archi ribassati poggianti su pilastri.

Il motivo dell'arco a tutto sesto con i conci a bugnato si ripete anche nell'ingresso posteriore del muro di cinta, ricostruito nel Novecento. Nell'arco si inserisce il cancello novecentesco in ferro battuto in cui accanto a motivi stilizzati compare lo stemma di Camaldoli.

 

Villa Mausolea. 1647-50. Dett. del cancello novecentesco. Partina (AR). Foto: A. Cocchi

 

Sul lato settentrionale della proprietà è ancora visibile il tratto originale del muro di cinta costruito in sasso e pietre grezze. Lungo il percorso si apre un ninfeo con un arco e una nicchia contenetne una statua.

 


Villa Mausolea. 1647-50. Ninfeo.
Fonte: http://www.luoghiacqua.it/

 

Interno

 

La Villa Mausolea merita di essere visitata anche all'interno, perchè conserva un pregevole patrimonio artistico di opere pittoriche, scultoree e di arredi comprese tra il XVI e il XIX secolo. Gli ambienti interni, sviluppati su tre livelli, si distribuiscono in maniera funzionale, sono spesso ampi e ben illuminati, tranne le due cappelle, molto raccolte e piccole.
Al piano inferiore, intorno all'atrio preceduto dal corridoio d'ingresso si diramano diverse stanze, tra cui la camera del camerlengo con decorazioni sul soffitto, una seconda stanza da letto e sul lato opposto un grande refettorio. Dal corridoio si accede anche alle due cappalle simmetriche in cui si conservano pregevoli pale d'altare.
Al piano nobile si trova il grande ambiente illuminato dalla loggia, caratterizzato da diversi ritratti alle pareti e il salone d'onore dove si concentrano la maggior parte delle opere pittoriche e scultoree della villa. A queste si aggiungono alcune stanze da letto, con arredi d'epoca, situate anche all'ultimo piano.

 

Atrio


La Mausolea. Atrio. Veduta d'angolo. Partina (AR). Foto: A.Cocchi

 

Il primo spazio che accoglie il visitatore della Mausolea è l'atrio,  un ampio ambiente con funzione di disempegno coperto da una volta a botte ribassata, affrescato sul soffitto e aperto su ogni direzione, per accedere ai piani superiori, alle due cappelle, alle due stanze del pianterreno e al grande refettorio.

 

 
La Mausolea. Atrio. Partina (AR). Foto: A.Cocchi

 

In fondo l'area quadrangolare dell'atrio è delimitata da un grande arco ribassato in pietra serena, poggiante su bassi e robusti pilastri squadrati. In asse rispetto all'ingresso meridionale si sviluppa un elegante corridoio con volte a vele impostate su mensoline in pietra serena.

 


La Mausolea. Corridoio. Partina (AR). Foto: A.Cocchi

 

Il corridoio attraversa in profondità tutto l'edificio e conduce all'ingresso nord. Nell'atrio si trovano alcuni arredi come tavoli e sedie d'epoca. Nell'angolo a sinistra inizia la scala che conduce ai piani superiori.

 


San Romualdo in gloria. Affresco. Fine sec. XVII-inizio sec. XVIII.
Partina (AR). Atrio della Mausolea. Foto: A.Cocchi

 

Sul soffitto della volta è dipinto l'affresco con San Romualdo in gloria, molto rovinato. alterato nei colori e di difficile lettura. San Romualdo, considerato patrono dei pellegrini, era un santo eremita, nato a Ravenna tra il 951 e il 953, dedito al pellegrinaggio e alla preghiera, che nel 1024 fondò l'Eremo di Camaldoli. La sua figura è presente in diverse opere contenute alla Mausoleaper ricordare la funzione originaria di foresteria, cioè luogo di accoglienza e ristoro per i pellegrini. 
La composizione, tutta sviluppata verso l'alto, mostra la figura di San Romualdo in abito monastico, portato in cielo tra le nuvole e volti di cherubini, investito da uno sfolgorante cono di luce. 

 

Le cappelle

 Dal corridoio al pianterreno si può accedere alle due cappelle, disposte simmetricamente tra loro, molto simili nelle forme architettoniche con pianta rettangolare e volta a padiglione,  ma diverse nelle decorazioni e nei colori: la Cappella della Madonna del Rosario e la Cappella di San Romualdo.




Cappella della Madonna del Rosario


Cappella della Madonna del Rosario. Veduta verso l'altare.
Partina, Villa Mausolea. Foto: A.Cocchi

 

La prima cappella, risalente al 1655, è dedicata alla Madonna del Rosario. Il piccolo ambiente è rivestito su tutte le pareti in damasco rosso. Sull'altare in una sontuosa cornice barocca in legno intagliato e dorato si trova la tela della Madonna del Rosario con i santi Romualdo e Michele Pini.
La Madonna del Rosario è una delle espressioni più sentite della pietà popolare in Italia.  Appartiene da una tradizione religiosa introdotta dall'ordine dei Domenicani i quali diffusero la leggenda in cui si raccontava che la Madonna sarebbe apparsa a San Domenico ad Albi per regalargli una corona. la leggenda si diffuse con grande fortuna dal secolo XV e risale al 1474 la prima rappresentazione della Madonna del Rosario: si tratta di un trittico  che si trova nella Chiesa di Sant'Andrea a Colonia. L'iconografia dei questo soggetto religioso si definì presto anche in Italia nel corso del Quattro e Cinquecento ma ebbe la diffusione più importante specialmente dopo la commemorazione liturgica voluta da papa Gregorio XIII nel 1573. Fu uno dei soggetti religiosi più frequenti nella pittura barocca, poichè si prestava a rappresentazioni spettacolari e di grande coinvolgimento emozionale, particolarmente adatta a opere di grandi dimensioni. Anche in Casentino sono presenti numerose pale d'altare o tele dedicate alla Madonna del Rosario, disseminate in tutto il territorio, fin nelle più piccole frazioni montane.

 


Anonimo. Madonna del Rosario con i santi Romualdo e Michele Pini. Olio su tela.
Sec. XVII. Partina. Villa Mausolea. Foto: A. Cocchi

 

La loro diffusione è dovuta alle numerose Compagnie del Rosario presenti in questo territorio.

 

 

 

 

 Al centro del soffitto si trova un dipinto cinquecentesco su tela in cui è rappresentato San Giorgio e il drago.

 

 

 

 

 

 

 Cappella di San Romualdo

 


Cappella di san Romualdo. Veduta verso l'altare.
Partina, Villa Mausolea. Foto: A. Cocchi.

 

Di fronte alla prima, la Cappella di san Romualdo è dedicata al santo fondatore dell'Eremo di Camaldoli e si distingue dall'altra anche per il verde chiaro che caratterizza le pareti e le volte. L'altare e il ciborio sono in legno intagliato e dorato, sulla parete di fondo, incorniciato da volute dorate si trova il dipinto del XVII secolo con San Romualdo.

 


Altare di san Romualdo. Dett. Partina, Villa Mausolea. Foto: A. Cocchi

 

Il santo eremita è rappresentato a mezzo busto mentre viene interrotto nella sua lettura dalla voce di Dio. Al suo fianco un angelo porta con sé un pastorale e un libro. San Romualdo, con l'abito monastico bianco dei frati camaldolesi, si volta indietro con la mano alzata a mezz'aria e guarda verso l'alto. Fa da sfondo un paesaggio collinare e un cielo nuvoloso.

 

Anonimo. San Romualdo. Dett. Partina, Villa Mausolea. Foto: A. Cocchi

 


Nelle vele sul soffitto si alternano le rappresentazioni a monocromo dei simboli vescovili come il pastorale e la mitra a quelle vivacemente colorate delle corone di rose e gigli. Nel medaglione centrale campeggia il simbolo divino del triangolo d'oro raggiato, immagine che rinvia alla Trinità, alla perfezione divina e spesso associata all'Occhio della Provvidenza. 

 

 

 

 


Altare con angeli-cariatidi. Inizi XVIII sec. Villa Mausolea. Partina (AR)

 

 

Nella seconda cappella è ben conservato l'Altare maggiore in stile tardo-barocco, proveniente dal Sacro Eremo: un'opera in legno intagliato e dorato realizzata da un maestro di grande levatura, rimasto purtroppo anonimo, ma che testimonia in maniera evidente l'alta qualità degli intagliatori attivi negli anni a cavallo tra Sei e Settecento, formati nell'ambito della corte medicea. Sulle due coppie di pilastri spiccano gli Angeli-cariatidi, che sorreggono il timpano spezzato. Nella stessa cappella  si trova anche un altro Altare con una ricca cornice in legno intagliato e dorato con motivi vegetali e una coppia di cherubini. Al centro si trova una pala con la Vergine e i santi Benedetto e Romualdo, di artista anonimo del XVII secolo.  Un'altro dipinto interessante conservato alla mausolea è la Madonna col Bambino e Santi realizzata da Pietro Marchesini, allievo di Gabbiani, che porta la data 1742.

Le ampie sale all'interno sono oggi utilizzate per congressi ed eventi culturali.

 

 

muro di recinzione

La villa è inserita in un recinto in muratura, ricostruito nel 1929, che presenta due ingressi. 

 

 

A. Cocchi


 

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