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San Giorgio Maggiore

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A Venezia, nell'isola di San Giorgio Andrea Palladio vierne incaricato dai frati benedettini di ricostruire la chiesa di San Giorgio Maggiore. Iniziata nel 1566, la costruzione sarà  terminata dopo la morte del Palladio, nel 1610.
In questo edificio Andrea Palladio fonde insieme lo schema longitudinale con  il sistema centrale e nello stesso tempo riesce ad armonizzare perfettamente la forma della basilica cristiana con quella del tempio antico.
La pianta di San Giorgio maggiore è composta da un ampio e corto rettangolo, che costituisce il corpo della chiesa e comprende tre spaziose navate. Dal corpo sporgono lateralmente, in corrispondenza al transetto, due grandi absidi, semicircolari all'esterno, che all'interno si rivelano come due esedre, per via delle paraste che le arricchiscono.
Il presbiterio è una forma perfettamente quadrata che eccede in profondità  dalla pianta e si spinge ancora più indietro con un coro molto profondo, accentuando lo sviluppo longitudinale della costruzione. All'incrocio tra la navata maggiore e il transetto sorge la cupola, di forma rialzata, simile a quelle della Basilica di San Marco, impostata su tamburo cilindrico, e conclusa con una lanterna.
Particolarmente raffinato è l'effetto spaziale che Palladioè riuscito a realizzare all'interno. Lo spettatore che percorrendo la navata maggiore si porti verso l'incrocio tra il transetto e il corpo della chiesa, ha l'impressione di essere in un ambiente centralizzato. Ciò è dovuto ad alcuni accorgimenti proporzionali. Le campate larghe e corte fanno risaltare di più lo sviluppo in larghezza del transetto, anche perchè la zona del coro viene nascosta e separata dal presbiterio per mezzo di un portico con colonne binate.
Quindi sembra di trovarsi in una chiesa a croce greca.
L'effetto di dilatazione spaziale è aumentato dalla presenza dei giganteschi archi di navata, sorretti da pilastri su cui si inseriscono semicolonne e paraste binate articolate su un ordine minore e un ordine gigante. La luce, proveniente da numerose e ampie finestre a lunettoni (ispirate a quelle delle antiche terme romane), sistemate sui muri esterni, intorno al coro e sul tamburo della cupola, invade tutto lo spazio interno, esaltata dai colori chiari e dalle superfici curve delle volte, degli archi e delle colonne.

All'esterno i colori bianco del marmo e rosa del laterizio, sono scelti per la loro luminosità  simbolica e per sfruttare gli effetti che crea la costruzione rispecchiandosi sull'acqua. I volumi della chiesa, le espansioni dei corpi cilindici delle absidi e soprattutto la cupola, sono elementi che nonostante l'originalità  della costruzione, collegano visivamente questa chiesa con le altre chiese veneziane creando un accordo armonioso tra edificio e contesto urbano.
La facciata a salienti è caratterizzata da aggetti e rientranze che arricchiscono e dinamizzano le superfici.
Giocando sul tema del pronao classico, Palladio realizzata questa facciata intrecciando due prospetti che sono leggermente sfalsati in profondità  e con proporzioni differenti.  Il primo prospetto più largo e basso è caratterizzato da paraste corinzie binate e alternate a edicole con statue ed è più arretrato. In posizione leggermente più avanzata, il secondo prospetto è più alto, sostenuto con semicolonne composite di ordine gigante e rialzate su alte basi. I due prospetti si legano e si concludono con due timpani triangolari e statue in funzione di acroteri. I due diversi piani di profondità  sono compressi e compenetrati, mettendo in risalto gli aggetti, specie le colonne, che raccolgono ed esaltano l'effetto della luce.
L'accordo tra la massima luminosità  e le forme geometriche perfette assume un significato simbolico, e rinvia all'assoluta razionalità  divina.

A. Cocchi

 

 

Video

 

La Giudecca e San Giorgio Maggiore in un video da You tube

 

 

 

 

Bibliografia

 

 

F. Rigon. Palladio. Capitol Editrice, Bologna, 1980
R. de Fusco. L'architettura del Cinquecento. Utet. Torino 1981
G. Cricco, F.P. Di teodoro. Itinerario nell'arte. Vol. II Da Giotto all'età  barocca. Zanichelli Editore, Bologna, 2004
N. Pevsner Storia dell’architettura europea. Il Saggiatore, Milano 1984
La Nuova Enciclopedia dell’arte Garzanti, Giunti, Firenze 1986
AA.VV. Moduli di Arte. Dal Rinascimento maturo al rococò. Electa Bruno Mondadori, Roma 2000
G. Dorfles, S. Buganza, J. Stoppa Storia dell'arte. Vol II Dal Quattrocento al Settecento. Istituto Italiano Edizioni Atlas, Bergamo 2008
C. Fumarco (a cura di) L'arte tra noi. Il Rinascimento e la Maniera moderna. Electa-Bruno Mondadori, Roma, 2007
 

 

 
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