etera

Etera:

s. f. ‘nell'antica Grecia, donna di vita galante; cortigiana’. Gr. hetáira, d'orig. indeur. “Si diffuse [tra l'Otto e il Novecento], per motivi eufemistici. “Etèra: bella parola greca, rimasta viva sino a noi; letteralmente vuol dire compagna, amica: e in Atene così si chiamavano le belle donne, libere da vincolo matrimoniale, ministre geniali del piacere. Aspasia, amante di Pericle, Frine, Diotima a cui Socrate chiedeva notizie filosofiche su la natura d'amore, erano etere. Nome da vero più geniali che la volgare voce cocotte (di gran consumo in Italia, almeno finché la Francia non ce ne avrà suggerita un'altra) pur non essendo gran divario nella sostanza della cosa” (1905, Panz. Diz.).

 

 
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