I cantieri gotici

La spinta all'innovazione e al superamento delle tradizioni già  avvertita nei cantieri romanici fin dall'XI secolo, diventa sempre più pressante nei cantieri del XIII secolo. La forte spinta tecnologica tipica del Duecento si manifesta im pieno nelle molteplici e ingegnose invenzioni che si applicano negli operosi cantieri delle cattedrali gotiche. Strutture architettoniche così complesse hanno potuto essere realizzate grazie all'apporto di tecnologie raffinate e all'avanguardia che hanno prodotto macchine, sistemi di trasporto e sollevamento dei materiali, seghe idrauliche, strumenti per la misurazione, nuove soluzioni per ponteggi e impalcature.
La complessità  del lavoro e della sua organizzazione è elevatissima e richiede da parte del magister murari un livello di preparazione e competenza ancora maggiori rispetto ai predecessori dello stile romanico.
Ma soprattutto richiede uno studio e un'organizzazione a monte rispetto all'avvio delle operazioni pratiche. Richiede un accurato lavoro di progettazione. Gli architetti incominciano a servirsi di disegni e modellini in cui vengono analizzati in modo esatto forme, strutture, rapporti rpoporzionali e soluzioni tecniche.
Si introducono quindi visioni in pianta, prospetti e spaccati, con un sistema già  vicinissimo a quello moderno delle proiezioni ortogonali.
Tra i disegni più famosi si possono citare quelli per la Cattedrale di strasburgo, il disegno della facciata del Duomo di Orvieto ad opera di Lorenzo Maitani, i disegni delle vetrate del Duomo di Siena di Duccio di Buoninsegna.
Il disegno diviene lo strumento privilegiato per progettare, inventare e risolvere problemi pratici, ma anche annotazione di idee e osservazioni.
Gli artisti del gotico, magistri murari, scultori e pittori, trascorrevano la vita viaggiando, richiesti in città  diverse per la loro competenza, spostandosi annotavano sui loro taccuini con disegni, schizzi e commenti tutte le soluzioni costruttive e i particolari a loro avviso interessanti e utili. Ognuno di loro si creava quindi un pratico repertorio di idee e soluzioni, incrementando la diffusione dello stile e della cultura gotica. L'opera più famosa è il Taccuino dei disegni di Villard de Honnecourt, del XIII secolo, conservato alla Biblioteca Nazionale di Parigi.

A. Cocchi



Bibliografia e sitografia:

E. Bernini, R. Rota, Uno sguardo sull'arte. Vol. 1 Dalla preistoria al Trecento. Editori Laterza, Bari 2008
G. Dorfles, M.Ragazzi, C. Maggioni, M.G. Recanati, Storia dell'arte. Vol 1 Dalle origini al Trecento. Istituto Italiano Edizioni Atlas, Orio al Serio 2008
M.M.Elia Città  e lavoro intellettuale, in Storia dell'arte Italiana . Vol. 1 Questioni e metodi. Giulio Einaudi Editore, Torino 1979

 

 
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